“Il restauro della Vara della Madonna della Consolazione non è solo un fatto di enorme significato, nel segno della devozione, che la città di Reggio ha atteso per 60 anni. E' anche un risultato che nasce da un metodo vincente: quello della condivisione, della più ampia sinergia istituzionale e del rigoroso rispetto dei tempi. Ritengo che se applicassimo questo metodo agli altri ambiti della vita sociale, la Calabria farebbe piccoli ma costanti passi avanti in tutti i settori”. E' quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione dell'apertura del cantiere per il restauro della macchina a spalla della sacra effigie della Patrona di Reggio Calabria. L'appuntamento (aperto alla cittadinanza) è fissato per sabato 4 gennaio alle 10 del mattino, con l'arrivo della Vara nel laboratorio di restauro allestito nella sala “Federica Monteleone” di palazzo Campanella.
All'incontro di stamani con gli operatori dell'informazione hanno partecipato, assieme al presidente Irto, Salvatore Patamia, direttore del Segretariato regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo per la Calabria; Giuseppe Falcomatà, sindaco della Città di Reggio Calabria; don Demetrio Sarica, direttore dell’Ufficio ecclesiastico dei beni culturali; e Gaetano Surace, presidente dell’associazione “Portatori della Vara”. Il progetto e il procedimento amministrativo del restauro sono stati illustrati, sul piano tecnico, dagli architetti Nino Sulfaro, coordinatore e direttore scientifico degli allestimenti, della mostra e degli eventi “Intorno alla Vara”, e Salvatore Amaddeo, responsabile unico del procedimento.
Il presidente Irto ha evidenziato come “l'intervento per il restauro sia oggi possibile, all'esito di un procedimento complesso dal punto di vista organizzativo, logistico e amministrativo, per il quale sento di ringraziare sia gli uffici del segretariato regionale del Mibact, sia il segretariato generale e l'ufficio tecnico del Consiglio regionale. Il valore, non solo economico, della Vara, i vincoli ministeriali, la complessità nella selezione dell'impresa, la volontà di non spostare la Vara da Reggio e la tempistica estremamente ridotta dell'intervento hanno imposto un lavoro intensissimo condensato in pochi mesi”.
Per il rappresentante dell'Assemblea legislativa calabrese, “siamo riusciti a evitare che la preziosa macchina votiva dovesse essere trasportata fuori regione. La Vara non si è mai mossa da Reggio e non dovrà spostarsi. Tutto questo – ha concluso Nicola Irto – ha rafforzato ulteriormente il rapporto tra il Consiglio regionale e la città: la sede del parlamento calabrese è patrimonio istituzionale, culturale e storico di Reggio e, attraverso l'allestimento del laboratorio di restauro della Vara, nella stessa sala che ospitò quello dei Bronzi di Riace, questo legame è destinato a rinsaldarsi ancora di più”.

La Calabria è la prima regione in Italia ad aver approvato una legge per la diffusione della lettura nella fascia d'età 0-6 anni. Un “record” positivo di cui si è discusso a palazzo Campanella, nel corso di un convegno che ha raccolto attorno a un tavolo tutti i principali attori coinvolti nelle politiche di promozione culturale. Dopo i saluti istituzionali del presidente dell'Ordine dei medici di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano, a presentare la legge è stato il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, primo firmatario del provvedimento nato dall'esperienza del progetto nazionale 'Nati per leggere'. “Stimolando e abituando i nostri bambini fin dalla prima infanzia alla lettura – ha spiegato Irto - sono convinto che costruiremo una generazione di cittadini che avranno più propensione e attitudine al sapere, maggiore tensione verso la conoscenza e maggiore curiosità verso il mondo reale, che va oltre lo schermo di uno smartphone”. Irto ha spiegato, tra l'altro, che il Piano triennale previsto dalla legge prevede “un coinvolgimento dal basso di tutti gli stakeholder” e che la misura approvata dall'Assemblea calabrese “traduce in atto normativo la Convenzione di New York di cui sta per ricorrere il trentesimo anniversario”.
