Interventi per la trasparenza della spesa dei fondi del Pnrr - INTERROGAZIONE N. 97 DEL 04/11/2022

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
- che i fondi messi a disposizione dal Pnrr rappresentano un’opportunità di sviluppo irripetibile per la Regione Calabria;
- che alcuni dei bandi fin qui emanati non hanno avuto la pubblicità necessaria per fare in modo che la partecipazione potesse essere la più estesa possibile innescando spesso anche la polemica politica;
- che la trasparenza per finanziamenti nevralgici per il futuro della Calabria deve essere massima;
- che, in alcune regioni italiane, come l’Emilia Romagna, è stato attivato un portale ad hoc nel quale trovare tutte le informazioni relative al Pnrr, ai bandi, alle risorse disponibili, agli stati di avanzamento e a tutti gli interventi posti in essere. Considerato che: - appare indispensabile e urgente dotare la Regione Calabria di ogni strumento per rendere il più trasparente tutta la procedura di messa a terra delle risorse disponibili del Pnrr;
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale
Per sapere:
- quali iniziative la Giunta intenda intraprendere per aumentare la pubblicità e la trasparenza in ordine alla spesa dei fondi del Pnrr e se sia stata valutata la possibilità di dedicare al Pnrr un portale esclusivo da mettere a disposizione di tutti i calabresi.

D. BEVACQUA, E. ALECCI, F. IACUCCI, N. IRTO, R. MAMMOLITI

MOZIONE N. 36 DEL 27/10/2022 - Interventi urgenti a favore dei Consorzi di Bonifica calabresi

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
- i Consorzi di Bonifica calabresi versano in una grave situazione finanziaria, causata in gran parte dalla mancata copertura relativa ai crediti derivanti dei piani attuativi di forestazione, dalla drastica riduzione dei trasferimenti regionali nonché dalla riduzione delle spese generali di forestazione;
Rilevato che: - i Consorzi di Bonifica svolgono un ruolo importante sulla tutela e difesa del suolo, hanno competenze nell'esecuzione delle opere di sistemazione idrogeologica, difesa e regimazione dei corsi d'acqua, in materia di irrigazione, nel comparto agroforestale e vanno supportati e sostenuti affinché possano svolgere compiutamente ed efficacemente i propri compiti istituzionali;
Considerato che: - urge un intervento finanziario della Regione Calabria in favore dei Consorzi di Bonifica, unitamente a un organico intervento normativo.
Impegna la Giunta regionale
a intervenire senza ulteriori indugi in favore dei crediti da lavoro (stipendi e TFR) vantati dai dipendenti dei Consorzi di bonifica calabresi e a provvedere alla presentazione di organico provvedimento normativo che riconduca i Consorzi di Bonifica calabresi ai principi di economicità, efficacia ed efficienza.

D. BEVACQUA, E. ALECCI, F. IACUCCI, N. IRTO, R. MAMMOLITI

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
- lo strumento legislativo generale che regola gli interventi in materia di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico è l’art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 e successive modificazioni e integrazioni;
CONSIDERATO: - la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'art.1, comma 602 della legge 11 dicembre 2016, n. 232, su proposta del Ministero della Salute, di concerto col Ministero del Lavoro e sulla base delle indicazioni delle regioni, individua le iniziative urgenti e di elevata utilità sociale nel campo dell'edilizia sanitaria in sinergia tra i servizi sanitari e L'INAIL, valutabili nell'ambito dei propri piani triennali;
- ai fini della valutabilità delle iniziative individuate nei piani annuali e triennali le proposte di investimento debbono essere compatibili con la programmazione sanitaria delle amministrazioni destinatarie dei finanziamenti;
- con decreto del 14 settembre 2022 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha aggiornato il piano degli interventi di elevata utilità sociale, condivisi con le regioni, in materia di nuove costruzioni, ammodernamenti e ristrutturazioni da parte dell'INAIL;
- con nota del 18 luglio 2022 prot. 334114 la regione Calabria ha chiesto di espungere gli interventi inseriti nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 febbraio 2021, di seguito indicati: a) «Riqualificazione strutturale ed adeguamento normativo» del PO di Locri – padiglione Piastra importo pari a euro 33.397.678,25;
b) «Riqualificazione strutturale ed adeguamento normativo del PO "Tiberio Evoli" di Melito Porto Salvo - tutti i padiglioni» importo pari a euro 40.198.952,00;
c) «Ristrutturazione dell'intero presidio ospedaliero PO di Castrovillari ASP Cosenza» importo pari a euro 60.500.000,00;
d) «Ristrutturazione dell'intero presidio ospedaliero PO di Cetraro ASP Cosenza» importo pari a euro 48.000.000,00;
e) «Ristrutturazione dell'intero presidio ospedaliero PO di Paola ASP Cosenza» importo pari a euro 21.500.000,00;
- la Regione Calabria con nota prot. 147380 del 25 marzo 2022, successivamente integrata con nota prot. 334114 del 19 luglio 2022, ha indicato le proprie proposte, che escludevano gli interventi di cui sopra;
- con Decreto del 20 luglio 2022 il Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell'Economia e Finanze ha provveduto al riparto del fondo, relativo all’annualità 2022, delle risorse di cui all'art. 20 comma 1 della legge 67/88 e s.m.i., assegnando alla Calabria la somma di 60.813.104,56. Tutto ciò premesso e considerato,
Impegna la Giunta regionale
a rifinanziare con le risorse dell’annualità 2022 destinate alla Calabria, ai sensi dell'articolo 20 della legge 67/88, gli interventi definanziati con la nota del 18 luglio 2022 prot. 334114, relativi ai Presidi Ospedalieri di Locri, Melito Porto Salvo, Castrovillari, Cetraro e Paola, prevedendo il completamento di tali interventi attraverso l’aggiornamento del piano degli investimenti INAIL relativo all’annualità 2023.

F. IACUCCI, D. BEVACQUA, N. IRTO, E. ALECCI, R. MAMMOLITI

INTERROGAZIONE N. 67 DEL 21/07/2022 - Revoca finanziamento attività di bonifica da amianto e interruzione monitoraggio della qualità dell’aria

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
Considerato che: - recentemente è stata pubblicata su alcuni organi di stampa la notizia che il Governo Nazionale ha revocato alla Regione Calabria un finanziamento già concesso di 43 milioni di euro;
- questi fondi erano stati inizialmente destinati per il piano di bonifica dall’amianto dei soli edifici pubblici e successivamente, considerate le difficoltà riscontrate nell’utilizzo da parte di alcune Regioni, ne è stata rimodulata la destinazione per interventi generali di bonifica sempre dall’amianto;
- la revoca da parte del Ministero della Transizione Ecologica sembrerebbe sia dovuta alla mancata comunicazione nei termini da parte della Regione Calabria della volontà di continuare a utilizzare tali risorse per la nuova destinazione. Rilevato che: - nell’ultimo periodo, la rete regionale di centraline per il controllo della qualità dell’aria della Calabria sembrerebbe non stia più trasmettendo i risultati alla rete nazionale;
- tale interruzione di comunicazione di dati potrebbe essere stata determinata dal mancato rispetto di alcuni impegni contrattuali verso la società privata che gestisce il servizio, in particolare il mancato pagamento dei corrispettivi economici e il mancato rinnovo del contratto;
- l’interruzione del flusso continuo di dati relativi alla qualità dell’aria comporta una carenza tale da rendere difficile, se non impossibile, monitorare in modo adeguato lo stato dell’ambiente in Calabria, così determinando gravi conseguenze per la salute dei cittadini;
- la gravità dell’interruzione del servizio di monitoraggio della qualità dell’aria potrebbe, inoltre, comportare l’apertura di una procedura di infrazione con notevoli ripercussioni nei confronti della Regione. Tutto ciò premesso e rilevato interrogano il Presidente della Giunta regionale, anche nella qualità di titolare della delega all’Ambiente,
Per sapere:
- le ragioni della mancata comunicazione nei termini da parte della Regione Calabria della volontà di continuare a utilizzare le risorse in conseguenza della nuova destinazione di interventi generali di bonifica da amianto e quali iniziative si intendano avviare per permettere il recupero di tali somme di fondamentale importanza per la nostra regione, essendo numerosissimi i siti presenti sul territorio che necessitano di interventi di bonifica da amianto;
- le motivazioni del mancato rinnovo del contratto con la società privata di gestione del servizio di monitoraggio regionale della qualità dell’aria, che ha determinato la grave omissione di comunicazione dei dati alla rete nazionale, e quali interventi si intendano attuare per ripristinare con assoluta celerità il funzionamento della rete dei rilevatori della qualità dell’aria della regione Calabria.

