Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00681 - Pubblicato il 19 settembre 2023, nella seduta n. 102 - Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro delle imprese e del made in Italy.
Premesso che:

COMAU (Consorzio Macchine Utensili) è una società italiana, parte del gruppo Stellantis, con sede a Grugliasco (Torino), specializzata nell'automazione industriale e nella robotica, con oltre 45 anni di esperienza nel settore;

attualmente occupa 3.500 dipendenti nel mondo e 700 circa in Italia, nello stabilimento di Grugliasco;

considerato che:

COMAU nel 2021 ha acquisito ordini pari a circa 900 milioni, con un incremento nel 2022 del 15 per cento pari a circa 1,2 miliardi, di cui l’86 per cento provenienti da aziende diverse da CNHI, Iveco e Stellantis, a dimostrare un ruolo di primo piano nei mercati internazionali;

nonostante l’aumento degli ordini, nel sito torinese si è passati da circa 1.500 lavoratori nel 2018 a circa 700 a fine 2022 e sono diversi anni che non vengono fatte assunzioni di rilievo;

sono circa tre anni che le organizzazioni sindacali chiedono alla Direzione aziendale la condivisione di un piano industriale di dettaglio con numeri precisi sul prossimo futuro, ma ancora prevale una situazione non positiva di attesa e rinvio;

le organizzazioni sindacali chiedono in particolare garanzie occupazionali sul futuro di COMAU, soprattutto dopo la possibile uscita dal gruppo Stellantis ed in particolare per tutti e 700 i lavoratori dello stabilimento di Grugliasco;

fin dalla fusione tra FCA e PSA e la conseguente nascita di Stellantis si paventa la possibilità di uscire fuori dal gruppo. Il gruppo continua a confermare che lo spin-off si concretizzerà, ma non si ha la percezione di cosa succederà immediatamente dopo;

considerato inoltre che nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali hanno espresso il timore che l’operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull’occupazione, annunciando tramite i delegati della FIM-CISL di voler agire su Stellantis e sul Governo per avere tutte le garanzie possibili sui progetti aziendali,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda attivare al fine di scongiurare una modifica degli assetti aziendali che rischia ricadute sull’occupazione nel sito torinese COMAU di Grugliasco;

in particolare se il Governo intenda esercitare, come nelle sue possibilità, la golden power per la tutela del made in Italy, così da escludere la preoccupazione che l’operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull’occupazione.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00669 Pubblicato il 12 settembre 2023, nella seduta n. 99 - Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri della salute e dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:

l’esperienza vissuta negli ultimi anni con il diffondersi di infezioni di carattere respiratorio (dal COVID-19 alle ricorrenti influenze di stagione) richiede che nei luoghi più affollati, a partire dalle scuole, siano garantiti sistemi di ventilazione, aerazione e ricambio dell’aria in grado di tutelare la sicurezza di studenti e personale scolastico;

ancora di più oggi, con l'inizio delle lezioni e l'incertezza legata al nuovo aumento dei contagi, la comunità educativa e le autorità sanitarie devono lavorare insieme per garantire un ambiente di apprendimento sicuro e per proteggere coloro che sono più vulnerabili alle malattie di carattere respiratorio;

per controllare e ridurre la diffusione delle infezioni respiratorie negli ambienti affollati, ma in particolare nelle aule scolastiche, sono di grande utilità i dispositivi mobili di purificazione e gli impianti fissi di aerazione;

con un emendamento al decreto-legge n. 198 del 2022 è stato previsto che: “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della salute, di concerto con il ministro dell’istruzione, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici”;

lo stesso emendamento ha stabilito che una parte delle risorse del fondo per l’emergenza epidemiologica di cui all’articolo 58 del decreto-legge n. 73 del 2022 sia destinato all’acquisto di sistemi di aerazione e santificazione nelle scuole;

il 3 agosto 2022 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui vengono adottate le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all'adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell'aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici;

