Il senatore e segretario regionale del Pd ha partecipato al sopralluogo della Commissione parlamentare d’ inchiesta “Ecomafie”

«Va risolto con responsabilità e coscienza il problema della bonifica del Sin di Crotone, che si trascina da troppi anni e che ha colpito molto la comunità locale e il suo territorio». È quanto afferma, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario del Pd Calabria, il quale ha partecipato al sopralluogo della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, di cui è componente. «È significativo – dichiara Irto – che la Commissione si stia occupando anche della bonifica del Sin di Crotone, su cui vi sono questioni legate alla quantità di scorie contaminate, peraltro da radionuclidi, e alla difficoltà a ottenere le autorizzazioni transfrontaliere. Come Partito democratico ribadiamo che i rifiuti del sito crotonese vanno rimossi presto e trasferiti altrove. Nel tempo i cittadini hanno subito i pesanti effetti economici e sociali dello smantellamento del tessuto industriale di Crotone, con innegabile impatto per l’ambiente e la salute pubblica. Ora servono trasparenza, verità, determinazione e concretezza, che chiediamo per la cittadinanza e il suo futuro. La Regione Calabria, il governo, Eni Rewind e tutte le altre parti interessate devono agire nell’interesse della comunità locale e – conclude il senatore dem – al fine di riqualificare l’area, finora simbolo di un degrado e di un abbandono inaccettabili».

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l senatore dem attacca la Giunta regionale e il Governo nazionale durante il convegno organizzato dal Partito Democratico a Reggio

Il senatore Nicola Irto ha preso parte al convegno del Partito Democratico tenutosi questa mattina a Reggio Calabria, rilasciando forti dichiarazioni in merito alla presunta mancanza di risorse e di progettualità per portare l’alta velocità in Calabria.

“Alta Velocità sparita dai radar”

“Lo dicevamo da tempo: guardate che l’alta velocità è sparita dai radar, non ci sono le risorse, non c’è un progetto di fattibilità, non c’è la possibilità di fare l’alta velocità in Calabria e a Reggio. Ci dicevano che sbagliavamo… Oggi finalmente scopriamo che anche il governatore della Calabria e il suo partito si accorgono del fatto che non ci sono le risorse per l’alta velocità”.

Il senatore Irto accusa la Giunta regionale di “essersi svegliata tardi” e di aver “ignorato gli allarmi lanciati dal PD”, facendo perdere tempo prezioso per lo sviluppo infrastrutturale della regione.

Risorse bloccate per opere “irrealizzabili”

“La verità è che le poche risorse verso la Calabria sono state impegnate per un’opera che non si farà, che non faranno, che non riusciranno a fare. Mi riferisco al ponte sullo Stretto. La Calabria è stata totalmente dimenticata”.

Secondo Irto, sono stati bloccati quasi 12 miliardi di euro di fondi destinati al sud, in particolare dal Fondo di Sviluppo e Coesione, che sarebbero serviti per strade interne, valorizzazione delle nostre città, ma che ora risultano di fatto congelati a scapito dello sviluppo regionale.

“Il governo Meloni si gira dall’altra parte”

“Siamo una regione su cui non c’è un impegno nazionale, anzi il governo si è girato dall’altra parte rispetto alla Calabria, nessun investimento, nessuna prospettiva, nessuna visione”.

Il senatore dem punta il dito contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, colpevole – a suo dire – di aver preferito la propaganda sul Ponte sullo Stretto anziché investire in opere realizzabili e urgenti, come l’alta velocità o l’ammodernamento delle infrastrutture stradali.

“Nessun avanzamento per la 106”

“La 106 è sparita dai radar, stanno completando solo quel lotto nell’alta regione nostra, nell’alta Calabria, nulla c’è rispetto ai studi di fattibilità presenti nella provincia di Reggio Calabria. Non c’è uno stato di avanzamento, non ci sono investimenti. La Calabria è stata abbandonata dal governo Meloni, con la complicità del governo Occhiuto”.

