“Oggi ci ritroviamo a dibattere di un provvedimento nato tardi e male, che non pone alcun rimedio agli errori già fatti dal Governo. Il Piano che doveva permettere all’Italia di recuperare terreno dopo il Covid, riqualificare l’assistenza sanitaria, strutturare la transizione ecologica, energetica e digitale invece è caratterizzato da ritardi, mancanza di trasparenza e criticità di vario grado. Vi sono poi gravi divari nella partecipazione ai bandi del Pnrr, con gli enti locali più piccoli in grosse difficoltà e le regioni del Sud in forte affanno. In questo disastro il ministro Fitto si è distinto per allungare i tempi e creare confusione”. Così il senatore Nicola Irto, capogruppo Pd in commissione Ambiente, è intervenuto nell’aula di Palazzo Madama in sede di conversione del decreto legge “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Il senatore e segretario del Pd calabrese: «Baratto tra le forze del governo a discapito dell’unità del Paese e dell’eguaglianza»

«L’autonomia differenziata comincia a dividere la maggioranza di centrodestra nel Consiglio regionale della Calabria». Lo osserva, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario del Pd calabrese, che sottolinea: «Finalmente, grazie al lavoro di informazione e opposizione che stiamo conducendo nelle istituzioni e nelle piazze, così come all’incessante battaglia politica del gruppo consiliare del Pd, il centrodestra in Consiglio regionale inizia vacillare sul sostegno al ddl Calderoli, che appare come puro baratto tra le forze del governo nazionale, a discapito dell’unità del Paese e dell’eguaglianza dei cittadini».

«Noi continueremo a contestare e contrastare l’autonomia differenziata. Vedremo – conclude il senatore Irto – se il centrodestra avrà il coraggio, a Roma come a Reggio Calabria, di ignorare i richiami della coscienza, che stanno emergendo con estrema chiarezza».

«Che cosa deve ancora attendere, Roberto Occhiuto, per respingere senza ambiguità il progetto dell’autonomia differenziata?». L’ha chiesto il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, intervenendo a San Giovanni in Fiore a un’iniziativa del Pd locale sui pericoli del regionalismo differenziato previsto dal ddl Calderoli. «Già adesso, con gli effetti del minore finanziamento della sanità regionale, ingiustizia terribile che dura da 25 anni, la Calabria – ha denunciato Irto – patisce una carenza cronica di personale medico e lo smantellamento incessante e progressivo di ospedali e reparti. Inoltre, le strutture pubbliche sono sempre più sostituite dalle cliniche private, vi sono interi territori privi di servizi essenziali e l’emigrazione sanitaria costa 300 milioni all’anno. La nuova rete ospedaliera regionale, poi, penalizza oltremodo le aree montane e disagiate come quella di San Giovanni in Fiore, che invece meriterebbe investimenti finalizzati al rilancio dell’ospedale civile di zona, altrimenti destinato a chiudere». «L’autonomia differenziata non ha alcun fondamento. La priorità – avverte il senatore dem – è invece modificare i criteri di ripartizione del Fondo sanitario, che hanno messo in ginocchio il Servizio sanitario della Calabria come delle altre regioni del Sud, provocando il Piano di rientro e il successivo commissariamento del governo, rivelatosi fallimentare. Noi sfidiamo il centrodestra sui fatti e sulle proposte, che – conclude il segretario dei dem calabresi – presenteremo nella Conferenza programmatica del 19 e 20 aprile prossimi, a Soveria Mannelli».

«Costruire il progetto della Calabria del futuro». Sarà questo l’obiettivo della conferenza programmatica del Pd della Calabria in programma il 19 e 20 aprile a Soveria Mannelli, all’Officina della Cultura. A illustrare i temi che saranno al centro della due giorni di convention, alla quale è attesa anche la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein, il segretario regionale del Pd calabrese Nicola Irto, affiancato dallo “stato maggiore” del partito. In una conferenza stampa al Lanificio Leo di Soveria Mannelli, Irto ha anzitutto ricordato come la conferenza programmatica sia «il frutto del percorso di coinvolgimento di tutto il partito allineandolo all’attività del gruppo parlamentare e del gruppo regionale che ha elaborato un “Libro bianco” che entrerà nel documento finale della conferenza programmatica. Vogliamo che il partito si muova assieme. Mi chiedevo, perché facciamo questa conferenza visto che le elezioni regionali non so o vicine? Ma la domanda è: cos’è un partito, è un comitato elettorale – e forse anche noi siamo apparsi così – oppure dev’essere continuamente al lavoro e alzare l’asticella d’impegno, anche dell’opposizione? Io penso che un grande partito politico deve porsi un’ambizione più ampia, alzare l’asticella, porsi il dubbio, le domande su come governare la regione e come dare una proposta complessiva alla Calabria. La conferenza – ha aggiunto Irto – è il frutto di un percorso complesso: dovevamo farla a gennaio ma il percorso ha richiesto il coinvolgimento del partito ma anche della società sociale».

