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«Serve un sforzo comune per opporsi ad una linea del governo nazionale che in questo momento sembra avere completamente dimenticato le esigenze del Meridione e della Calabria, nonostante le precedenti sollecitazioni avvenute anche tramite l’avvio della concertazione sulla Vertenza Calabria».
Ad affermarlo è il segretario regionale del Pd Nicola Irto, a margine dell’incontro avuto con le rappresentanze regionali dei sindacati calabresi a Lamezia. Un incontro che, però, non ha registrato la partecipazione che avrebbe meritato. Oltre al senatore Irto, presente alla riunione, ha preso parte ai lavori in collegamento streaming Wanda Ferro di Fdi. Un segnale di scarsa attenzione che non lascia ben sperare, considerando l’importanza dei temi in discussione.
«Nella manovra di bilancio si trovano delle risorse soltanto per la statale 106, ma sarà necessario aspettare il documento definitivo in quanto dalle bozze che abbiamo visionato fino ad ora sono tanti gli aspetti che non convincono. Il primo fra tutti è quello relativo al numero di anni sui quali queste risorse saranno spalmate e al momento in cui concretamente arriveranno i primi finanziamenti sul territorio. Sono invece scomparse completamente dall’agenda tutte le altre questioni a suo tempo indicate come priorità, come l’alta velocità, la Zes di Gioia Tauro e le assunzioni nella sanità, indispensabili per dare respiro agli ospedali e ai punti di primo soccorso».
«Siamo infine costretti a registrare un nuovo fronte di crisi che potrebbe mettere ancora più in difficoltà sia la nostra Regione che l’intero Meridione. – ha detto ancora Irto – L’autonomia differenziata, per come elaborata nel ddl Calderoli, è iniqua e inaccettabile, oltre a presentare alcuni profili di incostituzionalità. Sganciando, poi, i trasferimenti statali e ogni forma di perequazione dai livelli essenziali di prestazione, il ddl finirebbe con l’affossare le regioni meridionali. Uno scenario da incubo che va assolutamente evitato e che svuoterebbe di senso anche la discussione stessa sulla Vertenza Calabria. In ogni caso, come Pd, sosterremo, senza se e senza ma, le ragioni e le proposte avanzate da Cgil, Cisl e Uil».
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Nicola Irto ha formalizzato le sue dimissioni da consigliere regionale dopo l’elezione al Senato della Repubblica ottenuta alle politiche dello scorso 25 settembre. Una decisione che arriva molto tempo prima rispetto alla scadenza prevista dalla legge per optare fra una delle due cariche.
«Dopo l’attività politica in Consiglio regionale, dove ho avuto l’opportunità e l’onore di svolgere diversi ruoli, compreso quello di presidente dell’Aula, rassegno le mie dimissioni. L’elezione a senatore della Repubblica mi impone di concentrarmi sul nuovo ruolo che i calabresi hanno voluto affidarmi e che svolgerò con il massimo impegno e nell’interesse esclusivo della Calabria e del Paese. Sento, però, di dover rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i colleghi con cui ho avuto modo di lavorare in questi anni, ma anche ai dipendenti del Consiglio e a tutti coloro che lavorano, e continueranno a farlo, per il bene della nostra Regione. E’ stata un’esperienza esaltante, contrassegnata da tante difficoltà, ma anche dal raggiungimento di numerosi obiettivi. Faccio i miei migliori auguri ai colleghi che proseguiranno il loro lavoro in questa legislatura, e li invito al massimo impegno perché il periodo che ci prepariamo ad affrontare sarà assai complicato. Serve, dunque, uno sforzo fuori dall’ordinario, da parte di maggioranza e opposizione, per fare in modo che la Calabria riesca a superare questa fase e costruire uno sviluppo reale per il nostro territorio. Lo stesso impegno che sarà richiesto al Parlamento al governo con i quali il Consiglio regionale deve avere una sempre più stretta e proficua collaborazione che, per quel che di mia competenza e possibilità, proverò ad agevolare in ogni modo».
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«Una conferenza programmatica della Calabria da tenere entro novembre e nella quale chiameremo a discutere tutti i livelli del Pd ma soprattutto le forze che sono fuori dal Pd affinché possano dirci in che modo riprogrammare un impegno concreto e forte per la Calabria». È questa la proposta che il segretario regionale del Pd Nicola Irto lancia dall’assemblea e dalla direzione del partito calabrese riunite in sessione congiunta a Lamezia Terme. Irto indica la strada che attende i dem nel prossimo futuro, con lo sguardo rivolto al nuovo congresso nazionale che – spiega il segretario regionale del Pd – deve avere l’obiettivo di «ricostruire un profilo identitario» del partito, che metta «al centro» il tema del Mezzogiorno e nel quale il partito calabrese vuole «dire la sua». E con lo sguardo a un nuovo Pd che per Irto «non dovrà essere più ostaggio di apparati e correnti», che per il segretario dem vanno «scardinati».
