“Quella di oggi è stata una giornata straordinaria di partecipazione democratica, nella quale dal Sud è partito un messaggio forte: il Mezzogiorno non può essere tagliato fuori dall'agenda del governo nazionale e la prospettiva del regionalismo differenziato rappresenta un grave rischio per la tenuta dell'ordinamento dello Stato”. E' il commento del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, dopo la grande manifestazione di Reggio Calabria, che ha visto la partecipazione di oltre 25mila persone provenienti da tutta Italia e che si è conclusa con gli interventi sul palco di piazza Duomo dei segretari generali della Cgil, Maurizio Landini, della Cisl, Annamaria Furlan, e dell'Uil, Carmelo Barbagallo. “La presenza in Calabria, assieme a tantissimi cittadini, esponenti sindacali ed amministratori locali, dei vertici del sindacato italiano – prosegue Irto – è stata altamente simbolica e ha dimostrato ancora una volta la concreta attenzione delle organizzazioni dei lavoratori verso il Mezzogiorno e verso questa terra. Le migliaia di persone che hanno sfilato a Reggio hanno rivendicato lavoro, diritti ed equità e gridato a tutta Italia il disagio e la preoccupazione di un pezzo enorme del Paese che sente di essere stato accantonato da chi oggi è al governo”.

Il presidente del Consiglio regionale aggiunge: “Merita di essere sottolineata la partecipazione alla manifestazione di Reggio del segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che ringrazio di cuore perché la sua vicinanza è la testimonianza di un impegno politico concreto a favore del Sud e della Calabria. Adesso – conclude Nicola Irto – occorre moltiplicare gli sforzi e far sì che quella di oggi non resti un'isolata giornata di mobilitazione, ma sia l'avvio di un percorso di impegno comune a difesa e sostegno delle istanze del Sud”.

“Il nuovo waterfront di Monasterace è la dimostrazione concreta e positiva dell'attività legislativa del Consiglio regionale”. Lo afferma il presidente dell'Assemblea di palazzo Campanella, Nicola Irto, che ieri ha partecipato all'inaugurazione del nuovo tratto del lungomare del comune jonico. “Tra i provvedimenti più rilevanti approvati nel corso di questa legislatura dal nostro parlamento regionale – ricorda Irto – vi sono l'introduzione del principio del 'consumo zero' di suolo nella legge urbanistica e, da ultimo, l'aggiornamento del quadro conoscitivo del Quadro territoriale regionale a valenza paesistica. Un impegno che abbiamo portato avanti in direzione di uno sviluppo sostenibile del territorio e che ha prodotto anche a Monasterace risultati concreti e tangibili”. Il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato che “il nuovo waterfront è la realizzazione di un obiettivo di grande importanza per la comunità di Monasterace sotto due punti di vista. Innanzitutto, è un esempio virtuoso di recupero urbanistico e di rigenerazione urbana in uno dei paesi più belli della costa jonica calabrese. E, in secondo luogo, è una vittoria della comunità dei cittadini, che è tornata a usufruire di un'area lasciata per quarant'anni in condizioni di inaccettabile degrado”. In questo senso, “è necessario adesso lavorare perché il nuovo tratto del lungomare venga pienamente vissuto e reso un punto di aggregazione sociale. Quello di Monasterace marina – conclude Nicola Irto – è un esempio di intervento pubblico su aree periferiche che risponde a un'esigenza di sicurezza fortemente avvertita dai cittadini e che deve concorrere al recupero del rapporto dei calabresi con una delle risorse più preziose di cui disponiamo dal punto di vista naturalistico e ambientale: il mare”.

