Il via libera della Commissione europea al nuovo Programma operativo regionale 2014-2020 è una notizia molto positiva.
Va dato merito al Presidente Mario Oliverio e alla sua giunta di aver ottenuto per i calabresi un risultato di fondamentale importanza, frutto dell’impegno e soprattutto della capacità di attribuire a questo settore la priorità assoluta.
La Calabria ha riacquistato credibilità agli occhi delle istituzioni europee grazie alla serietà e al rigore nel lavoro.
A questo, adesso, deve far seguito il massimo senso di responsabilità da parte di tutti.

Quella del Por è una sfida che chiama in causa l’intera classe dirigente della nostra regione, che ha il compito di cambiare il volto della Calabria attraverso la concretizzazione di quanto contenuto nei documenti approvati a Bruxelles.
Non è una semplice questione formale il passaggio dalla logica della “spesa” alla logica dell’“attuazione” del Por.
L’obiettivo perseguito fino al Programma 2007-2013, attualmente in fase di affannosa e definitiva chiusura, è stato quello di impegnare e rendicontare la maggiore quantità di risorse, senza peraltro risultati efficaci, per impedirne il disimpegno automatico.

Ora, invece, lo scopo deve essere quello di mettere in atto, concretamente, il grande progetto che abbiamo in mente: un’idea diversa di Calabria, una regione finalmente moderna, sicura e sviluppata.
Perché tutto questo si realizzi e non resti ancorato alla sfera delle buone intenzioni, è necessario un impegno collettivo immediato, costante e consapevole.

Questa è l’ultima opportunità che ci è concessa per sganciare la nostra regione dal fondo di ogni classifica sugli indicatori socio-economici.
Ecco il motivo per il quale mi appello alla classe dirigente calabrese, ai sindaci, alla pubblica amministrazione, agli imprenditori, alle università, alle associazioni e ai cittadini. Rimbocchiamoci tutti e subito le maniche per attuare il Por.
I calabresi da oggi sono artefici del loro destino e responsabili della loro sorte.

Non ci sono più alibi per nessuno: è tempo di mettersi al lavoro.

Nicola Irto
Presidente del Consiglio Regionale della Calabria

L’incontro di stamattina agli Ospedali Riuniti, insieme ai capigruppo in Consiglio Regionale, ha inaugurato un momento di confronto decisivo, che ci ha visto uscire dal Palazzo in uno spirito unitario, senza colore politico, come deve essere quando in gioco ci sono tematiche fondamentali, quali il diritto costituzionale alla salute. La creazione della Cardiochirurgia, supportata dall’avvio delle procedure per la selezione del personale, è notizia di straordinaria valenza sociale per la città di Reggio e la Calabria intera. Un passo che consente di mettere un punto fermo rispetto ad un percorso segnato da tante incognite, dando garanzie effettive ai cittadini sul fronte della tempestività della cura e della qualità della vita. Sono sicuro che da oggi in poi saranno attivate, anche con il contributo di tutto le professionalità sanitarie, le strategie necessarie per rafforzare il sistema a tutela dei cittadini calabresi. La nascita della Cardiochirurgia, la realizzazione del Centro per la Cura dei tumori della Città Metropolitana e l’utilizzo a regime della Pet di ultima generazione, sono segnali importanti di attenzione per il territorio. Un’iniziativa che sarà replicata, con la stessa unanimità di intenti, in altri presidi della Calabria.

