Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01132 Pubblicato il 14 maggio 2024, nella seduta n. 188 Nicola Irto cofirmatario

- Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
lo scorso 29 aprile 2024, durante lo svolgimento della puntata della trasmissione “FarWest”, programma di attualità, caratterizzato da inchieste giornalistiche di varia natura, in onda ogni lunedì in prima serata su RAI3, è stato mandato in onda un servizio dal titolo “Mozzarelle, a Caserta è crisi”, la cui seconda parte si intitola “Strage di bufale, qualcuno ci guadagna?”;
il programma televisivo ha approfondito la gravissima situazione che sta affliggendo la filiera produttiva della bufala campana, patrimonio nazionale e settore strategico dell’economia casertana; difatti, da lungo tempo gli allevatori a causa della diffusione della brucellosi bufalina e dell’inefficacia delle procedure stabilite per eradicarla, pagano caro il prezzo di questa crisi e del suo aggravarsi: aziende in crisi, abbattimenti indiscriminati, produzione in calo e circa 5.000 posti di lavoro persi nella provincia di Caserta;
nel servizio televisivo si ascoltano diverse testimonianze, fra cui i racconti di protesta degli allevatori che hanno praticato lo sciopero della fame per denunciare l’immobilismo del Governo nel contrasto dell’emergenza. Fra le testimonianze raccolte, circa a metà del servizio, viene trasmessa l’intervista di un giornalista, di cui non si mostra il volto e si deforma la voce. Il cronista locale si occupa di indagare le dinamiche della crisi degli allevamenti bufalini e afferma di sentirsi costretto ad utilizzare lo pseudonimo “Sergio Olmo” e di aver paura di mostrare il proprio volto a causa del clima “pesante” e intimidatorio che si è determinato fin dall’inizio delle sue inchieste nel territorio;
considerato che:
in una repubblica democratica, è sempre necessario riaffermare l’importanza di una stampa libera, del diritto di informare e ad essere informati, non dimenticando che la stessa CEDU ha definito la stampa come il “cane da guardia” delle democrazie;
è un dovere democratico tutelare tutti gli operatori del settore della comunicazione e garantire la liberà di informazione, garantendo quei giornalisti più esposti, i cronisti locali, e quelli di inchiesta, spesso oggetto di minacce e di atti intimidatori;
in data 3 maggio 2024 in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa, secondo i dati rilasciati nell’indice annuale sulla libertà di stampa mondiale prodotto da “Reporter senza frontiere” (RSF), l’Italia ha subito un crollo di ben 5 posizioni, dal 41° al 46° posto. Sempre secondo RSF il sistema mediatico italiano continua ad essere minacciato dalle organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud del Paese, nonché da vari piccoli gruppi estremisti violenti,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda attuare per garantire la sicurezza e l’indipendenza dei giornalisti casertani impegnati nell’inchiesta sulla brucellosi bufalina.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01181 Pubblicato il 7 maggio 2024, nella seduta n. 185 Nicola Irto cofirmatario


