Finalità
I Distretti del cibo hanno l'obiettivo di garantire risorse e opportunità per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori, operando attraverso programmi di progettazione integrata territoriale.
La legge definisce Distretti del cibo:
- i distretti rurali e agroalimentari di qualità già riconosciuti o da riconoscere;
- i distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree;
- i distretti caratterizzati dall'integrazione fra attività agricole e attività di prossimità;
- i distretti biologici.
Il riconoscimento dei Distretti viene affidato alle Regioni e alle Province autonome che provvedono a comunicarlo al Mipaaf, presso il quale è istituito il Registro nazionale dei Distretti del Cibo, disponibile anche sul sito del Ministero.

Beneficiari
I soggetti che possono beneficiare dei contributi sono:
- le imprese, organizzate in forma consortile, cooperative, consorzi, reti di imprese, che operano nel settore agricolo e agroalimentare;
- le imprese, organizzate in forma consortile, cooperative, consorzi, reti di imprese, che operano nel settore agricolo e agroalimentare;
- le organizzazioni di produttori agricoli e le associazioni di organizzazioni di produttori agricoli;
- le società costituite tra soggetti che esercitano l'attività agricola e le imprese commerciali e/o industriali e/o addette alla distribuzione;
- i distretti costituiti in forma societaria.

I contratti di distretto
Il contratto di distretto ha lo scopo di promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole a agroalimentari.

Progetti ammissibili
Gli interventi ammissibili comprendono :
a. investimenti in attivi materiali e attivi immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria;
b. investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli e per la commercializzazione di prodotti agricoli e alimentari;
c. investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non agricoli;
d. costi per la partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure promozionali a favore dei prodotti agricoli;
e. investimenti per la promozione dell’immagine e delle attività del distretto;
f. progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo e agroalimentare.

Le agevolazioni
L'intensità dell'aiuto varia a seconda della tipologia di intervento, ad esempio in caso di progetti presentati da giovani agricoltori, di investimenti collettivi o in zone soggette a vincoli naturali.

Tempistica e iter
La procedura per richiedere le agevolazioni previste dal decreto prevede quattro step.
In primis, i Distretti del cibo dovranno preventivamente trasmettere al Mipaaf un’apposita domanda di accesso entro il 17 aprile 2020.
Una volta ricevuta questa domanda, il Ministero procederà ad accertare che sussistano determinate condizioni di ammissibilità e, verificata la disponibilità di sufficienti risorse finanziarie, provvederà ad inviare la domanda alle regioni e alle provincie autonome dove sono localizzati i programmi, al fine di acquisire entro trenta giorni l'eventuale disponibilità al cofinanziamento nella forma di contributo in conto capitale.
A questo punto, avendo ricevuto tale comunicazione dal Ministero, i soggetti proponenti, ovvero i Distretti, dovranno presentare una proposta definitiva di contratto che darà il via allo svolgimento, da parte del Mipaff, dell’istruttoria.
Nel caso in cui l’istruttoria abbia esito positivo, il Ministero comunicherà il risultato ai proponenti, che potranno firmare il contratto e accedere ai contributi.

Allegati:
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Contesto di riferimento
In Italia si registra una crescita costante del numero di episodi di devianza giovanile e di comportamenti antisociali commessi da gruppi di adolescenti e giovani in spazi pubblici. Tra i vari fattori di rischio, che hanno portato a un aumento dei reati commessi in gruppo, fenomeno mediaticamente definito “baby gang”, si sottolineano l’assenza della famiglia o di adulti di riferimento, l’esposizione continua a modelli violenti o l’essere stato vittima a propria volta di violenza, nonché la necessità di vedere riconosciuta la propria identità all’interno di un gruppo. Un fenomeno trasversale ai contesti e alle estrazioni sociali: interessa giovani che appartengono ai ceti sociali più bassi o a famiglie disagiate, ma anche ragazzi ‘di buona famiglia’ apparentemente meno problematici, che possono diventare antisociali e violenti soprattutto per mancanza di valori positivi e di validi modelli sociali forniti dagli adulti.

Finalità
Il Bando Cambio rotta promosso da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, si propone di sostenere interventi socio-educativi rivolti a minori tra i 10 e 17 anni di età segnalati dall’Autorità giudiziaria minorile e già in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni (USSM) o ai servizi sociali territoriali, in particolare per reati di gruppo, oppure in uscita da procedimenti penali o amministrativi.

