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La "Dichiarazione di Siviglia" approvata dalla Calre (la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali europee) "parla" anche calabrese, guarda ai giovani per contrastare i nazionalismi e rivendica il ruolo dei consigli regionali nel processo di integrazione del Vecchio Continente. In occasione della plenaria della Calre che si è celebrata nel capoluogo della regione spagnola dell'Andalusia, sono stati approvati all'unanimità due emendamenti proposti dal presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto. Con il primo, la Conferenza si impegna a individuare uno spazio in cui "coinvolgere direttamente i rappresentanti del mondo studentesco e universitario, delle sezioni giovanili dei partiti e dell'associazionismo, allo scopo di partecipare al dibattito sugli affari europei". Tale proposta, ha chiarito Irto, nasce dalla considerazione che "la collaborazione tra i consigli regionali e tra questi ed i giovani alla vita democratica dell'Unione europea può dare risposta all'emergenza dettata dai localismi e nazionalismi, che stanno determinando una progressiva disaffezione nei confronti dell'identità europea".
Con il secondo emendamento approvato su richiesta del rappresentante della Calabria, la Conferenza si impegna a semplificare i rapporti tra gli organismi europei che si occupano delle politiche regionali, rendendo più immediate le comunicazioni e meno burocratiche le relazioni. Il testo approvato si prefigge di "intensificare la collaborazione tra la Calre e il Comitato delle Regioni, sviluppando un canale preferenziale di informazione e comunicazione tra i Gruppi di lavoro della Calre e le Commissioni del Cor, anche attraverso il maggior coinvolgimento dei rappresentanti delle Assemblee legislative regionali". Per il presidente di Palazzo Campanella, "in questo modo sarà resa più stringente e potenziata l'integrazione tra i due organismi sul tema della sussidiarietà, in modo da rafforzare il ruolo delle autorità regionali e locali nella definizione delle politiche europee".
La Dichiarazione di Siviglia è un solenne documento approvato dalla Plenaria in un momento storico di particolare valore, perché coincide sia con il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, sia con il ventennale della fondazione della Calre; ricorrenze che cadono in una fase molto complessa della vita delle istituzioni continentali e dello spirito di cittadinanza europea. La Dichiarazione ricorda lo sforzo cooperativo, il valore democratico e la condivisione delle best practice nei processi delle politiche pubbliche messo in atto dalla Calre. Poi getta le basi del lavoro futuro in linea di continuità con la mission della Conferenza e con i risultati raggiunti fino a oggi sul controllo del principio di sussidiarietà, sulle politiche di coesione, ma anche su alcune delle questioni più attuali sul versante politico e istituzionale. Ovvero - tra le altre - la democrazia interattiva, le politiche di valutazione, il fenomeno migratorio, le calamità naturali, la parità di genere. Il testo approvato a Siviglia si prefigge l'obiettivo di costituire la base dei futuri obiettivi della Calre, per aprire anche in questa sede uno spazio di riflessione europea che parta dalle assemblee regionali.
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"La nomina di Federico Cafiero de Raho a procuratore nazionale antimafia, votata all'unanimità dal plenum del CSM, è il giusto riconoscimento a un magistrato che in questi anni ha operato con coraggio e competenza alla guida di una DDA esposta come quella di Reggio Calabria". Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che prosegue: "Il procuratore De Raho ha ottenuto, unitamente a tutti gli altri magistrati della procura distrettuale, grandi risultati investigativi contro la 'ndrangheta ed è stato particolarmente incisivo nell'impegno volto a risvegliare la coscienza civile dei reggini e a diffondere un'autentica cultura della legalità, necessaria perché la battaglia contro la criminalità organizzata abbia pieno successo. Al neoprocuratore nazionale - conclude Irto - rivolgo gli auguri di buon lavoro e il più sentito ringraziamento per quanto fatto in questi anni per la nostra regione"
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“La Calabria piange una personalità di raro spessore culturale e politico. Rosario Villari era uno storico e raffinato intellettuale, che con il proprio lavoro ha conferito prestigio alla terra che gli ha dato i natali; un accademico che aveva saputo coniugare il rigore scientifico della ricerca con l’impegno per costruire una società fondata sugli ideali di democrazia e giustizia sociale”. Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che prosegue: “Villari apparteneva a una realtà che è sempre più difficile riconoscere al giorno d’oggi, l’autentica ‘intellighenzia’ di una società che doveva diventare aperta e pluralista, nella quale il contributo della classe intellettuale esprimeva le esigenze del popolo, sosteneva le lotte degli operai, rafforzava le rivendicazioni dei contadini. Per questo – conclude il rappresentante di palazzo Campanella – l’eredità di Rosario Villari non è solo storiografica ma anche e soprattutto politica: una testimonianza di cultura intesa come conquista di coscienza superiore da parte della società”.
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"Oggi la Calabria si ferma per ricordare e riflettere sulla barbarie che ha strappato Franco Fortugno, un uomo perbene impegnato in politica, ai suoi cari e alla nostra comunità. Un delitto che rappresentò un attentato alla democrazia di questa terra ma che non produsse i propri effetti eversivi anche grazie alla mobilitazione spontanea di tantissimi ragazzi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, intervenendo all'iniziativa 'Tracce di legalità' organizzata a Locri a 12 anni dal delitto Fortugno. Irto ha aggiunto: "La lotta alla 'ndrangheta comincia dai giovani e dalla promozione di una cultura della legalità. Una lotta che è una priorità nazionale - ha aggiunto il Presidente - come dimostra l'eccellente lavoro di forze dell'ordine, magistratura e degli organi di governo, testimoniato dall'azione del ministro dell'Interno, Marco Minniti. Guardare all'esempio di Franco Fortugno - ha concluso il presidente del Consiglio regionale - significa rilanciare l'impegno della politica e della società civile per un riscatto autentico che si fondi sul ripudio del consenso mafioso, sulla riaffermazione del valore delle libertà democratiche e sull'impegno collettivo per il bene comune".
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“Esprimo la più ferma condanna e la massima preoccupazione per l’attentato della scorsa notte che, in seguito all’esplosione di un ordigno, ha portato alla distruzione dell’auto in uso alla moglie del sindaco di Taurianova, Fabio Scionti. Un atto di autentica barbarie, che avrebbe potuto provocare conseguenze drammatiche, su cui auspico il più celere accertamento delle responsabilità da parte della Magistratura e delle forze dell’ordine“. Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che prosegue: “La pesantissima intimidazione che ha colpito la famiglia di Fabio Scionti costituisce uno dei più gravi episodi ai danni di amministratori pubblici avvenuti negli ultimi anni. Rivolgo a Scionti la mia piena solidarietà e la vicinanza alla sua famiglia dopo un attacco di inaudita gravità che colpisce tutta la Calabria onesta e su cui è indispensabile fare tempestivamente piena luce. Contestualmente auspico che le autorità di pubblica sicurezza assumano ogni provvedimento idoneo a garantire la serenità e l’incolumità del sindaco di Taurianova, che dal momento della sua elezione - conclude Irto - ha intrapreso un percorso fondato sulla legalità e su una linea di assoluta trasparenza amministrativa“.