"La Varia di Palmi è una grande festa religiosa e di popolo, un evento di prestigio internazionale che può dare una formidabile spinta all'immagine positiva della nostra regione nel mondo". Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, intervenendo al Senato alla presentazione dell'edizione 2019 della processione della grande macchina a spalla, dal 2013 inserita in una rete riconosciuta patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco. La festa della Varia, quest'anno, usufruisce di un finanziamento di centomila euro (a valere sui PAC) della Regione Calabria su cui, nel corso della conferenza stampa, è stato dato atto dell'impegno politico del presidente Irto. Quest'ultimo, nell'esprimere la propria personale soddisfazione, ha spiegato: "E' lo stanziamento piu' alto che la Regione abbia messo a disposizione della festa di Palmi da molto tempo a questa parte e, assieme allo sforzo degli altri enti pubblici e del tessuto imprenditoriale, contribuira' a esaltare il valore della manifestazione. La Varia e' il momento più alto e rilevante della vita socio-culturale di Palmi, una città che rimane uno dei poli 'nobili' della nella nostra regione e che, con l'amministrazione Ranuccio, ha recuperato una dimensione di centralita' nella vita culturale calabrese. Adesso - ha aggiunto il rappresentante di Palazzo Campanella - occorre incrementare gli sforzi, mantenendo alta l'attenzione su questo evento lungo tutto l'arco dell'anno, perche' la Varia concorra non solo a diffondere l'immagine della comunita' locale, ma anche e soprattutto a offrire all'opinione pubblica italiana e internazionale il volto migliore della Calabria. Ci sono fattori spirituali, identitari e culturali che rendono la festa di agosto un elemento di forte attrazione soprattutto verso il mercato turistico religioso ed esperienziale. Attorno a questi cardini e al valore del riconoscimento Unesco - ha concluso Nicola Irto - dobbiamo costruire un'opportunita' di sviluppo per l'intera regione. Credo che debba essere pianificato un grande investimento in marketing territoriale perche' la Varia e' uno dei piu' potenti strumenti in grado di elevare la reputazione della Calabria in Italia e nel mondo".

“Il Salone del Libro si conferma anche quest’anno appuntamento di rilevanza internazionale ed è un piacere riscontrare che in questo straordinario caleidoscopio culturale che si dispiega nei 63mila quadri del Lingotto con oltre 1200 incontri, la Calabria è presente con la sua consistente produzione narrativa e saggistica.” L’ha detto il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto che, a proposito degli editori calabresi, ha aggiunto: “Sono tanti, ingegnosi e coraggiosi. A loro voglio rivolgere i miei complimenti per l’importante lavoro che svolgono. Il fatto che il Censis nel 52mo Rapporto (2018) sulla situazione sociale del Paese, segnali, oltre alla frattura generazionale nei consumi mediatici, che i lettori di libri continuano a diminuire, sottolineando che se nel 2007 il 59,4% degli italiani aveva letto almeno un libro nel corso dell'anno, nel 2018 il dato è sceso al 42% (-0,9% rispetto al 2017) senza peraltro che gli e-book riescano a compensare la riduzione, illustra una condizione difficile che deve preoccupare tutti. Se vogliamo governare la fase di transizione che il Paese e l’Europa attraversano, avviando una nuova stagione d’impegno civile all’insegna dei valori della civiltà occidentale, il contributo degli intellettuali, specie nel Mezzogiorno, è decisivo. La cultura deve essere il bastione di resistenza al linguaggio della violenza e alla dissoluzione del bene comune che i mutamenti in atto minacciano. Un pezzo del processo di riscatto e di salvaguardia del Progetto Europeo che affossare sarebbe pura follia. La visione giusta, che si avverte al Salone del Libro, che opportunamente riserva grande attenzione all’identità culturale europea, è un’Europa dei popoli che si fa carico dei problemi dei cittadini e non scarica sugli ultimi le conseguenze della crisi, ma che, anzi, dai mari del Nord al Mediterraneo rigetta l’egoismo e la concezione per cui il diverso va considerato come nemico. La Calabria, terra di emigrazione e alle prese con decine di contraddizioni, ha bisogno che le sue classi dirigenti con i ‘saperi’ diffusi sul territorio, si muovano assieme, consapevoli del forte contributo che possiamo dare grazie alla nostra plurimillenaria storia, in vista dell’irrobustimento dell’Unione e per perseguire non obiettivi strumentali e demagogici, ma il bene comune”. Nicola Irto ha partecipato alla presentazione del libro del giornalista Aldo Mantineo “Dire Fare Comunic@re/Gestire un ufficio stampa nel tempo dei sociali”: “E’ uno strumento di lavoro utile - ha detto - per chi opera nel mondo degli uffici dell’informazione ed un’ottima guida per i giovani attratti dalle pubbliche relazioni”. Con l’assessore alla Cultura Maria Francesca Corigliano e il giornalista Filippo Veltri ha discusso dell’ultimo libro di Mimmo Gangemi: “Marzo per gli agnelli”. Ha segnalato l’importanza della spiritualità dei monaci cappuccini a Reggio e in Calabria conversando con padre Giuseppe Sinopoli (ha partecipato il giornalista Romano Pitaro) che ha illustrato il suo ultimo lavoro: “La riforma cappuccina in Calabria nel 5oomo anniversario”. Nel libro si sostiene che i monaci calabresi furono i primi a d abbracciare il carisma cappuccino, non per rivendicare primogeniture, ma per sottolineare il bisogno di attenzione a quell’humus ricco di esperienze spirituali (eremiti bizantini, Nilo di Rossano, Gioacchino da Fiore e Francesco da Paola) in cui è sbocciata la riforma cappuccina. Il presidente Irto, infine, ha preso parte (ha moderato gli incontri la giornalista Daniela Rabia) alla presentazione del “Patto per la lettura del Comune di Taurianova” con il sindaco Fabio Scionti e alcuni amministratori locali e alla presentazione del “Premio Rhegium Juli 2019 a cura di Mario Musolino: “La cultura - ha concluso Irto - è l’antidoto formidabile, su cui convogliare risorse economiche ed umane, per sconfiggere la rassegnazione, l’illegalità e le mafie. Dobbiamo aprirci, non rinchiuderci; impegnarci e non essere indifferenti, solo così ricostruiremo una presenza meridionalista forte, nel solco delle figure di altissimo profilo che hanno contrassegnato la storia della Calabria”.

