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Il senatore dem non ha dubbi: «Ancora una volta, Meloni, Salvini e Tajani fanno gli interessi dei ricchi»
«Con la legge di Bilancio 2025, il governo delle destre spinge il Sud ai margini del Paese, comprime lo Stato sociale e dirotta sul miraggio del ponte di Messina parte dei fondi per lo sviluppo e la coesione delle regioni meridionali». È quanto afferma, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria.
«È una legge - aggiunge Irto - che non guarda all'innovazione, ai giovani, allo sviluppo economico, alla sostenibilità e alla riduzione dei divari territoriali. C'era invece l'urgenza di misure espansive, di finanziare la rigenerazione urbana, le energie rinnovabili, il Welfare e le assunzioni nella sanità pubblica. Ancora una volta, Meloni, Salvini e Tajani fanno gli interessi dei ricchi e voltano le spalle al resto dell'Italia».
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«Matteo Salvini ha risposto picche al question time con cui gli avevamo chiesto conto della sicurezza sismica del ponte sullo Stretto di Messina, dell’incompletezza degli studi alla base dell’approvazione del progetto definitivo e della necessità di approfondimenti scientifici, anche sul rischio di maremoti a danno dell’infrastruttura». Lo rende noto il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, che incalza: «Il ministro ha avuto un comportamento omissivo perfino sulla gravissima vicenda della relazione sismica attribuita all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ne aveva disconosciuto la paternità e l’aveva imputata all’iniziativa autonoma di due ricercatori interni. Il ponte è un’opera priva di sostenibilità economica e di garanzie di sicurezza, di cui non c’è traccia nel Piano strategico da poco presentato dal Gruppo Ferrovie dello Stato».
In Senato, in replica alla risposta del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Irto ha attaccato il governo, dicendo: «Avete congelato 1,6 miliardi del Fondo per lo sviluppo e la coesione delle regioni Calabria e Sicilia, risorse che sarebbero servite per asili, per istruzione, per la digitalizzazione, per migliorare le nostre città. Le avete bloccate per un ponte che non si farà: per la sua illusione, ministro. Avete deciso che questa deve essere una priorità e avete cancellato totalmente l’Alta velocità ferroviaria in Calabria e in Sicilia. Avete fatto sparire la perequazione infrastrutturale tra il Nord e il Sud del Paese; penso per esempio alla Taranto-Reggio Calabria, alla Statale 106, quella che si chiama “Strada della morte”, sparita dai radar perché avete posto le attenzioni solo all’illusione del ponte sullo Stretto».
«Lei, ministro, cerca sempre di dare la responsabilità a qualcuno. Un giorno la responsabilità è di un chiodo, un giorno di Tajani e oggi del Tar. Ministro – ha concluso in Aula il senatore Irto – le assicuro che in questo caso la responsabilità è tutta sua».
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I Comuni italiani sono impegnati nella realizzazione di progetti del Pnrr per circa 40 miliardi di euro, ma pur essendo virtuosi nella realizzazione, si ritrovano ad avere problemi di cassa a causa della lentezza con cui il governo corrisponde le tranche di risorse relative ai vari stati di avanzamento dei lavori. E’ quanto denuncia il senatore del Pd Nicola Irto, che ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri per gli Affari europei, l’attuazione del PNRR e le Politiche di coesione territoriale Tommaso Foti e dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, sottoscritta anche da numerosi colleghi dem.