Oltre all’alta velocità, Irto evidenzia l’immobilismo sui cantieri della Strada Statale 106, un’arteria viaria fondamentale per l’intero territorio calabrese ma ancora priva di un piano di interventi adeguato.

Appello a Occhiuto: “Faccia una battaglia politica insieme a noi”

“Ecco su questo noi finalmente diciamo: bene che Occhiuto se ne sia accorto, però non faccia come sull’autonomia differenziata, che cambia opinione tra una settimana appena lo chiamano da Roma. Tenga alta la tensione e faccia una battaglia politica assieme a noi per rivendicare il fatto che anche la Calabria merita di avere i treni ad alta velocità”.

Il senatore si augura che il presidente della Regione Roberto Occhiuto mantenga una linea ferma, senza arretrare di fronte alle possibili pressioni politiche, e che “rivendichi con forza” l’attivazione dei progetti e degli investimenti necessari per la Calabria.

Scontro politico sempre più netto tra il Partito Democratico e le forze di centrodestra sul futuro delle infrastrutture calabresi. Per il senatore dem, “alta velocità” e “ammodernamento della SS 106” restano priorità irrinunciabili per colmare il divario con il resto del Paese e offrire reali opportunità di sviluppo alla regione. Resta da vedere se il governo regionale e quello nazionale raccoglieranno il guanto di sfida, aprendo un dialogo concreto e stanziando risorse adeguate a rilanciare trasporti e mobilità in Calabria.

CityNow del 08/02/2024

Ha fatto tappa a Polistena il tour che il Pd Calabria ha avviato da San Giovanni in Fiore per difendere il diritto alla salute dei calabresi. Si tratta di un viaggio di ascolto e confronto sulle criticità della sanità regionale, per elaborare dal basso una proposta politica che metta al centro la persona e il suo diritto alle cure come ogni cittadino delle altre regioni.

A Polistena, la delegazione del Pd calabrese ha registrato il disagio dei cittadini che quotidianamente subiscono le inefficienze del Servizio sanitario calabrese e chiedono risposte immediate per superare un’emergenza diventata ordinaria.

Il segretario regionale del Pd, Nicola Irto, insieme al capogruppo in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua e alla consigliera regionale Amalia Bruni, ha poi incontrato i sanitari del presidio ospedaliero, che ha un bacino d’utenza di 160mila abitanti, e visitato il Pronto soccorso, che ha locali inadeguati.

Sono state raccolte le principali criticità del nosocomio che, per esempio, ha un solo tecnico di Rianimazione e gravi carenze di anestesisti. Lì si attende da tempo il reparto di Oncologia ma esiste soltanto il Day hospital oncologico.

La delegazione del Pd ha ascoltato medici, operatori e cittadini. Poi ha incontrato la stampa alla fine della visita, assicurando di attivarsi in tempi brevi per strutturare una proposta organica di riforma sanitaria. “Serve agire con immediatezza – è il messaggio del Pd – per sconfiggere il centrodestra di Occhiuto, che ha portato la sanità calabrese al collasso, con reparti che chiudono, l’emergenza-urgenza che non funziona e la migrazione sanitaria in aumento. In Calabria non è garantito il diritto alla salute ed è l’ora di cambiare rotta”.

Il senatore reggino ha concluso i lavori a Lamezia Terme

I Giovani Democratici della Calabria hanno ripreso le loro attività politiche, con l’obiettivo di sviluppare idee e progetti per una generazione fin troppo trascurata e spesso contrastata, come succede con l’attuale governo nazionale di centro-destra. L’evento, svoltosi a Lamezia Terme, ha visto un’ampia partecipazione con interventi di ragazze e ragazzi provenienti da tutte le province calabresi, alla presenza di dirigenti e rappresentanti istituzionali del Partito Democratico. I lavori sono stati introdotti dal segretario regionale dei Giovani Democratici, Mario Valente, e conclusi dal senatore e segretario del Partito Democratico della Calabria, Nicola Irto.