 

  

“Il barbaro assassinio di Francesco Fortugno segnò il punto più basso raggiunto dalla comunità calabrese, che prima di allora forse non aveva mai compreso quanto fosse fragile e vulnerabile. L’uccisione di Franco, definita ‘un delitto politico-mafioso’ sia dal Procuratore nazionale antimafia del tempo, sia dai giudici del processo a carico di esecutori e organizzatori, ha rappresentato un attacco alle istituzioni di questa Regione, ma soprattutto un colpo durissimo al cuore della democrazia calabrese. Le modalità e la scelta del giorno, del luogo, del momento in cui fu spezzata la vita del Vicepresidente non furono casuali. Tutto venne individuato con cura, con l’obiettivo di consumare fino in fondo il disegno delittuoso e al contempo mandare un messaggio inequivocabile: quello che il cambiamento, in Calabria, non avrebbe mai attecchito e che nulla sarebbe potuto avvenire senza il “benestare” di quei poteri forti e oscuri, le cui ombre si sono sempre stagliate in lontananza, sullo sfondo di questa vicenda. La nostra volontà di ricordare Francesco Fortugno qui, a Locri, nella sala del consiglio comunale nasce proprio dall’intenzione di mandare un messaggio altrettanto chiaro. Il sangue di Franco non è stato versato invano e, dieci anni dopo, nulla è andato disperso dei frutti della coscienza civile, germogliata dal seme della legalità e della ribellione pacifica e spontanea allo strapotere della criminalità e del malaffare. Questa solenne commemorazione si svolge nella sede della democrazia cittadina, con la partecipazione dei vertici della Regione– della Giunta e del Consiglio– perché vogliamo dimostrare la nostra attenzione istituzionale, reale e non di facciata, nei confronti della Locride. Il Consiglio regionale è uscito dalla sua sede ed è venuto qui. Ma di Locri, anche a Palazzo Campanella, ci sono tracce profonde e indelebili: la nostra aula consiliare è intitolata proprio alla memoria di Fortugno e delle vittime della ‘ndrangheta e il grande dipinto che sovrasta l’aula raffigura il primo legislatore della storia, il locrese Zaleuco, che tiene in mano la tavola delle leggi. Tra i saggi e i giusti, immortalati in quel quadro, c’è anche Franco, con lo sguardo buono, cristallino e sereno che ricordiamo noi che abbiamo avuto l’onore di conoscerlo. Questa commemorazione intende essere solenne, ma senza discostarsi da quella sobrietà e semplicità che l’uomo Fortugno incarnava e che i cittadini chiedono, oggi più che mai, alla politica. Questa non è una passerella. E’ l’assolvimento di un nostro preciso dovere di cittadini, di donne e uomini impegnati in politica e di rappresentanti delle Istituzioni democratiche. Ma la nostra presenza non può limitarsi a essere puramente simbolica. Il Consiglio regionale, oggi, deve interpretare le esigenze avvertite dai cittadini di una comunità che anche negli anni seguenti al delitto Fortugno ha avvertito una presenza dello Stato e delle Istituzioni più professata che attuata, più strillata che effettiva. I locresi hanno diritto alla sostanza e non solo alla forma; a loro è dovuta un’attenzione concreta soprattutto dopo che le luci dei riflettori si saranno spente. Questo è il compito della politica. La Locride continua a soffrire di un’inaccettabile condizione di isolamento. E’ una marginalizzazione complessiva, una lunga e profonda distanza dai centri nevralgici delle decisioni pubbliche e dello sviluppo socio-economico. Qui, dieci anni dopo il delitto Fortugno, si continua a rivendicare il diritto di guardare al futuro senza una compressione dei servizi essenziali, ma con una visione fondata sulla crescita, non sul ridimensionamento dell’esistente. I trasporti, le politiche socio-sanitarie e del lavoro, la lotta al dissesto idrogeologico e all’erosione costiera, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela e promozione del patrimonio archeologico e artistico – culturale, la valorizzazione della posizione baricentrica nel Mediterraneo di questo comprensorio, che dista poche decine di chilometri da Gioia Tauro. E ancora: il sostegno alle filiere di eccellenza dell’agroalimentare, la promozione del turismo, la diffusione della banda ultra-larga e dei servizi da ‘smart cities’. Ecco le sfide che la nostra Regione, negli anni a venire, dovrà affrontare sulla frontiera della Locride assieme a quella che è la madre di tutte le battaglie: la lotta alla criminalità organizzata. Consentitemi di essere sincero fino alla ruvidità: fino a quando lo Stato non vincerà la sua guerra– ché di questo si tratta – contro la ‘ndrangheta, nessuno sviluppo vero in questo territorio sarà possibile. Ma perché lo Stato vinca, perché il bene prevalga sul male, è indispensabile investire in maniera massiccia sulla sicurezza: uomini e mezzi per aiutare quanti sono già impegnati su questo fronte e, nonostante tutto, stanno continuando a ottenere risultati importanti sul versante repressivo. Tuttavia, nulla potrà davvero cambiare senza un’azione profonda e radicale per la promozione della cultura della legalità. Solo partendo dalle giovani generazioni sarà possibile gettare le basi di un futuro diverso per la Locride, per la Città metropolitana di Reggio e per la Calabria. Qui, nel 2005, i ragazzi ebbero il coraggio di ribellarsi. Scesero nelle piazze, nelle strade, e mostrarono senza paura i loro volti partecipando a una pacifica rivoluzione contro lo strapotere dei clan e di quanti, con la ‘ndrangheta, fanno gli affari. E’ da lì che occorre ripartire. Dall’energia e dall’entusiasmo di quei ragazzi e quelle ragazze che oggi sono uomini e donne e che spesso, purtroppo, hanno scelto la strada dell’emigrazione, sancendo la vera sconfitta della politica e delle Istituzioni.

