In un'atmosfera di grande suggestione, l'aula consiliare di palazzo Tommaso Campanella ha ospitato il Concerto di Natale del Consiglio calabrese. La sede del parlamento regionale ha accolto un'ensemble di sessanta elementi, composta da musicisti di tre orchestre giovanili: la “Scerra” di Delianuova e quelle di Laureana di Borrello e di Melicucco. Diretti dai maestri Maurizio Managò e Gaetano Pisano, i giovani interpreti hanno emozionato il pubblico dell'aula consiliare, il cui centro, nella semioscurità delle luci basse, si è trasformato in una vera e propria fossa d'orchestra, con strumenti, leggii e spartiti.
Il concerto ha spaziato dalle classiche melodie natalizie alla musica del maestro Morricone, dal “Nessun dorma” della Turandot a storici successi internazionali come “What a wonderful world” e “Jingle bell rock”.


Alla fine, un lunghissimo ed emozionante applauso ha sottolineato l'apprezzamento del pubblico per la magistrale esibizione. Il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, che ha personalmente voluto il concerto, ha affermato: “Con questo evento abbiamo inteso riconoscere pienamente il ruolo delle orchestre, che continuano a dare lustro alla nostra comunità, rappresentando uno strumento di riscatto sociale per il territorio e un'occasione per mostrare all'Italia e al mondo il volto migliore della Calabria. Ciò che negli anni è avvenuto a Delianuova, Laureana e Melicucco ha un valore straordinario sul piano pedagogico, sociale, culturale e della legalità. Così, abbiamo voluto testimoniare, anche simbolicamente, la nostra vicinanza e gratitudine, chiedendo alle orchestre di esibirsi nell'aula delle più alte assise democratiche della nostra Regione. E' mio personale auspicio – ha concluso Irto - che le orchestre, soprattutto quelle giovanili e più strutturate, sappiano fare rete, contribuendo in futuro al processo di crescita culturale e di prestigio dell'Assemblea legislativa calabrese”.

La Calabria è la prima regione in Italia ad aver approvato una legge per la diffusione della lettura nella fascia d'età 0-6 anni. Un “record” positivo di cui si è discusso a palazzo Campanella, nel corso di un convegno che ha raccolto attorno a un tavolo tutti i principali attori coinvolti nelle politiche di promozione culturale. Dopo i saluti istituzionali del presidente dell'Ordine dei medici di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano, a presentare la legge è stato il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, primo firmatario del provvedimento nato dall'esperienza del progetto nazionale 'Nati per leggere'. “Stimolando e abituando i nostri bambini fin dalla prima infanzia alla lettura – ha spiegato Irto - sono convinto che costruiremo una generazione di cittadini che avranno più propensione e attitudine al sapere, maggiore tensione verso la conoscenza e maggiore curiosità verso il mondo reale, che va oltre lo schermo di uno smartphone”. Irto ha spiegato, tra l'altro, che il Piano triennale previsto dalla legge prevede “un coinvolgimento dal basso di tutti gli stakeholder” e che la misura approvata dall'Assemblea calabrese “traduce in atto normativo la Convenzione di New York di cui sta per ricorrere il trentesimo anniversario”.
Una decisiva azione di stimolo per la legge è arrivata dal pediatra Domenico Capomolla, referente regionale dell'Associazione culturale pediatri, che ha affermato: “La prima infanzia, anche per la particolare plasticità del cervello in questa fase della vita, è decisiva per lo sviluppo della persona. Queste legge si basa su solide basi scientifiche e può rappresentare uno strumento per contrastare la povertà educativa”.


Ha parlato di “una pratica molto virtuosa, di cui è giusto riconoscere il merito al presidente Irto e al Consiglio regionale” il dirigente vicario dell'Ufficio scolastico regionale Maurizio Piscitelli. Mentre il rettore dell'Università Mediterranea, Santo Marcello Zimbone, ha affermato di apprezzare “la lungimiranza di questa iniziativa che pone al centro la lettura, a cui vanno riabituati i giovani anche per dare loro l'opportunità di imparare nuovamente a scrivere bene. Nel nostro ateneo abbiamo lanciato il corso di laurea in scienze della formazione primaria”.
Il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo ha ringraziato pubblicamente “il presidente Irto per quanto sta facendo a favore dell'infanzia, godendo di considerazione in tutto il Paese. La lettura favorisce lo sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini. Questa legge rappresenta un investimento cruciale per il futuro”.
“I dati negativi dell'Istat sulla lettura sollecitano interventi urgenti, come questo”, ha commentato Federica Zanetto (presidente dell'Associazione culturale pediatri) mentre Milena Tancredi (coordinamento nazionale “Nati per leggere”) ha sottolineato come “l'introduzione precoce alla biblioteca implichi una politica di accoglienza, un posto dove cercare risposte e apprendere”.

