Oggi a Crotone è la giornata del dolore e della rabbia.

Siamo venuti a rendere l’ultimo saluto alle vittime dell’ennesimo naufragio insieme ad Elly Schlein e ai colleghi deputati e senatori democratici.

Grazie al Presidente Sergio Mattarella per la sua presenza.

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-00250 pubblicato il 21 febbraio 2023, nella seduta n. 40 - Nicola Irto firmatario

IRTO - Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

Premesso che:
- in Gazzetta Ufficiale n. 82 del 15 ottobre 2021 veniva pubblicato un bando di concorso pubblico per il reclutamento di 2.022 unità di personale non dirigenziale di Area III - F1 o categorie equiparate nelle amministrazioni pubbliche con ruolo di coordinamento nazionale nell'ambito degli interventi previsti dalla politica di coesione dell'Unione europea e nazionale per i cicli di programmazione 2014-2020 e 2021-2027, nelle Autorità di gestione, negli Organismi intermedi e nei soggetti beneficiari delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
- tale concorso prevedeva un reclutamento di tecnici, a tempo determinato, per le regioni del Sud;
- in relazione al citato concorso e a seguito del superamento dei concorsi indetti dall'Agenzia di coesione, comunemente intesi come "Coesione 1" e "Coesione 2", veniva costituito un Comitato per la stabilizzazione dei tecnici nei comuni del Sud, con lo scopo di risolvere la delicatissima posizione delle lavoratrici e dei lavoratori assunti a tal fine dalla pubblica amministrazione, ma precari;
- tale categoria di lavoratori, anche se riconosciuta di primaria importanza per il rafforzamento delle competenze e della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni del sud Italia, oggi gravate di una nuova e straordinaria mole di lavoro per l'attuazione del PNRR, cui non potrebbero far fronte con le già limitate risorse umane in organico impegnate con l'attività ordinaria degli uffici, sono, di fatto, i protagonisti invisibili e operosi dell'attuazione del PNRR, gli artefici dei potenziali successi che stanno muovendo la complessa macchina burocratica;
- in una nota riportata in varie agenzie di stampa, il Comitato dichiarava "[…]Il delicato compito assegnato ai "Tecnici per il sud", rischia di essere frustrato e con esso la stessa attuazione del PNRR, occasione unica e immancabile per la realizzazione di importantissimi interventi che investono, capillarmente, l'intero sistema pubblico del nostro Paese dall'inquadramento previsto per i suddetti lavoratori, contrattualizzati a tempo determinato con scadenza a 36 mesi. Questa forma contrattuale precaria non risulta tale da garantire i lavoratori, la loro permanenza in servizio per l'intera durata contrattuale, in un periodo storico in cui la stabilità pare invece l'unico strumento adatto a offrire un'adeguata tutela per i lavoratori stessi. La precarietà opera invece da chiaro deterrente rispetto al pieno, efficace ed efficiente coinvolgimento, pratico quanto emotivo, dei lavoratori rispetto alle mansioni loro assegnate e alla loro integrazione nei rispettivi uffici. Prova ne sia la copiosa e costante "fuga" dalle posizioni lavorative in oggetto, tramite decine di dimissioni quotidiane, in favore di soluzioni magari meno desiderate o preferite, ma che gioco-forza prevalgono perché prevedono un contratto a tempo indeterminato, viste anche le varie opportunità occupazionali create dalla grande stagione di concorsi che sta interessando il nostro Paese [...]";
- pertanto, sempre da quanto appreso da notizie di stampa, il Comitato, rivolgendosi al Parlamento, lanciava un monito su tale gravosa situazione, al fine di incentivare e "blindare" prospetticamente le attività del personale;

