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L’Acquirente unico come una sorta di gruppo di acquisto pubblico di energia sul mercato libero per i clienti cosiddetti ‘vulnerabili’, cioè gli utenti più fragili e quindi con più difficoltà e necessari della tutela di un servizio pubblico rispetto al passaggio nel libero mercato . E’ l’obiettivo di un disegno di legge del Pd presentato in una conferenza stampa al Senato da Francesco Boccia, presidente del gruppo dem a Palazzo Madama, da Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera, da Annalisa Corrado, europarlamentare e responsabile ambiente ed energia nella segreteria del Pd, dal senatore Nicola Irto e dal deputato Vinicio Peluffo.
“Stiamo parlando – ha spiegato Nicola Irto, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente – di tutelare 2 milioni di famiglie, il 7% del totale dei consumatori, costituiti da lavoratori poveri, anziani, abitanti delle isole minori e delle zone periferiche che non possono pagare il prezzo dell’energia sul mercato libero. Chiederò, a nome del Pd, nell’Udp della commissione Ambiente del Senato l’immediata calendarizzazione, affinché dalle dichiarazioni che qualche esponente della maggioranza fa, si passi ai fatti, anche perché siamo preoccupati
da come il Governo affronta la transizione energetica”.
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“La sicurezza stradale e’ un tema che tocca da vicino la vita di ciascuno e che richiede un impegno concreto e immediato. Non possiamo piu’ accettare che l’Italia sia uno dei Paesi europei con il peggiore tasso di mortalita’ stradale e con la minore riduzione degli incidenti mortali. Nel 2022 si sono registrati circa 9 morti al giorno e 600 feriti.
Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovanissimi. Purtroppo, l’attuale revisione del Codice della strada, voluta dal governo, rappresenta l’ennesima occasione persa. Non si investe nella mobilita’ sostenibile, non si adottano misure per proteggere i pedoni e i ciclisti, non si affronta il problema della velocita’ e della disattenzione alla guida. Il Partito democratico ha portato avanti con decisione la battaglia per la sospensione della patente in caso di utilizzo dello smartphone alla guida, che troviamo come norma in questo provvedimento. Tuttavia, e’ solo un primo passo, perche’ il governo non ha voluto introdurre anche l’aggravante per l’omicidio stradale, nonostante le promesse del ministro Salvini”. Lo dice il senatore Nicola Irto, capogrupppo Pd in commissione Lavori pubblici, intervenendo in aula a Palazzo Madama.
“Questa revisione del Codice della strada – continua Irto – costituisce un pesante arretramento. Il centrodestra conferma, a discapito dei cittadini, la sua predilezione per il ‘liberi tutti’, la sua avversione per chi governa i territori e la volonta’ di imporre modelli di vita che generino consenso, disparita’ e danni collettivi”.
“Il Partito democratico continuera’ a portare avanti le sue battaglie, specie di fronte alla miopia cronica del governo.
Questo significa fare delle scelte coraggiose. Ma serve l’impegno di tutti, perche’ la sicurezza stradale e’ una battaglia che riguarda ciascuno di noi, non e’ un tema di destra o sinistra, e’ una questione di responsabilita’ collettiva. Come legislatori abbiamo il dovere di mettere al primo posto la vita e la sicurezza delle persone”, conclude il parlamentare.
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«La vittoria del centrosinistra in Emilia-Romagna e in Umbria ci conferma due cose: l’esistenza di un’alternativa unitaria e credibile al centrodestra, sempre più autoritario e dannoso per il Paese, e il ruolo centrale del Partito democratico, perno della coalizione vincente». Così il senatore Nicola Irto, segretario regionale del Pd della Calabria, commenta i risultati delle elezioni regionali nelle due Regioni. «Questi risultati – prosegue Irto – rappresentano un segnale di speranza e fiducia per quanti credono in un futuro diverso, costruito sui valori di democrazia, partecipazione e inclusione. Sono la dimostrazione che il centrosinistra, quando è unito, può battere un centrodestra divisivo e pericoloso per i diritti dei cittadini». «Congratulazioni e auguri di buon lavoro – continua il senatore dem – ai neoeletti presidenti: Michele De Pascale e Stefania Proietti. Siamo certi che sapranno guidare le loro Regioni con competenza e visione, lavorando per il bene delle comunità locali. Il Partito democratico – conclude Irto – è e continuerà a essere il motore di un’alternativa progressista che sappia rispondere ai bisogni dei cittadini e che possa costruire un’Italia più giusta e solidale».
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«Roberto Calderoli dovrebbe dimettersi, ora che la Corte costituzionale ha rilevato gravi profili di incostituzionalità nella legge sull’autonomia differenziata, su cui lo stesso ministro e la Lega avevano forzato la mano per brama elettorale, con l’avallo irresponsabile di Giorgia Meloni, di Matteo Salvini, di Antonio Tajani e di tutti i parlamentari del centrodestra». Lo dichiara il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, che sottolinea: «Per adesso è fallito il tentativo del centrodestra di cancellare l’unità del Paese. Difatti, la Corte costituzionale ha stabilito anzitutto che le eventuali intese non possono estendersi a intere materie o a loro ambiti; che il Parlamento deve essere centrale anche per la determinazione dei Lep; che le Regioni con nuove forme di autonomia devono contribuire agli obiettivi di finanza pubblica; che i Lep non possono essere aggiornati con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Soprattutto, la Corte ha cassato, nella sua interpretazione costituzionalmente orientata, la distinzione fra materie Lep e non Lep, fulcro del progetto separatista di Calderoli e dell’intera maggioranza, silente quanto incosciente». «La Consulta ha messo nero su bianco gravi rilievi che, come Partito democratico, avevamo mosso in Parlamento. Inutile che il presidente della Regione Calabria oggi provi a cambiare la realtà: Roberto Occhiuto ha fatto soltanto parole, quando, invece, aveva il preciso dovere – conclude Irto – di difendere con i fatti gli interessi dei calabresi e l’unità nazionale».
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«Sullo stato della Zes Unica, la Corte dei conti ha confermato criticità che a parte avevamo già sollevato». È quanto, in una propria nota, afferma il parlamentare del Pd Nicola Irto da Baku (Azerbaigian), dove si trova per partecipare alla Cop 29 in rappresentanza del Senato.
«In particolare, noi avevamo accusato – spiega Irto – grossi ritardi imputabili alla confusione del governo Meloni, poca trasparenza nei dati, scarsa chiarezza nelle procedure autorizzative e, soprattutto, la mancata approvazione definitiva del Piano strategico della Zes, fatto che rallenta gli investimenti e frena lo sviluppo del Sud».
«Proprio di recente, nell’analisi sullo stato di avanzamento del “Piano strategico Zes unica”, la Corte dei conti – sottolinea lo stesso senatore del Partito democratico – ha raccomandato alla Struttura di missione di approvare al più presto e in via definitiva questo documento indispensabile. Ancora, la Corte ha evidenziato la necessità di prevedere e attuare i controlli sull’andamento del Piano, dopo aver definito gli appositi indicatori. Non solo, la Corte dei conti ha scritto che va migliorata la pubblicità e la completezza dei dati ufficiali e ha chiesto di distinguere con chiarezza le funzioni degli organismi coinvolti nella gestione del Piano sulla Zes, al fine di evitare sovrapposizioni e dunque nuove lungaggini. La Corte ha inoltre rimarcato l’esigenza di raccordare gli interventi in fase di autorizzazione unica con il Piano strategico non ancora adottato». «È dunque evidente – conclude Irto – lo stallo creato dal governo, che si è reso sordo e cieco sin dalla nascita della Zes unica».