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“Guerra in Periodo di Pace – Le donne e il Conflitto” è il tema che è stato affrontato durante il webinar organizzato dal Pd della Calabria e trasmesso in diretta facebook sulla pagina del partito.
Il dibattito, organizzato dalle Donne Democratiche, è stato moderato dalla Coordinatrice Teresa Esposito e si è avvalso dei contributo della Presidente dell’Assemblea Regionale del Pd Giuseppina Iemma, del segretario regionale del Pd Nicola Irto e della Vice Ministra agli Esteri Marina Sereni.
Teresa Esposito ha introdotto così i lavori: «è necessario capire meglio quello che si può fare perché si torni alla pace. Perché abbiamo scelto di parlare delle donne nel conflitto? Noi ci occupiamo sempre di quello che riguarda le donne. Lo abbiamo fatto durante la pandemia e ci rendiamo conto che in questo momento il prezzo più grande lo stanno pagando le donne, costrette ad abbandonare le loro cose e diventando profughe. Stanno subendo violenze e stanno avvenendo crimini inaccettabili. Quindi accanto all’appello per la pace serve analizzare quanto sta accadendo anche da questo punto di vista».
Giuseppina Iemma ha sottolineato come il webinar rappresenti: «una grande opportunità di confronto su un tema così complesso che non è solo la guerra, ma la negazione dello stesso diritto alla vita. Va fermato subito il massacro dei civili e data massima accoglienza a donne e bambini che non hanno più prospettive».
Il segretario regionale Nicola Irto si è soffermato sull’importanza degli appuntamenti di riflessione politica accanto alla concreta solidarietà verso il popolo ucraino. «Ringrazio le donne democratiche della Calabria per avere organizzato questo ulteriore dibattito che il Pd calabrese dedica a quanto sta avvenendo in Ucraina. Il nostro partito ha avviato una vera e propria gara di solidarietà, con la raccolta di materiale umanitario e l’accoglienza. Accanto a questo siamo a riusciti ad organizzare anche molti momenti di riflessione. E’ vero che in una guerra di aggressione i soggetti più deboli, come donne e bambini, pagano il prezzo più ampio. Va estesa la nostra solidarietà anche alle donne russe che subiscono il regime di Putin. Anche da questo punto di vista bisogna stare attenti: la Russia non è Putin e va da piena solidarietà al popolo russo che vorrebbe essere libero. Oggi ci serve un’Europa più forte e credo che il Pd e il suo segretario nazionale stiano posizionando il governo Draghi nel modo migliore. Le crisi innescate da guerra e pandemia devono servire per realizzare quell’Europa che fin qui è mancata».
Conclusioni affidate alla Vice Ministra agli Esteri Maria Sereni: «Molto utile che il Pd si sforzi per dialogare con l’opinione pubblica per riflettere su quello che sta accadendo e che riguarda tutti noi. Mai ci saremmo immaginati qualche mese fa di trovarsi a discutere di una guerra nel cuore dell’Europa. Le donne ucraine negli ultimi anni sono state spesso le donne che sono venute in Italia a lavorare e assistere i nostri anziani. Oggi le vediamo scappare. In Italia sono arrivati fin qui circa 91mila rifugiati, oltre 47mila di loro sono donne e 33mila sono minori. Ma il nostro pensiero va anche alle donne vittime di violenza in Ucraina, confermando, purtroppo, come lo stupro diventi spesso una vera e propria arma di guerra. Non possiamo girarci dall’altra parte e abbiamo il dovere di difendere un Paese sovrano che viene aggredito e abbiamo il dovere di aiutarlo a difendersi. Così come stiamo facendo con l’obiettivo di riuscire a fermare la guerra il prima possibile e facendo sedere l’Ucraina al tavolo dei negoziati su un piano di dignità».
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Ammodernare la Statale 106 e renderla infrastruttura strategica per la Calabria e l’intero Mezzogiorno. Questo il tema che è stato approfondito dall’Agorà trasmessa in diretta facebook sulla pagina del Pd calabrese.
Al dibattito, moderato da Enrico Tarzia, hanno preso parte Nicola Irto, segretario regionale del Pd, Francesco Macrì, componente Corsecom, Alberto Prestininzi, docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma, Santo Biondo, Segretario Generale Uil Calabria, Angelo Sposasto, Segretario Generale Cgil Calabria, Vittorio Zito, Sindaco di Roccella Jonica e la giornalista Rai Enrica Agostini.
Oggi, finalmente, sembra emergere una più diffusa consapevolezza che ha portato il problema dell’ammodernamento della Statale 106 al centro del dibattito pubblico. Investire in questa fondamentale infrastruttura diventa indispensabile per immaginare uno sviluppo concreto della Calabria e potenziare il diritto alla mobilità dei calabresi. Ed il Pd, anche attraverso lo strumento delle Agorà, ha intenzione di provare ad indirizzare il dibattito per fare in modo che si possa arrivare in tempi rapidi a soluzioni concrete.