«Il ‘Manifesto delle nuove generazioni’ – ha dichiarato Valente, in apertura – conterrà la nostra visione su scuola, università, ingresso nel mondo del lavoro, ambiente e mobilità. Tutti temi che verranno affrontati in dibattiti sui territori. Insieme al Partito Democratico calabrese daremo voce alle nuove generazioni, affrontando i temi a loro più vicini e dando loro il giusto spazio di elaborazione e di azione politica.

La ripartenza dei Giovani Democratici – dice Irto – segna un nuovo inizio, un’opportunità per costruire un futuro migliore insieme alle nuove generazioni. Troppo spesso i giovani sono stati relegati ai margini del dibattito politico, considerati spettatori anziché protagonisti del cambiamento. Noi vogliamo ribaltare questa prospettiva.
Il ‘Manifesto delle nuove generazioni calabresi’ sarà il punto di partenza – continua il segretario regionale – per una politica che rimetta al centro le esigenze, i sogni e le ambizioni di chi vuole vivere, studiare e lavorare in questa terra, senza essere costretto ad andarsene. Sarà un manifesto concreto, frutto di un confronto vero, di idee e di proposte che partono dal basso.

Il Pd della Calabria è e sarà sempre la casa di chi crede nella partecipazione, nella giustizia sociale e nella possibilità di una Calabria diversa, più forte e più giusta. Sono orgoglioso di vedere così tanti giovani impegnarsi per questa sfida e voglio garantire loro il pieno sostegno del partito. Non esistono presente e futuro senza giovani e non esiste politica senza ascolto e coinvolgimento. Oggi siamo – conclude Irto – qui per scrivere insieme il futuro della nostra regione».

Da Mormanno, i senatori attaccano il DDL Calderoli: “Autonomia differenziata senza risorse e in violazione del principio di sussidiarietà”

«Nonostante la Corte abbia smontato il ddl Spacca Italia di Calderoli e sottolineato che ‘spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dall’accoglimento di alcune delle questioni sollevate dalle ricorrenti, nel rispetto dei principi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge’ e nonostante “secondo il Collegio, l’art. 116, terzo comma, della Costituzione (che disciplina l’attribuzione alle regioni ordinarie di forme e condizioni particolari di autonomia) deve essere interpretato nel contesto della forma di Stato italiano”, il governo ha impostato l’attuazione del regionalismo differenziato su due piani. Il primo, concernente il procedimento di determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) riguardanti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione non mettendoci risorse, anzi sottolineando che l’intero impianto normativo è a invarianza di spesa. E il secondo, relativo alla presentazione al Parlamento di un disegno di legge per l’attuazione del solo articolo 116, terzo comma, della Costituzione, ignorando tutti gli altri articoli dello stesso Titolo V che avrebbero garantito proprio l’unità nazionale.

Come ha più volte sottolineato il capo dello Stato, l’autonomia rafforza l’unità dello Stato quando attua il principio di sussidiarietà che invece nel DDL Calderoli viene completamente violato. Ieri in Senato abbiamo avuto la riprova della pericolosità di questa maggioranza che, nonostante i rilievi della Consulta, ha respinto la mozione dell’opposizione che chiedeva: “di interrompere senza indugio ogni interlocuzione o negoziato in corso con le regioni interessate e a non intraprenderne di nuovi, e ad attuare una moratoria delle intese in atto, valutandone comunque gli eventuali effetti applicativi, fino alla compiuta definizione di ogni procedimento attinente alla legittimità in conformità con la sentenza della Corte Costituzionale n. 194 del 14.11.2024”. È evidente che FDI e Forza Italia hanno completamente ceduto al ricatto della Lega.

Anche per questo, oltre a batterci in Parlamento, continueremo ogni forma di mobilitazione nel Paese contro questa pessima riforma sull’autonomia differenziata. È necessario unire le energie per difendere la solidarietà”. Così Francesco Boccia, presidente dei Senatori PD, e il senatore calabrese, Nicola Irto, oggi a Mormanno (CS) nel corso della presentazione del libro “Colpo allo Stato” di Antonio Ricchio, insieme a Mons. Francesco Savino, vicepresidente della CEI.

   

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