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IRTO, Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Premesso che:
- con nota congiunta dello scorso 23 settembre 2024, indirizzata via PEC al gabinetto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e, per conoscenza, al gabinetto del Ministero delle imprese e del made in Italy, le segreterie della regione Calabria dei sindacati Slc-CGIL, Fistel-CISL e Uilcom-UIL hanno lamentato un ritardo, da parte del Ministero del lavoro, rispetto all’emanazione del decreto di concessione della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori di Abramo customer care in amministrazione straordinaria, azienda ubicata nello stesso territorio regionale;
- il ritardo riguarda il periodo che va dal 7 agosto al 7 novembre 2024;
- gli stessi sindacati hanno osservato che ciò rischia di compromettere ulteriormente la già precaria situazione economica e sociale dei dipendenti coinvolti, ad oggi pesantemente provati da una lunga fase di incertezza e difficoltà;
di norma, il provvedimento di concessione è adottato con decreto del Ministero entro un periodo che va da un minimo di 30 giorni dalla richiesta a un massimo di 90 giorni, a seconda della motivazione in base alla quale si chiede l’intervento della cassa integrazione straordinaria;
- la cassa integrazione straordinaria è uno strumento fondamentale per garantire la sostenibilità economica e lavorativa nell’attuale fase, molto delicata, dell’azienda;
- è indispensabile quanto urgente l’intervento del Ministro in indirizzo al fine di scongiurare ulteriori problemi e difficoltà per i lavoratori interessati e le rispettive famiglie,
si chiede di sapere
quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di assicurare al più presto l’effettiva integrazione della retribuzione dei lavoratori dell’azienda Abramo customer care.
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Al Ministro dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:
con ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024 è stato disposto per il biennio 2024-2026 l'aggiornamento, trasferimento e nuovo inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze e nelle graduatorie di istituto su posto comune e di sostegno nonché l’attribuzione degli incarichi a tempo determinato del personale docente nelle istituzioni scolastiche statali, su posto comune e di sostegno, e del personale educativo;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 2023 ha previsto più tipologie di corsi abilitanti in base al bisogno: da 30 crediti formativi universitari per chi è già abilitato o specializzato, 30 CFU per chi ha 3 anni di lavoro alle spalle, 36 CFU per chi ha i 24 crediti formativi, 60 CFU per chi inizia ex novo;
l’abilitazione all’insegnamento costituisce il “titolo di accesso” per le graduatorie provinciali per le supplenze di prima fascia della relativa classe di concorso;
l’inserimento nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze per posto comune può avvenire con riserva purché il titolo di abilitazione venga conseguito entro il 30 giugno. Di qui la corsa di molte università ad attivare velocemente i percorsi abilitanti da 30 crediti in modo da riuscire a concluderli entro il 30 giugno 2024;
la riserva è sciolta negativamente qualora il titolo non venga conseguito entro tale data, determinando l’inserimento dell’aspirante nella fascia spettante sulla base dei titoli effettivamente posseduti;
ciò premesso, a febbraio 2024, invece di far partire contemporaneamente tutti i percorsi abilitanti, sono stati autorizzati solo i corsi riservati a coloro che sono già abilitati su altra classe di concorso o sono specializzati sul sostegno;
non sono stati attivati i corsi abilitanti per i triennalisti, ovvero i docenti che possiedono almeno tre anni di servizio e che non avranno la possibilità di inserirsi nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, nemmeno con riserva;
infatti, solamente alla fine del mese di maggio sono stati pubblicati i bandi riservati a tali docenti ma ormai è tardi per l'aggiornamento delle graduatorie e la possibilità di inserimento in prima fascia;
questi insegnanti, nella migliore delle ipotesi, potranno inserirsi solamente negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze nel giugno 2025;
non si comprendono le ragioni per cui i percorsi abilitanti non siano stati fatti partire contemporaneamente, creando un’evidente disparità tra docenti;
ciò determina il grave rischio che molti insegnanti triennalisti non potranno lavorare nel prossimo anno scolastico per la mancata attivazione simultanea dei percorsi abilitanti,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda attivare per tutelare i docenti triennalisti che non hanno avuto l'opportunità di essere inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze a causa del ritardo con cui sono stati attivati i percorsi abilitanti loro destinati.
