È stato istituito a palazzo Tommaso Campanella il tavolo tecnico-politico sul futuro dell’area di Saline Joniche. Alla prima riunione, convocata dal presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, hanno partecipato l’assessore regionale al Sistema della logistica e della portualità Francesco Russo, il sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il sindaco di Montebello Jonico Ugo Suraci e il presidente dell’Associazione Comuni Area Grecanica, Santo Monorchio, nonché il dirigente generale del dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Orsola Reillo, e il dirigente del settore “Difesa del suolo e salvaguardie delle coste” della Città metropolitana, Giuseppe Mezzatesta. Ai lavori ha preso parte anche Nuccio Barillà, in rappresentanza della Legambiente metropolitana, una delle numerose associazioni che hanno contribuito a contrastare la prospettiva della centrale a carbone e che continueranno a essere coinvolte nel ragionamento sul futuro dell'area. 

Nel corso dell’incontro è stato ricostruito il quadro della situazione dell’area di Saline, dopo il definitivo “no” alla centrale a carbone, sancito anche dall’ultimo atto politico contrario al progetto, assunto dal Consiglio regionale nel giugno dello scorso anno. “Ripartiamo da quella decisione che ha definitivamente fatto tramontare l’ipotesi della cosiddetta ‘intesa forte’ con la Regione – ha spiegato Nicola Irto introducendo la riunione -. La politica e la società civile hanno espresso chiaramente il loro ‘no’ al carbone, adesso però dobbiamo stabilire a cosa diciamo di sì. Abbiamo il compito di individuare assieme qual è il progetto per Saline Joniche che deve essere sostenibile e concretamente realizzato. Non è tempo di propaganda ma di decisioni”. Il sindaco metropolitano Falcomatà ha manifestato “piena condivisione per le finalità del tavolo operativo tecnico-istituzionale, composto anche da personalità che hanno la memoria storica indispensabile per ricostruire la complessa vicenda di Saline e per gettare le basi di un progetto per il rilancio dell’area, nel rispetto delle vocazioni del territorio e delle aspettative della comunità”. Il sindaco di Montebello Jonico Suraci ha posto l’evidenza la “necessità di rompere gli indugi per restituire a questa vasta area del territorio comunale e all’intero comprensorio del Basso Jonio una prospettiva futura, a partire dal mare e dal porto. La decisione di istituire il tavolo va nella giusta direzione, che dovrà essere perseguita aprendo la partecipazione all’organismo ad altri tecnici competenti”. Da parte del presidente dell’Associazione Comuni Area Grecanica, Monorchio, è stata espressa “la necessità di ragionare della questione Saline nel quadro della partita più complessiva del Piano strategico della Città metropolitana, strumento organico di pianificazione nell’ambito del quale potrà essere individuata la destinazione dell’area”. Da parte sua, l’assessore Russo ha richiamato la necessità di “stabilire innanzitutto, dal punto di vista politico, se considerare l’intera area di Saline in termini di sistema unitario, che comprende il porto, l’ex Liquichimica, le Officine grandi riparazioni e il Sito di interesse comunitario (Sic) dell’Oasi, oppure se ragionare singolarmente su ciascun ‘asset’. Per il futuro di questo territorio – ha concluso Russo – la Regione ritiene necessario procedere secondo un metodo ‘bottom up’ che, partendo dal basso, veda le amministrazioni territoriali e in particolare la Città metropolitana assumere un ruolo chiave”.
Anche sulla base delle indicazioni fornite dai tecnici, all’esito dei lavori è stata espressa la comune volontà di procedere speditamente sia a una mappatura dei vincoli di natura giuridica che ricadono sulle aree interessate, sia a una ricognizione dei procedimenti amministrativi che hanno riguardato il territorio di Saline Joniche. Adesso si metterà subito in moto il gruppo dei tecnici della Regione, della Città metropolitana e del Comune di Montebello Jonico per l'avvio di tutte le necessarie attività condivise dal tavolo.