Azioni
I progetti potranno avere una dimensione regionale o interregionale.
Verranno promosse iniziative mirate a contrastare il fenomeno della devianza minorile attraverso la sperimentazione di soluzioni innovative e integrate che combinino efficacemente percorsi individualizzati e il lavoro centrato sulla relazione come risorsa, valorizzando le capacità personali e lo scambio di esperienze tra pari. Per contrastare efficacemente il fenomeno, sarà necessario prevedere un percorso comune che metta in rete gli Enti del Terzo Settore, gli organismi della giustizia minorile e i servizi sociali territoriali, le famiglie, la scuola e gli enti di formazione. Dovrà essere coinvolta tutta la ‘comunità educante’, compresi i gruppi di coetanei, con azioni nei luoghi di ritrovo dei ragazzi nei quartieri considerati particolarmente a rischio.

Soggetti proponenti
Enti di terzo settore in qualità di soggetto Responsabile
La partnership deve possedere i seguenti requisiti:
a) oltre al soggetto responsabile, deve essere presente almeno un altro ente di terzo settore;
b) gli altri soggetti della partnership possono appartenere, oltre che al mondo del terzo settore e della scuola, anche a quello delle istituzioni, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale, dell’università, della ricerca e al mondo delle imprese;
Al fine di garantire la massima partecipazione, ogni soggetto potrà presentare un solo progetto, in qualità di soggetto responsabile, o prendere parte a un solo progetto, in qualità di partner. Fanno eccezione unicamente le amministrazioni locali e territoriali (Comuni, regioni, ASL, amministrazioni penitenziarie,…), le università e i centri di ricerca che possono partecipare, in qualità di partner, a più progetti.

Risorse disponibili
15 milioni di euro
Entità del contributo:
- nel caso di progetti regionali, tra 250 mila e 1 milione di euro,
- nel caso di progetti interregionali, tra 1 milione e 1,5 milioni di euro.

Termini e modalità di presentazione
I progetti devono essere presentati esclusivamente on line, tramite la piattaforma Chàiros raggiungibile tramite il sito internet www.conibambini.org, entro, e non oltre, le ore 13:00 dell’29 maggio 2020.

Allegati:
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Finalità
La Fondazione CON IL SUD promuove la quarta edizione del Bando Socio Sanitario, per sostenere interventi di contrasto alla povertà sanitaria e la sperimentazione di cure specifiche per le “nuove dipendenze” al Sud (gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo e “new technologies addiction”: dipendenza da TV, internet, social network, videogiochi).

Destinatari
L’iniziativa si rivolge alle organizzazioni di terzo settore di Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e Basilicata, che potranno proporre interventi in uno solo degli ambiti previsti: lo sviluppo di sistemi innovativi e integrati di accesso alle cure per persone in condizione di povertà sanitaria (a disposizione 3 milioni di euro) oppure la sperimentazione di metodologie alternative di cura per le nuove dipendenze (a disposizione 1,5 milioni di euro).
Le partnership di progetto dovranno essere composte da almeno tre organizzazioni: due del Terzo settore più l’ente pubblico responsabile dei servizi socio-sanitari del territorio in cui si vuole intervenire. Potrà essere coinvolto anche il mondo delle istituzioni, dell’università, della ricerca e quello economico.

Sviluppo di sistemi innovativi e integrati di accesso alle cure per soggetti in condizioni di povertà sanitaria
Gli interventi presentati a valere su questa prima linea di intervento dovranno prevedere l’implementazione di soluzioni efficaci, integrate e innovative volte a garantire il diritto all’assistenza socio-sanitaria per soggetti che vivono in condizioni di marginalità, che siano in grado, nel lungo termine, di contribuire a contrastare il fenomeno delle migrazioni sanitarie dalle regioni del Sud al Nord Italia. In particolare, le proposte potranno prevedere le seguenti azioni:
- implementazione e/o potenziamento di servizi socio-sanitari di tutela della salute, per le fasce di popolazione più deboli o che hanno difficoltà ad accedere al Servizio Sanitario Nazionale, in termini di innovazione e presa in carico del singolo e, ove presente, dell’intero nucleo familiare;
- implementazione e/o potenziamento di servizi di prossimità e punti di accesso (ad esempio realizzazione di ambulatori itineranti nei quartieri più a rischio di povertà sanitaria, di sportelli di orientamento socio-sanitario, centri di prossimità e pronto soccorso sociale per incrocio bisogno/servizio, supporto per la prenotazione delle prestazioni, accompagnamento alle visite, etc.); - integrazione di servizi frammentati (compreso l’allargamento di servizi a gruppi o territori in precedenza non integrati fra di loro) in un’ottica di continuità assistenziale anche attraverso l’attivazione di sinergie tra privato sociale e istituzioni.
Al fine di garantire una maggior efficacia nel raggiungimento degli obiettivi, sarà possibile anche, laddove coerente e con risorse contenute rispetto all’entità complessiva del budget, prevedere interventi di sostegno ai caregiver, attività di educazione sanitaria e medicina preventiva, nonché il rafforzamento o l’implementazione di banche dati delle prestazioni sociali, dei servizi attivati, delle professioni e degli operatori sociali presenti sul territorio.