21/07/2022
N. IRTO, F. IACUCCI, E. ALECCI, D. BEVACQUA, R. MAMMOLITI

 

INTERROGAZIONE N. 64 DEL 14/07/2022 - Livelli di assistenza nella Piana di Gioia Tauro

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
- le condizioni del comparto sanitario pubblico nell’Area Metropolitana di Reggio Calabria sono da tempo caratterizzate, per fatto notorio, da innumerevoli criticità;

- in particolare, l’area tirrenica a nord del capoluogo (Piana di Gioia Tauro e territori preaspromontani) risentono di una oramai risalente carenza di strutture, strumenti e personale;
- l’iter per l’edificazione del Nuovo Ospedale della Piana, da realizzarsi in Palmi, ha avuto inizio il 7.12.2007 con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma tra Ministero della Salute e Regione Calabria, finanziato mediante D.P.C.M. 11.12.2007 “con somma urgenza”;
- si è giunti al bando di gara il 1° agosto 2011, dopo 3 anni e 7 mesi;
- il contratto per la costruzione del nosocomio con la società Tecnis è stato stipulato l’8 maggio 2015, dopo 3 anni e 9 mesi;
- il progetto definitivo e l’indizione della conferenza dei servizi risalgono all’8 novembre 2018, ossia 3 anni e 6 mesi dopo il precedente atto;
- il 30 ottobre 2019 la società D’Agostino è subentrata quale concessionario a Tecnis;
- l’11 febbraio 2021 si è conclusa la conferenza dei servizi;
- in esito alla stessa è emersa la necessità di rimuovere alcuni tuboli di irrigazione di dichiarato interesse archeologico;
- inoltre, permangono sul sedime due elettrodotti per la rimozione dei quali è intervenuta apposita convenzione tra Regione Calabria e Rete Terna il 22 ottobre 2020, nonostante lo studio di fattibilità relativo a tale intervento risalga al 20 luglio 2017;
- a distanza di 14 anni dall’inizio dell’iter, il R.U.P. per la Regione Calabria, riscontrando una nota trasmessa dall’Associazione ProSalus di Palmi, in data 12 gennaio 2022 ha rappresentato che la consegna dei lavori non potrà avvenire senza che siano definite le vicende inerenti le problematiche su terre e rocce da scavo, lo spostamento degli elettrodotti, gli adeguamenti prescritti in sede di Conferenza dei Servizi, l’approvazione del Progetto Definitivo e, successivamente, del Progetto Esecutivo;
Considerato che: - nel Programma Operativo 2022-2025 del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro, si prevede l’approvazione del progetto esecutivo entro il mese di agosto 2023 ed un avanzamento fisico pari al 75% dei lavori contrattuali entro la fine del 2025, con ultimazione dei lavori e collaudo entro la fine del 2026;
- l’intera rete di assistenza territoriale nella fascia tirrenica reggina, nella Piana e nei territori pre-aspromontani risente di uno stato di emergenza costante, dovuto alla carenza di personale ed al deficit strumentale e strutturale;
- a riprova di ciò, nell’ottobre 2021 è stata disposta la chiusura del Pronto Soccorso di Gioia Tauro;
- nel mese di febbraio 2022, nell’ambito della mappa degli interventi definita dall’ASP di Reggio Calabria si è previsto che l’ex Ospedale “Pentimalli” di Palmi, oggi Casa della Salute, venga riconvertito in Casa di Comunità;
- il 25 giugno 2022 l’ASP di Reggio Calabria ha disposto il reclutamento di specialisti ambulatoriali interni per tutte le strutture di propria competenza;
- alla fine di giugno 2022 molti reparti dell’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena – unica struttura spoke del territorio – sono stati chiusi e gli interventi chirurgici sospesi;
- all’inizio di luglio anche il Pronto Soccorso di Polistena è rimasto privo di personale, tanto che la Commissaria Straordinaria dell’ASP di Reggio Calabria ................. ha sentito il dovere di indossare il camice e coprire un turno;
- con provvedimento del 10 luglio 2022, prot. n. 34841, il Collegio di Direzione dell’ASP di Reggio Calabria ha disposto la chiusura dei Punti di Primo Intervento di Palmi, Scilla ed Oppido Mamertina, trasferendo temporaneamente il personale medico presso il Pronto Soccorso del nosocomio di Polistena;
- in sostanza, l’intero comparto sanitario dell’area di riferimento è cronicamente sguarnito e non è in grado di garantire i livelli di assistenza essenziali;
- tale condizione tende a peggiorare, quanto agli effetti, in ragione del fisiologico aumento della popolazione che si registra in estate nei territori di riferimento;
- peraltro, proprio l’area costiera della Città di Palmi (frazioni Tonnara, Pietrenere, Scinà) – che nel periodo estivo è popolata da migliaia di persone in ragione dei flussi turistici territoriali, nazionali ed internazionali – è completamente sprovvista di qualsivoglia minimo presidio;
Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale, anche n. q. di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria

Per sapere:
- se è a conoscenza dei fatti su esposti;
- quali azioni intenda intraprendere per garantire i livelli di assistenza nella Piana di Gioia Tauro, nella fascia Tirrenica Reggina e nei territori preaspromontani;
- se intenda adottare provvedimenti per la riapertura immediata ed il potenziamento del Punto di Primo Intervento di Palmi;
- se intenda adottare provvedimenti per la realizzazione in concreto della Casa di Comunità di Palmi;
- se intenda adottare provvedimenti per istituire un pur minimo presidio sanitario presso l’area costiera della Città di Palmi;
- quali azioni intenda intraprendere per velocizzare l’iter di realizzazione dell’Ospedale della Piana in Palmi.