«Attribuiamo grande valore alle manifestazioni in programma lunedì a Locri nel ricordo di Franco Fortugno, organizzate dalla famiglia del compianto vicepresidente del Consiglio regionale. A dieci anni dalla sua barbara uccisione, abbiamo ritenuto giusto contribuire a una commemorazione che dia il segno della concreta e tangibile presenza delle istituzioni sul territorio della Locride, dove è ancora profonda la cicatrice lasciata da uno dei più gravi delitti politico-mafiosi della storia del Paese». È quanto afferma il presidente del consiglio regionale Nicola Irto in vista della manifestazione di domani con l'annunciata presenza del ministro Graziano Delrio, del viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti e della presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.

«L'iniziativa pomeridiana in collaborazione con il consiglio regionale della Calabria - prosegue Irto - si svolgerà nella sala consiliare del Comune di Locri per due motivi. Innanzitutto intendiamo lanciare un messaggio che lega strettamente il principio di legalità alla democrazia e alla libertà. E in secondo luogo vogliamo testimoniare un'attenzione verso questo territorio portandovi le istituzioni e la politica, senza distinzione di colore. Ricordare Fortugno dieci anni dopo significa per noi non solo adempiere a un preciso dovere, quello di onorare un uomo delle istituzioni e una persona perbene strappata all'affetto dei suoi cari dalla brutalità mafiosa, ma anche alimentare la memoria e la speranza. Domani al centro delle iniziative ci saranno tanti studenti, che in questi anni sono stati protagonisti di un percorso di legalità e di lotta coraggiosa alla criminalità organizzata e al malaffare».

 

«Accolgo con grande soddisfazione la notizia dell'avvio delle procedure di selezione del personale per la Cardiochirugia dei Riuniti di Reggio Calabria.
L'apertura del reparto consentirà , finalmente, di poter effettuare interventi e ricoveri per salvare vite umane e tutelare la salute dei cittadini.
Una struttura di eccellenza che, ne sono certo, contribuirà al potenziamento e al miglioramento delle prestazioni sanitarie della regione.
Cardiochirurgia costituisce solo uno degli step indispensabili nel più ampio processo di riqualificazione del sistema sanitario calabrese che, con sforzi comuni, imprescindibili e fondamentali, dovrà essere in grado di garantire ai cittadini un’assistenza sanitaria degna di una regione e di un Paese civile e avanzato».

   

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