- Al Ministro dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
a distanza di mesi dai numerosi sit-in di protesta delle studentesse e degli studenti universitari, accampatisi di fronte agli atenei per manifestare contro il “caro affitti” e rivendicare il proprio diritto costituzionale allo studio, non si registra alcun passo avanti sul fronte dell’emergenza abitativa;
l’operato del Governo negli ultimi mesi, infatti, è stato caratterizzato da un approccio a giudizio degli interroganti miope al tema del welfare studentesco e da un’indifferenza pressoché totale nei confronti delle condizioni materiali e di vita degli studenti fuorisede;
dal 2021 il fenomeno dei rincari sugli affitti, spargendosi a macchia d’olio in tutta la penisola, ha fatto registrare in alcune città aumenti dal 20 al 40 per cento;
così facendo, il Governo ha di fatto abdicato a qualsiasi pretesa di miglioramento delle condizioni abitative degli studenti universitari, cristallizzando una situazione che, in assenza di un intervento deciso dello Stato, rischia di rendere inaccessibile ad una fascia sempre più ampia di giovani la frequenza universitaria, soprattutto nei grandi centri urbani;
considerato che:
emblematico in questo senso è il caso dell’”Officina delle arti Pier Paolo Pasolini”, un animato centro culturale, che, grazie a una ricca offerta di spettacoli, concerti, incontri letterari e proiezioni cinematografiche, è assurto negli ultimi anni a punto di riferimento culturale per numerosi studenti della capitale. Oltre ad ospitare eventi e un laboratorio creativo residente, si trova all’interno del complesso anche lo studentato ex Civis al Foro italico di Roma, una struttura che, se messa a norma, offre oltre 400 posti letto per studenti fuorisede a prezzi fissi e accessibili;
alla luce dei fatti esposti, appare quanto più inopportuno e controproducente l’accordo siglato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in sinergia con Regione Lazio, Agenzia del demanio e provveditorato per le opere pubbliche per la realizzazione, nell’area del complesso ex Civis dove sorge l’Officina Pasolini, di una sede definitiva da assegnare all’Agenzia per la cooperazione e gli uffici per la cooperazione e lo sviluppo;
il progetto, che ha suscitato forti proteste tra le associazioni studentesche, prevede lo smantellamento definitivo dello studentato, del polo culturale, del teatro intitolato a Eduardo De Filippo e la costruzione di un nuovo edificio in un’area attualmente verde per fare spazio a uffici, foresteria e depositi auto: una scelta molto dannosa non solo perché priverebbe la cittadinanza di uno spazio dal comprovato valore culturale, artistico e formativo, ma perché andrebbe a ridurre ulteriormente il già esiguo numero di posti letto attualmente disponibili nelle residenze universitarie;
il progetto di riconversione dell’Officina Pasolini altro non è che l’ennesima dimostrazione della scarsa considerazione dell’Esecutivo nei confronti della cultura e delle problematiche che affliggono le nuove generazioni, indispensabile linfa vitale del sistema Paese. Anziché essere relegato ai margini dell’agenda politica, il diritto allo studio e il tema del “caro affitti” dovrebbero rientrare tra le priorità assolute di un Governo che si professa vicino alle esigenze dei giovani,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire affinché venga rivisto il progetto di riconversione in essere degli spazi dell’Officina Pasolini e dello studentato ex Civis al Foro italico, in modo da tutelare l’offerta di residenzialità studentesca e di non mortificare le esigenze degli studenti che lo frequentano e lo abitano, nonché la comunità di chi fruisce dell’offerta culturale dell'Officina Pasolini.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01024. Pubblicato il 14 marzo 2024, nella seduta n. 169.Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:

il consiglio di amministrazione di TIM S.p.A. ha approvato all’unanimità, in data 6 marzo 2024, il piano industriale 2024-2026 “Free to run”, attraverso il quale la società nel solco del percorso di trasformazione avviato nel biennio 2022-2024 individua le linee di sviluppo per TIM nel biennio di riferimento ponendosi l’obiettivo di raggiungere un significativo miglioramento di tutte le metriche economico-finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale;

il piano industriale “Free to run” tra l’altro ha previsto una riduzione dell’indebitamento di gruppo, con un rapporto tra debito e EBITDA after lease in calo a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,8 volte dei pro forma al 2023;

durante il consiglio di amministrazione di TIM del 10 marzo, convocato in via straordinaria, l’amministratore delegato Pietro Labriola ha fornito ulteriori informazioni in relazione al debito netto pro forma al netto del deleverage stimato per l’operazione Netco, pari a circa 6,1 miliardi di euro al 31 dicembre 2023, è atteso alla fine del 2024 pari a circa 7,5 miliardi di euro;

considerato che:

nella giornata di giovedì 8 marzo, giorno in cui veniva presentato il piano industriale, il titolo azionario è precipitato a 21,18 centesimi con una perdita del 23,8 per cento rispetto alla quotazione di apertura, a seguito delle preoccupazioni riguardanti l’indicazione di un maggior debito pari ad un miliardo di euro rispetto alle previsioni iniziali;

a 40 minuti dalla chiusura delle quotazioni azionarie il titolo presentava una quotazione superiore a 24 centesimi, con un ribasso comunque superiore al 13 per cento rispetto alla giornata del 6 marzo, successivamente sono avvenute ulteriori vendite del titolo che hanno spinto ad un ulteriore ribasso le quotazioni del titolo;