Una decisiva azione di stimolo per la legge è arrivata dal pediatra Domenico Capomolla, referente regionale dell'Associazione culturale pediatri, che ha affermato: “La prima infanzia, anche per la particolare plasticità del cervello in questa fase della vita, è decisiva per lo sviluppo della persona. Queste legge si basa su solide basi scientifiche e può rappresentare uno strumento per contrastare la povertà educativa”.


Ha parlato di “una pratica molto virtuosa, di cui è giusto riconoscere il merito al presidente Irto e al Consiglio regionale” il dirigente vicario dell'Ufficio scolastico regionale Maurizio Piscitelli. Mentre il rettore dell'Università Mediterranea, Santo Marcello Zimbone, ha affermato di apprezzare “la lungimiranza di questa iniziativa che pone al centro la lettura, a cui vanno riabituati i giovani anche per dare loro l'opportunità di imparare nuovamente a scrivere bene. Nel nostro ateneo abbiamo lanciato il corso di laurea in scienze della formazione primaria”.
Il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo ha ringraziato pubblicamente “il presidente Irto per quanto sta facendo a favore dell'infanzia, godendo di considerazione in tutto il Paese. La lettura favorisce lo sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini. Questa legge rappresenta un investimento cruciale per il futuro”.
“I dati negativi dell'Istat sulla lettura sollecitano interventi urgenti, come questo”, ha commentato Federica Zanetto (presidente dell'Associazione culturale pediatri) mentre Milena Tancredi (coordinamento nazionale “Nati per leggere”) ha sottolineato come “l'introduzione precoce alla biblioteca implichi una politica di accoglienza, un posto dove cercare risposte e apprendere”.

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, ha aperto questa mattina in Senato il convegno organizzato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative e delle Province autonome e da Unicef Italia, su soluzioni e prospettive per il mondo dell'infanzia a trent'anni dall'approvazione della Convenzione di New York.
All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, il sottosegretario di Stato Sandra Zampa, la garante nazionale Filomena Albano, il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo e il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Devid Porrello.
"A poche settimane alla ricorrenza del trentennale della Convenzione trovo opportuno fare il punto sullo stato di attuazione nel nostro Paese del solenne patto a tutela dei minori, che l'Italia ha ratificato nel 1991", ha affermato Irto, che si è soffermato sulle osservazioni formulate dal Comitato Onu per l'infanzia alla luce del rapporto presentato dal nostro Paese a Ginevra. "Le richieste indirizzate all'Italia non mi hanno sorpreso, perché fotografano la situazione esistente: la necessità di lavorare sulla 'non discriminazione' tra i minori, il maggiore impegno che occorre su educazione e istruzione, l'esigenza di un potenziamento delle reti informative e di raccolta dei big data su questa materia, ma anche la giusta sollecitazione a promuovere le vaccinazioni. Ci sono però due aspetti - ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale della Calabria - che mi hanno particolarmente colpito. Il primo riguarda i minorenni migranti, rifugiati e richiedenti asilo, la cui situazione è stata da noi discussa anche in sede europea, con il Gruppo di Lavoro Calre presieduto da Devid Porrello. L'Onu ci chiede una cosa chiara: attuare fino in fondo la legge Zampa, che ha introdotto nel nostro ordinamento una normativa di buon senso, di grande umanità e civiltà"
"Una legge - ha proseguito Irto - che ha un pregio fondamentale: pone al centro l'interesse superiore del minore. Ed è a questo che dobbiamo guardare, anche nei nostri ordinamenti regionali, per costruire una società più giusta e capace di dare speranza".
"La seconda osservazione del Comitato Onu che mi ha fatto riflettere - ha detto ancora Nicola Irto - riguarda la distribuzione delle risorse finanziarie che deve tener conto dei minori più vulnerabili. Tutto questo richiama l'attenzione su un tema decisivo per il futuro del Paese e del mondo: la lotta alle disuguaglianze. Solo con un impegno serio su questo versante, contribuiremo al progresso della società e, soprattutto, daremo opportunità vere a minori oggi maltrattati, dimenticati, abusati o privi di chance perché immersi in contesti di grave povertà materiale ed educativa".