14/07/2022
E. ALECCI, D. BEVACQUA, F. IACUCCI, N. IRTO, R. MAMMOLITI

 

MOZIONE N. 26 DEL 11/07/2022 - Carenza idrica nel territorio Crotonese

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
- i cambiamenti climatici, che hanno determinato un incremento dei fenomeni atmosferici estremi, tanto per intensità quanto per frequenza, hanno un impatto devastante sulla crescita economica e sullo sviluppo delle società;
- le crisi ambientali connesse ai cambiamenti climatici unitamente alla scarsità di risorse idriche rischiano di compromettere la crescita economica dei territori: i cambiamenti climatici, infatti determinano un aumento considerevole delle necessità irrigue delle coltivazioni;
- l’utilizzo dell’acqua in agricoltura è fondamentale per la produttività del settore nonché elemento imprescindibile per la qualità delle produzioni ed è per questo che bisogna promuovere un uso sostenibile delle risorse idriche;
- l’agricoltura costituisce uno degli elementi trainanti dell’economia calabrese in generale e in particolare nei territori della provincia di Crotone;
- ogni anno in questi territori si ripropongono in maniera drammaticamente puntuale, le stesse identiche emergenze che mettono in crisi il settore e rischiano di vanificare il lavoro degli agricoltori e delle imprese agricole;
- prima e durante il periodo estivo la carenza idrica, dovuta anche a fenomeni sempre più intensi di siccità, si abbatte sul territorio crotonese che si ritrova a corto di acqua sia per quel che riguarda l’uso civico che per quello altrettanto indispensabile che concerne l’irrigazione dei terreni agricoli;
- nel corso degli anni sono stati proposti solo interventi tampone per affrontare la questione della carenza idrica dell’area del crotonese, senza mai giungere a soluzioni definitive, con conseguenze disastrose per il comparto agricolo del territorio;
Considerato che: - l’approvvigionamento idrico del territorio crotonese è affidato al cosiddetto “Sistema dei Laghi Silani” ed è regolamentato dalla Convenzione stipulata in data 5 novembre 1968 tra la Regione Calabria e la Cassa per il Mezzogiorno, nota come “Convenzione Enel-Casmez” con la quale viene fatto obbligo all’ENEL, oggi A2A Spa, tra l’altro di rilasciare, nel periodo da maggio a settembre di ogni anno, un volume di circa 33.000.000 di metri cubi di acqua, tenendo conto soltanto della prima coltura e spesso anche insufficiente per garantire la stessa;
- la predetta Convenzione non prende atto della seconda coltura, in particolare quella del finocchio, che è ormai diventata un’eccellenza del territorio crotonese con il riconoscimento dell’IGP da parte della comunità europea;
- nel mese di agosto 2021 la Regione Calabria ha siglato con A2A Spa un accordo per l’aggiornamento della Convenzione suddetta che prevede la possibilità del rilascio, a favore del fondovalle del Tacina, di volumi idrici annui aggiuntivi rispetto a quelli previsti nella Convenzione del 1968;
- nonostante questo incremento del volume di acqua rilasciata, non si è ancora riusciti a soddisfare le attuali esigenze del territorio, sia in termini di popolazione che di tipologia di colture;
- per il territorio di Isola di Capo Rizzuto l’approvvigionamento per l’idropotabile è garantito dalla medesima condotta che convoglia l’acqua “agricola” determinando che l’acqua idropotabile di fatto sia soggetta alla turnazione come quella agricola;
- il sistema idrico del territorio crotonese risulta essere obsoleto con continui episodi di rottura della condotta e conseguente spreco di acqua;
- è emersa già da tempo l’esigenza di affiancare a un più razionale utilizzo delle risorse idriche, interventi inderogabili di ammodernamento degli impianti pubblici esistenti, di azioni di manutenzione straordinaria e di introduzione di innovazioni tecnologiche finalizzate sia a una migliore efficienza degli impianti irrigui che alla raccolta delle acque per evitarne la dispersione a mare durante le stagioni della pioggia. Tenuto conto che: - ogni anno la situazione del territorio crotonese mette a serio rischio le colture con l’impossibilità per gli operatori del territorio, stante la richiamata incertezza della risorsa, di programmare la propria attività;
- detta problematica colpisce uno dei maggiori settori, quello agricolo, del territorio crotonese dove diverse sono le eccellenze da tutelare ed incentivare;
Impegna la Giunta regionale
a convocare urgentemente un tavolo tecnico con tutti i soggetti istituzionali interessati al fine di attuare i seguenti interventi per il breve e per il lungo periodo: a) assicurare immediatamente l’anticipazione di acqua sull’annualità 2023 onde garantire di portare a termine le prime colture, in ossequio a quanto stabilito dalla richiamata Convenzione del 1968, così come modificata dal nuovo accordo tra Regione Calabria e A2A Spa siglato nell’agosto 2021, nel rispetto delle esigenze complessive del comparto agricolo, altresì, pianificare per tempo il fabbisogno idrico per la seconda coltura, al fine di consentire agli imprenditori agricoli di poter programmare i loro investimenti;
b) adeguare la cosiddetta convenzione “Enel-Casmez” alle nuove disposizioni normative nazionali e regionali, prevedendo un ulteriore aumento dei volumi di rilascio per il territorio Crotonese al fine di adeguare la stessa alle nuove esigenze del comparto agricolo e quindi far fronte al fabbisogno idrico per mesi 12;
c) prevedere un piano di manutenzione straordinaria della rete idrica di proprietà regionale nonché attingere dalle risorse oggi disponibili per la realizzazione di una nuova infrastruttura idrica, per garantire la corretta gestione del bene idrico in un’ottica di risparmio della risorsa stessa;
d) attivare, attraverso adeguato finanziamento, il progetto che il Comune di Isola di Capo Rizzuto ha depositato presso gli uffici regionali per la realizzazione di una condotta diretta dall’invaso Sant’Anna e il primo punto di presa cosiddetta “Pedocchiella” sito nel territorio dello stesso comune, onde evitare la promiscuità della condotta per l’uso agricolo e idropotabile.

11/07/2022
N. IRTO,F. IACUCCI, E. ALECCI, D. BEVACQUA, R. MAMMOLITI

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Chi legifera non può pensare a sé o alla sua opinione ma deve pensare alla libertà che la sua legge realizza per gli altri. E ciò vale molto di più nelle materie in grado di interpellare morale e coscienza, come il fine vita, e per tenersi lontani dalle tentazioni statolatriche o da stato etico. Detto ciò, quale premessa culturale per riaffermare il metodo della laicità negli stati liberaldemocratici, la presente proposta di legge ha come fondamento giuridico, anche con riferimento a tutte le questioni d’attribuzione della competenza a legiferare in sede regionale, la sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019. Il tutto, ovviamente, nell’attesa di una norma statale in grado d’introdurre una normativa eventualmente innovativa. La sottrazione dall’alveo della penale responsabilità, infatti, della condotta di assistenza alla morte in presenza di determinate condizioni e fatto salvo il diritto di obiezione di coscienza, fa scaturire – anche in termini di rispetto della dignità della persona umana – il dovere delle strutture sanitarie e del personale sanitario di prestare tutta la più adeguata assistenza per conseguire uno scopo, la morte, fonte di minore afflizione e sofferenza rispetto ad ogni cura e senza aver rinunciato prematuramente alle cure palliative. Così posta la questione e riaffermando la competenza concorrente delle regioni in materia di tutela della salute, emerge l’obbligo per le strutture sanitarie italiane, la cui gestione avviene com’è noto a livello regionale, di fornire il livello di assistenza rinveniente dall’applicazione di norme statali, così come derivate da un giudizio di costituzionalità con cui è stata ampliata la sfera di non punibilità di una condotta (art. 580 Codice penale) e perciò aggiungendo una “nuova prestazione” assistenziale a carico del servizio sanitario nazionale. La sopraccitata “sentenza additiva di prestazione” risulta peraltro bilanciata anche con riferimento all’articolo 81 della Costituzione, poiché la “nuova prestazione” è abbondantemente coperta dai Livelli essenziali di assistenza: sia nella prospettiva delle cure comunque necessarie previste per i malati terminali e cronici, sia per la sua assimilabilità sotto il profilo meramente finanziario alle cure palliative. Assodata, dunque, la competenza regionale a legiferare, resta conclusivamente da osservare che l’introduzione della presente disciplina serve a dettagliare i tempi e i modi del procedimento e a eliminare eventuali residui d’incertezza e problematicità, al cospetto di un tema altamente sensibile e perciò fonte di notevoli dubbi applicativi. E su questo vale chiarire la considerazione che in fondo lo scopo della legge è assicurare alle persone con malattie terminali e croniche un congedo dalla vita che non sia gravato da un processo lento e doloroso per sé e per le persone che sono loro care.

