“Indignazione e ferma condanna” sono state espresse dal presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, dopo il nuovo atto intimidatorio che ha colpito il presidente dell’Ente Parco d’Aspromonte, Giuseppe Bombino. Sul cofano dell'automobile di quest'ultimo, parcheggiata nel cortile di casa, è stata rinvenuta la testa mozzata di un animale. “Un gesto vile, ignobile, espressione di insopportabile violenza”, commenta il presidente Irto secondo cui “questo grave episodio è motivo di preoccupazione ed esprime una minaccia che non deve essere sottovalutata. Stiamo attraversando una fase di elevato allarme sociale nella provincia di Reggio, dove il susseguirsi di atti delittuosi, alcuni dei quali gravissimi, delinea un’autentica strategia della tensione dopo un lungo periodo di calma apparente. Su questo richiediamo uno sforzo straordinario dello Stato per garantire la sicurezza dei cittadini e di quanti, come il professor Bombino, sono impegnati in ruoli istituzionali e amministrativi. Al presidente dell’Ente Parco esprimo la mia personale vicinanza – conclude Nicola Irto – e la solidarietà del Consiglio regionale”.

Consiglio regionale in streaming - Seduta del 16/02/2016

 

 

In Consiglio regionale, davanti a una platea di studenti, abbiamo ospitato il regista Marco Tullio Giordana e proiettato il suo film “Lea”, dedicato a Lea Garofalo, la testimone di giustizia barbaramente uccisa dal suo compagno, che infierì con crudeltà sulle sue spoglie mortali sciogliendole nell’acido, perché lei si opponeva allo strapotere della ‘ndrangheta.

Quella di Lea è una storia tragica, ma al tempo stesso deve rappresentare un modello di coraggio e di impegno per tutti noi.

Giordana, che aveva già girato pellicole straordinarie come “I cento passi” e “La meglio gioventù”, ci ha consegnato un film che rafforza la consapevolezza della necessità di un impegno sempre più forte e radicale contro le mafie; il film ha ottenuto un vasto consenso in termini di critica e di ascolti, soprattutto nelle regioni meridionali: segno, questo, che la Calabria e il Sud hanno inteso stringersi attorno al ricordo di Lea e alla vicenda, terribile ma con una speranza di riscatto, di sua figlia Denise.

Era una donna coraggiosa Lea, una donna che decise di opporsi alla protervia della criminalità organizzata, anche se quella protervia era in casa, rappresentata dal padre di sua figlia, tramutatosi in aguzzino.

Tutto questo dimostra come la ‘ndrangheta sia soprattutto vigliaccheria.

La ‘ndrangheta è il male assoluto: spezza le vite e uccide la speranza.

Un male che ci costringe a emigrare e ci rende più poveri, perché i suoi capitali li esporta all’estero, non lasciando neanche un centesimo, provento dei suoi affari illeciti, su questo territorio.

Per questo, dai giovani calabresi deve partire un nuovo e rafforzato moto di ribellione contro ogni forma di criminalità organizzata, spezzando il giogo che grava su di loro. Occorre resistere alle lusinghe della ‘ndrangheta, collaborare con lo Stato e stabilire in maniera chiara e senza compromessi cosa vogliamo fare della nostra vita. In definitiva, da che parte stare: dalla parte del bene, di Falcone, di Borsellino, di Lea Garofalo, o dalla parte del male, delle mafie, delle bombe, dei compromessi, della corruzione, degli omicidi, della destabilizzazione del Paese.

Ma come possiamo battere le mafie? Abbiamo a disposizione due armi: lo studio e la democrazia.

Lo studio, perché la cultura, il diritto, il rispetto delle regole, la meritocrazia sono i nemici giurati dei clan e anzi ci garantiscono sviluppo e lavoro.

La democrazia, perché essa è espressione di libertà personale e di libertà economica. La democrazia, se è vera, è libertà dal bisogno. E’ per questo che occorre confrontarsi, se del caso anche scontrarsi sul piano ideale, ma comunque avendo sempre presente che dal confronto tra le idee si esce sempre arricchiti.

Perché se due persone hanno un’idea ciascuno e si confrontano, alla fine torneranno a casa con due idee.

Consiglio regionale in streaming - Seduta del 08/02/2016

 

 

“Esprimo profonda preoccupazione e rinnovo l’allarme lanciato dinanzi al presidente della Repubblica sulla situazione dell’ordine pubblico nella Locride. L’incendio alle autolinee Federico è uno degli atti più eclatanti e spregiudicati compiuti negli ultimi mesi in questo comprensorio della provincia di Reggio, dove la criminalità organizzata è tornata a far sentire pesantemente la sua presenza”. Lo afferma il presidente del  Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, dopo la distruzione, con ogni probabilità dolosa, di ben 14 automezzi dell’impresa di trasporto con sede a Locri. “Siamo allarmati per un’escalation inquietante e che ormai è diventata insostenibile. Dietro ogni episodio riteniamo si celi una ben precisa logica, ma la sensazione complessiva percepita dai cittadini è quella di una profonda insicurezza e di uno stato di costante emergenza. L’elevato numero di incendi dolosi, avvenuti contro patrimoni pubblici e beni privati sulla fascia ionica reggina, sta generando allarme sociale e impone un rafforzamento della presenza dello Stato: lo abbiamo chiesto e ribadito al presidente Mattarella”.

“E’ fondamentale – aggiunge Nicola Irto – che i cittadini, le vittime di questi episodi e non solo, collaborino con le forze dell’ordine e con la magistratura, come richiesto dal procuratore capo di Reggio, Federico Cafiero de Raho. Il contributo attivo della nostra comunità nella lotta alla criminalità – conclude il presidente del Consiglio regionale - è precondizione per il celere e pieno successo delle indagini, che noi vivamente auspichiamo”.

   

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