Il presidente Irto ha ringraziato Francesco Samengo e Unicef "per la preziosa e puntuale azione di sollecitazione e stimolo che rivolgono alle istituzioni pubbliche", poi ha ricordato i numerosi obiettivi raggiunti in questa legislatura dal garante regionale per l'infanzia. "Di strada occorre percorrerne ancora molta - ha concluso Irto - ma in Italia, oggi, ci sono i presupposti per costruire una società inclusiva e attenta ai minori, che rappresentano l'investimento più importante per il futuro del nostro Paese".

Signor Presidente, autorità, gentili ospiti,
sono onorato di darvi il benvenuto a Palazzo Tommaso Campanella, sede del Parlamento regionale della Calabria, che ospita i lavori del quarto “International Space Forum”, organizzato dalla Federazione Astronautica Internazionale, dall'Università Mediterranea di Reggio Calabria e dall'Agenzia Spaziale Italiana, che saluto e ringrazio.
Oggi questa solenne aula, nella quale si riuniscono le massime assise democratiche della nostra Regione, accoglie le delegazioni provenienti dai Paesi del Mediterraneo, in una delle giornate di maggiore prestigio nella storia di questa istituzione.
Siamo orgogliosi che i vostri lavori si svolgano qui, nel baricentro geografico del Mediterraneo, in una città e una regione che ambiscono ad assumere un ruolo sempre più centrale nelle dinamiche geopolitiche e strategiche di quest'area del mondo.
Viviamo la giornata odierna con la consapevolezza dell'importanza dei temi oggetto del Forum, con l'emozione di poter essere testimoni del processo di sviluppo delle politiche spaziali della comunità internazionale, ma anche con la ferma volontà di rinsaldare i sentimenti di amicizia che legano i popoli del Mediterraneo.
La Calabria è terra dalla storia millenaria, che affonda le proprie radici umane, culturali e scientifiche nella Magna Graecia; ed è motivo di particolare orgoglio ricordare che proprio sulle coste calabresi del Mare Jonio nacque e si sviluppò la scuola di Pitagora, che lasciò un segno indelebile nella storia delle scienze, anche astronomiche, e dunque dell'umanità.
Ospitare il quarto “International Space Forum” assume perciò un significato simbolico molto forte per il popolo calabrese. Popolo che si onora di annoverare tra i suoi figli più autorevoli la vicepresidente IAF, Gabriella Arrigo.
In ossequio alla nostra storia, auspichiamo che i lavori odierni siano forieri di un'implementazione delle politiche dello spazio per i Paesi del Mediterraneo, in direzione della diffusione delle tecnologie spaziali applicate al miglioramento delle condizioni di vita dell'uomo, delineate nell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Siamo convinti che dal dibattito emergeranno spunti preziosi a favore della “Blue economy” e, soprattutto, crediamo fortemente nella funzione cruciale che dovrà essere esercitata, negli anni a venire, dall'Università e dalla Ricerca.
La società della conoscenza è il principale strumento di cui l'umanità dispone per far fronte alla crescente complessità del mondo in cui viviamo, nel quale i cambiamenti climatici, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e gli eccezionali fenomeni migratori in atto costituiscono fonti di instabilità e di tensione rispetto alla pacifica convivenza tra le Nazioni.
Tutto ciò richiede ai Governi uno sforzo straordinario per individuare soluzioni in grado di assicurare e promuovere un nuovo ordine mondiale, fondato sulla pace, sulla libertà e sul rispetto reciproco tra i popoli.
In questo quadro, è decisivo il ruolo della scienza e della ricerca, applicate alle politiche spaziali, che rappresentano la frontiera più avanzata delle sfide che avremo di fronte a noi negli anni a venire. A questo orizzonte so che guardano, e perciò sento di ringraziarli, il rettore Marcello Zimbone e il prof. Carlo Morabito, il cui contributo è stato prezioso per la realizzazione di questo Forum.