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, ha posto formalmente all’esame della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, che si è riunita a Roma, la questione della tutela delle minoranze linguistiche presenti nel territorio regionale. La conferenza ha approvato un ordine del giorno, dopo aver esaminato due documenti ufficiali proposti dai consigli del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, rispettivamente sul rischio del depotenziamento della sede regionale Rai e sulla necessità di rinnovare la convenzione Stato – Rai riguardo ai programmi in lingua minoritaria.
Durante i lavori, il presidente Irto ha ricordato di aver scritto al Governo nazionale, evidenziando come “la Calabria sia stata sempre esclusa dalla convenzione Stato – Rai sulle minoranze linguistiche”. Il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato “la necessità di garantire anche alle comunità gracanica, arbereshe e occitana presenti sul territorio calabrese la possibilità di usufruire di programmi in lingua minoritaria, come avviene in altre regioni d’Italia grazie alla convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico e il concessionario del servizio pubblico radiotelevisivo”.
In questo quadro, Irto ha chiesto e ottenuto che, nell’atto di indirizzo approvato ieri dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee, fossero espressamente richiamate le tre minoranze linguistiche presenti in Calabria. “È nostro dovere – ha affermato a margine dei lavori il presidente dell’Assemblea calabrese – creare le condizioni, contrattuali e finanziarie, per garantire la produzione di programmi in lingua minoritaria da parte del servizio pubblico, a tutela di un patrimonio culturale e antropologico che non possiamo correre il rischio di disperdere”. Irto ha spiegato: “Esiste già una convenzione in atto tra lo Stato e la Rai: sarebbe auspicabile ottenere questo risultato fin da subito, accedendo alla ripartizione delle necessarie risorse già adesso, senza attendere la stipula del nuovo contratto di servizio. In caso contrario, infatti, si correrebbe il rischio di finire alle calende greche e forse di sciupare una grande opportunità. Sappiamo che da parte della sede regionale della Rai calabrese – ha aggiunto Nicola Irto – c’è una forte sensibilità su questo versante. Peraltro, in regioni come la Calabria, nelle quali è indispensabile l’impegno per la salvaguardia di ben tre diverse minoranze, si avverte la necessità di rafforzare, in termini di risorse e di organico, la sede regionale della Rai, secondo una logica anticiclica e diamentralmente opposta rispetto ad ipotesi di razionalizzazione organizzativa che qui non poggiano su nessun presupposto”.
Irto ha concluso: “Auspico che l’impegno della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative possa essere coronato da un successo che costituirebbe la concreta realizzazione di un principio che non possiamo lasciare inattuato. La tutela delle minoranze linguistiche è infatti sancita dall’articolo 6 della Costituzione, richiamata dallo Statuto della Regione e attuata da una legge nazionale, la 482 del 1999, che purtroppo rispetto alla Calabria è rimasta lettera morta per oltre 18 anni. È arrivato il momento di porre fine a questo stato di inerzia, anche nella consapevolezza che non mancherà la necessaria attenzione da parte del governo nazionale”.

"E' stato importante dire no al carbone a Saline Joniche. Adesso abbiamo il dovere di stabilire a cosa diciamo sì". Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, si è espresso in questi termini al convegno organizzato dall'Istituto nazionale di Urbanistica, che si è svolto questa mattina a palazzo Tommaso Campanella. Irto ha annunciato che "all'inizio di giugno si terrà la prima riunione del tavolo sul futuro di Saline, al quale siederanno tra gli altri - assieme al Consiglio regionale - la Giunta regionale, la Città metropolitana e i rappresentanti delle associazioni e del territorio. Una classe dirigente all'altezza delle sfide del futuro non può limitarsi a rifiutare una prospettiva sbagliata ma ha il dovere di indicare una direzione da seguire".