secondo uno studio, realizzato della Regione Marche in collaborazione con la fondazione “Hume”, un sistema di VMC (ventilazione meccanica controllata), che assicura il ricambio dell’aria nelle aule scolastiche, può ridurre la trasmissione del COVID-19 dal 40 fino all’82,5 per cento, a seconda del numero di ricambi per ora;

l'allora leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dichiarò di aver inviato al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, una lettera per caldeggiare l’approvazione di un decreto che estenda la sperimentazione realizzata nelle Marche all’intero territorio nazionale;

nella lettera si legge: "è necessario investire negli impianti di ventilazione meccanica controllata nelle scuole, per arginare il contagio e garantire la didattica in presenza (...) Presidente Draghi, fin dall’inizio del 2021 Fratelli d’Italia ha proposto di investire nella ventilazione meccanica controllata e non ha mai smesso di chiedere che anche il Governo lo facesse. Non eravamo i soli a farlo, come dimostrano gli appelli lanciati dall’Oms a livello internazionale e dall’Istituto Spallanzani e da altre realtà scientifiche in Italia. Non so per quale ragione non si sia inteso prendere seriamente in considerazione questa soluzione, nonostante Fratelli d’Italia, pur dall’opposizione, abbia fornito al Governo tutti gli strumenti utili a farlo. Quello che so, è che se il suo governo - e ancor prima quello precedente - avessero scelto questa strada invece che quella di sprecare milioni di euro in inutili banchi a rotelle, molto probabilmente avremmo potuto evitare ai nostri figli di vivere l’incubo della didattica a distanza. E dico di più. Se si fosse investito in un piano strutturale per sperimentare la Vmc anche nei luoghi di lavoro pubblici e privati o in alcuni luoghi della socialità, dalle palestre ai cinema, avremmo molto probabilmente impedito la paralisi di interi settori produttivi e diminuito l’impatto della pandemia sul nostro tessuto economico e sociale (...) Tanto tempo è stato perso, ma non è mai troppo tardi per recuperare e per prepararci ad affrontare con più serenità la più che plausibile risalita del contagio da Covid nel prossimo autunno, in coincidenza con la stagione fredda. Ricorderà che a giugno dello scorso anno, durante uno dei nostri incontri, la pregai di non fare lo stesso errore fatto dal suo predecessore di non utilizzare i mesi estivi per mettere in sicurezza la Nazione in previsione di quelli invernali. Le rinnovo, un anno dopo, la stessa richiesta e la stessa proposta, forte di dati che sembrano dare ragione alla lungimiranza di Fratelli d’Italia”,

si chiede di sapere:

se sia stato effettuato il monitoraggio degli impianti esistenti e di quelli realizzati grazie alle risorse stanziate, e in caso positivo quali siano gli esiti;

quali iniziative di competenza si intenda adottare per promuovere la diffusione della ventilazione meccanica controllata nelle scuole.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00670 Pubblicato il 12 settembre 2023, nella seduta n. 99 - Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, del lavoro e delle politiche sociali e per le pari opportunità e la famiglia. -

Premesso che:

l’articolo 47 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, dispone in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa nei contratti pubblici, nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e nel piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC);

in particolare, l’articolo 47 ha introdotto norme per favorire l’inclusione lavorativa delle donne, gender procurement, dei giovani di età inferiore a 36 anni e delle persone con disabilità nell’ambito dei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR. La disposizione, da un lato, prevede specifici criteri per l’ammissione alle gare pubbliche, connessi alla predisposizione di documenti in merito alla presenza del personale maschile e femminile e al rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità e, dall’altro, ha stabilito che nei bandi sia previsto l’obbligo di assicurare che almeno il 30 per cento delle assunzioni necessarie alla realizzazione del progetto del PNRR sia destinato alle donne e il 30 per cento ai giovani;

