«Ancora una volta il Partito democratico è sceso in piazza per difendere i cittadini dalle imposizioni del governo Meloni, sordo e cieco rispetto ai bisogni reali deelle persone, incapace di attuare il Pnrr ed ostile nei confronti del Mezzogiorno». Lo afferma, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario del Pd della Calabria, facendo riferimento alla manifestazione svoltasi a Roma. «Con Elly Schlein - aggiunge Irto - il nostro partito costruisce ogni giorno l’alternativa al governo incompetente e irresponsabile delle destre, ascoltando e coinvolgendo sempre di più i singoli territori. Puntiamo sui diritti sociali e civili, sul sostegno dei più deboli, sul salario minimo, sulla sanità pubblica, sulla sostenibilità e su istruzione, formazione, ricerca e innovazione, cioè le basi di un’Italia che possa affrontare al meglio le sfide del futuro e garantire a tutti dignità e giustizia sociale, senza discriminazioni tra ricchi e poveri e tra nord e sud. Con una partecipazione significativa, il Pd della Calabria ha dato il proprio contributo all’iniziativa di Roma. Il Meridione chiede attenzione e misure concrete, a partire dal diritto alla salute, dallo Stato sociale e dal lavoro».

Con il decreto Sud, il governo commissaria per l’ennesima volta le regioni del Mezzogiorno: liquida le Zes esistenti e le sostituisce con una sola Zona economica speciale a gestione accentrata. Così l’esecutivo mette all’angolo i territori, anche per lo sviluppo delle aree interne". Con queste parole, il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico calabrese, commenta il decreto Sud.

"Nel frattempo – incalza Irto – il governo tira dritto sull’autonomia differenziata e palesa una contraddizione enorme. Soprattutto, l’esecutivo non indica come il Sud debba e possa svilupparsi. Il decreto Sud è, allora, un’altra operazione di pura propaganda delle destre, che si aggiunge a quella del ministro Salvini sul ponte di Messina".

"Il governo Meloni – attacca il senatore dem – non mostra una visione del futuro, getta fumo negli occhi, direziona enormi capitali pubblici e accentra le decisioni in modo da alimentare il consenso in vista delle elezioni europee, delle successive Regionali eccetera. Ne pagano le spese i cittadini meridionali e strutture strategiche come il porto di Gioia Tauro, fondamentale per l’economia della Calabria e la crescita del Mezzogiorno".

"L’Italia può crescere – conclude Irto – se il Sud non viene lasciato indietro. Anche sul punto, il governo non ci sente, non vede la realtà e non accetta il confronto in Parlamento".

La soddisfazione del segretario regionale Nicola Irto: «I cittadini hanno espresso forte e chiaro il sostegno a questa proposta, ora  la maggioranza di centrodestra voti la nostra proposta in Parlamento»

Sì è concluso anche in Calabria il week end dedicato alla raccolta firme a sostegno del salario minimo. «Negli oltre 50 banchetti, organizzati in tutta la regione dal Partito Democratico - si legge in una nota del Pd - grazie ai circoli e ai volontari, rispondendo alla mobilitazione fortemente voluta dalla segreteria nazionale, si sono recati a firmare, infatti, migliaia di cittadini, tra cui molti giovani precari».

«Il Partito democratico calabrese - ha dichiarato il segretario regionale Nicola Irto - ha sposato fin da subito questa battaglia, aprendo le feste de l’Unità alla raccolta firme, già durante l’estate.

L’Italia è rimasta uno dei soli 6 Paesi europei a non aver ancora introdotto quella che riteniamo essere una misura di civiltà, introduzione peraltro sollecitata anche dalla direttiva europea 2022/2041 che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 15 novembre 2024, proprio con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini».

Irto pone dunque l'attenzione sulle ultime stime Svimez: «Nel nostro Paese emerge un quadro decisamente preoccupante secondo cui oltre tre milioni di lavoratori, di cui un milione solo al sud, guadagnano meno di nove euro lordi all’ora, dato peggiorato a seguito della pandemia. Il Governo - conclude Irto - non può rimanere sordo e muto davanti alla grave perdita del potere d’acquisto da parte delle famiglie italiane. I cittadini, con la loro firma, hanno espresso forte e chiaro il sostegno a questa proposta, ora se ne faccia carico anche la maggioranza di centrodestra e voti la nostra proposta in Parlamento, con responsabilità. Lo chiedono gli italiani».