Il rappresentante dell'assemblea legislativa calabrese, al cospetto di numerosi professionisti, rappresentanti del mondo accademico ed esponenti dell'Inu, ha rivendicato i risultati del lavoro svolto finora dal Consiglio regionale: "Il piano rifiuti, il piano trasporti, ma anche alcune importanti novità introdotte nella legge urbanistica come il principio del consumo zero di suolo. È un obiettivo al quale dobbiamo tendere in maniera risoluta, lavorando sulla rigenerazione urbana, sulla riqualificazione energetica, sulla messa in sicurezza antisismica. Dobbiamo restituire decoro e vivibilità agli edifici e ai quartieri, rendendo le città meno cementificate e più verdi". Il presidente ha inoltre ricordato la legge sui contratti di fiume: "Un provvedimento a cui sono particolarmente legato avendolo personalmente redatto e proposto all'aula. Questa normativa mira a trasformare un punto di debolezza e criticità, ovvero i nostri corsi d'acqua, in potenziali aree di grande sviluppo socio-economico, attraverso uno strumento di governance negoziale". Ad avviso di Irto, "non è possibile scindere il lavoro dell'urbanista da una visione fondata sul bene comune che, in Calabria, passa necessariamente da un'adeguata pianificazione, gestione e manutenzione del territorio. Un territorio che per troppo tempo, con incoscienza, abbiamo ferito, sfregiato, stuprato. Un territorio che si ribella all’incuria, spesso, in maniera forte e tragica. Occorre perciò introdurre una cornice di regole chiare, al fine di evitare forme di urbanizzazione selvaggia e scriteriata, come quella che ha deturpato le coste e reso le fiumare vere e proprie bombe a orologeria".
Il presidente Irto ha infine affrontato il nodo della pianificazione del territorio in relazione ai sistemi di governance locale: "Un punto fondamentale è rappresentato dalla fusione dei Comuni. Il Consiglio regionale ha dato il via libera all'istituzione di Casali del Manco e presto potrebbe vedere la luce il grande processo di unificazione di Corigliano e Rossano, circostanza che darà vita a un'altra grande città in Calabria, mentre nello Statuto metropolitano di Reggio esistono già cinque aree omogenee. Questa sfida - ha concluso il presidente del Consiglio regionale - è ineludibile: dobbiamo lavorare per tener conto delle vocazioni dei territori ed erogare ai cittadini servizi pubblici più efficienti ed economici. Lo dobbiamo fare senza la paura di perdere piccole rendite di posizione ma con l'audacia che una vera classe dirigente ha il compito di dimostrare".

“Il voto favorevole dell’Assemblea all’istituzione dell’Autorità idrica della Calabria è un passo importante verso un modello unitario e coerente di governance regionale di questo delicato settore: un modello fondato sulla gestione interamente pubblica e sul ruolo da protagonisti che manterranno i Comuni, in termini di scelte e non di amministrazione diretta”. Lo afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto. “Il governo pubblico delle risorse idriche, cui abbiamo dato il via con l’istituzione dell’Aic, sarà certamente una garanzia della trasparenza necessaria per tutelare uno dei beni più preziosi di cui disponiamo. La Calabria – aggiunge Irto - è ricchissima di acqua e per una regione che si colloca nel cuore del Mediterraneo, sempre più caldo e dunque sempre più arso, questa costituisce una potenzialità straordinaria. Tuttavia, per ottenere risultati concretamente tangibili dai cittadini e dai Comuni, era indispensabile un riordino complessivo del modello amministrativo delle risorse idriche e della depurazione. Settore, quest’ultimo, su cui continuano a emergere le difficoltà connesse a problemi atavici che vanno affrontati con una programmazione di lungo periodo. In tal senso, l’Aic si ispira ai modelli più strutturati a livello italiano di gestione integrata delle risorse idriche”.