nel momento di maggior ribasso delle quotazioni con un valore del titolo pari a 21,18 centesimi, si sono intensificati gli scambi che hanno raggiunto il picco alle ore 17,35 con scambi pari a 2 miliardi di euro di valore azionario con il passaggio di titolarità di ben 134 milioni di azioni,

si chiede di sapere:

se, in conseguenza dei fatti esposti, la composizione del capitale sociale di TIM S.p.A. abbia subito modificazioni significative, soprattutto in relazione al fatto che la società è proprietaria degli asset della rete fissa che offrono connettività alle abitazioni e alle imprese del nostro Paese;

quali misure di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare, in caso di accertamento di cambiamenti rilevanti nella composizione del capitale azionario di TIM, per tutelare l’interesse pubblico legato alla titolarità degli asset legati alla rete fissa e i piccoli risparmiatori in possesso dei titoli azionari di TIM;

se non ritenga che i contenuti e le modalità delle comunicazioni sociali al mercato utilizzate da parte del management della società siano stati la causa di un’eccessiva ed inattesa caduta del valore dei titoli azionari, con conseguente grave pregiudizio per i piccoli azionisti;

se dalle informazioni a disposizione emergano evidenze circa “attacchi short contro il titolo” azionario e se intenda verificare il profilo dei soggetti che hanno dato vita ad eventuali operazioni di “sell off” su di esso; in tal caso se non ritenga opportuno attivare tempestivamente tutte le misure a tutela del valore di mercato di TIM, dei lavoratori e dei risparmiatori.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01090. Pubblicato il 13 marzo 2024, nella seduta n. 168. Nicola Irto cofirmatario

Ministro dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:

i viaggi di istruzione e le gite scolastiche sono regolati da apposita circolare ministeriale;

organizzare una gita scolastica comporta per gli istituti molta programmazione e una tempistica adeguata;

in passato è accaduto che qualche gita, programmata per tempo, saltasse o venisse rinviata;

ora, però, organizzare gite scolastiche sta diventando una vera e propria corsa ad ostacoli per molti istituti, in particolare in quelli più numerosi del Friuli-Venezia Giulia, come il “Malignani” e il “Copernico” di Udine e il liceo “Leopardi-Majorana”, l’ITIS “Zanussi” e il liceo “Grigoletti” di Pordenone;

dal 1° gennaio 2024, infatti, una scuola strutturata e con molti studenti non può più organizzare la classica gita scolastica da sola;

la causa risiede nel nuovo codice degli appalti che, equiparando le scuole pubbliche a degli enti come i Comuni, ha di fatto reso un labirinto normativo l’organizzazione di una gita;

la procedura è diventata lunga e comparabile a quella di un appalto pubblico gestito da un Comune;

l’ostacolo principale è quello della stazione appaltante, poiché al di sopra dei 140.000 euro totali (quindi sommando tutte le gite organizzate da un singolo istituto) è necessario una stazione appaltante qualificata, quindi di un soggetto che per conto di terzi gestisca quella che è diventata una vera e propria gara d’appalto;

l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), con una circolare, ha provato a rimediare provvisoriamente alla situazione, istituendo una sorta di proroga fino a settembre, ma il danno per molte scuole era già stato prodotto;

in particolare, è balzata alle cronache locali la vibrante protesta di oltre 150 studenti del liceo “Leopardi-Majorana” di Pordenone, che avevano già programmato la propria gita scolastica in Grecia;

gli studenti, che hanno protestato in modo fermo nell’atrio della scuola, si sono sentiti dire dalle autorità scolastiche che “la scuola deve agire rimanendo nel perimetro della legalità”;