Sperimentazione di metodologie alternative di cura per le nuove dipendenze
Gli interventi presentati a valere sulla linea dedicata alle dipendenze comportamentali dovranno prevedere azioni integrate e sperimentali in grado di sviluppare metodologie alternative di riconoscimento, prevenzione, diagnosi e trattamento delle nuove dipendenze contribuendo a ridurre, nel lungo termine, il numero di soggetti affetti da tali patologie.
In particolare, le proposte potranno prevedere le seguenti azioni:
- implementazione e/o potenziamento di servizi di cura adeguati con l’obiettivo di offrire risposte efficaci alle persone prese in carico e di generare un positivo e duraturo cambiamento nel contesto territoriale di riferimento attraverso la creazione di una adeguata rete territoriale di supporto;
- piani individualizzati di presa in carico e cura dei soggetti con dipendenze comportamentali e delle loro famiglie, anche attraverso la promozione di gruppi di auto-mutuo-aiuto e altre forme innovative di sostegno;
- attività di educazione e prevenzione volte alla riduzione dei fattori di rischio e al rafforzamento delle capacità personali di risposta e protezione, anche attraverso collaborazioni con gli istituti scolastici, lo sviluppo di reti di sostegno e il potenziamento di forme di socializzazione primaria e secondaria.
Al fine di garantire una maggior efficacia nel raggiungimento degli obiettivi, sarà possibile anche, laddove coerente e con risorse contenute rispetto all’entità complessiva del budget, prevedere la formazione degli operatori, attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e l’avvio di protocolli di intesa e tavoli di concertazione con le istituzioni pubbliche che si occupano di dipendenze e le agenzie educative.

Fasi attuative
Il Bando prevede due fasi:
- la prima, finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore potenziale impatto sul territorio e
- la seconda, di progettazione esecutiva, con l’obiettivo di ridefinire eventuali criticità rilevate nella fase di valutazione.

Risorse disponibili e contributo
4,5 milioni di euro. Nello specifico:
- 3 milioni di euro per la linea di intervento A) Sviluppo di sistemi innovativi e integrati di accesso alle cure per soggetti in condizioni di povertà sanitaria, con contributo massimo richiedibile per proposta di progetto pari a €600.000;
- 1,5 milioni per la linea di intervento B) Sperimentazione di metodologie alternative di cura per le nuove dipendenze, con un contributo massimo richiedibile per proposta di progetto pari a €300.000.
Deve essere prevista una quota di co-finanziamento, costituita interamente da risorse finanziarie, pari ad almeno il 20% del costo complessivo del progetto.

Termine presentazione
Le proposte dovranno essere presentate online entro il 28 agosto 2020, attraverso la piattaforma Chàiros.

Allegati:
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Finalità
Il presente avviso, in ottemperanza con quanto previsto dal Piano Regionale Amianto per la Calabria (P.R.A.C.), approvato con deliberazione del Consiglio regionale della Calabria, prevede l’incentivazione e il finanziamento di lavori di rimozione e smaltimento dell’amianto, con l’obiettivo di ridurne la presenza in manufatti, fabbricati ed edifici pubblici, ai fini della tutela della salute pubblica e la salvaguardia dell’ambiente.
I risultati da conseguire con il presente Avviso sono volti alla programmazione d’interventi di bonifica e smaltimento dell’amianto attraverso le risorse finanziarie assegnate dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica con Delibera n. 11 del 28/02/2018 (€ 43.276.093,85 milioni di euro assegnati alla Regione Calabria)
La partecipazione al presente Avviso costituisce pre-adesione alla procedura per la concessione di contribuiti finanziari per la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto, le cui modalità di assegnazione ed erogazione delle risorse finanziarie verranno definite attraverso successiva procedura.