considerato che:
- l'articolo 35-bis del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 (cosiddetto Aiuti-bis), convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2022 n. 142, ha disposto che "Al fine di valorizzare la professionalità acquisita dal personale assunto con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato […] le amministrazioni assegnatarie del suddetto personale possono procedere, con decorrenza non antecedente al 1° gennaio 2027, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica, alla stabilizzazione nei propri ruoli del medesimo personale nella qualifica ricoperta alla scadenza del contratto a termine, previo colloquio e all'esito della valutazione positiva dell'attività lavorativa svolta"; tale favorevole previsione normativa, tuttavia, riguarda esclusivamente le 500 unità di personale reclutato ai sensi dell'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 9 giugno 2021 n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2021, n.113, e assegnato al Ministero dell'economia e delle finanze e alle altre amministrazioni centrali titolari di interventi PNRR;
- in data 16 febbraio 2023, "il Sole 24 Ore" e altre autorevoli testate di stampa riportavano inoltre la notizia che, nella bozza del decreto-legge sul PNRR, sarebbe presente una disposizione che introdurrebbe la possibilità di trasformare i relativi contratti in contratti a tempo indeterminato addirittura dal 1° marzo 2023 per i lavoratori dell'amministrazione centrale, non prevedendo nulla di analogo con riferimento a chi lavora negli enti locali; tale disposizione, se è da un lato apprezzabile in virtù della stabilizzazione dei lavoratori, dall'altro crea un inaccettabile e inammissibile discrimen rispetto ad altri lavoratori assunti per il rafforzamento amministrativo della Pubblica Amministrazione;

considerato altresì che:
- la norma in questione, se confermata nel testo definitivo del decreto-legge, dovrebbe rappresentare un apripista per ampliare il bacino di lavoratori interessati dalla stabilizzazione senza indebite e ingiustificate distinzioni;
- la continuità lavorativa dei tecnici per il Sud è una chance per l'Italia di migliorare e crescere grazie ai fondi del PNRR e alle migliaia di interventi previsti nell'ambito dello stesso, al suo impatto e all'importante contributo alla mitigazione del calo demografico; la precarietà è infatti un ostacolo lavorativo da superare a 360 gradi ed in tutti gli ambiti, anche al fine di evitare lo svuotamento demografico soprattutto dei giovani della nostra Nazione, che inevitabilmente fuggono alla ricerca di situazioni migliori;
- le amministrazioni e gli enti locali sono in perenne carenza di organico, già messi a dura prova dalle attività ordinarie;
- è opportuno che si cristallizzi il notevole rafforzamento amministrativo apportato da queste risorse umane, che serve e servirà anche in futuro, e non solo in relazione al PNRR, ma anche in ossequio al principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione; - lo stesso Ministro in indirizzo, qualche tempo fa, dichiarava alla stampa, "Servono soluzioni straordinarie. Serve avere visione, programmazione, snellimento e impegni vincolanti […] per evitare che l'Italia faccia quello che non può permettersi di fare: sbattere contro un muro";
- le attività che gli enti locali e le pubbliche amministrazioni sono chiamate a realizzare nell'ambito del PNRR impongono di stabilizzare il personale e di farlo tempestivamente,

si chiede di sapere:
- se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se intenda intervenire con soluzioni strutturali e definitive volte a colmare con solerzia questo discrimen di trattamento tra lavoratori dell'amministrazione centrale, periferica e quindi degli enti locali, garantendo loro tutela e stabilità;
- se intenda provvedere, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di garantire la stabilizzazione nei propri ruoli di tutti i 2.800 tecnici assunti ai sensi dell'articolo 1, comma 179, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, nella qualifica ricoperta alla scadenza del contratto a termine.

Allegati:
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“Tante sono le criticità che emergono nel nuovo codice degli appalti. A partire dalla mancata inclusione del principio della parità di genere. Sono molti i temi inoltre che avrebbero bisogno di approfondimenti e adeguati correttivi: penso alle disposizioni sull’autonomia contrattuale della Pa, ai rapporti tra Pa ed Enti del terzo settore e al principio di applicazione dei contratti collettivi nazionali”.

Lo afferma il senatore del Pd Nicola Irto. “La semplificazione è uno dei cardini fondamentali del nuovo Codice – sottolinea il parlamentare dem – e tuttavia, emergono, su più fronti, evidenti spinosità: non appaiono condivisibili la riduzione dei compiti dell’Anac e l’indebolimento delle disposizioni di contrasto alle frodi, alla corruzione, al conflitto d’interessi nello svolgimento delle procedure di presidio della concorrenza, della tutela del lavoro e della parità di trattamento tra operatori. Nel semplificare i livelli della progettazione, da tre a due livelli, il nuovo codice poi non introduce misure finalizzate alla valorizzazione della qualità della progettazione; cancella la compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica da valutarsi in elaborati specialistici dedicati; non prevede l’introduzione, già nella fase di progettazione, di pratiche di valutazione d’impatto ex post delle opere pubbliche in termini non soltanto ambientali ma economico-finanziari.