Allegati:
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INTERROGAZIONE N. 58 DEL 20/06/2022 - Attivazione microcredito regionale FROIS per il sostegno alle imprese

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
- in data 07.12.2018 la Giunta regionale, ai sensi del Regolamento UE n. 1303/2013 art.37, con deliberazione n.617 ha istituito il Fondo Regionale Occupazione, Inclusione e Sviluppo (FROIS), uno strumento finanziario con dotazione iniziale di 20.000.000,00 di euro a valere sulle risorse del POR FESR-FSE 2014-2020, finalizzato al sostegno sia dell’occupazione che dell’inclusione sociale attraverso il finanziamento di due prodotti: il Microcredito per l’Occupazione e l’Inclusione (MOI) e il Prestito Partecipativo per il sostegno alle imprese sociali;
- con la suddetta D.G.R. n. 617/2018 è stato anche approvato lo schema di accordo di finanziamento con Fincalabra S.p.A., in qualità di Organismo delegato per la gestione e il funzionamento del FROIS, ai sensi dell’art.38 del Regolamento UE n.1303/2013;
- in attuazione del Fondo Regionale Occupazione, Inclusione e Sviluppo (FROIS) e in particolare del Microcredito per l’Occupazione e l’Inclusione (MOI), la Regione Calabria in data 15.07.2019 pubblica un avviso in preinformazione per la concessione di aiuti sotto forma di finanziamenti a tasso agevolato con una dote finanziaria pari a € 10.000.000,00, con l’obiettivo di sostenere gli investimenti per la creazione di nuove imprese o il rafforzamento di imprese esistenti;
Rilevato che: - nel mese di aprile 2022 la Regione Calabria ha pubblicato due nuovi avvisi per l’attivazione dello Strumento finanziario del FROIS: l’ Avviso pubblico Linea 1 che prevede il sostegno agli investimenti per la creazione di nuove imprese e l’Avviso pubblico linea 2 per il sostegno alle Imprese Sociali;
- con deliberazione di Giunta n. 88 del 05.03.2022, la Regione Calabria ha confermato la società Fincalabra S.p.A. quale soggetto gestore per l’esecuzione del FROIS, in conformità con le disposizioni di cui all’Art. 38 del Regolamento UE n. 1303/2013 e quindi come società responsabile della gestione di entrambi gli avvisi suddetti;
Considerato che: - l’avviso in preinformazione della Regione Calabria del 15.07.2019 era rivolto principalmente alle imprese esistenti sul territorio regionale, in particolare alle imprese in difficoltà, come quelle cosiddette non bancabili, prevedendo la concessione di finanziamenti a tasso agevolato per sostenere gli investimenti per il loro rafforzamento;
- l’avviso che la Regione Calabria ha pubblicato nello scorso mese di aprile, relativo all’attivazione del FROIS Linea 1, si rivolge invece agli investimenti per la creazione esclusivamente di nuove imprese ed esclude tout court il finanziamento alle imprese già esistenti;
- gli accordi di finanziamento stipulati tra la Regione Calabria e Fincalabra S.p.A. per la gestione del FROIS e approvati rispettivamente dalle deliberazioni di Giunta n. 617/2018 e n. 88/2022, includono due documenti di Valutazione ex ante, stilati ai sensi dell’art. 37 del Regolamento UE n. 1303/2013, le cui conclusioni e raccomandazioni devono essere tenute in considerazione nella gestione dello strumento finanziario del FROIS;
- entrambi i documenti di Valutazione si basano sull’analisi della situazione del sistema produttivo calabrese, delle imprese regionali e del sistema creditizio ed evidenziano un ritardo delle imprese calabresi non solo rispetto alle zone più industrializzate del Paese ma anche rispetto alle altre regioni del Sud Italia, e in particolare rilevano come, secondo i recenti rapporti della Banca d’Italia, “l’accesso al credito in Calabria sconti maggiori interessi e rischi rispetto alla media nazionale” riferendosi a quello calabrese come a un “tessuto produttivo che vive in una condizione di persistente stretta creditizia” a causa dei rigidi parametri esistenti per l'erogazione del credito alle imprese da parte degli istituti bancari, caratterizzato da “imprese mediamente più piccole, tecnologicamente meno evolute e con minore capacità di raggiungere la domanda estera di quelle nazionali ed europee” trattandosi spesso di “micro-imprese anche sul modello dell’impresa familiare”;
- tra le raccomandazioni contenute nei documenti di Valutazione ex ante risultano pressanti e inderogabili sia la facilitazione dell’accesso ai finanziamenti, in particolare per quegli imprenditori che hanno difficoltà ad accedere al credito tradizionale, sia la necessità di incrementare le competenze per rendere le imprese più competitive;
- il microcredito è lo strumento finanziario principale per rispondere alle esigenze di inclusione finanziaria e sociale, favorendo la realizzazione di nuovi investimenti, in particolare per quelle imprese cosiddette non bancabili, che presentano difficoltà di accesso al credito tradizionale e quindi in condizioni di svantaggio;
- il periodo di crisi economica acuta che stiamo attraversando, a causa dei rincari, come quello del costo dell’energia, legati in parte alla guerra in Ucraina, ma soprattutto a una congiuntura internazionale negativa iniziata ben prima, ha determinato l’aggravarsi delle condizioni delle imprese in difficoltà, alcune delle quali si erano appena riprese dai contraccolpi delle misure adottate per il contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19;
- molte delle imprese in difficoltà esistenti sul territorio calabrese, specie se piccole e piccolissime, non riescono ad accedere al credito tradizionale per finanziare i propri investimenti o semplicemente per restare sul mercato e, laddove non riescano a ottenere un sostegno economico attraverso gli strumenti regolari diventano facili prede dell’usura;
- la chiusura di imprese risulterebbe in un aumento del bacino dei disoccupati, dei cassaintegrati e dei percettori di altre misure di sostegno economico;
Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
- le ragioni della mancata attivazione dell’avviso che la Regione Calabria in data 15.07.2019 ha pubblicato in preinformazione in attuazione del Fondo Regionale Occupazione, Inclusione e Sviluppo (FROIS) e in particolare del Microcredito per l’Occupazione e l’Inclusione (MOI);
- le motivazioni dell’esclusione delle imprese esistenti dalle agevolazioni di finanziamento previste dall’Avviso pubblico Linea 1 che la Regione Calabria ha pubblicato nel mese di aprile c.a. per l’ attivazione del FROIS;
- quali interventi si intendono attuare affinché la Regione Calabria si doti di uno strumento di finanziamento rivolto alle imprese già esistenti sul proprio territorio, in particolare alle imprese che si trovano in condizioni di svantaggio e con difficoltà di accesso al credito, per impedirne la chiusura, ricordando che spesso queste imprese sono piccole e piccolissime, condotte da giovani e da donne.