E' stata intitolata alla memoria di Domenico Bova una sala di palazzo Tommaso Campanella. Lo spazio che unisce l'aula commissioni con quella del Consiglio regionale della Calabria ricorderà in perpetuo l'esponente politico venuto a mancare il 9 luglio scorso. La decisione, assunta dall'ufficio di presidenza dell'Assemblea legislativa, è stata suggellata nel corso di una toccante cerimonia alla quale hanno partecipato tantissime persone, tra familiari di Mimmo Bova, amici, compagni di partito e rappresentanti delle istituzioni.
Prima della scopertura della targa dedicata al politico roccellese, si è tenuto un intenso e, a tratti, anche toccante momento di riflessione, al quale sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, il presidente dell'associazione Ex consiglieri regionali della Calabria Stefano Priolo, la figlia di Domenico Bova, Francesca, e il parlamentare, già ministro dell'Interno, Marco Minniti.
Ad aprire i lavori il presidente Irto, che ha definito "Mimmo Bova un galantuomo e un esempio di dirittura morale, di rigore, di sobrietà, di rispetto degli avversari e delle loro idee". Nell'occasione, il rappresentante di palazzo Campanella ha proposto una riflessione più ampia sulla crisi della politica, oggi, sottolineando la necessità di recuperare e modernizzare il ruolo delle scuole di formazione: "La risposta deve essere fortemente etica: l’etica della politica, che deve tornare ad assumere un ruolo centrale nei partiti, nei movimenti, nelle associazioni, nelle istituzioni e sui mass media. Un’etica che faccia scegliere sempre parole pesate e di verità".
Commovente il ricordo del presidente dell'associazione Ex consiglieri. Stefano Priolo ha rievocato la complessità del momento storico nel quale sia lui, sia Bova esercitavano il mandato a Palazzo San Giorgio (all'epoca sede del Consiglio regionale) "con grande rispetto, considerazione e sincera amicizia nonostante le posizioni politicamente distanti. Avevamo un terreno comune di valori e di principi. Mimmo era un uomo dal raro senso delle istituzioni e dal profondo equilibrio".
Francesca Bova ha ricordato suo padre, mettendo in evidenza come egli abbia, fino alla fine della sua vita, "amato e onorato la politica e le istituzioni. Un amore profondo e infinito, reso ancora più forte dalla sua indole aperta e votata al confronto e alla cura degli altri. Il suo era un lavoro complesso, anche difficile da spiegare, e molto impegnativo, con gli spazi privati che finivano inevitabilmente per restringersi". Mimmo Bova è stato dirigente politico del Pci, poi del Pds, dei Ds e del Partito Democratico e nel corso della sua vita pubblica ha ricoperto gli incarichi di consigliere comunale a Pazzano, di sindaco a Roccella Jonica, di consigliere regionale e di deputato della Repubblica per tre legislature.
Un significativo ricordo personale di Domenico Bova è stato quello offerto da Marco Minniti. "Ci legava un sincero e profondo affetto, nato dal fatto di aver condiviso valori e ideali, ma soprattutto aver condiviso un'intera vita, quando lavorare per un partito comportava enormi sacrifici. La politica è fatta di sentimenti", ha affermato Minniti. Il parlamentare reggino ha sottolineato come "Mimmo Bova fosse una persona capace di portare i suoi interlocutori al ragionamento e al pensiero profondo. Soprattutto, aveva una dote rara: sapeva ascoltare gli altri, specialmente gli avversari. E anche per questo gli avversari lo hanno sempre rispettato".