Francesco Macrì ha evidenziato: «La Statale 106 collega tre Regioni Meridionali ed è fondamentale per il collegamento dell’Europa con il Mediterraneo. Tutti sappiamo quanto è importante e adesso è il momento che dalla discussione si passi alla seconda fase che deve necessariamente svolgersi a Roma. Spero che il Pd possa seguire da vicino questo percorso».
Idea sostenuta anche dalla giornalista Enrica Agostini che ha rilanciato «l’importanza di avviare un confronto nazionale sul tema con tutti gli attori coinvolti, anche perché molti esponenti del governo non conoscono bene il problema».
Angelo Sposato ha confermato che i sindacati calabresi coinvolgeranno i propri vertici nazionali per discutere della Statale 106 e delle altre infrastrutture calabresi. «Il Pd ha fatto bene ad assumere questa questione anche in Consiglio regionale con la risoluzione che va nella direzione giusta e va sottolineato in questo senso il lavoro del gruppo del Pd e di Nicola Irto»
Santo Biondo ha sottolineato l’importanza dell’incontro tra i sindacati nazionali e il governatore Occhiuto, fissato per il prossimo 21 aprile. «Dobbiamo essere chiari: al momento non c’è la volontà nazionale di risolvere il problema ed è grave che ciò avvenga in un momento di grande opportunità e disponibilità di risorse. Serve dunque che la politica calabrese riesca a modificare questa volontà»
Il professore Prestininzi si è espresso così: «Da tanti anni assistiamo a discussioni accademiche sulla Statale 106. Il confronto di oggi invece indica un percorso diverso e più concreto. Proporrei un incontro preliminare con i sindaci per arrivare magari al confronto romano con un progetto esecutivo già approntato».
Il sindaco Zito: «Prima di studi, progetti e degli stessi finanziamenti serve una volontà politica precisa che continua a mancare. Da Squillace a Reggio Calabria manca qualsiasi tipo di progettazione che deve essere assunta da Anas. Mentre per altri tratti, fuori dalla Calabria, l’ammodernamento c’è stato, proprio perché c’è stata la volontà politica».
Le conclusioni sono toccate a Nicola Irto. «Questa non voleva essere l’ennesima occasione per discutere della Statale 106, ma è un confronto che nasce dal basso e che ha trovato naturale sbocco nello strumento delle Agorà democratiche. Serve per dare respiro nazionale all’iniziativa in modo che le possibili soluzioni arrivino a Roma e siano inserite anche nel futuro programma di governo. Nelle scorse settimane abbiamo approvato una risoluzione sulla 106 in Consiglio regionale con il Pd che ha cercato il consenso più largo possibile senza strumentali critiche al governo di centrodestra degli ultimi due anni. Con questo documento il governatore Occhiuto ha la titolarità a discutere dell’infrastruttura con il governo nazionale per raggiungere l’obiettivo. La Statale 106 deve entrare nell’agenda nazionale e diventare priorità per il Paese. Serve certezza sui canali di finanziamento, poi serve impegno sulla semplificazione normativa per la progettazione e, infine, un commissario ad acta che si occupi esclusivamente della Statale 106».
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Si è svolta a Lamezia Terme, alla libreria Gioacchino Tavella, la presentazione del libro di Nicola Irto “Un Sud diverso e migliore”. All’evento, organizzato da Luigi Muraca, hanno preso parte, oltre all’autore del libro, anche il presidente del Tribunale di Lamezia Terme Giovanni Garofalo e il presidente della Comunità Progetto Sud Don Giacomo Panizza. A coordinare il dibattito, invece, è stato il giornalista Ugo Floro.
Il dibattito si è incentrato sulla necessità di avviare nuove politiche per il Meridione che sappiano concretamente intervenire sia sullo sviluppo economico che sulla crescita sociale e culturale.
«Il libro di Nicola Irto non è il sigillo sconfortante di una condizione inemendabile, ma è ricco di passione civile e di prospettive per il futuro del Sud» ha affermato l’avv. Muraca introducendo il lavori.
Il presidente del Tribunale lametino Giovanni Garofalo ha sottolineato l’importanza per la Calabria «di avere una classe dirigente all’altezza che possano affrontare la situazione attuale e le novità che potrebbero arrivare con il Pnrr».
Don Giacomo Panizza, soffermandosi sul libro, ha affermato: «apprezzo il lavoro perché è scritto da un politico non politicante, ma consapevole dei problemi esistenti e propone tante direzioni per emanciparsi».
«Il momento di grave crisi economica che stiamo vivendo – ha spiegato Nicola Irto – impone un nuovo modo di pensare il Sud e l’intero Paese. Due anni di pandemia e l’inizio della crisi internazionale in Ucraina hanno sconvolto il sistema economico mondiale e i fragili equilibri sociali esistenti, allargando ancora di più gli squilibri tra classi agiate e mono abbienti e facendo diventare ancora più marginali le aree fragili, come il Sud e la Calabria».