inoltre, prevede ulteriori misure premiali nei casi in cui ci si impegni ad assumere, oltre alla soglia minima percentuale prevista come requisito di partecipazione, persone disabili, giovani, con età inferiore a 36 anni, e donne oppure nei casi in cui, nell'ultimo triennio, siano stati rispettati i principi della parità di genere e adottate specifiche misure per promuovere le pari opportunità generazionali e di genere, anche tenendo conto del rapporto tra uomini e donne nelle assunzioni, nei livelli retributivi e nel conferimento di incarichi apicali;

considerato che:

a inizio aprile, grazie a un protocollo di collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione, la fondazione “Openpolis” ha pubblicato le informazioni relative ai bandi di gara aperti finora nell’ambito del PNRR, con il rispettivo codice identificativo di gara, i dati sulla presenza o meno per ciascun bando della clausola che prevede una quota occupazionale minima di donne e giovani, nonché le informazioni sulla presenza o meno per ciascun bando di misure premiali per la parità di genere;

l'associazione “Period think tank”, nata con l'obiettivo di promuovere l’equità di genere attraverso un approccio femminista ai dati, ha analizzato il dataset rilasciato da Openpolis e ANAC;

il Period think tank, inoltre, ha offerto uno strumento di facile consultazione per chiunque voglia conoscere i bandi di gara sul proprio territorio e sapere se in questi siano presenti quote occupazionali minime o misure premiali per la parità di genere, sviluppando una web app che permette di esplorare in modo immediato il dataset ANAC incrociando a piacimento il territorio (regione, provincia, comune), le missioni del PNRR, le quote occupazionali per donne e giovani e le misure premiali;

dai dati esaminati emerge che sul totale dei codici identificativi di gara il 96 per cento non ha misure premiali per la parità di genere; il 68 per cento non prevede obblighi rispetto a una quota di donne o giovani; solo il 29 per cento, invece, prevede una quota di donne e giovani maggiore del 30 per cento e il 3 per cento rimanente ha quote inferiori al 30 per cento;

inoltre, la mancanza di trasversalità delle misure premiali e delle quote è confermata da una loro concentrazione perlopiù in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, istruzione e ricerca mentre, invece, le quote sono più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche del PNRR, vale a dire per le missioni 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica);

come di tutta evidenza, un espresso obbligo di legge sarebbe un fattore decisivo nel determinare una maggiore applicazione delle misure premiali e delle quote occupazionali di donne superiori al 30 per cento,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno procedere ad un monitoraggio in materia di applicazione delle misure relative a pari opportunità e inclusione lavorativa nei contratti pubblici nel PNRR, nonché pubblicare l’andamento della raccolta di dati disaggregati per genere su tutti i 14 indicatori comuni europei individuati nel regolamento delegato 2021/2106 della Commissione e, infine, indicare se e come intendano monitorare la trasversalità dell’impatto di genere di tutte le misure del PNRR, dal momento che gli indicatori comuni europei risultano insufficienti per tale finalità;

se non ritengano altresì opportuno adoperarsi anche attraverso proprie iniziative affinché i principi in materia di parità di genere non siano sistematicamente derogati dalle stazioni appaltanti italiane.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00661 Pubblicato il 6 settembre 2023, nella seduta n. 98 - Nicola Irto primo firmatario

IRTO, Al Presidente del Consiglio dei ministri.