20/06/2022
N. IRTO, F. IACUCCI, E. ALECCI, D. BEVACQUA, R. MAMMOLITI

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

La presente proposta emendativa mira a modificare il comma 3 dell’art. 2 della Legge Regionale del 16 dicembre 2021, n. 33 rubricato “Attuazione della Fusione”. In seguito all’approvazione della suddetta Legge Regionale, è stata data attuazione alla fusione dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” ed il comma 3, oggetto di modifica, ha istituito una Commissione Tecnica Paritetica, al fine di definire il testo del protocollo d’intesa, costituita da due delegati del Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro nella Regione Calabria e da due delegati del Rettore dell’Università. E’, tuttavia, necessario integrare la detta Commissione prevedendo la partecipazione permanente alla stessa di due delegati dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese- Ciaccio”, in quanto Azienda oggetto di fusione, e del Sindaco della Città di Catanzaro, essendo massima autorità sanitaria del Capoluogo di Regione e Sindaco del Comune nel cui territorio ricadono le Aziende oggetto di fusione. La legge non comporta oneri, per come si desume dall’articolo 2.

Allegati:
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Relazione illustrativa

Nel rispetto della suddivisione costituzionale delle competenze legislative tra Stato e Regioni, nell’esercizio della competenza regionale in materia di tutela della salute, di cui all'articolo 117, comma terzo della Costituzione, per garantire al cittadino il diritto alla salute di cui all’art 32 Cost. e le prestazioni sanitarie di cui alla legge 23 dicembre 1978, n. 833 (Istituzione del servizio sanitario nazionale) e al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), si propone l’istituzione del servizio di psicologia di base. Il supporto psicologico attualmente è uno strumento essenziale per la tutela della salute del singolo e, in età pediatrica, per l’armonica formazione della personalità. In contesti di degrado e di deprivazione socio-economico-culturale il sostegno psicologico si pone come indispensabile anche per la prevenzione di comportamenti socialmente allarmanti. I disturbi psicologici, nel tempo, hanno sempre più manifestato la loro gravità sia in termini di qualità di vita sia in termini di costo per l'intera società. L'incidenza dei disturbi mentali è grave tanto quanto quella delle patologie di altro tipo e non può più essere sottovalutata. L’attuale contingenza pandemica ha drammaticamente favorito il diffondersi di vecchie e nuove patologie (es. crisi d'ansia e di depressione, aumento delle condotte autolesioniste, disturbi alimentari, crisi di panico, hikikomori). Numerosi studi hanno R_CALABR|AAA0ABE|RGP2022|PROT. N. 0008686|04/04/2022 evidenziato incisive conseguenze della pandemia sulla sfera psicologica ed emozionale delle persone, anche di quelle che non avevano una storia precedente di disturbi del genere. Le forzate modifiche allo stile di vita e alle relazioni interpersonali, la solitudine, la paura di ammalarsi o di contagiare altri hanno prodotto l'insorgenza di disturbi fortemente interferenti con la qualità di vita. Da recenti rapporti dell’American Academy of Pediatrics, dell’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry e della Children’s Hospital Association e dell’UNICEF si evince un quadro preoccupante anche per la salute mentale dei più giovani che si traduce in uno scarso rendimento scolastico, nella mancanza di interessi culturali e di vita, nello scarso sviluppo dell’empatia che incide pericolosamente nella costruzione sociale del futuro cittadino. Inquietanti, poi, i dati relativi ai tentativi di suicidio e atti di autolesionismo tra i giovanissimi (a partire dai 12 anni) aumentati del 30%. Si impone, dunque, la necessità di interventi legislativi che implementino il servizio sanitario e abbraccino, in specie, un'idea di medicina di base diversa, attenta ai disagi di ogni genere. Peraltro, non può disconoscersi che la sinergia tra medici/pediatri di base e psicologi servirebbe anche ad individuare più facilmente i disturbi psicosomatici con un conseguente risparmio per la sanità pubblica, spesso gravata da costi diagnostici esorbitanti. A seguito della pandemia, il problema del sostegno psicologico alla comunità ha suscitato maggiore attenzione che, tuttavia, necessita di concretizzarsi in provvedimenti legislativi efficaci. Si dà atto di un'accresciuta sensibilità verso la problematica desumibile anche dalla sentenza n°241/2021 della Corte Costituzionale. L'approvazione della presente proposta comporterebbe nella nostra Regione l'adozione di una modalità più pregnante e significativa per la realizzazione degli obiettivi psicopedagogici da conseguire per il benessere individuale e l’eventuale emersione di comportamenti socialmente deprecabili. I beneficiari del presente intervento regionale dovrebbero essere tutti i cittadini per i quali si indicano gli obiettivi più urgenti perseguibili con l’inserimento di tale figura: a) fornire un primo livello di supporto psicologico ai singoli membri della comunità, efficace ed economicamente accessibile; b) prevenire e diagnosticare precocemente l’insorgenza di patologie psichiatriche/psicologiche e di disturbi del comportamento dovuti a difficoltà connesse al superamento di un lutto, all’adattamento alle condizioni collegate anche alla pandemia Covid-19, a malattie (proprie o dei propri amici e/o parenti), a disagi emotivi momentanei, a situazioni logoranti, a problematiche psicosomatiche; c) diagnosticare precocemente conseguenze di abusi; d) diagnosticare e contrastare la tendenza a tutte le dipendenze patologiche; e) contrastare ogni forma di razzismo e di discriminazione; f) conoscere e diffondere buone pratiche sociali (capacità di controllo della rabbia e delle altre emozioni negative e capacità di sviluppo delle emozioni positive; g) adottare idonee strategie capaci di superare le difficoltà relazionali spesso degeneranti in violenze fisiche e psicologiche. Il percorso psicologico della conoscenza di sé è importante per lo sviluppo di una personalità equilibrata e si configura come un necessario complemento alle opportunità offerte dal contesto socio economico di riferimento. La Regione e gli enti locali non possono rimanere indifferenti dinanzi all’emergere di esigenze collettive di così primario interesse, peraltro anche considerando che ogni investimento sul capitale umano comporta non solo un vantaggio per il singolo ma per l’intera collettività sia in termini di sicurezza sociale sia di maggiore sviluppo economico. La proposta consta di otto articoli. L’art. 1 istituisce il Servizio di psicologia di base. L’art. 2 indica i beneficiari e gli obiettivi di tale servizio. L’art. 3 indica la creazione degli Elenchi provinciali degli Psicologi di base e i requisiti per essere iscritti. L’art. 4 detta l’organizzazione, la strutturazione e le modalità di svolgimento del Servizio. L’art. 5 istituisce un organismo indipendente con funzioni di Osservatorio regionale. Gli artt. 6 e 7 sono rubricati rispettivamente “Clausola valutativa” e “Norma finanziaria”. L’art. 8 disciplina, infine, l’entrata in vigore.

Allegati:
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Il gruppo del Pd in Consiglio ha depositato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta avente ad oggetto il “potenziamento della connessione intermodale del porto di Gioia Tauro”.

