Ho visitato la diga del Metramo insieme ai rappresentanti dell’Amministrazione comunale di San Pietro di Caridà.
Si tratta di un’opera strategica, collocata in un luogo di una bellezza straordinaria, che può diventare anche prezioso veicolo di attrazione turistica.
Manca poco al suo completamento e ultimarla al più presto è un impegno che bisogna assumere.

“La Calabria brucia e non è più tollerabile che si perda ancora soltanto un minuto. La giunta regionale non può limitare la sua azione a quella di mero osservatore degli eventi che procede alla conta dei danni, con la speranza che l’emergenza possa rientrare solo grazie allo sforzo, immane, degli uomini dei Vigili del Fuoco che da giorni, in maniera encomiabile, si battono senza sosta per contenere le fiamme”.

Ad affermarlo è il consigliere regionale del Pd Nicola Irto che, fin da subito, aveva chiesto alla Regione di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza, anche in considerazione dell’anomalo moltiplicarsi dei roghi, la maggior parte dei quali avente origine dolosa. “Invece – prosegue Nicola Irto – si continua, inspiegabilmente, a temporeggiare, mentre la situazione si aggrava sempre di più e l’Aspromonte rischia davvero di trasformarsi in cenere con danni incalcolabili. Se non vogliamo che la Calabria pianga altre vite umane – dice ancora Irto – e che si riesca ad arginare l’emergenza roghi serve, dunque, un deciso intervento. Occorre chiedere, da subito, al governo nazionale un aiuto immediato e concreto, in termini di mezzi, uomini e logistica, che possa aiutare la Calabria, in evidente difficoltà, a fronteggiare il momento più acuto della crisi”. “Superata la fase di emergenza – conclude Irto – dovrà poi farsi luce sulle diverse responsabilità che hanno contribuito a determinare questa immane tragedia.

E’ evidente che chi doveva controllare e prevenire non lo ha fatto e che gli interventi di manutenzione per proteggere il patrimonio boschivo calabrese sono stati insufficienti. Lo stesso ruolo di Calabria Verde va ripensato, così come dovrà essere fatta luce sulle risorse che l’Azienda non avrebbe utilizzato per potenziare il proprio parco mezzi. Adesso, però, è necessario uscire dalla crisi nel più breve tempo possibile e il governo Draghi, senza alcun tentennamento, deve dare un segnale alla nostra Regione e farla diventare priorità assoluta della propria agenda politica”.

Il consigliere regionale ha presentato un’interrogazione nella quale sollecita interventi per evitare la chiusura di manifestazioni come il Roccella Jazz Festival e il Festival Leggere & Scrivere di Vibo Valentia
«Chiedo alla giunta regionale di fare chiarezza sul bando “Grandi Eventi 2021”. C’è il rischio di mortificare e fare scomparire manifestazioni culturali di grande livello e tra queste il Roccella Jazz Festival e il Festival Leggere & Scrivere di Vibo Valentia».
Il consigliere regionale Nicola Irto ha depositato un’interrogazione a risposta scritta per chiedere alla giunta Spirlì immediati provvedimenti per evitare che il bando “Grandi Eventi 2021” «non si trasformi - si legge in una nota - in un boomerang e, invece di valorizzare e promuovere eventi culturali per renderli attrattori dei flussi turistici, vada a spazzare via realtà consolidate». Irto ha raccolto e fatto proprie anche le istanze di diversi amministratori locali che, fin da subito, hanno espresso forte preoccupazione. Il sindaco di Roccella Jonica, dopo la pubblicazione del bando, ha paventato l'ipotesi che possa non avere luogo l’edizione di quest’anno, la 41°, del Roccella Jazz Festival.
«Alcune caratteristiche del bando - spiega Nicola Irto - potrebbero mettere in ginocchio quasi tutte le manifestazioni culturali che vengono organizzate sul nostro territorio. L'esecutivo deve, in tempi rapidi, assumere le iniziative più opportune per scongiurare la chiusura di festival e manifestazioni di grande rilevanza».
«Non si può pensare di governare la Calabria a tentoni e con provvedimenti spot – conclude Nicola Irto – per rilanciare il turismo e valorizzare festival e kermesse culturali, dopo il difficile periodo segnato dalla pandemia da Covid 19, serve una programmazione di lungo periodo che faccia proprio della salvaguardia delle eccellenze calabresi la base solida dalla quale ripartire».