Scordovillo ha l'aspetto di un inferno a cielo aperto. Ubicata nei pressi dell'ospedale di Lamezia Terme, l'area ospita da decenni il più grande campo continua Rom del Mezzogiorno. Lì e nel vicino quartiere Ciampa di Cavallo -abitano centinaia di Rom, tra cui molti italiani dalla nascita. Sono persone che vivono ai margini della società: dentro baracche e fabbricati fatiscenti, tra cumuli abusivi di rifiuti, sostanze tossiche vaganti, fatti e pressioni criminali che che hanno provocato arresti e misure coercitive, disagi insopportabili e proteste dei cittadini.
Interessata da ripetuti roghi di matrice dolosa, la zona è diventata pressoché inaccessibile. La legge della violenza e della paura si è imposta sulle norme dello Stato, sulle istituzioni pubbliche, sul buon senso e sulla voglia di riscatto e crescita di numerosi residenti nel luogo, che parlano l'Italiano e chiedono ascolto e dignità.
La giunta comunale non ha ancora utilizzato i fondi, pari a circa 500mila euro, che il ministero dell'Interno aveva stanziato negli ultimi due anni.
Se non fosse per i meritori interventi sociali della Comunità Progetto Sud, di don Giacomo Panizza, la situazione sarebbe ancora più drammatica e pesante.
Sembra quasi – anche stando a recenti dichiarazioni del sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, il quale ha ammesso propri errori - che non si intraveda una via d'uscita; che ogni volta la soluzione si allontani come il celebre "castello" di Kafka; che le acque non si possano o debbano smuovere; che convenga non entrare in questa vicenda che urta e scuote la coscienza contemporanea.
Scordovillo e Ciampa di Cavallo sono un problema collettivo gigantesco, l'emblema di una modernità ambigua e disarmante, in cui basta un clic per collegarsi all’altro capo del mondo, comunque restando sconnessi dalla civiltà della conoscenza, dei diritti e dell’integrazione.
Di recente, a proposito dell'ipotesi di ricollocare i Rom in alloggi popolari di Lamezia Terme, è stato ricordato che predomina una mentalità ostativa, secondo cui «le case chi è più forte le va a sbundare».
Così, la capacità intimidatoria privata rende impotente e rassegnato il sistema pubblico, ormai spettatore passivo di una realtà abbandonata a sé stessa che produce nuova delinquenza, determina ulteriore isolamento, acuisce le fratture sociali e spaventa i cittadini, mentre la criminalità organizzata rimane in agguato per approfittarne, introdursi a scopo di lucro e controllare il territorio.
Il Partito democratico crede, invece, che urgano risposte pronte e concrete; che le istituzioni pubbliche debbano dialogare, convergere e soprattutto agire; che la sicurezza individuale e collettiva sia un bene, un obiettivo primario da raggiungere con politiche equilibrate e lungimiranti, fuori dallo schema, dalla tentazione dei muri, dei recinti, del confinamento.
Pensiamo che i lametini non possano attendere ancora; che nessuno debba rischiare la propria pelle e che sia indispensabile l'immediata assunzione di responsabilità da parte dei decisori pubblici locali e del governo nazionale, finora rassegnati o, peggio, insensibili al grido d'aiuto proveniente da Lamezia Terme.
Mi auguro che finisca presto il lungo e dannoso immobilismo sulla vicenda di Scordovillo e Ciampa di Cavallo.
Il governo Meloni focalizzi che marginalità e criminalità sono sempre collegate e dunque risolva alla svelta il delicato caso, che le amministrazioni locali non hanno, purtroppo, saputo affrontare.
In mancanza di riscontro, presenterò un interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro dell'Interno per sapere quali iniziative di competenza intendano assumere al riguardo.

Nicola Irto Senatore della Repubblica e segretario del Pd della Calabria

Il Quotidiano del Sud del 09 ottobre 2023

Allegati:
Accedi a questo URL (http://www.nicoirto.it/images/stampa/09102023-Quotidiano_del_Sud.jpg)Articolo Quotidiano del Sud[Articolo Quotidiano del Sud]198 kB

Il senatore e segretario regionale dem chiede «un cambio radicale di metodo» alla Regione: «C’è il rischio che ancora una volta i cittadini vengano privati di opportunità di cura e prevenzione»

Il senatore Nicola Irto, segretario del Pd calabrese, denuncia i gravi ritardi sulla realizzazione delle 102 nuove strutture di assistenza territoriale previste in Calabria e finanziate dal Pnrr per circa 129 milioni. Il parlamentare chiede «un cambio radicale di metodo», invitando la Regione Calabria e il suo vertice politico «a guardare la realtà, a riconoscerne i problemi e ad affrontarli con chiarezza, senza sottrarsi al controllo delle opposizioni».

«Nel febbraio 2022 – precisa l’esponente del Pd – la Regione Calabria aveva trasmesso all’ultimo minuto, proprio sotto scadenza, le schede degli interventi programmati, a causa di lungaggini già registrate nella precedente gestione regionale, sempre di centrodestra. C’è dunque il rischio che ancora una volta i calabresi vengano privati di opportunità di cura e prevenzione».

Ad oggi, sottolinea Irto, la qualità dell’offerta sanitaria risente «oltremodo di tagli devastanti», «il debito sanitario lievita, i fornitori non vengono pagati e gli interessi aumentano, nel silenzio imperturbabile di commissari e direttori generali».

Parlando del futuro dell’assistenza territoriale in Calabria, Irto lamenta la perdurante incoerenza nel flusso dei dati sanitari, l’inadeguatezza delle dotazioni di ospedali hub e spoke, la difficoltà di riconversione delle strutture esistenti e di riallocazione del personale occorrente. Ancora, il parlamentare del Pd rimarca la necessità di riorganizzare l’assistenza territoriale superando il criterio della ripartizione su base provinciale, che «prescinde dall’elemento orogeografico, dal clima e dalle condizioni di viabilità».

Secondo Irto, è prioritario «collegare in concreto e bene i servizi ospedalieri, territoriali e sociali, delimitare il perimetro delle competenze delle strutture private in convenzione, ridurre le liste d’attesa e definire percorsi diagnostici terapeutici ed assistenziali che colleghino ospedale e territorio».

Sottocategorie

   

f t g

Nicola Irto - Sito ufficiale

 

e-mail: segreteria.nicolairto@gmail.com

Privacy Policy

   

 

 

Restiamo in contatto

Iscriviti alla newsletter per ricevere news e bandi