«Il porto di Gioia Tauro è il più grande presente in Italia e grazie alla sua posizione geografica riveste un ruolo di infrastruttura di importanza strategica per l’intero Mediterraneo e rappresenta uno snodo nevralgico per la logistica nazionale e internazionale - scrivono i consiglieri regionali del Pd Nicola Irto, Ernesto Alecci, Domenico Bevacqua, Franco Iacucci e Raffaele Mammoliti - la funzione di Gateway del porto di Gioia Tauro non è pienamente operativa mancando di una rete ferroviaria moderna che assicuri una connessione intermodale efficiente con l'entroterra, in grado di garantire un trasferimento veloce delle merci dallo scalo portuale verso il resto del Paese, dell’Europa e viceversa». «L’offerta di trasporti intermodali – si legge ancora nell’interrogazione dem - da e per Gioia Tauro risulterebbe potenziata attraverso un’opera di adeguamento della struttura di collegamento ferroviario tra il terminal portuale e la rete ferroviaria di RFI. Con un ritardo di quasi un anno, nel mese di maggio 2021, con delibera n. 221, la Giunta regionale esprimeva formale intesa su quanto indicato all’ articolo 208 del decreto-legge 34/2020, grazie al quale si perfezionava il trasferimento a titolo gratuito del collegamento ferroviario Rosarno-San Ferdinando e il relativo impianto a RFI».

«Pertanto a RFI – proseguono i consiglieri del Pd - quale gestore dell’infrastruttura nazionale, spetta il processo di ammodernamento e di adeguamento di questa linea ferroviaria agli standard della rete nazionale ed europea. Ancora oggi non è stato completato il trasferimento del raccordo ferroviario Rosarno-San Ferdinando e del relativo impianto a RFI e che in fase di ricognizione dei beni oggetto del trasferimento è risultato che le particelle catastali interessate dal tratto ferroviario in questione sono di proprietà del CORAP e addirittura alcune di esse di proprietà di privati e che il mancato perfezionamento del trasferimento ha determinando la sospensione delle operazioni di intervento di ammodernamento del raccordo da parte di Rfi. Inoltre, il PNRR ha previsto risorse pari a 60 milioni di euro per la realizzazione di interventi di potenziamento del collegamento ferroviario del porto di Gioia Tauro che non possono essere dispersi».
Davanti a questo quadro, i consiglieri dem chiedono alla giunta regionale «quali azioni intende intraprendere e quali interventi intende attuare affinché si completi il trasferimento della proprietà del collegamento ferroviario Rosarno-San Ferdinando dal CORAP alla Regione e alla società RFI e si permetta di portare a termine i lavori secondo programmazione e nei tempi previsti».

Del resto il medesimo tema è stato oggetto, proprio durante gli scorsi giorni, di un’interrogazione parlamentare presentata da Enza Bruno Bossio al Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini che nella sua risposta ha fotografato lo stato dell’arte, confermando che «le attività di ricognizione dei beni oggetto di trasferimento definitivo a RFI sono state avviate nel mese di novembre 2020 e, ad oggi, gran parte delle aree interessate risultano correttamente intestate all’ASIREG/ASI, odierno CORAP, mentre una limitata parte presenta alcuni disallineamenti di natura catastale, in corso di risoluzione, dal momento che dette aree sono parzialmente occupate dalla rete ferroviaria e non correttamente volturate all’epoca della realizzazione dell’infrastruttura».

«Questo processo – concludono i consiglieri dem – dovrà essere concluso nel mese di dicembre 2022 per consentire il completamente dei lavori entro il 2026 ed è chiaro, dunque, che non si può più perdere tempo se non si vogliono perdere risorse e si vuole davvero investire sullo sviluppo del porto».

MOZIONE N. 17 DEL 07/03/2022 - Promuovere le comunità energetiche e contrastare il caro-bollette, per un'autonomia energetica della Calabria.