Premesso che:

nel mese di maggio 2023, si è conclusa la consultazione indetta dalla Commissione UE in merito alla possibilità di introdurre una contribuzione obbligatoria a carico delle imprese cosiddette OTT (Over The Top), finalizzata al rafforzamento degli investimenti nelle reti di connessione internet;

ad oggi non risultano posizioni adottate dal Parlamento italiano o dal Governo su questo tema, attraverso l’approvazione di formali atti di indirizzo politico;

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 novembre 2022, recante il conferimento delle deleghe al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessio Butti, all’articolo 2, comma 1, dispone che la rappresentanza del Governo italiano presso i consessi internazionali ed europei competenti in materia di innovazione tecnologica deve essere esercitata “in raccordo con le amministrazioni competenti”;

da notizie pubblicate da organi di stampa si apprende di una missiva del suddetto Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, indirizzata al Commissario UE, Thierry Breton, contenente la posizione italiana sul tema della cosiddetta “Fair Share”. Nella citata lettera, il Sottosegretario di Stato, avrebbe esposto una posizione dell’Italia che non sarebbe stata oggetto di alcun confronto o raccordo con le amministrazioni competenti o il Parlamento;

allo stato attuale, tale lettera non risulta pubblicata né integralmente né a mezzo di comunicato stampa sul sito web del Dipartimento per la Trasformazione digitale, né su quello della Presidenza del Consiglio dei ministri;

negli stessi giorni in cui tale lettera sarebbe stata spedita, l’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza, con decreto del Direttore generale del 28 luglio 2023, recante “Modifiche ai livelli minimi delle infrastrutture e dei servizi cloud per le pubbliche amministrazioni”, ha abolito l’obbligo di autorizzazione da parte dell’amministrazione e di comunicazione all’ACN per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati conservati in cloud dalle pubbliche amministrazioni qualificati come “ordinari” e “critici”,

si chiede di sapere:

se le notizie di stampa di cui in premessa corrispondano al vero e se il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessio Butti, abbia inviato una missiva al Commissario Breton, dichiarando una posizione dell’Italia ad una eventuale iniziativa UE sulla “Fair Share”;

se, in tal caso, tale missiva sia da intendersi o meno come atto formale, contenente la posizione ufficiale del Governo italiano;

se e quali iniziative di raccordo con le altre amministrazioni competenti siano state svolte, ai sensi del richiamato art. 2, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 novembre 2022 ed in particolare se sia stata informata o coinvolta la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea;

se, nel merito, l’iniziativa sia parte di una più complessiva strategia del Governo italiano di sostegno all’industria digitale extra europea, data la coincidenza temporale dei fatti in premessa esposti con la decisione adottata dall’Autorità per la Cybersicurezza nazionale di abolire la procedura di autorizzazione per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati ordinari e strategici della pubblica amministrazione, liberalizzando così de facto la pratica di trasferimento del 95 per cento dei dati che la PA detiene in cloud in tutti i Paesi del mondo e rendendo compatibile la qualificazione in Italia come Cloud Service Provider di entità giuridiche extra UE, anche se sottoposte a vincoli normativi che impongono il trasferimento dei dati da Paesi UE verso i Paesi non UE a prescindere dall’autorizzazione delle autorità locali o dei proprietari dei dati stessi (ad esempio “Cloud Act”).

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00663 Pubblicato il 6 settembre 2023, nella seduta n. 98 - Nicola Irto cofirmatario

Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

il Presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, già Presidente del Consiglio dei ministri, ha rilasciato, in data 2 settembre 2023, un’intervista al quotidiano “la Repubblica”, dove ha reso dichiarazioni molto significative sulla strage di Ustica;

in particolare, ha confermato quanto emerso in diverse inchieste giornalistiche ed anche in sede giudiziaria e cioè che il DC-9 Itavia sia stato colpito, nel corso di una battaglia aerea nei cieli del nostro Paese, da un missile lanciato da un caccia francese nel corso di una esercitazione della NATO, che sarebbe servita ad abbattere un jet a bordo del quale si presumeva ci fosse il leader libico Mu’ammar Gheddafi;

come drammaticamente noto, il 27 giugno 1980 il DC-9 Itavia è precipitato in mare, al largo dell’isola di Ustica. A seguito dell’incidente sono deceduti tutti i passeggeri e il personale di volo presente a bordo, 81 persone e i resti del velivolo recuperati solo otto anni dopo;