In tema di tutela del lavoro e sicurezza sul lavoro, il ricorso ad una diffusa semplificazione delle norme del Codice fa emergere poi preoccupanti carenze con particolare riferimento alla manodopera necessaria alla realizzazione dei lavori, dei servizi e delle forniture. Per quanto concerne l’appalto emergono ulteriori criticità, con particolare riferimento ai meccanismi di controllo necessari ad evitare potenziali inefficienze e contenziosi. Alcune delle disposizioni previste dallo schema di decreto legislativo mostrano evidenti difetti di delega. Altre disposizioni prefigurano casi di eccessi di delega.

Va sottolineato infine che alcune delle novità introdotte non appaiono conformi alla normativa europea e per quanto riguarda il tema della sostenibilità ambientale, che il legislatore nella legge delega ha esplicitamente evidenziato con la loro valorizzazione economica all’interno delle gare, sarebbe opportuno fare una specifica riflessione perché di questa valorizzazione nell’attuale testo non vi è traccia” conclude il parlamentare democratico.

«Il tempo degli slogan è finito, è arrivato il momento di agire. Il Pd è al fianco dei sindacati per una nuova battaglia a favore del lavoro e della sanità in Calabria».
È quanto ha affermato il senatore e segretario regionale del Pd calabrese, Nicola Irto, in occasione del 13esimo congresso regionale della Cgil, in corso a Reggio Calabria.
«Il congresso della Cgil – ha detto Irto – è un momento importante per tutta la Calabria. La relazione del segretario, Angelo Sposato, ha raccontato perfettamente la situazione in cui oggi versa la nostra regione. Purtroppo, la Vertenza Calabria è finita nel dimenticatoio. Gli 11 punti previsti sono spariti dalle agende del governo nazionale e di quello regionale. Basti pensare al modesto finanziamento, spalmato in 15 anni, per la Statale 106 o agli interventi in ambito sanitario, rimasti lettera morta. Sulla sanità, in particolare, non possono più essere accampate scuse. Da un anno e mezzo il commissario ad acta è il presidente della Regione, e tocca dunque a lui operare la riforma del sistema di cui la Calabria ha più che mai bisogno».
«Esiste, poi – ha aggiunto il segretario dem –, la gigantesca questione relativa all’autonomia differenziata, una riforma che rischia di dare il colpo di grazia al Sud e, in particolare, alla Calabria. Il ddl Calderoli sta per diventare legge dello Stato. Significa che il governo Meloni vuole andare avanti a tutti i costi con un progetto che, di fatto, emarginerà ancora di più il Mezzogiorno e annullerà in modo automatico la Vertenza Calabria. Quella contro lo “Spacca Italia” è una battaglia di civiltà che deve vedere in prima fila i partiti, i sindacati e tutte le forze responsabili di questo Paese».
«Contro l’autonomia differenziata – ha aggiunto Irto – bisogna creare un fronte comune. Sono certo che la Cgil sarà al fianco del Pd per condurre una lotta decisiva per il nostro Paese. Spero inoltre che le forze che oggi governano la Regione Calabria sappiano mettere da parte i propri interessi politici per unirsi a questa grande battaglia collettiva. Purtroppo, quello a cui assistiamo ogni giorno non lascia ben sperare, ma il Pd continuerà a chiedere un nuovo piano per il lavoro, una riforma della sanità e un progetto di sviluppo della Zes. Oggi servono fatti e risposte. Noi siamo pronti a tendere la mano, ma se in Regione Calabria si continuerà a fare mera propaganda su imminenti svolte epocali, faremo sentire la nostra voce».
«La Calabria – ha concluso Irto – ha davanti a sé sfide importantissime. Il Pd è pronto ad affrontarle, lavorando gomito a gomito con la Cgil e con tutte le forze responsabili di questo Paese».

Si è appena conclusa la due giorni di “Energia popolare”, la convention del candidato segretario del Pd Stefano Bonaccini.
È stata una grande festa democratica, un’esperienza intensa, partecipata, ricca di idee e progetti per il nostro partito e per l’Italia.
Due giorni in cui la nostra grande comunità democratica ha espresso con forza la propria voglia di rigenerare il Pd e di riscoprire il valore della buona politica.
Quella politica che dice no ai progetti secessionisti della destra, no ai tagli alla sanità, no a un Sud emarginato e offeso, no all’emarginazione, alle ingiustizie, alla discriminazione.

Il Pd è, oggi più che mai, il baluardo della nostra democrazia, il motore del cambiamento. E, con Stefano Bonaccini, riusciremo a creare quell’energia popolare che serve all’Italia.

   

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