Oggi non vogliamo limitarci ad ospitarvi in questa sede istituzionale, ma siamo felici di offrirvi le conoscenze, le competenze e le intelligenze che l'eccellente sistema accademico calabrese, a cominciare dall'Università Mediterranea di Reggio Calabria, è pronto a mettere a disposizione di ogni progetto orientato al bene comune.
Con questo spirito, e con la certezza del pieno raggiungimento delle finalità del quarto International Space Forum, vi ringrazio di vero cuore per la vostra presenza, vi rinnovo il benvenuto in Calabria e vi auguro buon lavoro.

“C'è qualcosa, nella nostra regione, che sta cambiando rapidamente. È la mentalità dei giovani, che hanno voglia di mettersi in discussione, di fare impresa, di essere artefici del loro futuro e di farlo nel rispetto delle regole e del mercato. Soprattutto nei settori dell'agricoltura, dell'agroalimentare, del turismo, dei servizi e dell'innovazione tecnologica, si respira un'aria diversa. È questo clima che non deve farci perdere la speranza”. Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, è intervenuto così durante i lavori di presentazione della ricerca elaborata dalla Svimez dal titolo “Calabria: regione aperta. Verso la rete dei giovani talenti”. L'evento si è svolto a palazzo Tommaso Campanella, alla presenza – tra gli altri – del presidente di Svimez, Adriano Giannola, del consigliere dello stesso organismo, Pino Soriero, e del presidente dell'Associazione degli ex consiglieri regionali della Calabria, Stefano Priolo.
Irto ha definito la ricerca Svimez “un lavoro prezioso, che per le istituzioni, la politica e le parti sociali potrà rivelarsi utile per intavolare un ragionamento serio sul futuro della Calabria” con “un'analisi lucida della situazione, ma anche con una chiave di lettura dei fenomeni socio-occupazionali, soprattutto riguardo ai giovani. Ed è proprio ai giovani e alla loro voglia di fare impresa che dobbiamo guardare con attenzione per concorrere al riscatto della Calabria”.
Il presidente, che ha richiamato la necessità di un ritorno “al dibattito politico fondato su una discussione alta e seria”, si è soffermato sul depauperamento del capitale umano nella comunità calabrese: “La nostra è una regione che subisce gli effetti dell'emigrazione delle proprie risorse migliori: diplomati e laureati che si sono formati a ottimi livelli e che dispongono di vaste competenze, ma che non riescono a trovare sbocchi occupazionali. La Calabria è diventata così, negli ultimi vent'anni, una regione che sta invecchiando, che assiste allo spopolamento delle aree interne, che fa i conti con le povertà educative, non solo con quelle economiche, e che registra un'autentica desertificazione industriale, come sta avvenendo in altre parti del Mezzogiorno”. Fenomeni a cui “in questa legislatura stiamo cercando di rispondere attraverso alcuni strumenti, finanziati soprattutto grazie ai finanziamenti dell'Unione Europea che però non possono essere considerati sostitutivi dei trasferimenti statali. Abbiamo destinato ingenti risorse all'alta formazione universitaria, allo sviluppo delle aree urbane, al ripopolamento delle aree interne, all'agricoltura, alla banda ultralarga e alle infrastrutture materiali e immateriali. Sforzi consistenti, che hanno prodotto qualche effetto positivo sulla ripresa economica, ma che certamente non possono ancora essere considerati sufficienti per far fronte alla difficilissima sfida di cambiare la Calabria”.
Rivolgendosi a una platea di giovani imprenditori, Nicola Irto ha parlato di un “patrimonio di capitale umano la cui importanza va oltre le sorti individuali. È l'espressione di un nuovo meridionalismo orgoglioso, non votato all'autocommiserazione. Un'elaborazione nuova – ha concluso - che deve anche essere una risposta al progetto del regionalismo differenziato che, in assenza degli anticorpi istituzionali necessari, rischia di travolgere una parte del Paese e di farla staccare dal resto d'Europa”.

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