Destinatari
Possono partecipare le Amministrazioni Pubbliche di cui all’art. 1 co. 2 del D.Lgs. n. 165/2001 localizzate sul territorio della Regione Calabria che, alla data di pubblicazione del presente Avviso pubblico, siano proprietarie di edifici interessati dalla presenza di manufatti in amianto.
Per amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1 co. 2 del D.Lgs. n. 165/2001, si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende e amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, la Regione, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.

Interventi ammissibili
La concessione di contribuiti finanziari per la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto è destinata alle seguenti tipologie di edifici pubblici, e secondo il seguente ordine di priorità:
1. edifici scolastici di ogni ordine e grado;
2. ospedali e case di cura;
3. uffici della pubblica amministrazione, impianti sportivi, grande distribuzione commerciale, istituti penitenziari, cinema, teatri, sale convegni, biblioteche, luoghi di culto, edifici residenziali, edifici agricoli e loro pertinenze, edifici industriali e loro pertinenze che contengano nel raggio di 200 metri recettori sensibili quali scuole di ogni ordine e grado, parco-giochi, strutture di accoglienza socio-assistenziale, edifici di culto, strutture sportive;
4. uffici della pubblica amministrazione, impianti sportivi, grande distribuzione commerciale, istituti penitenziari, cinema, teatri, sale convegni, biblioteche, luoghi di culto, edifici residenziali, edifici agricoli e loro pertinenze, edifici industriali e loro pertinenze che non contengano nel raggio di 200 metri recettori sensibili quali scuole di ogni ordine e grado, parco-giochi, strutture di accoglienza socio-assistenziale, edifici di culto, strutture sportive.

Modalità partecipazione
Le amministrazioni pubbliche proprietarie di edifici interessati da amianto dovranno trasmettere la documentazione in modalità telematica a mezzo PEC all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Termini
3 agosto 2020

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.regione.calabria.it/website/portaltemplates/view/view_bando.cfm?3218)Avviso e allegati[Avviso e allegati]0.2 kB

Oggetto
E' stato pubblicato il DM 30 gennaio 2020 che dà attuazione allo stanziamento previsto dalla legge di Bilancio (L. 160/2019) a favore dei Comuni. In particolare per ciascuno degli anni dal 2021 al 2024 sono assegnati ai Comuni contributi per investimenti destinati ad opere pubbliche. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il DM 14 gennaio 2020 con cui è stata ripartita tra gli Enti locali la quota di risorse del 2020. Il nuovo decreto 30 gennaio 2020 ripartisce e assegna i fondi per le annualità dal 2021 al 2024.

Destinatari
Comuni

Tipologia interventi
Sono finanziati i seguenti interventi:
a) efficientamento energetico, ivi compresi interventi volti all'efficientamento dell'illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprieta' pubblica e i edilizia residenziale pubblica, nonche' all'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
b) sviluppo territoriale sostenibile, ivi compresi interventi in materia di mobilita' sostenibile, nonche' interventi per l'adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche.

Attribuzione contributi
I contributi sono attribuiti ai Comuni sulla base della popolazione residente alla data del 1° gennaio 2018 come di seguito indicato:
-  50.000 euro ai comuni con popolazione inferiore o uguale a 5.000 abitanti
-  70.000 euro ai comuni con popolazione compresa tra 5.001 e 10.000 abitanti
-  90.000 euro ai comuni con popolazione compresa tra 10.001 e 20.000 abitanti
- 130.000 euro ai comuni con popolazione compresa tra 20.001 e 50.000 abitanti
- 170.000 euro ai comuni con popolazione compresa tra 50.001 e 100.000 abitanti
- 210.000 euro ai comuni con popolazione compresa tra 100.001 e 250.000 abitanti
- 250.000 euro ai comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti

Dotazione finanziaria
500 milioni di euro annui dal 2021 al 2024

Inizio lavori
I Comuni sono tenuti ad iniziare l’esecuzione dei lavori per la realizzazione delle opere pubbliche entro il 15 settembre di ciascuna annualità.

Erogazione dei contributi
- acconto del 50% previa verifica dell’avvenuto inizio dei lavori entro il 15 settembre
- saldo del 50% previa trasmissione del certificato di collaudo o del certificato di regolare esecuzione rilasciato dal Direttore dei lavori.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://dait.interno.gov.it/documenti/decreto_fl_30-01-2020-allegati_0.pdf)Elenco importi per Comune[Elenco importi per Comune]6 kB
Accedi a questo URL (https://dait.interno.gov.it/documenti/decreto_fl_30-01-2020.pdf)Decreto 30 gennaio 2020[Decreto 30 gennaio 2020]6 kB
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