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
- i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l'Europa e per il mondo. Una risposta forte a tali sfide viene data dalla Commissione europea che già con le direttive 2012/27/UE, 2018/844/UE e 2018/2001/UE, aveva promosso l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili anche nelle attività produttive, assegnando precisi obiettivi agli Stati membri. Adesso, con il “Green Deal europeo”, ha individuato la strategia di crescita mirata a trasformare l'Unione Europea in una società giusta e prospera, dotata di un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse. La neutralità climatica nell'UE entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di riduzione netta di almeno il 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 hanno costituito il riferimento per l'elaborazione degli investimenti e delle riforme in materia di transizione verde contenuti nei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Nell’ambito del pacchetto “Clean Energy for all Europeans” (Energia pulita per tutti i cittadini europei), su proposta della Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno adottato la cd. RED II, la Direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili (UE 2018/2001), che riconosce e promuove le configurazioni di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche;
- coerentemente agli indirizzi europei, l'Italia ha adottato il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) nel quale vengono individuati gli obiettivi da raggiungere per il 2030: la copertura del 30% dei consumi energetici finali lordi da energia da fonti rinnovabili. Gli obiettivi individuati nel PNIEC devono essere ancora adeguati a quanto previsto dall’European Green Deal;
- il dibattito sulle modalità per ridurre gli impatti e affrontare i rischi del cambiamento climatico ha determinato la forte presa di posizione delle Istituzioni dell’Unione. Di fronte alla proposta della Commissione europea sull’innalzamento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 55% al 2030, il Parlamento Europeo ha rilanciato con un traguardo ancora più ambizioso, pari a una riduzione del 60%. I nuovi target, molto più sfidanti rispetto a quelli già individuati, richiedono un maggior impegno dell'Italia;
- le evoluzioni del contesto territoriale e dello scenario energetico nazionale e regionale, nonché le innovazioni introdotte a livello strategico e normativo dalla Commissione Europea e dal Governo richiedono una immediata trasformazione del PEAR (Piano Energetico della Regione Calabria), approvato con delibera del Consiglio regionale 14 febbraio 2005, n. 315, nel nuovo PREAC (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima), modellandolo sui continui progressi tecnici e tecnologici, redigendo le modalità di sviluppo energetiche della Calabria e puntando ad una concreta decarbonizzazione regionale attraverso una decisa transizione energetica finalizzata alla promozione dell'utilizzo delle energie rinnovabili e di interventi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, così da avere un fondamentale atto di pianificazione in materia energetica ed ambientale;
- nelle linee programmatiche per il governo regionale 2021-2026, approvate in Consiglio regionale il 14 dicembre 2021, vengono previsti “premi per comunità che vantano comportamenti virtuosi nel risparmio energetico piuttosto che nell’abbattimento di CO2”;
- il Consiglio regionale ha approvato la Legge Regionale 19 novembre 2020, n. 25 “Promozione dell’istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili” modificato con la L.R. 23 aprile 2021, n. 2;
- le comunità energetiche sono diventate realtà con le disposizioni contenute all'articolo 42-bis del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8. Sono associazioni di cittadini, commercianti, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, che uniscono le forze dotandosi di impianti per la produzione e l'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Tutti i soggetti coinvolti si possono trovare in un perimetro anche più ampio di un condominio, ma devono essere collegati alla stessa cabina di trasformazione dell'energia, affinché la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l'attività commerciale e industriale principale. Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 30 novembre 2021, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 di attuazione della direttiva UE RED II (2018/2001) del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, si è compiuto l’atteso passo avanti che consentirà alle comunità energetiche rinnovabili di dispiegare tutto il loro potenziale. La direttiva Red II stabilisce che entro il 2030, a livello europeo, le energie rinnovabili dovranno incidere per almeno il 32% sul consumo finale lordo di energia. Il decreto contiene due elementi principali che dovrebbero consentire lo sviluppo e la diffusione delle comunità energetiche: l’aumento del limite di potenza degli impianti ammessi ai meccanismi di incentivazione, che passa da 200 kW a 1 MW;
la rimozione del limite della cabina secondaria, che permette la costituzione di comunità energetiche con membri connessi alla cabina di trasformazione dell'energia primaria. Oltre ai benefici diretti, le configurazioni vengono sostenute anche da una tariffa incentivante e, in caso di riqualificazione complessa, che includa anche alcuni interventi sugli impianti o sull’involucro (identificati dalle norme come interventi trainanti), è possibile accedere alle detrazioni fiscali del 110% (c. d. Superbonus) anche per la realizzazione di impianti fotovoltaici (o di sistemi di accumulo) nel contesto di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche, purché l’energia non autoconsumata o condivisa sia ceduta al GSE;
- è importante perseguire una pianificazione energetica regionale fondata sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili con la finalità di massimizzare le opportunità di produzione di energia offerte da un uso razionale e integrato delle fonti rinnovabili disponibili localmente diminuendo la dipendenza da combustibili fossili e migliorando le condizioni ambientali con la riduzione di emissioni climalteranti. Tutti i piani regionali, nazionali ed europei sull’energia prevedono azioni importanti per fare ripartire un'economia circolare e green durevole nel tempo e che permetta di annullare la povertà energetica, molto spesso sottovalutata anche nella nostra regione. Tra gli obiettivi di questi piani vi sono lo sviluppo delle fonti rinnovabili locali e la spinta all’autoconsumo, soprattutto con la promozione delle comunità energetiche rinnovabili, portata avanti anche dal PNRR e dalla programmazione europea 2021-2027, al fine di diffondere la nascita di queste comunità che permetteranno ai cittadini di passare dall’essere dei semplici consumatori di energia a dei veri e propri produttori (prosumer). Considerato che: nell’audizione innanzi alle Commissioni riunite VIII, X e XIII della Camera dei Deputati, il 15 febbraio 2022, in merito alla relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Ministro della transizione ecologica, prof. Roberto Cingolani, ha spiegato come il MiTE abbia titolarità della porzione più rilevante della Missione 2 ‘Rivoluzione Verde e transizione ecologica’ con 34,71 miliardi articolati su 26 investimenti e 12 riforme, suddivisi in 4 componenti: 1) Economia circolare e agricoltura sostenibile;
2) Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile;
3) Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
4) Tutela del territorio e della risorsa idrica. In particolare, è prevista l’emanazione di nuovi bandi (con il Sud destinatario del 40% delle risorse) per quasi 10 miliardi di euro: ‘Rafforzamento smart grid’ (per 3,61 miliardi di euro), ‘Sviluppo Agrovoltaico’ (per 1,1 miliardi), ‘Sviluppo del biometano’ (per 1,92 miliardi) , ‘Interventi su resilienza climatica reti’ (per 0,5 miliardi), ‘Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano’ (per 0,33 miliardi), ‘Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento’ (per 0,2 miliardi) ma soprattutto sulla ‘Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'autoconsumo’ per la cifra di 2,2 miliardi di euro;
- risulta essere fondamentale, nell’attuazione del PNNR, il coinvolgimento del livello territoriale, ovvero delle regioni, nella predisposizione dei progetti;
- il 15 febbraio 2022 il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la legge “Promozione e sviluppo di un sistema di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Lombardia. Verso l'autonomia energetica” (relatori Massimo De Rosa del Movimento 5 Stelle e Gabriele Barucco di Forza Italia). La normativa è sostenuta da un investimento regionale iniziale di ventidue milioni di euro che consentirà di creare una rete diffusa di impianti di produzione e accumulo energetico formata da 6mila comunità energetiche che nasceranno nei prossimi 5 anni nel territorio lombardo. La “rete” risponderà ai fabbisogni di abitazioni private, aziende, ospedali, scuole ed enti locali, riducendo i costi energetici a carico dei consumatori. A regime, infatti, le Comunità Energetiche della Lombardia saranno in grado di generare un incremento di potenza fotovoltaica di quasi 1.300 MW, cioè un terzo dell’obiettivo di sviluppo del fotovoltaico entro il 2030. Senza trascurare il fatto che la realizzazione dei nuovi impianti e la loro manutenzione potrebbe avere anche significative ricadute occupazionali generando nuove opportunità di lavoro. La funzione di coordinamento di tutte le comunità energetiche sarà svolta dalla Comunità Energetica Regionale Lombarda (CERL). La CERL dovrà promuovere la cultura delle fonti di energia rinnovabile con iniziative formative e informative dirette ai cittadini, alle imprese e agli enti e supportare la nascita delle singole comunità energetiche territoriali. Il Consiglio regionale della Lombardia, con questa legge, vuole utilizzare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a sostegno delle comunità energetiche, che prevedono un finanziamento di 2,2 miliardi di euro per i Comuni con meno di 5 mila abitanti e quelle del POR FESR a disposizione della Regione Lombardia per il sostegno alla diffusione delle CER che ammontano a 55,5 milioni di euro. Tenuto conto che: - secondo le elaborazioni del Ministero della transizione ecologica, DGISSEG - DIV. III, su dati SNAM Rete Gas, S.G.I s.p.a. ed altre, nel 2020 la Calabria è stata la quinta regione d'Italia, pur essendo la decima per popolazione residente, per consumo di gas destinato al termoelettrico tradizionale, con circa il 10% del fabbisogno nazionale;