A novembre la conferenza programmatica della Calabria
Irto esordisce: «Oggi riprendiamo da un’analisi del voto, l’abbiamo già fatto subito dopo il 25 settembre ma oggi a un mese dalle elezioni e dopo aver fatto una serie di consultazioni a tutti i livelli territoriali affrontiamo non solo il dato elettorale nella sua interessa ma ci prepariamo a ripartire, riorganizzarci come Pd, sapendo che siamo davanti anche a un’importante apertura di una nuova stagione congressuale che verrà aperta tra qualche giorno con la direzione nazionale e nella quale anche il Pd della Calabria vuole dire la sua nell’ambito di un dibattito imponente sulla nuova forma partito e sul nuovo Pd che verrà. Anche la Calabria – spiega il segretario dei dem calabresi – vuole dare il proprio contributo al cambiamento e alla rifondazione del Pd, e fare una discussione in Calabria negli organismi di partito è un cambio di passo rispetto agli anni del commissariamento. Questo ci può servire per la ripartenza dopo una sconfitta elettorale che nessuno ha mai negato e nessuno ha mai minimizzato. Un’analisi approfondita ci serve per ripartire, per fare un congresso ricostituente, per riposizionare il Pd in Calabria nella sua riorganizzazione e nella sua proposta politica. Noi lanceremo anche importanti iniziative entro novembre, a esempio lancerò la conferenza programmatica della Calabria da tenere entro novembre e nella quale chiameremo a discutere tutti i livelli del Pd ma soprattutto le forze che sono fuori dal Pd affinché possano dirci in che modo riprogrammare un impegno concreto e forte per la Calabria». Per Irto comunque c’è da sconfiggere anzitutto un male endemico del Pd: «Credo – prosegue – che le correnti pesino poco nel Pd calabrese, purtroppo pesano ancora molto a livello nazionale ed è quello che scardinato, che va combattuto e su quello bisogna lavorare per rifondare un Pd che non sia più vittima o ostaggio di apparati e di correnti».
«Il Pd chiarisca la sua identità, il nome è secondario»
Irto si sofferma ancora sul tema congressuale: «Per quanto mi riguarda non sono d’accordo sul cambio del nome, ma quando c’è una discussione ampia è bene farla anche sulle cose apparentemente di dettaglio come il tema del nome. Io non sono d’accordo, penso che oggi abbiamo bisogno di chiarire l’identità del Pd, di ricostruire un profilo identitario del Pd. Abbiamo bisogno – rileva il segretario regionale dem – che il Pd si allinei alla società italiana, non solo e non tanto dei simboli e dei cambi di nome». Da questo punto di vista Irto sembra convinto che «l’opposizione a livello nazionale ci servirà per la rigenerazione del Pd, faremo opposizione in maniera netta, va al governo chi ha vinto le elezioni e non sarà come in passato quando il Pd poi per operazioni diverse andava al governo. L’opposizione farà bene al Pd e alla sua ripartenza, così come in Calabria continueremo l’opposizione. La conferenza programmatica del Pd dovrà servire anche per ricalibrare un impegno di opposizione a un governo regionale che continua, a un anno dalla sua formazione, a fare straordinari annunci, ma purtroppo – sostiene il segretario regionale del Pd – dalle parole ai fatti ancora nulla».
«Il Pd nazionale assuma il Sud come priorità»
Per Irto inoltre il congresso dovrà avere anche una forte connotazione programmatica. «Non c’è dubbio che nella fase congressuale dovremo tenere un punto fermo su questo argomento: il Pd vuole davvero affrontare la questione del Mezzogiorno in maniera seria, sull’autonomia differenziata, sui bisogni, sui luoghi di prossimità? La Calabria non ha votato la destra, che in Calabria raggiunge una percentuale molto più bassa di quella a livello nazionale, c’è stato ancora un voto per il M5S, quindi un voto sul reddito di cittadinanza, sul bisogno, sulla speranza, sulla richiesta di aiuto. Noi – afferma il segretario regionale del Pd – dobbiamo riconnetterci con quella parte di società e per farlo significa prendere impegni per il Mezzogiorno, per questo ritengo che il congresso nazionale debba avere una grande forza di discussione che tenga al centro il Sud, anche in considerazione del fatto che abbiamo un governo nazionale a forte trazione nordista e questo preoccupa rispetto alle scelte. E quindi – conclude Irto – sarà opportuno e importante che il Pd affronti senza timidezze il tema del Mezzogiorno»
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Questa sera un incontro partecipato a Reggio Calabria con imprenditori, esponenti del mondo della sanità, della cultura, dell'Università, della scuola e dei servizi.
Molti gli spunti di riflessione sulle esigenze del territorio e dei calabresi.
Un confronto utile dal quale far ripartire il Paese, dopo il 25settembre.
