La sfida di rigenerare all’interno: «Non serve la clava per rinnovare»
Un’affluenza ai seggi allestiti nei circoli attorno al 70 per cento. Nicola Irto è il nuovo leader del Pd calabrese.

Segretario, il partito ha chiuso la lunga stagione commissariale. La “rigenerazione” in che forma si declinerà?
«La rigenerazione di cui parlo nella mozione ha avuto una sua prima declinazione nella giornata di sabato. I circoli riaperti in tutta la Calabria e la grande affluenza ai seggi hanno dimostrato quanta voglia di partecipazione esista. Rigenerare il partito vuol dire, prima di ogni altra cosa, fare tornare a sentire la presenza di un’organizzazione sul territorio e riannodare il rapporto con i cittadini e gli iscritti. C’è bisogno di disegnare un partito che torni ad essere punto di riferimento e luogo di elaborazione politica in grado di intercettare nuove energie e formare una nuova classe dirigente forte e autorevole. Si deve avere la capacità di mettere in atto un processo profondo di riorganizzazione e rinnovamento in grado di aprire il partito alle forze sane della società senza buttare via le esperienze positive del passato».

Come si coniuga l’esigenza di voltare pagina senza calpestare la storia di chi ha contribuito alla sua elezione?
«Lo dicevo prima. Riuscendo a conservare il meglio delle esperienze del passato. Rigenerare è un concetto molto diverso dalla rottamazione di cui abbiamo sentito tanto parlare durante gli scorsi anni. Non c’è bisogno di usare la clava senza il rispetto della storia per ottenere un reale rinnovamento. L’obiettivo è di procedere a un cambio di mentalità e ad una profonda modifica dell’azione politica, partendo da un confronto interno il più ampio e franco possibile. Per questo la mozione presentata a sostegno della mia candidatura rimane aperta al contributo di tutti e ad ogni suggerimento che vada nella direzione di costruire un partito aperto e capace di fare sintesi, pur nella pluralità della posizioni in campo che vanno considerate una ricchezza e non un’occasione di scontro».

Cosa risponde a chi sostiene che lei sia stato eletto sulla base di un accordo tra correnti romane in vista delle prossime Politiche?
«Mi pare che la mia storia parli chiaro in proposito. Le elezioni politiche sono una cosa distinta e distante dal processo di riorganizzazione del partito in Calabria che deve guardare alle esigenze del territorio e della comunità calabrese a prescindere dagli appuntamenti elettorali. Il Partito non può essere un comitato elettorale».

Che tipo di forza politica dovrà diventare il Pd in Calabria?
«Il Pd in Calabria deve assumere sulle proprie spalle il compito di ricostruire una vasta alleanza delle forze politiche del campo riformista che si riconoscono nei valori dell’europeismo, dell’uguaglianza e della legalità. Una forza politica in grado di cogliere le sfide che abbiamo illustrato nella mozione a sostegno della mia candidatura e sulle quali si gioca il futuro della nostra Regione. Penso innanzitutto alla sanità, alla cura del territorio, ma anche al regionalismo differenziato sul quale dobbiamo subito metterci al lavoro per elaborare una proposta come Pd calabrese».

I congressi provinciali si faranno o si prenderà tempo per appianare i contrasti interni presenti nei territori?
«Mi metterò a discutere con i territori subito dopo l’assemblea regionale, i congressi provinciali si svolgeranno secondo il cronoprogramma previsto. C’è stata l’unità a livello regionale e dobbiamo lavorare affinché lo stesso spirito ci sia sui territori. Spero che il lavoro che si sta svolgendo da settimane porterà i suoi frutti ad ogni livello».

Le elezioni di Catanzaro rappresentano il suo primo vero banco di prova. Che linea assumerà il Pd?
«Le elezioni a Catanzaro rappresentano una sfida che assume un’importanza nazionale, ma la parola principale spetterà al Pd del capoluogo. La classe dirigente catanzarese ha l’autorevolezza per definire un percorso vincente».

Il ruolo di segretario implica che lascerà ad altri quello attualmente ricoperto di capogruppo alla Regione?
«Da questo punto di vista non esiste alcuna incompatibilità. Tuttavia ritengo necessario che non si cumuli sulla stessa persona il ruolo di segretario regionale e di capogruppo in Consiglio. Per questo chiederò al gruppo di palazzo Campanella di decidere con serenità chi dovrà in futuro svolgere il ruolo di presidente».
Da grande elettore parteciperà al voto sul nuovo Capo dello Stato. Tocca al centrodestra avanzare il nome?

«Da grande elettore mi impegno a partecipare alla votazione per l’elezione del nuovo Capo dello Stato nell’interesse dell’Italia. In un momento così delicato per la vita del Paese non ha senso parlare di colore politico o di primogeniture. Occorre un accordo il più largo possibile per individuare la personalità in grado di raccogliere il testimone lasciato da un grande presidente come è stato Sergio Mattarella».

Gazzetta del Sud del 18 gennaio 2022

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«E’ stato davvero emozionante vedere riaprire i circoli del Pd per questa giornata di voto servita ad eleggere i delegati all’Assemblea regionale che poi indicheranno il futuro segretario del partito».
Così Nicola Irto, candidato alla segreteria regionale del Pd, al termine della giornata del voto nei circoli che ha visto una grande partecipazione.