«Non si possono affrontare problemi e situazioni nuove con metodi già fallimentari e comunque obsoleti – ha detto ancora l’autore del libro - Il Mezzogiorno ha bisogno di politiche lungimiranti e innovative per risollevarsi e recuperare il gap con il resto del Paese ed è necessario porre una nuova questione Meridionale che sappia mettere il Sud al centro del Mediterraneo e proiettarlo verso la modernità dell’Europa. Per realizzare davvero un “Sud diverso e migliore” il momento è questo. Non ci saranno altre occasioni. Serve sfruttare al meglio le risorse messe in campo dall’Europa con interventi mirati che possano servire a creare infrastrutture, occupazione reale e riformare il rapporto tra istituzioni, università e mondo del lavoro. Serve fare in modo che al Sud possa diventare conveniente investire per le imprese, con una diversa politica fiscale, e sfruttare tutti gli strumenti normativi a nostra disposizione in tal senso, come ad esempio le Zes. Ma serve, soprattutto, che il governo nazionale faccia diventare priorità per il Paese il rilancio del meridione e la nostra classe dirigente deve essere in grado di guidare questo processo»
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«I dati di oggi sul fronte Covid, che vedono la nostra Calabria in testa rispetto all’indice di positività, certificano che la Regione continua a non agire e a non fare alcun passo in avanti. Le dichiarazioni ufficiali dei giorni scorsi, che volevano rassicurare e lasciare intendere come si fosse ormai fuori dalla situazione di rischio, si sono rivelate, ancora una volta, prive di fondamento».
È quanto affermano in una nota congiunta i consiglieri regionali del Pd, Nicola Irto (capogruppo), Ernesto Alecci, Domenico Bevacqua, Franco Iacucci e Raffaele Mammoliti.
«Il presidente Occhiuto – è detto nella nota del Gruppo dem – si ostina a voler smentire i fatti ma l’amara realtà è più forte di qualsiasi propaganda, emerge testarda ogni giorno e continua a colpire i calabresi. Dal responsabile della sanità regionale ci si attende qualcosa di più delle belle parole. Davanti a dati impietosi e profondamente preoccupanti, il vertice regionale sa opporre soltanto superficialità, leggerezza e negazione del problema».
«Non è così che si esercitano le più alte funzioni di governo. Si cambi registro immediatamente, si torni con i piedi per terra: si abbandonino le pretese di autosufficienza e si coinvolgano tutte le componenti politiche presenti in Consiglio regionale».
«Di fronte alle emergenze – concludono i consiglieri regionali del Pd – non ci si può limitare ai piccoli ragionamenti di parte. Noi ci siamo e ci saremo: pienamente disponibili per aiutare la gente di Calabria».
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In diretta sulle pagine facebook del Pd – Federazione Reggio Calabria e del Pd regionale si è svolto il dibattito “Crisi Ucraina”, organizzato dal circolo dem di Gallico. Al dibattito hanno preso parte il segretario calabrese del partito Nicola Irto, il senatore Alessandro Alfieri componente della Commissione Permanente Affari esteri di palazzo Madama, il segretario del circolo di Gallico Natale Pensabene, il professore Pino Caridi e la presidente della VIII Commissione del Comune di Reggio Teresa Pensabene.
Nicola Irto ha sottolineato l’importanza di questi momenti di dibattito avviati dopo la sua elezione a segretario regionale. «Il senso di questi incontri è quello di creare un dibattito politico su temi cruciali, come quello della crisi in Ucraina. La mia generazione non avrebbe mai pensato di vivere prima una pandemia lunga due anni e poi una guerra nel cuore dell’Europa. E’ doveroso che il Pd sia impegnato su questi temi e che sia attivo nella gara di solidarietà per il popolo ucraino. Molte iniziative in tal senso sono già partite dai nostri circoli territoriali e altre sono in cantiere. Il dramma ucraino sta facendo venire fuori una comunità democratica che ha voglia di discutere e di essere solidale».
Il senatore Alessandro Alfieri ha commentato così la fase attuale della crisi. «Rispetto agli obiettivi che Putin si era dato all’inizio, ha poi avuto delle brutte sorprese, a partire dalle la difficoltà incontrate sul campo che non si aspettava. Il mondo occidentale ha provato a negoziare con la Russia in ogni modo, ma la verità è che Putin vuole un nuovo ordine internazionale, una sorta Jalta due e reintrodurre le sfere di influenza chiuse con la guerra fredda e non accetta per questo l’esistenza dell’Ucraina, considerandola figlia della grande madre Russia. Il punto cruciale, però, non è se l’Ucraina entra o no nella Nato, ma che deve essere il popolo ucraino a potere scegliere in libertà. Da qui parte l’inarrestabile e potente contagio della democrazia che spinge l’Ucraina a resistere e sta mettendo in difficoltà Putin che non riesce ad accettare che si possa guardare a diversi modelli di governo in cui, ad esempio, gli oppositori non vengono arrestati. Ed per la difesa della democrazia che i Paesi occidentali e il Pd si stanno battendo».