"Con l'autonomia rafforzata delle Regioni andremo incontro a una babele istituzionale e ci ritroveremo privi di un modello di ordinamento dello Stato. L'Italia sta correndo un gravissimo rischio". E' quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che è intervenuto al seminario organizzato dalla Svimez sul tema: "Il regionalismo differenziato. Riflessioni sui profili istituzionali del processo di attuazione". L'incontro, coordinato dal consigliere Svimez Manin Carabba, è stato aperto dal presidente dell'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, Adriano Giannola, e ha visto relazionare Giorgio Macciotta (Presidente della Fondazione Casa Museo Gramsci di Ghilarza), Alberto Zanardi (Membro del Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio), Federica Fabriizzi (docente di Istituzioni di diritto pubblico dell'università Uninettuno) e Gaetano Armao (Vicepresidente della Regione Siciliana). Sono inoltre intervenuti Nicola Lupo (docente di Diritto delle Assemblee elettive e Direttore del Centro Studi sul Parlamento della LUISS Guido Carli), i consiglieri Svimez Amedeo Lepore e Giuseppe Soriero, nonché il vicedirettore dell'associazione, Giuseppe Provenzano, che ha concluso il seminario.
Nel corso del suo intervento il presidente Irto si è soffermato sulla necessità di definire i livelli essenziali delle prestazioni. "Non e' una questione meramente procedurale o nominalistica - ha spiegato - ma costituisce un limite, oltrepassato il quale non ci troviamo piu' di fronte a una richiesta di maggiore autonomia, bensi' dinanzi a una surrettizia modifica dell'ordinamento dello Stato".
Un aspetto, questo, al centro della risoluzione approvata all'unanimità nel gennaio scorso dal Consiglio regionale della Calabria, un documento che il presidente ha richiamato nel corso del suo intervento davanti alla prestigiosa platea della Svimez. "Il Mezzogiorno non ha paura dell'autonomia rafforzata - ha aggiunto - ma a condizione che tutte le Regioni italiane siano collocate sulla stessa linea di partenza. Bisogna tener conto delle differenze che esistono nel Paese. Tutti gli indicatori economici segnalano l'aumento della forbice che separa le regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno sui livelli di ricchezza, di benessere, di occupazione e di opportunita'. E a questo macrodato vanno aggiunti quelli, elaborati dal Censis per la Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, dai quali si evince che non esiste piu' 'un' Sud ma ci sono 'tanti' Sud, con aree piu' arretrate e a maggiore rischio di spopolamento e desertificazione economica".
Il presidente del Consiglio regionale della Calabria ha inoltre sottolineato i limiti della "controversa, anzi, discutibile riforma del titolo V della Costituzione avvenuta nel 2001, che ha trasformato le Regioni in enti di gestione del potere e in enormi centri di spesa. In questo quadro, la richiesta di particolari forme di autonomia trova la sua fonte nell'articolo 116 della Carta ma non può essere oggetto di una valutazione astratta perché va contestualizzata nella dimensione del Paese reale, nel quale 900mila giovani sono emigrati dal Sud negli ultimi sedici anni".
Nicola Irto ha infine ringraziato il presidente Giannola e Svimez "per l'ambizione e il coraggio di ragionare senza dogmi ma con un approccio scientifico sulla riforma, orientando correttamente un dibattito pubblico spesso superficiale. E su queste basi sarà importante, anche per noi rappresentanti dei Consigli regionali, continuare ad avvalersi dell'irrinunciabile contributo di Svimez"

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