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Al Ministro della difesa. -
Premesso che:
la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo di indagine sul suicidio di Beatrice Belcuore, l’allieva di 25 anni della scuola marescialli e brigadieri dei Carabinieri di Firenze, originaria di Castelnuovo di Farfa (Rieti);
Beatrice Belcuore si è tolta la vita sparandosi con la pistola di ordinanza il 22 aprile 2024 all'interno della stessa scuola. A dare l'allarme erano stati gli altri allievi e i soccorsi si sono rivelati subito inutili;
sul posto sono intervenuti il sostituto procuratore di turno e i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale dell'Arma per condurre i rilievi. Il fascicolo è stato aperto dal pubblico ministero nell'immediatezza del suicido, senza in quel momento indagati, né ipotesi di reato;
secondo fonti investigative vicine all'indagine e riportate da agenzie di stampa, la Procura avrebbe disposto degli accertamenti sulle motivazioni che hanno spinto la venticinquenne al suicidio, tra cui il vaglio del traffico telefonico e dei messaggi scambiati in chat;
da quanto emerso l'autopsia non sarebbe stata eseguita. “Unarma”, l'associazione sindacale dei carabinieri, ha preannunciato un esposto, che verrà depositato a breve in Procura a nome dei familiari della giovane, con il quale si rammenta la necessità di fare piena luce non solo sul drammatico evento, ma più in generale sul fenomeno dei suicidi in uniforme;
nell'ambito delle indagini in corso, saranno sottoposti all’attenzione dei magistrati anche i racconti e le testimonianze con le quali la giovane allieva avrebbe riportato quanto vissuto alla scuola, dai quali emergerebbero un clima e una modalità formativa lesivi dei diritti e della dignità delle persone, nonché del tutto estranei ai principi fondanti dell’Arma dei Carabinieri,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei drammatici fatti esposti e quali siano le sue valutazioni in merito al fenomeno dei suicidi, che con preoccupante allarme si verificano all’interno delle diverse scuole allievi;
se, alla luce dei rapporti ricevuti, ritenga che siano stati attivati gli opportuni strumenti ispettivi all’interno dell’Arma, e se non ritenga altresì necessario adoperarsi con proprie iniziative per fare veramente luce sulle dinamiche interne alla scuola marescialli e brigadieri dei Carabinieri di Firenze.
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Ai Ministri dell'interno e delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
dal mese di maggio 2024, l’aeroporto di Milano Linate ha reso disponibile il servizio di faceboarding, che permette ai passeggeri di imbarcarsi su un aereo superando i controlli di sicurezza e quelli al gate senza mostrare documenti e carta d’imbarco, ma solo il proprio volto a un sistema biometrico di riconoscimento facciale;
Linate è il primo aeroporto italiano ad offrire questo servizio, che in Europa è utilizzato con un numero limitato di compagnie aeree soltanto in cinque scali aeroportuali;
a Linate il sistema è stato attivato al termine di una sperimentazione iniziata nel 2020, ma subito sospesa per la pandemia; si tratta di una sperimentazione i cui esiti non sono noti in termini di garanzia e tutela della privacy dei passeggeri;
la SEA, società che gestisce l’aeroporto, specifica che le immagini del volto non vengono conservate, ma utilizzate solo per creare il modello biometrico, mentre i dati relativi ai documenti vengono crittografati e salvati, per 24 ore o per un anno in caso di registrazione a lungo termine;
in Italia vige fino al dicembre 2025 una moratoria per l’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, categoria entro la quale rientrano anche gli aeroporti;
relativamente ai sistemi di riconoscimento facciale sono sempre più diffusi dubbi e contrarietà in merito alla loro efficienza e ai cospicui rischi per la privacy dei cittadini,
si chiede di sapere:
quali misure siano state assunte a tutela della privacy dei passeggeri e dei loro dati biometrici;
quanto si ritenga che possa considerarsi libera la scelta di un passeggero, che per imbarcarsi più velocemente e più comodamente si lascia scansionare il volto;
se l’introduzione del faceboarding rientri nelle fattispecie regolate e interdette dalla moratoria sull’utilizzo del riconoscimento facciale in Italia, laddove, peraltro, sulla decisione dell’aeroporto di Linate pende un'istruttoria del Garante per la protezione dei dati personali.