è del tutto evidente che qualsiasi istituto scolastico deve “muoversi nell’ambito della legalità”, ma deve anche avere la possibilità di organizzare le proprie gite secondo percorsi più snelli e veloci, e i criteri con i quali ora i singoli istituti dovrebbero individuare le “società appaltanti” risultano farraginosi e penalizzanti, a fronte di un'offerta sul mercato tutt’altro che sufficiente,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo condivida che i viaggi scolastici di istruzione abbiano un vero e proprio valore didattico all’interno di una programmazione più ampia, offrano agli studenti l’occasione di una vera e propria crescita personale e di gruppo, permettano di estendere l’ambito delle esperienze di conoscenza, e siano quindi da agevolare e incentivare;

se intenda agevolare gli istituti scolastici che vogliano promuovere viaggi d’istruzione e ritenga quindi di rivedere la norma in termini definitivi, come auspicato anche dall’ANAC, mettendo a disposizione dei presidi, quanto prima e comunque fin dall'inizio del prossimo anno scolastico, “strumenti che possano garantire modalità semplici e immediate per attivare tali affidamenti, che sono parte integrante della vita di tutte le scuole italiane e delle famiglie di alunni e studenti”.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01074. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Al Ministro dell'università e della ricerca. -

Premesso che:

con la legge regionale della Calabria n. 9 del 2007 fu prevista la trasformazione del “Centro servizi avanzati ricerca, formazione e sviluppo agroalimentare della Calabria Spa” in “Fondazione mediterranea Terina Onlus”, configurata, come da specifico dossier del Consiglio regionale calabrese, come centro di ricerca industriale e alta formazione nei settori agricolo, agroalimentare, agro-industriale ed ambientale;

la suddetta Fondazione, con sede a Lamezia Terme (Catanzaro), è organismo in house della Regione Calabria, la cui Giunta ne approva il bilancio, esercita su di essa il controllo strategico, adotta gli atti d’indirizzo e delibera la revoca degli organi nei casi previsti dallo statuto;

la legge regionale della Calabria n. 24 del 2013 prevede, all’articolo 13, comma 1, la riorganizzazione della Fondazione, chiamata a «perseguire unicamente compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia»;

con lo scopo di guidare la Fondazione nella riorganizzazione prevista dalla legge citata, la Regione Calabria ha provveduto negli anni a incaricare diversi commissari straordinari, ultimo dei quali, in ordine di tempo, il dirigente generale in carica del dipartimento regionale per il Turismo;

nell’ambito di una conferenza stampa del 2011, il presidente pro tempore della Regione Calabria riferì di finanziamenti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per i centri di ricerca presenti in Calabria, tra cui 14.650.000 euro per la Fondazione Mediterranea Terina, in relazione al progetto denominato “Food@Life”;

a tale riguardo, nel 2014 il suo commissario pro tempore definì Terina «soggetto attuatore di un’iniziativa che rappresenta una hybrid institution in cui la rigida distinzione funzionale tra ricerca ed imprese tende a sfumare per lasciare il posto alla comune risorsa “innovazione tecnologica” quale strumento di conseguimento di vantaggio competitivo e duraturo nel tempo»;

lo stesso commissario precisò che i laboratori della Fondazione sarebbero stati «implementati e resi operativi grazie al progetto» “Food@Life”, per costituire «una struttura permanente d’innovazione, di riferimento per le imprese e per il mondo della ricerca, con spiccata capacità di autofinanziamento ed a respiro internazionale»;

il suddetto commissario aggiunse: «L’Infrastruttura prenderà corpo attraverso il potenziamento dell’esistente struttura di ricerca, nata dalla pluriennale collaborazione scientifica tra la Fondazione Mediterranea Terina (unico ente di ricerca regionale e braccio operativo di riferimento della regione Calabria) ed il dipartimento di agraria (ex-facoltà di agraria) dell’Università mediterranea di Reggio Calabria che, nel tempo, ha aderito, partecipando attivamente, al network tematico della ricerca nell’ambito strategico dell’agroalimentare»;

in un approfondimento giornalistico apparso sulla testata web “Lacnews24.it” in data 19 febbraio 2024, si afferma che l’attuale Ministero dell’università e della ricerca, stante un lungo inutilizzo dei macchinari acquistati nell’ambito del finanziamento collegato al succitato progetto “Food&Life”, «potrebbe chiedere conto degli investimenti mai valorizzati»,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali controlli abbia promosso o intenda promuovere e quali iniziative di competenza abbia assunto o intenda assumere riguardo all’utilizzo dei riferiti finanziamenti;

quali attività di ricerca risulti che la Fondazione Terina abbia svolto in relazione al progetto “Food&Life”.

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