- secondo le ultime stime, nel 2021 il consumo lordo di gas in Italia è stato pari a 76,071 miliardi di metri cubi di gas con 3,343 miliardi di metri cubi di produzione nazionale e la restante parte (72,728 miliardi) importata dall’estero: ben il 95,7%. Preso atto che: - il 15 febbraio 2022, in audizione al Senato, il Presidente di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti ambiente) ha reso noto che, pur con gli interventi straordinari da parte del Governo, nel primo trimestre 2022 sul primo trimestre 2021 si è registrato un aumento del 131% per il cliente domestico tipo di energia elettrica (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse). Il caro-bollette derivante dalla crisi dei mercati dell'elettricità e del gas comporta rilevanti problematiche a causa di un ingente maggiore spesa energetica. I rincari colpiscono infatti pesantemente le famiglie, sia direttamente con gli aumenti in bolletta e sia per gli inevitabili aumenti dei prezzi dei beni di consumo per effetto degli aumenti dei costi di produzione. L’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, connessa con la forte dipendenza del nostro Paese da approvvigionamenti dall’estero, ha determinato un impatto significativo del “caro energia” sul sistema produttivo e sulle famiglie tale da indurre il Governo ad interventi volti a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo. Inoltre, le attività economiche, per le medesime ragioni, vedono ulteriormente indebolita la propria competitività sui mercati. È dunque necessario attuare interventi strutturali forti ed investimenti importanti sulle energie rinnovabili mirati ad affrancare l'Italia e la Calabria dalla dipendenza energetica. Le azioni di efficientamento energetico offrono numerosi vantaggi: rappresentano in primo luogo un valido aiuto per ridurre il peso della bolletta energetica, consentendo di abbattere i costi;
sono uno strumento fondamentale per favorire la riduzione delle emissioni di CO2, contribuendo ad un'effettiva transizione ecologica;
- nel comunicato dell’8 gennaio 2022, la CGIA di Mestre, sulla base dei calcoli effettuati dall’Ufficio studi, ha evidenziato che, rispetto al 2019, ammonta a quasi 36 miliardi di euro l’extra costo stimato che le imprese italiane sosterranno quest’anno a causa solo dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche. L’incremento del costo per le imprese ubicate in Calabria sarà pari a 424 milioni di euro. Secondo la Nota del 17 gennaio 2022 sui rincari delle commodities, realizzata dal Centro Studi di Confindustria, tale evoluzione dello scenario energetico comporta per la manifattura italiana un incremento di costi per la fornitura di energia che passano dagli 8 miliardi circa nel 2019, ad oltre 20 miliardi nel 2021 e oltre 37 miliardi nel 2022. Si tratta di un incremento del costo complessivo del 350% nel 2021 e del 650% rispetto ai costi del 2020. Tali aumenti di costi risultano insostenibili in termini di competitività per le imprese italiane. A subire gli effetti dei rincari è anche l’intera filiera agroalimentare, così importante nella nostra regione, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione. Agli aumenti di luce e gas si aggiunge il rincaro dei carburanti che si abbatte in particolare sul mondo dell’autotrasporto facendo chiudere le imprese e mettendo in difficoltà lavoratori e famiglie;
- in una nota del 3 marzo 2022 Confcommercio, in collaborazione con Nomisma Energia, ha stimato gli effetti del conflitto in Ucraina sulle imprese del terziario di mercato. Lo scoppio della guerra in Ucraina il 24 febbraio scorso ha innescato una forte instabilità al rialzo dei prezzi dell'energia, già in atto da mesi, con incrementi di circa il 50% delle quotazioni del gas e dell'elettricità sui mercati internazionali. Conseguentemente, l'impatto sulla bolletta energetica di famiglie e imprese diventa sempre più pesante e difficilmente sostenibile. In particolare, per le imprese del terziario di mercato dei settori del commercio, della ricettività e della ristorazione un aggravamento del conflitto, con l'eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, con un incremento di oltre il 160% rispetto al 2021;
sul fronte carburanti, il prezzo del petrolio macina nuovi record e spinge il gasolio oltre 1,8 € al litro e con il conflitto in corso per l'autotrasporto si rischia una maggiore spesa annua di 21 miliardi. Il prezzo del gas, quello più esposto alla crisi degli ultimi mesi, a inizio febbraio era intorno a 80 € per megawattora, per salire a 120 € il giorno dell'inizio del conflitto e toccare, in questi ultimi giorni, punte anche superiori a 170 €, livelli incomparabili con i 25 € di un anno fa;
- è necessario promuovere iniziative concrete per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese e una delle misure può essere quella di incentivare e diffondere in modo capillare le comunità energetiche, al fine di contribuire in maniera consistente alla produzione di energia rinnovabile a scala locale e apportare benefici ambientali ed economici anche al sistema energetico nazionale;
- sarebbe quanto mai necessaria la riqualificazione energetica degli immobili gestiti dall’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Calabria (ATERP) e il loro inserimento in comunità energetiche rinnovabili, non solo ai fini dell’accrescimento di valore del patrimonio immobiliare, ma anche in considerazione del fatto che gli inquilini occupanti sono notoriamente soggetti a basso reddito che beneficerebbero in modo rilevante dei risparmi in bolletta ottenuti grazie a tali interventi;
Impegna la Giunta regionale
1. Ad aggiornare il PEAR (Piano Energetico della Regione Calabria), trasformandolo in PREAC (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima) che persegua il più ampio ricorso a strumenti che migliorino insieme sicurezza energetica, tutela dell’ambiente e accessibilità dei costi dell’energia, rafforzando l’impegno per la transizione ecologica e la decarbonizzazione dell’economia, tenendo in debita considerazione aspetti di sostenibilità economica e sociale, nonché di compatibilità con altri obiettivi di tutela ambientale e possa indicare nuovi scenari evolutivi dello sviluppo energetico regionale, gli obiettivi e gli strumenti della politica energetica regionale, la formulazione di indirizzi generali, le proposte volte a incentivare il ricorso alle energie rinnovabili ed al risparmio e all’efficientamento energetico e la definizione di un programma dettagliato delle azioni da realizzare. 2. A promuovere le comunità energetiche e l’autoconsumo, assumendo un ruolo di protagonista nella fase del cambiamento e per intercettare i finanziamenti previsti dal PNRR, anche mediante la creazione di una Comunità Energetica Regionale Calabrese che funga da centro di coordinamento e impieghi anche aree o edifici di proprietà regionale, mettendo al centro il cittadino, le associazioni, le piccole e medie imprese e gli enti locali, in modo che siano protagonisti e beneficiari della transizione energetica e sostenendo prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica. 3. A porre in essere tutti gli atti necessari volti a garantire la possibilità di usufruire nei termini di legge, dei bonus di efficientamento energetico riguardanti gli immobili di edilizia residenziale pubblica gestiti dall’ATERP e a favorire la costituzione delle comunità energetiche per gli stessi edifici, così da riqualificare il patrimonio esistente, valorizzare gli immobili e migliorare le condizioni di vita degli inquilini, solitamente a basso reddito, con una diminuzione dei costi dell’energia consumata. 4. Ad individuare risorse per l’emanazione di bandi, in particolare per le piccole e medie imprese calabresi, che prevedano incentivi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti delle imprese e delle attività produttive, compensando l’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera dei trasporti e della logistica, anche estendendo la platea dei beneficiari e individuando eventuali possibili misure di sostegno per le imprese calabresi e le famiglie meno abbienti per far fronte all’aumento dei costi di energia e gas. 5. A interloquire con il Governo Nazionale per promuovere iniziative concrete per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese con la finalità di tutelare la competitività delle imprese e ridurre l'impatto negativo sui consumi delle famiglie. 6. A prevedere lo stanziamento di maggiori risorse per finanziare, attraverso la costituzione di un fondo rotativo per l'accesso al credito gestito da Fincalabra S.p.A. (con le seguenti caratteristiche: essere uno strumento finanziario a tasso zero, essere estendibile alla vita utile dell’impianto ed essere inoltre strutturato come un fondo garantito), l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici, di dispositivi di accumulo energetico nonché la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile, finalizzati al conseguimento degli obiettivi di transizione energetica e riduzione dei consumi delle imprese calabresi nonché alla diffusione capillare di comunità energetiche rinnovabili. 7. A promuovere anche avvalendosi dei principali canali di comunicazione sia tradizionali che digitali di Regione Calabria, iniziative di divulgazione, promozione e informazione finalizzate ad ampliare le conoscenze in merito alla transizione energetica, lo sviluppo di comunità energetiche, l’utilizzo di fonti rinnovabili nei confronti dei cittadini, delle associazioni, delle imprese e degli Enti locali. 8. A sostenere, in sede di Conferenza Stato Regioni e presso tutte le opportune sedi di confronto con il Governo nazionale, il coinvolgimento del livello territoriale, ovvero delle Regioni, nella predisposizione dei progetti attuativi del PNNR, finalizzati allo sviluppo dell’utilizzo delle energie e alla tutela delle risorse rinnovabili, affinché il PNNR diventi lo strumento principale per la diffusione sul territorio della produzione di energia da fonti rinnovabili. 9. A promuovere iniziative volte a rafforzare lo sviluppo della filiera in Regione Calabria per la promozione delle energie rinnovabili e per la loro integrazione nel contesto locale per abbassare ulteriormente i prezzi degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

A. BRUNI, N. IRTO, D. TAVERNISE

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