“Allo stato attuale – spiega Irto nell’interrogazione – gran parte delle amministrazioni locali ha ricevuto, nella migliore delle ipotesi, soltanto l’anticipo sui lavori pur avendo già caricato sulla piattaforma ReGIS la rendicontazione di progetto relativa agli stati di avanzamento dei lavori. Svariati comuni si trovano ad uno stato di avanzamento dei lavori che ha superato l’80 per cento ed in alcuni casi in fase di fine lavori, senza ricevere le ulteriori tranche di finanziamenti. Numerosi altri comuni sono ancora in attesa dell’anticipo del 30 per cento. Una situazione paradossale di cui si è lamentata anche l’Anci: molti Comuni si trovano nell’impossibilità di proseguire perché non hanno più risorse e anche perché i prestiti della Cassa Depositi e Prestiti sono troppo onerosi. Per questo chiediamo al governo cosa intenda fare per accelerare il processo di ‘validazione della spesa’ e trasferire immediatamente le risorse ai comuni in linea con gli stati di avanzamento dei lavori. Vogliamo sapere come intenda favorire il rispetto del cronoprogramma da parte dei Comuni ed evitare la rinuncia alla prosecuzione degli interventi per i ritardi ingiustificati nelle erogazioni. Vogliamo inoltre sapere se l’Esecutivo intenda sollecitare CDP a predisporre con urgenza condizioni di accesso agevolato da parte degli enti locali ai finanziamenti per il completamento degli interventi relativi al Pnrr, con l’applicazione di tassi d’interesse comunque inferiori a quelli praticati dalle banche”.
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«Sullo stato della Zes Unica, la Corte dei conti ha confermato criticità che a parte avevamo già sollevato». È quanto, in una propria nota, afferma il parlamentare del Pd Nicola Irto da Baku (Azerbaigian), dove si trova per partecipare alla Cop 29 in rappresentanza del Senato.
«In particolare, noi avevamo accusato – spiega Irto – grossi ritardi imputabili alla confusione del governo Meloni, poca trasparenza nei dati, scarsa chiarezza nelle procedure autorizzative e, soprattutto, la mancata approvazione definitiva del Piano strategico della Zes, fatto che rallenta gli investimenti e frena lo sviluppo del Sud».
«Proprio di recente, nell’analisi sullo stato di avanzamento del “Piano strategico Zes unica”, la Corte dei conti – sottolinea lo stesso senatore del Partito democratico – ha raccomandato alla Struttura di missione di approvare al più presto e in via definitiva questo documento indispensabile. Ancora, la Corte ha evidenziato la necessità di prevedere e attuare i controlli sull’andamento del Piano, dopo aver definito gli appositi indicatori. Non solo, la Corte dei conti ha scritto che va migliorata la pubblicità e la completezza dei dati ufficiali e ha chiesto di distinguere con chiarezza le funzioni degli organismi coinvolti nella gestione del Piano sulla Zes, al fine di evitare sovrapposizioni e dunque nuove lungaggini. La Corte ha inoltre rimarcato l’esigenza di raccordare gli interventi in fase di autorizzazione unica con il Piano strategico non ancora adottato». «È dunque evidente – conclude Irto – lo stallo creato dal governo, che si è reso sordo e cieco sin dalla nascita della Zes unica».
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“La Cop 29 di Baku è un’occasione fondamentale per proteggere il pianeta dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, attraverso il consolidamento dei rapporti di cooperazione, la condivisione di indirizzi e strategie efficaci, l’assunzione di impegni più stringenti volti a salvaguardare l’ambiente, la vita e il futuro comune”. È quanto afferma in una nota il senatore Nicola Irto, capogruppo dem nella commissione Ambiente di Palazzo Madama e in partenza per l’Azerbaigian quale unico rappresentante del Senato alla Cop29 di Baku.
“Dagli Stati Uniti- prosegue Irto- giunge la notizia che Trump sarebbe propenso a uscire dall’Accordo di Parigi sulla riduzione dei gas nocivi. È la conferma, l’ennesima, che nel mondo i governi di destra negano o minimizzano il problema del cambiamento climatico allo scopo, anche diffondendo falsità, di frenare la transizione ecologica, della quale abbiamo invece bisogno per salvare il pianeta e la vita umana, per rilanciare l’economia e ridare speranza ai Paesi Occidentali e a quelli in via di sviluppo”.