Il senatore Nicola Irto, capogruppo dem in Commissione Ambiente, transizione ecologica, energia e lavori pubblici, ha depositato in Senato la mozione del Pd sulla Cop 29, la Conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che sta per tenersi a Baku in Azerbaijan. La mozione è sottoscritta anche dal presidente del gruppo del Pd al Senato Francesco Boccia, dai senatori Lorenzo Basso, vicepresidente della Commissione Ambiente, da Michele Fina e dal capogruppo dem in Commissione Bilancio Daniele Manca.
“La Cop 29 – scrivono i senatori nel documento – si propone di essere un punto di svolta nelle politiche climatiche globali, con l’obiettivo di accelerare l’azione climatica attraverso ambiziosi piani nazionali, l’eliminazione del carbone, la promozione delle energie rinnovabili e il rafforzamento delle strategie di adattamento. L’obiettivo è quello delineato dall’ultimo rapporto Unep sulle emissioni, che indica come ancora tecnicamente possibile rimanere al di sotto della soglia critica di aumento delle temperature medie globali di 1,5 °C entro la fine del secolo, ma solo a fronte di una massiccia mobilitazione globale guidata dai Paesi del G20 per ridurre tutte le emissioni di gas serra, a partire da oggi. In 33 punti, la mozione impegna dunque il governo italiano a sostenere e dare attuazione a tutte le misure e le politiche nazionali e internazionali e a sostenere gli sforzi multilaterali per il raggiungimento di questo obiettivo e per la buona riuscita della Cop 29. In particolare, si chiede al governo di svolgere una valutazione critica dei progressi fatti dall’Italia e quelli ancora da fare, stabilendo nuovi percorsi per incrementare e allineare i contributi determinati a livello nazionale (Ncd), a sostenere la definizione di un nuovo ambizioso obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) sui finanziamenti per il clima, allineato all’obiettivo dell’1,5 °C, con la finalità di mobilitare risorse sostanziali per sostenere i Paesi in via di sviluppo (Pvs), ipotizzando lo stanziamento fino a mille miliardi di dollari statunitensi all’anno e ad aumentare nel nostro Paese le risorse destinate alla transizione ecologica ed energetica”.

«Nella manovra finanziaria il governo Meloni ha tolto tre miliardi al Sud, che dovevano servire alle imprese e all’occupazione. Ancora una volta, l’esecutivo di centrodestra ha mostrato la sua avversione per il Mezzogiorno e mentito sugli investimenti per lo sviluppo delle aree meridionali». Il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, contesta con queste parole la recente presentazione di un documento con cui il governo ha illustrato le proprie misure per il Sud. «Il governo – ribatte Irto – crede che la politica sia un carnevale perpetuo di finzioni e luci colorate. Difatti leva risorse fondamentali al Mezzogiorno e racconta l’esatto contrario, senza provarne vergogna. Con i numeri non si scherza. Soprattutto, non si scherza con le persone. Il centrodestra ha abbandonato la Calabria, regione in cui è stata eletta la ministra Eugenia Roccella, che non si è mai vista nel territorio e ora compare per un evento autocelebrativo della propria coalizione. Al Sud servono risorse e risposte reali, che questo governo – conclude il parlamentare dem – non ha alcuna intenzione di garantire».

La Festa dell’Unità della regione Calabria, a Taverna. Tre giorni intensi di incontro e confronto. In un clima di amicizia e passione politica, abbiamo discusso su comunità energetiche, welfare, aree interne e ruolo degli amministratori, autonomia differenziata, lavoro e salari, salute e diritti, università e giovani, presente e futuro.
Grazie ai volontari, ai militanti del Partito democratico, a tutti coloro che hanno lavorato per la riuscita di questo atteso appuntamento e a quanti l'hanno seguito. Grazie all'amministrazione comunale e ai cittadini di Taverna per la memorabile ospitalità.
Sono contento per il riscontro positivo dell’iniziativa, per l’ampia partecipazione, per la presenza di tanti, di molti partiti, associazioni, sindacati e rappresentanze delle forze produttive.
Ma non ci fermiamo qui. Abbiamo lanciato gli Stati generali della montagna, che si terranno nel Pollino, nella metà del prossimo ottobre, con la presenza di Elly Schlein.
Continuiamo a lavorare per ascoltare le comunità, specie quelle più isolate, e per costruire dal basso – e nei territori – l’alternativa progressista e democratica alle destre di governo.
 


«Nonostante abbia portato la spesa del Pnrr soltanto a 51,4 miliardi di euro rispetto agli oltre 194 previsti per l’Italia, il ministro Raffale Fitto sarebbe in partenza per fare il commissario europeo a Bruxelles». Lo dichiara il senatore Nicola Irto, che è anche segretario del Pd della Calabria.

«La spesa in questione – insiste il parlamentare – è ferma a quasi un quarto del totale, con tutto ciò che ne consegue, soprattutto in territori come la Calabria, fortemente bisognosi delle risorse del Pnrr». Ancora, per come lo stesso Piano è stato rimodulato, il 65 per cento degli investimenti dovrà essere finalizzato nei primi otto mesi del 2026, entro cui l’Italia dovrà aver raggiunto il 28 per cento degli obiettivi per incassare il 19 per cento dei fondi».

«Davanti a questo quadro impietoso, sorprende – sottolinea il senatore del Pd – il silenzio assoluto e assordante della Regione Calabria, che, con l’impiego delle risorse del Pnrr, dovrebbe guadagnare terreno in diversi ambiti fondamentali: dalla sanità all’efficienza energetica, dalla digitalizzazione all’inclusione, dalla mobilità sostenibile al turismo». «Forse non sarà possibile – conclude Irto – rimediare per tempo agli errori e alle lungaggini del centrodestra nell’attuazione del Pnrr. Temiamo, inoltre, che i ritardi cumulati dal governo colpiscano ancora una volta le regioni meridionali, secondo lo schema, divisivo del Paese, che l’esecutivo Meloni sta applicando con l’autonomia differenziata e con il recente taglio di 750 milioni del Fondo complementare del Pnrr».

«Fanno rabbrividire i quasi 50mila euro per operare un tumore al seno in Calabria, i circa 400 euro per un check up cardiologico nella stessa regione, i 1500 euro al giorno per un ricovero a bassa complessità e i quasi 30mila euro per una degenza di due settimane ad alta complessità nel medesimo territorio».

È quanto, in una nota, afferma il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, il quale spiega: «Contenute in un recente report della Uil, queste sono le proiezioni dei costi individuali per l’assistenza sanitaria privata nella regione Calabria, nel caso di declino definitivo di quella pubblica anche per effetto dell’autonomia differenziata.

Proprio ieri, come Pd calabrese avevamo denunciato la mancanza di lenzuola per i pazienti ricoverati nel reparto di Medicina dell’ospedale pubblico di Locri. Ovunque, non solo in Calabria, la sanità pubblica va sempre peggio a causa del definanziamento generale, dello smantellamento di molte sue strutture e – sottolinea il senatore dem – della miopia acuta nella programmazione regionale, sempre più spinta verso le prestazioni delle cliniche private. Il centrodestra vuole la progressiva sostituzione della sanità pubblica con quella privata, con esborsi insostenibili per i residenti in Calabria, che già pagano molto di più per diagnosi e cure».

«L’autonomia differenziata farebbe saltare in maniera irreversibile – conclude Irto – quello che resta della sanità pubblica calabrese, con ulteriori costi sociali a carico dei più deboli, ingiusti e assieme inaccettabili. Allora continuiamo a raccogliere le firme per cancellare l’autonomia differenziata con il referendum abrogativo».

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