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- Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
in Tunisia gli arresti nei confronti di attivisti, avvocati e giornalisti si succedono con sempre maggiore frequenza. Agli inizi del mese di maggio 2024 diversi arresti hanno colpito principalmente esponenti di associazioni e organizzazioni umanitarie che forniscono servizi di assistenza ai rifugiati subsahariani presenti nel Paese;
l’11 maggio nel corso di una diretta televisiva del canale “France 24”, si è verificata un’irruzione nell’edificio del consiglio dell’ordine degli avvocati da parte di uomini in borghese e incappucciati, appartenenti ai servizi di sicurezza tunisini, arrivati per arrestare l’avvocata Sonia Dahmani, a seguito delle sue dichiarazioni in merito alle affermazioni del presidente Saïed, che da tempo conduce una campagna gravemente xenofoba e senza precedenti contro i migranti subsahariani, accusati di programmare una “sostituzione etnica”;
oltre alla giornalista sono stati arrestati anche Borhen Bssais, conduttore televisivo e radiofonico, e Mourad Zeghidi, commentatore politico, per aver “diffuso false informazioni con l’obiettivo di diffamare altri o ledere la loro reputazione”; si tratta di reati introdotti con un provvedimento definito dal sindacato tunisino dei giornalisti “una spada di Damocle sulla testa dei giornalisti e un mezzo per punire qualsiasi voce libera dei media”;
il consiglio dell'ordine nazionale degli avvocati tunisini (ONAT), a seguito degli ultimi arresti ha deciso uno sciopero generale degli avvocati in tutti i tribunali del Paese. Il presidente dell'ordine, Hatem Meziou, ha anche annunciato che nascerà un osservatorio per monitorare tutte le violazioni contro avvocati, giornalisti e cittadini;
“Human rights watch” nel suo rapporto mondiale 2024 ha denunciato come la Tunisia abbia subito, nel corso del 2023, un’ulteriore regressione in termini di diritti umani e stato di diritto, in assenza di reali controlli ed equilibri contro il potere del presidente Kais Saïed. In particolare nel rapporto si legge che: “Nell’ultimo anno, il presidente Saïed ha imprigionato dozzine dei suoi oppositori e critici, alimentato il razzismo e la xenofobia contro i migranti e i rifugiati neri e minacciato le attività della società civile”. Secondo quanto si legge, inoltre, “l’incarcerazione dei dissidenti e l’assoggettamento della giustizia sono oggi più estesi di quanto lo siano mai stati dalla rivoluzione del 2011”;
il 16 luglio 2023 il presidente della Tunisia e l’Unione europea hanno firmato un memorandum di intesa, con l’obiettivo di frenare le partenze dei migranti dal Paese nordafricano, con la previsione di un finanziamento di 105 milioni di euro per la gestione delle frontiere e 150 milioni di euro per il sostegno al bilancio;
sul memorandum la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha espresso prontamente preoccupazione per la sicurezza dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Tunisia, che rimangono bloccati a seguito del loro allontanamento in aree remote e desolate vicino ai confini del Paese con Libia e Algeria. La commissaria, inoltre, lo scorso settembre ha avviato un’indagine su come la Commissione europea intenda garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti in Tunisia;
al riguardo, val la pena evidenziare come la prima tranche di fondi UE sia stata rifiutata dal presidente Saïed e definita “un’elemosina”;
infine, si evidenzia come, nonostante le palesi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte del Governo tunisino, il Paese nordafricano sia stato incluso dal Governo italiano tra i “Paesi sicuri” con il decreto ministeriale 17 marzo 2023, tuttavia numerose pronunce da parte della giurisprudenza di merito non hanno riconosciuto la Tunisia quale Paese sicuro accogliendo diversi ricorsi presentati in merito;
rilevato che l’Organismo congressuale forense ha chiesto che il Governo italiano si attivi immediatamente per il rilascio dell’avvocata Dahmani e “pretenda dai propri partner internazionali garanzie in ordine al rispetto dei diritti fondamentali sanciti nei trattati internazionali, esprimendo fortissima preoccupazione in ordine a tutti gli accordi bilaterali con Paesi i cui governi non rispettino i diritti umani e le fondamenta dello stato di diritto, quali l’indipendenza dell’avvocatura e la libertà di stampa”,
si chiede di sapere quali iniziative necessarie e urgenti il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per fare pressione sul presidente Saïed affinché cessi immediatamente la repressione nel Paese e siano rilasciati tutti i prigionieri politici, nonché al fine di garantire il pieno rispetto dei diritti umani dei migranti subsahariani rivedendo, a fronte delle numerose denunce da parte delle diverse organizzazioni internazionali, gli accordi bilaterali stipulati, anche alla luce della consolidata giurisprudenza di merito che non riconosce la Tunisia come “Paese sicuro”.