Per il rappresentante di palazzo Campanella, “in occasione dell'ultima seduta del Consiglio regionale è stata scritta una bella pagina di attività legislativa. In aula è approdato un provvedimento di valore, varato dalla giunta e scrupolosamente esaminato in commissione, che riformando la gestione del settore contribuirà a migliorare la qualità dei servizi a beneficio dei cittadini calabresi. E merita – conclude Irto – di essere messo in evidenza il contributo positivo delle minoranze, che considero prezioso per sintetizzare nei testi di legge il frutto del dibattito politico nel merito dei provvedimenti”.

“La Festa dell’Europa, nell’anno in cui celebriamo il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, deve costituire un momento di riflessione alta e approfondita. Nel sottolineare l’importanza della giornata simbolica che viviamo oggi, sono convinto che anche a livello regionale si debba aprire una nuova fase politico-istituzionale sui temi dell’europeismo. La sfida che abbiamo di fronte è quella di contribuire al processo di integrazione nell’ottica di un nuovo meridionalismo, positivo e pragmatico. Per salvare l’Europa serve un Sud protagonista, che non sia chiamato solo a sobbarcarsi l’emergenza migranti, ma che diventi il nuovo cuore del Continente in un mondo profondamente trasformato dalla globalizzazione”. È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, in occasione della Festa dell’Europa. Proprio l’assemblea legislativa di Palazzo Campanella, nel prossimo mese di giugno, celebrerà i 60 anni dei Trattati di Roma con una giornata di studi alla quale prenderanno parte autorevoli espressioni del mondo accademico e della cultura.
Il presidente Irto ha ricordato il comunicato ufficiale pubblicato, proprio in occasione della celebrazione odierna, dalla Conferenza delle Assemblee legislative europee, nel quale si evidenziano tra l’altro i risultati raggiunti dall’Europa unita, “tra cui una pace duratura; la diffusione del rispetto dei diritti dell’Uomo; la libertà di movimento delle persone, dei servizi, dei beni e dei capitali; l’euro, la nostra moneta comune; il programma Erasmus, che ha sostenuto milioni di studenti e consentito loro di divenire cittadini europei; la politica di coesione, che ha favorito la riduzione dei ritardi di sviluppo e la crescita di tutti i territori”.
“L'Europa – sostiene la Calre - sta attualmente attraversando tempi incerti e deve affrontare nuove sfide di politica economica e sociale, sicurezza, lotta contro il terrorismo. Deve affrontare la perdurante crisi economica, l'ascesa dei movimenti antieuropei e la questione del recupero della fiducia nelle istituzioni; la lotta contro il cambiamento climatico e la sostenibilità delle risorse del pianeta; le conseguenze della Brexit e la grave crisi dei rifugiati alle porte dell’Unione europea”.
Secondo la Calre, “la storia ci pone ancora una volta, come ha fatto 60 anni fa, in un momento cruciale per la definizione del ruolo dell'Europa e noi abbiamo pertanto l'obbligo di rappresentare fedelmente i cittadini, con unità e responsabilità, garantendo il rispetto dei principi generali del diritto dell’Unione europea”.
Perciò, “di fronte alle correnti anti-europeiste che sfidano il lavoro dei governi e dei parlamenti proclamando che l'Europa è il problema, noi affermiamo che l'Europa è la soluzione alle esigenze ed alle preoccupazioni della popolazione, considerando congiuntamente le dimensioni sociale ed economica della cittadinanza europea. A tal fine, dobbiamo promuovere la democrazia europea, la cittadinanza attiva e garantire i diritti fondamentali, le pari opportunità ed uno sviluppo sostenibile ed armonioso in linea con i nostri obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale, considerando la diversità dei territori europei e le loro differenti necessità”.
“La Calre – conclude il documento - sostiene un’Europa che si costruisce nel rapporto di libertà e autonomia, che richiama la necessità di garantire spazi di autonomia ai diversi livelli di governo tra cui verticalmente e orizzontalmente è ripartito l’esercizio del potere; un’Europa che deve basarsi sulle persone e che dia fiducia, a livello istituzionale, alla ricchezza ed alle energie che sgorgano dal pluralismo istituzionale”.​​

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