dopo il recupero dei resti del DC-9, poi trasportati a Bologna nel museo dedicato alla strage di Ustica, i periti hanno stabilito che ad abbatterlo sia stata l’onda d’urto dell’esplosione di un missile vicino alla fusoliera, smentendo anni di depistaggi, che hanno accompagnato il lavoro degli inquirenti, cercando di deviare le indagini verso altre piste, tra tutte, l’esistenza di una bomba all’interno dell’aereo o ancora una pista palestinese dell’attentato;

in particolare, la tesi della bomba è stata lungamente accreditata, in tal senso basti pensare alla relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta del Ministero dei trasporti del 16 marzo 1982, nella quale si afferma l’impossibilità di stabilire se l’incidente sia stato causato da un missile o da una bomba. Nel 1994, inoltre, un collegio internazionale di esperti incaricato dal giudice istruttore Rosario Priore ha sostenuto ancora una volta proprio la tesi della bomba. Gli sviluppi dell’inchiesta romana hanno ricostruito tuttavia uno scenario completamente diverso, evidenziando, nel 1997, la presenza quella sera di aerei militari nei cieli sopra Ustica;

nel 2008, l’ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, intervistato dagli autori del film inchiesta “Sopra e sotto il tavolo”, ha parlato esplicitamente di “un aereo francese” che “si era messo sotto il DC-9, per non essere intercettato dal radar” e di un “aereo libico che stava trasportando Gheddafi”; l’aereo francese avrebbe dunque lanciato un missile volendo colpire l’aereo del Presidente libico e avrebbe, invece, colpito erroneamente ed abbattuto il DC-9 Itavia;

il 12 settembre 2011 si è chiuso il processo civile con una sentenza di condanna, confermata successivamente in Cassazione, per i Ministeri della difesa e dei trasporti e che ha riconosciuto un risarcimento di oltre 100 milioni in favore dei parenti delle vittime. Nelle motivazioni i giudici accreditano con fermezza la ricostruzione per cui quella sera sopra il Tirreno ci fosse un’azione di guerra, che ha coinvolto diversi veicoli militari: ''Tutti gli elementi considerati - si legge nella sentenza - consentono di ritenere provato che l'incidente si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia di un velivolo militare, precedentemente nascostosi nella scia del Dc9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell'esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l'aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l'aereo nascosto ed il Dc9'';

in data 20 dicembre 2017 il quotidiano “Corriere della Sera” e la trasmissione di La7 “Atlantide”, condotta dal giornalista recentemente scomparso Andrea Purgatori, da sempre tenacemente impegnato nella ricostruzione dei fatti accaduti, hanno riportato la testimonianza di Brian Sandlin, all’epoca dei fatti marinaio sulla portaerei americana “Saratoga”, il quale ha affermato come quella sera abbia assistito dalla plancia della nave ancorata vicino al Golfo di Napoli, al rientro di due caccia “Phantom” disarmati, scarichi che sarebbero stati impegnati per abbattere altrettanti MiG libici in volo proprio lungo la traiettoria aerea del DC-9;

appare agli interroganti oramai di tutta evidenza come il 27 giugno 1980 nei cieli italiani vi sia stata un’azione di guerra che, oltre a procurare la morte di 81 vittime, ha rappresentato una grave violazione della sovranità territoriale del nostro Paese;

un episodio di cui i governi di Paesi amici dell'Italia, quali Francia e Stati Uniti, potrebbero essere a conoscenza o rispetto al quale potrebbero comunque essere in possesso di notizie utili per il raggiungimento della verità, che i familiari delle vittime ancora attendono dopo più di quaranta anni,

si chiede di sapere quali iniziative necessarie e urgenti il Governo italiano intenda assumere a livello internazionale, anche attraverso richieste formali, per garantire finalmente il pieno accertamento della verità dei fatti accaduti al DC-9 Itavia sui cieli di Ustica il 27 giugno 1980.

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