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Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, è arrivato a Reggio Calabria per sostenere la campagna elettorale degli esponenti del Pd reggino. Letta ha incontrato Nicola Irto, candidato al Senato, e Domenico Battaglia, candidato alla Camera, al collegio uninominale di Reggio.
Una breve passeggiata sul corso Garibaldi e un veloce caffè in attesa del comizio con Pierluigi Bersani e Roberto Speranza.
Politica estera
«Sulla politica internazionale, il centrodestra, è chiarissimo, non soltanto non ha una politica unica, ma soprattutto ha una politica europea pericolosa per l'Italia. Perché il centrodestra flirta con Orban, flirta con Putin. Non sono Orban e Putin gli interlocutori per il nostro Paese. Il nostro Paese deve stare con il centro dell’Europa, trovare le soluzioni giuste sull'energia, sul lavoro, sulle cose più importanti che abbiamo di fronte. Io trovo molto pericoloso il fatto che il centrodestra abbia deciso di salvare Orban, continui a dare messaggi ambigui su Putin. Credo, sia esattamente l’opposto di quello che bisogna fare».
Draghi e il linguaggio della verità
«Credo che Draghi, ieri, abbia parlato un linguaggio di verità e ha detto quello che tutti gli italiani pensano e sanno. Cioè che chi si è assunto la responsabilità di far cadere il Governo Draghi ha agito contro l'Italia, contro l’interesse del nostro Paese. L'Italia stava uscendo da questa situazione di difficoltà - ha aggiunto Letta - e aveva gli strumenti e gli elementi per riuscire ad affrontare bene questa situazione. Hanno fatto cadere Draghi per interesse di bottega, per interesse di parte. La destra oggi propone di passare da Draghi a Meloni; è talmente evidente il salto di qualità in negativo di una proposta di questo genere e io sono convinto, che nei prossimi giorni, noi saremo in grado di convincere gli italiani a scegliere la strada di chi è stato serio con Draghi e con il Governo Draghi, cioè noi».
Reddito di cittadinanza
«Il reddito di cittadinanza è per noi un elemento fondamentale nella parte nella quale combatte la marginalità e la povertà. In tutto il Paese ed in particolare nel Mezzogiorno. Per noi il reddito di cittadinanza deve rimanere ed essere riformato nella parte del rapporto con il mercato del lavoro, dove è assolutamente necessario superare i limiti che ci sono stati in questi anni, che sono stati limiti evidenti e sono certificati da tutti, in modo tale che la parte di incentivazione al lavoro funzioni meglio di quanto ha funzionato fino ad oggi. Ma accanto a questo - ha aggiunto il segretario nazionale del Pd - noi dobbiamo far sì che la prossima legislatura sia la legislatura che fa intervenire il salario minimo. Il salario minimo per far sì che i troppi lavoratori, si calcola tra i tre e i quattro milioni, in Italia, che lavorano con un salario che è inferiore alla soglia di dignità trovino migliori condizioni economiche. Questo per dire che il lavoro deve essere il cuore, il centro della prossima legislatura, deve essere il tema sul quale vogliamo intervenire, e soprattutto intervenire con le soluzioni migliori, più importanti e più efficaci».
Giovani e prospettive
«I giovani, soprattutto nel Mezzogiorno, non sono valorizzati abbastanza. Se lasciamo i giovani ai margini questo Paese non ha futuro. Oggi questo Paese - ha proseguito Letta - si basa sul risparmio delle generazioni che hanno fatto il miracolo economico. Risparmi che oggi vengono utilizzati per aiutare i figli che vivono in una situazione meno buona dei loro genitori. E stanno aiutando persino i nipoti. A questa gente stiamo chiedendo di tenere in piedi il Paese, con il lavoro di una vita. Per questo l'impegno deve partire dai giovani, che dobbiamo mettere al centro della nostra azione politica. Ed i giovani devono votare».
Improponibile l'occhiolino ai no vax
«La questione della sanità pubblica è la questione centrale di questi prossimi cinque anni. Non è possibile che, nel nostro Paese, ci siano differenze di speranza di vita a seconda della regione dove vivi. Si tratta di una una cosa insostenibile, insopportabile. Dobbiamo toglierla di mezzo. Ed è l'impegno che ci prendiamo per i prossimi anni», ha affermato il segretario dei democrat. «Roberto Speranza è per noi è la risorsa più importante di questa campagna elettorale. Basta semplicemente andare a vedere quello che Roberto ha fatto e il modo in cui l’ha fatto. Lo stile e l'abnegazione che lo hanno contraddistinto. E mettere a paragone, anche in questi giorni, l’ambiguità insopportabile con cui la destra continua a strizzare l’occhio alla logica del no mascherine, no vax, no lockdown, no green pass. Parole che in tutto il periodo della pandemia hanno reso insicuro il dibattito che c'era in quei momenti così difficili. E io credo che questo, anche questo, sia un passaggio chiave. In una regione, la Calabria, che vive, purtroppo, un dramma che noi dobbiamo vedere con tutta la forza che ha».