«Voglio ringraziare i volontari, gli iscritti e tutti i partecipanti al voto – prosegue Irto – che hanno reso possibile una giornata fondamentale per il futuro del partito e la celebrazione di un’autentica festa della democrazia. Da questa voglia di partecipazione si deve ripartire per riorganizzare il Pd calabrese e rendere sempre più forte e continuo il contatto con i territori e i cittadini. Una giornata importante arrivata dopo i dibattiti sulla mozione a sostegno della mia candidatura a segretario regionale che sono stati molto proficui e hanno regalato molti spunti in vista della “Rigenerazione” che vogliamo perseguire. La mozione rimane aperta – conclude Irto – ai suggerimenti e alle indicazioni che arriveranno nei prossimi giorni e in vista dell’Assemblea che segnerà, finalmente, la ripartenza del Partito democratico calabrese».

Il neo segretario in pectore interviene on line. Nel suo discorso il ricordo di Sassoli, la necessità di un nuovo protagonismo dei circoli e dei giovani, la battaglia sull’Autonomia differenziata e la bocciatura di Occhiuto e del centrodestra

Basta “correnti” di disturbo, ma si ad un Partito plurale. Nicola Irto ha inaugurato con la riunione on line sulla piattaforma “Zoom” la fase congressuale del Partito democratico che domani vedrà urne aperte nei circoli locali (da verificare gli orari, ndr) per l’elezione del segretario – che di fatto è già Nicola Irto – e dell’assemblea regionale.
Nella riunione svolta per l’area sud della Calabria con la Federazione provinciale di Reggio Calabria – sono previsti collegamenti a seguire anche con le altre aree della regione – Nicola Irto ha voluto iniziare il suo intervento con un saluto e un ricordo di David Sassoli «straordinaria personalità del Pd» a cui, il segretario Enrico Letta ha intestato proprio oggi la sala principale del “Nazareno”. Per Irto Lo “stile Sassoli” dovrà essere la stella polare del nuovo Pd: da una parte la sobrietà e dall’altra l’europeismo.
Il capogruppo dem a Palazzo Campanella ha parlato di una «mozione aperta, che nei prossimi giorni vorrà essere estensibile e aperta ad indicazioni e nuove possibilità». Al suo interno le quattro grandi sfide (scuola, Sanità pubblica e di prossimità, il territorio bene comune, a Autonomia differenziata), di cui – sottolinea Irto - spesso parliamo come se fossero svincolate tra di loro, ma non è così».

Irto: «Su Autonomia differenziata diremo la nostra»
Sul tema dell’Autonomia differenziata Irto concentra la sua attenzione: «Su questo il Partito sul piano nazionale non la pensa allo stesso modo, ed io vorrei che ci fosse un Partito democratico calabrese e del Mezzogiorno che dica la sua. Il tema è attuale, che vive e cammina a gambe levate con le regioni del nord dove quelle spinte non si sono fermate. Non dobbiamo solo urlare e dire “no” ma dobbiamo dire in che modo vogliamo interpretare questa fase attraverso uno studio approfondito ragionato sulle falle del regionalismo degli ultimi cinquanta anni. Immagino che attraverso le nostre intelligenze si possa elaborare una proposta da rilanciare sul piano nazionale. L’hanno fatto fino ad oggi i singoli, ora lo si faccia come comunità e come partito offrendolo al dibattito politico interno e nazionale».

Irto: «Fino ad oggi il partito non è esistito. Ripartiamo dai circoli»
L’idea di ripartire dai circoli, ridando dignità agli stessi, non è poi così nuova, ma è il filo conduttore in tutte le discussioni ascoltate in Calabria. Irto però vuole andare al sodo: «Diciamoci la verità su come sono andate le cose in questi anni. Siamo riusciti a fare qualche gol siamo riusciti a vincere qualche elezione, ma di fatto non c’è stato elaborazione politica e confronto. Il partito non c’è stato. Ora sarà una traversata nel deserto e bisogna farla come collettivo».
Si rivolge quindi a chi vuole rimboccarsi le maniche e lavorare, descrivendo anche un nuovo protagonismo interno: «In questi giorni seppur in una fase congressuale tra la fine e l’inizio dell’anno, con una fase politica assai delicata con l’elezione del Presidente della Repubblica, sono centinaia i ragazzi che attraverso gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione, si sono fatti avanti chiedendo di collaborare. Sono presidenti di circolo, militanti. C’è una comunità, bisogna dargli un obiettivo, una spinta e una speranza».

Irto: «Far esplodere il tema delle correnti. Pd riparte unito e plurale»
Un percorso ad ostacoli, che trova il più grosso, nell’esasperazione del correntismo. Nicola Irto lo dice chiaramente: «Bisogna fare esplodere il tema delle correnti. Quando ci saranno i congressi nazionali, le grandi questioni sulle quali bisognerà diversificarsi è giusto e bene che ognuno la pensi a proprio modo. Ma questo non può diventare un elemento divisivo prima ancora del confronto solo per poter contare una casella in più. Per quanto mi riguarda questo è il tema che voglio far esplodere in Calabria».
«Il Partito riparte se unito nella sua pluralità. Le mie liste regionali hanno voluto tenere tutti dentro, perché un partito se plurale deve essere tutto rappresentato e deve avere i luoghi per potersi confrontare. Poi è ovvio che c’è una linea politica che indicherà il segretario. Ma se vogliamo ripartire non possiamo farlo con un solo pezzo del partito».

Irto: «Alternativi a centrodestra che comunica bene ma non produce risultati»
Ultima chiosa dedicata alla fase politica regionale attuale. «Abbiamo il compito di cominciare a ragionare quale unica alternativa al centrodestra. Al di là della straordinaria capacità comunicativa, i risultati della giunta sono pari a zero. Mai il Pd sarà a disposizione di Occhiuto e di questo centrodestra. Non si potrà fare solo a parole, ma con il lavoro di una comunità in cui tutti possono dare una mano per costruire un programma alternativo, chiaro e netto, rispetto al centrodestra».

LaC News24 del 15 gennaio 2022

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