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, ha aperto questa mattina in Senato il convegno organizzato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative e delle Province autonome e da Unicef Italia, su soluzioni e prospettive per il mondo dell'infanzia a trent'anni dall'approvazione della Convenzione di New York.
All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, il sottosegretario di Stato Sandra Zampa, la garante nazionale Filomena Albano, il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo e il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Devid Porrello.
"A poche settimane alla ricorrenza del trentennale della Convenzione trovo opportuno fare il punto sullo stato di attuazione nel nostro Paese del solenne patto a tutela dei minori, che l'Italia ha ratificato nel 1991", ha affermato Irto, che si è soffermato sulle osservazioni formulate dal Comitato Onu per l'infanzia alla luce del rapporto presentato dal nostro Paese a Ginevra. "Le richieste indirizzate all'Italia non mi hanno sorpreso, perché fotografano la situazione esistente: la necessità di lavorare sulla 'non discriminazione' tra i minori, il maggiore impegno che occorre su educazione e istruzione, l'esigenza di un potenziamento delle reti informative e di raccolta dei big data su questa materia, ma anche la giusta sollecitazione a promuovere le vaccinazioni. Ci sono però due aspetti - ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale della Calabria - che mi hanno particolarmente colpito. Il primo riguarda i minorenni migranti, rifugiati e richiedenti asilo, la cui situazione è stata da noi discussa anche in sede europea, con il Gruppo di Lavoro Calre presieduto da Devid Porrello. L'Onu ci chiede una cosa chiara: attuare fino in fondo la legge Zampa, che ha introdotto nel nostro ordinamento una normativa di buon senso, di grande umanità e civiltà"
"Una legge - ha proseguito Irto - che ha un pregio fondamentale: pone al centro l'interesse superiore del minore. Ed è a questo che dobbiamo guardare, anche nei nostri ordinamenti regionali, per costruire una società più giusta e capace di dare speranza".
"La seconda osservazione del Comitato Onu che mi ha fatto riflettere - ha detto ancora Nicola Irto - riguarda la distribuzione delle risorse finanziarie che deve tener conto dei minori più vulnerabili. Tutto questo richiama l'attenzione su un tema decisivo per il futuro del Paese e del mondo: la lotta alle disuguaglianze. Solo con un impegno serio su questo versante, contribuiremo al progresso della società e, soprattutto, daremo opportunità vere a minori oggi maltrattati, dimenticati, abusati o privi di chance perché immersi in contesti di grave povertà materiale ed educativa".
Il presidente Irto ha ringraziato Francesco Samengo e Unicef "per la preziosa e puntuale azione di sollecitazione e stimolo che rivolgono alle istituzioni pubbliche", poi ha ricordato i numerosi obiettivi raggiunti in questa legislatura dal garante regionale per l'infanzia. "Di strada occorre percorrerne ancora molta - ha concluso Irto - ma in Italia, oggi, ci sono i presupposti per costruire una società inclusiva e attenta ai minori, che rappresentano l'investimento più importante per il futuro del nostro Paese".

"Franco Fortugno fu ucciso in una giornata di festa e di democrazia. Il suo omicidio provocò uno sconquasso umano, politico e istituzionale che non dobbiamo dimenticare”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, intervenendo a Locri alla commemorazione del vicepresidente dell’Assemblea legislativa regionale assassinato il 16 ottobre 2005.Irto ha definito il politico locrese “una persona buona, sorridente, di cui conservo i ricordi dell'epoca in cui militavamo nello stesso partito”. Poi ha aggiunto: “Quella tragica vicenda ha rappresentato un attacco al cuore della democrazia in Calabria, la cui gravità, ancora oggi, richiede a ciascuno di noi una seria riflessione e impone alla politica un solenne patto di ripudio della 'ndrangheta e del suo consenso inquinato. In Calabria emerge ancora oggi la necessità di irrobustire gli anticorpi sociali, politici ed economici contro la 'ndrangheta. Ma gli anticorpi della società si formano partendo dai giovani. Ecco perché apprezzo molto che il ricordo di Franco, di cui il Consiglio regionale è doverosamente parte attiva, si rivolga soprattutto al mondo studentesco”.Nel merito dell’iniziativa di ricordo di Fortugno, intitolata ‘Leggo per legittima difesa’ e promossa dal liceo Mazzini, il presidente Irto ha sottolineato “le carenze che, dal punto di vista socio-educativo, continuano a manifestarsi, purtroppo, nella nostra regione. Per farvi fronte, in Consiglio regionale abbiamo investito molto sulla cultura, come strumento di riscatto e di promozione dell'immagine della Calabria; e, nell'ultima seduta dell'Assemblea, abbiamo approvato, tra l'altro, una legge volta a favorire la diffusione della lettura in età prescolare. Sono convinto che la sete di conoscenza non sia solo uno strumento ‘di legittima difesa’ ma anche di affermazione dei valori positivi che si sono tramandati con maggiore rapidità e capillarità da Gutenberg in avanti. E tutto questo - ha concluso Nicola Irto - ha piena attinenza con la lotta alle mafie, perché una società più evoluta e più colta sviluppa maggiormente lo spirito critico, l'elaborazione del pensiero e il senso di comunità: elementi, questi, essenziali per contrastare efficacemente la sub-cultura mafiosa”. 

   

f t g

Nicola Irto - Sito ufficiale

 

e-mail: segreteria.nicolairto@gmail.com

Privacy Policy

   

 

 

Restiamo in contatto

Iscriviti alla newsletter per ricevere news e bandi