«Costruire il progetto della Calabria del futuro»
Irto ha poi parlato di «un esperimento, è la prima volta che si fa una conferenza programmatica in Calabria. Il risultato di questo appuntamento sarà un documento di prospettiva del governo di questa regione, che significa che il Pd mette in campo, accanto all’opposizione, anche delle proposte, partendo dai tantissimi dati drammatici che offriremo ai tavoli. Per sintesi offro tre: negli ultimi 20 anni Pil continua a scendere, checché ne dica Occhiuto, continua a salire il tasso di disoccupazione e infine i 300 milioni di mobilità passiva sanitaria. Questi tre dati – a cui potremmo aggiungerne altri – sono drammatici: da qui siamo partiti per dare risposte complessive in termini di proposte su lavoro, sulle infrastrutture, sulla sanità. Il documento finale di sintesi dei tavoli vuole essere il progetto della Calabria del futuro: è un elemento di innovazione politica in Calabria e anche l’alternativa giusta al populismo mediatico del presidente della Regione. Segnalo – ha proseguito il segretario del Pd calabrese – che il presidente di Regione, che ogni giorno fa slogan, ha fatto un solo atto vero, la riorganizzazione della rete ospedaliera, peccato che dopo pochi giorni ha dovuto fare dietrofront perché aveva fatto un casino. Rispetto al populismo mediatico del presidente di regione c’è un partito che in tutte le sue componenti, anche varie e diverse e plurali com’è il nostro, prova a dare una risposta complessiva, a partire dal luogo scelto, il Lanificio Leo, abbiamo deciso di venire qui in un’area interna, perché le aree interne rappresentano la maggiore parte della Calabria. Anche questo è un segnale della nostra attenzione contro il fenomeno dello spopolamento. Per noi sarebbe stato più facile chiuderci in un bell’hotel in un’area urbana, abbiamo invece puntato su un luogo così per rappresentare l’importanza delle aree interne, perché c’è una Calabria diversa e migliore che produce anche nelle aree interne, qui c’è anche un altro fiore all’occhiello calabrese, come Rubbettino». Secondo Irto «la conferenza programmatica non si concluderà il 20 aprile: dopo il 20 faremo la campagna elettorale ma divulgheremo il documento anche negli appuntamenti estivi. Dobbiamo far diventare questo appuntamento un appuntamento stabile e annuale, come impegno per ii nostri iscritti ma per la Calabria intera, al di là di è il segretario o la segreteria pro tempore, ma una grande comunità politica che si autodetermina, si autogestisce senza i colonelli che vengono qui a dirci cosa fare com’è avvenuto nel passato, una comunità che decide le proprie sorti e che deve avere la capacità di darsi una programmazione. Io – ha sostenuto il segretario del Pd calabrese – sono convinto che con tutte le difficoltà e le discussioni – noi siamo un partito plurale, ampio, grande – ci possiamo riuscire».

«Il 19 e 20 aprile punto di partenza e non punto di arrivo»
Irto ha poi osservato: «Se vogliamo non solo provare a governare la Calabria ma anche a dare una prospettiva di futuro ala Calabria – se abbiniamo ai dati anche le politiche nazionali devastanti come l’autonomia differenziata – e la prospettiva per la Calabria non è positiva, un grande partito deve assumersi la responsabilità di una proposta e di una battaglia che culminerà anche nelle Regionali e costruisce tassello dopo tassello la Calabria del futuro, un partito che si carica una proposta forte, di cambiamento e anche di rottura anche sul piano delle proposte, la Regione ha bisogno di uno shock, perché così com’è non ha funzionato, se i dati sono quelli nessuno si salva. Inutile fare retorica, un partito che decide di mettere in campo le proposte, ha il coraggio delle scelte e la forza di spiegare ai cittadini accettando la sfida. La conferenza programmatica del 19 e 20 aprile non è un punto di arrivo ma di partenza per la Calabria»

Corriere della Calabria del 06 aprile 2024

“L’Italia ha un’opportunità unica per riaffermarsi sul palcoscenico internazionale, ma Il Governo la sottovaluta, anche alla luce delle criticità amministrative e finanziarie contenute in questo decreto relativo alla gestione dei preparativi per il G7”.

Lo afferma il senatore Nicola Irto intervenendo in Aula in dichiarazione di voto per il Partito Democratico sul Decreto G7. “Desta forte preoccupazione – sottolinea Irto – la scelta di affidare le gestione sugli interventi infrastrutturali a un Commissario straordinario, centralizzando ancora le decisioni. Scelta che esclude dai processi decisionali le amministrazioni locali e gli enti territoriali, che invece hanno conoscenza diretta delle esigenze e delle priorità del luogo.

Con una procedura senza bandi, negoziata, che solleva seri dubbi sulla trasparenza” “Ed è particolarmente preoccupante – fa presente Irto – la deroga alla normativa antimafia che potrebbe compromettere l’integrità delle procedure di assegnazione e realizzazione degli interventi”.

“Il Governo avrebbe dovuto riconsiderare il suo approccio rispetto all’organizzazione della Presidenza italiana del G7, promuovendo ampia trasparenza e dialogo, ma è rimasto sordo ad ogni forma di confronto.

Si dovrebbe lavorare insieme per un’Italia che sia leader in Europa e nel mondo. Ma von questo esecutivo non è possibile. per queste ragioni il Partito democratico dice no al Dl G7” conclude Irto.

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