LaC News 24 del 14 luglio 2021

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Il Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme deve al più presto diventare un Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico per potenziare il proprio ruolo e diventare, sempre di più, un punto di riferimento nazionale e internazionale per l’assistenza, la diagnosi, lo studio e la ricerca nell'ambito delle patologie neurogenetiche. Per raggiungere rapidamente questo obiettivo – spiega Nicola Irto a margine dei lavori del Consiglio regionale – ho presentato una mozione che impegna la giunta e il Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario ad attivarsi, ognuno secondo la propria competenza. E’ dovere della politica tutelare e potenziare le eccellenze della nostra Regione con particolare riguardo al settore della Ricerca. Investire in realtà come il CRN di Lamezia vuol dire anche impegnarsi per arginare l’inaccettabile fenomeno della migrazione sanitaria". La mozione presentata dal vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Irto è stata approvata all’unanimità dall’Assemblea.
"Oggi, il CRN è diventato punto di riferimento regionale, nazionale e internazionale nel suo campo, di cui è testimonianza la lunga e imponente serie di pubblicazioni, le numerose collaborazioni con scienziati di tutto il mondo e gli oltre 13.000 pazienti presi in carico provenienti da ogni parte d'Italia – si legge nella mozione - e grazie a un metodo di lavoro complesso e combinato di studi clinici e genetico molecolari, affiancati alla ricostruzione genealogica delle famiglie e delle popolazioni attraverso atti e documenti, il Centro è riuscito a sviluppare avanzamenti importantissimi non solo per la Regione Calabria ma per la collettività scientifica tutta, specificamente con la definizione di cause e forme nuove mai descritte". "Il contesto storico geografico particolare in cui il Centro opera – prosegue il testo approvato in Consiglio - non è un fatto irrilevante, poiché la Calabria è un vero e proprio isolato genetico e l'elevata numerosità di malattie, rare è ricchezza straordinaria per la ricerca in generale. Persino le metodologie utilizzate, che includono studi storico archivistici, clinici e di genetica di popolazione, non sarebbero facilmente trasferibili, grazie al grande patrimonio esistente in Calabria. Non da ultimo, attraverso la cosiddetta ricerca traslazionale, i risultati ottenuti dagli studi vengono trasformati in applicazioni cliniche, affinché i metodi di prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie neurogenetiche risultino migliorati e ottimamente implementati".
"Nonostante i grandi successi scientifici e assistenziali accertati però il Centro Regionale di Neurogenetica ha molto spesso operato in condizioni di grave precarietà economica – si specifica - subendo nel corso degli anni continui depauperamenti in ordine a finanziamenti e personale assegnato, penalizzando fortemente le attività assistenziali e di ricerca. In particolar modo, nell'imminenza della comparsa sul mercato di farmaci in grado di modificare il decorso della Malattia di Alzheimer, la mancanza di stabilizzazione e prospettive concrete per il Centro rischia di produrre ulteriori gravissimi danni con l'"ennesimo" risultato di una ulteriore emigrazione sanitaria. La trasformazione del Centro Regionale di Neurogenetica in Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico (IRCS) permetterebbe di ottenere i fondi necessari a garantire e tutelare il ruolo trainante che il Centro ha raggiunto nel campo dell'assistenza e della ricerca scientifica neurogenetica anche a livello internazionale". Tutto ciò premesso, la mozione impegna la giunta regionale il suo Presidente f.f. "affinchè - in sinergia con il Commissario ad acta per l'attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario della Regione Calabria - per quanto di rispettiva competenza, vengano messe in atto tutte le azioni necessarie per velocizzare e concludere rapidamente l'iter di trasformazione del Centro in Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico (IRCS)".

Il Lametino del 25 giugno 2021

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​Il vicepresidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, ha incontrato alla Curia Metropolitana di Reggio Calabria, l’arcivescovo della Diocesi di Reggio-Bova, Monsignor Fortunato Morrone.
Un colloquio cordiale quello intercorso tra i due e immediatamente successivo all’insediamento di Monsignor Morrone, avvenuto lo scorso 12 giugno.
Il vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha rivolto all’arcivescovo Morrone, che ha da poco lasciato la sua parrocchia in San Leonardo di Cutro, a Crotone, il benvenuto a Reggio e offerto la massima collaborazione istituzionale per il prossimo futuro, nonché una rinnovata attenzione ai bisogni della Comunità cristiana.
«Servono fede e speranza oggi più che mai – ha detto Nicola Irto al termine dell’incontro – Viviamo un momento storico particolarmente difficile dopo la dura prova della pandemia che ha evidenziato ancora di più le disparità sociali, le difficoltà degli ultimi e la necessità di profonde e innovative riforme. E l’insediamento di Monsignor Morrone, – ha proseguito il vicepresidente del Consiglio regionale – che raccoglie l’eredità di Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, al quale va il ringraziamento per quanto fatto, rappresenta un segno di speranza per l’intera Comunità reggina che sarà chiamata adesso a dare il massimo per costruire il proprio futuro».

   

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