Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00681 - Pubblicato il 19 settembre 2023, nella seduta n. 102 - Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro delle imprese e del made in Italy.
Premesso che:

COMAU (Consorzio Macchine Utensili) è una società italiana, parte del gruppo Stellantis, con sede a Grugliasco (Torino), specializzata nell'automazione industriale e nella robotica, con oltre 45 anni di esperienza nel settore;

attualmente occupa 3.500 dipendenti nel mondo e 700 circa in Italia, nello stabilimento di Grugliasco;

considerato che:

COMAU nel 2021 ha acquisito ordini pari a circa 900 milioni, con un incremento nel 2022 del 15 per cento pari a circa 1,2 miliardi, di cui l’86 per cento provenienti da aziende diverse da CNHI, Iveco e Stellantis, a dimostrare un ruolo di primo piano nei mercati internazionali;

nonostante l’aumento degli ordini, nel sito torinese si è passati da circa 1.500 lavoratori nel 2018 a circa 700 a fine 2022 e sono diversi anni che non vengono fatte assunzioni di rilievo;

sono circa tre anni che le organizzazioni sindacali chiedono alla Direzione aziendale la condivisione di un piano industriale di dettaglio con numeri precisi sul prossimo futuro, ma ancora prevale una situazione non positiva di attesa e rinvio;

le organizzazioni sindacali chiedono in particolare garanzie occupazionali sul futuro di COMAU, soprattutto dopo la possibile uscita dal gruppo Stellantis ed in particolare per tutti e 700 i lavoratori dello stabilimento di Grugliasco;

fin dalla fusione tra FCA e PSA e la conseguente nascita di Stellantis si paventa la possibilità di uscire fuori dal gruppo. Il gruppo continua a confermare che lo spin-off si concretizzerà, ma non si ha la percezione di cosa succederà immediatamente dopo;

considerato inoltre che nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali hanno espresso il timore che l’operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull’occupazione, annunciando tramite i delegati della FIM-CISL di voler agire su Stellantis e sul Governo per avere tutte le garanzie possibili sui progetti aziendali,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda attivare al fine di scongiurare una modifica degli assetti aziendali che rischia ricadute sull’occupazione nel sito torinese COMAU di Grugliasco;

in particolare se il Governo intenda esercitare, come nelle sue possibilità, la golden power per la tutela del made in Italy, così da escludere la preoccupazione che l’operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull’occupazione.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00669 Pubblicato il 12 settembre 2023, nella seduta n. 99 - Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri della salute e dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:

l’esperienza vissuta negli ultimi anni con il diffondersi di infezioni di carattere respiratorio (dal COVID-19 alle ricorrenti influenze di stagione) richiede che nei luoghi più affollati, a partire dalle scuole, siano garantiti sistemi di ventilazione, aerazione e ricambio dell’aria in grado di tutelare la sicurezza di studenti e personale scolastico;

ancora di più oggi, con l'inizio delle lezioni e l'incertezza legata al nuovo aumento dei contagi, la comunità educativa e le autorità sanitarie devono lavorare insieme per garantire un ambiente di apprendimento sicuro e per proteggere coloro che sono più vulnerabili alle malattie di carattere respiratorio;

per controllare e ridurre la diffusione delle infezioni respiratorie negli ambienti affollati, ma in particolare nelle aule scolastiche, sono di grande utilità i dispositivi mobili di purificazione e gli impianti fissi di aerazione;

con un emendamento al decreto-legge n. 198 del 2022 è stato previsto che: “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della salute, di concerto con il ministro dell’istruzione, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici”;

lo stesso emendamento ha stabilito che una parte delle risorse del fondo per l’emergenza epidemiologica di cui all’articolo 58 del decreto-legge n. 73 del 2022 sia destinato all’acquisto di sistemi di aerazione e santificazione nelle scuole;

il 3 agosto 2022 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui vengono adottate le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all'adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell'aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici;

secondo uno studio, realizzato della Regione Marche in collaborazione con la fondazione “Hume”, un sistema di VMC (ventilazione meccanica controllata), che assicura il ricambio dell’aria nelle aule scolastiche, può ridurre la trasmissione del COVID-19 dal 40 fino all’82,5 per cento, a seconda del numero di ricambi per ora;

l'allora leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dichiarò di aver inviato al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, una lettera per caldeggiare l’approvazione di un decreto che estenda la sperimentazione realizzata nelle Marche all’intero territorio nazionale;

nella lettera si legge: "è necessario investire negli impianti di ventilazione meccanica controllata nelle scuole, per arginare il contagio e garantire la didattica in presenza (...) Presidente Draghi, fin dall’inizio del 2021 Fratelli d’Italia ha proposto di investire nella ventilazione meccanica controllata e non ha mai smesso di chiedere che anche il Governo lo facesse. Non eravamo i soli a farlo, come dimostrano gli appelli lanciati dall’Oms a livello internazionale e dall’Istituto Spallanzani e da altre realtà scientifiche in Italia. Non so per quale ragione non si sia inteso prendere seriamente in considerazione questa soluzione, nonostante Fratelli d’Italia, pur dall’opposizione, abbia fornito al Governo tutti gli strumenti utili a farlo. Quello che so, è che se il suo governo - e ancor prima quello precedente - avessero scelto questa strada invece che quella di sprecare milioni di euro in inutili banchi a rotelle, molto probabilmente avremmo potuto evitare ai nostri figli di vivere l’incubo della didattica a distanza. E dico di più. Se si fosse investito in un piano strutturale per sperimentare la Vmc anche nei luoghi di lavoro pubblici e privati o in alcuni luoghi della socialità, dalle palestre ai cinema, avremmo molto probabilmente impedito la paralisi di interi settori produttivi e diminuito l’impatto della pandemia sul nostro tessuto economico e sociale (...) Tanto tempo è stato perso, ma non è mai troppo tardi per recuperare e per prepararci ad affrontare con più serenità la più che plausibile risalita del contagio da Covid nel prossimo autunno, in coincidenza con la stagione fredda. Ricorderà che a giugno dello scorso anno, durante uno dei nostri incontri, la pregai di non fare lo stesso errore fatto dal suo predecessore di non utilizzare i mesi estivi per mettere in sicurezza la Nazione in previsione di quelli invernali. Le rinnovo, un anno dopo, la stessa richiesta e la stessa proposta, forte di dati che sembrano dare ragione alla lungimiranza di Fratelli d’Italia”,

si chiede di sapere:

se sia stato effettuato il monitoraggio degli impianti esistenti e di quelli realizzati grazie alle risorse stanziate, e in caso positivo quali siano gli esiti;

quali iniziative di competenza si intenda adottare per promuovere la diffusione della ventilazione meccanica controllata nelle scuole.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00670 Pubblicato il 12 settembre 2023, nella seduta n. 99 - Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, del lavoro e delle politiche sociali e per le pari opportunità e la famiglia. -

Premesso che:

l’articolo 47 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, dispone in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa nei contratti pubblici, nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e nel piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC);

in particolare, l’articolo 47 ha introdotto norme per favorire l’inclusione lavorativa delle donne, gender procurement, dei giovani di età inferiore a 36 anni e delle persone con disabilità nell’ambito dei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR. La disposizione, da un lato, prevede specifici criteri per l’ammissione alle gare pubbliche, connessi alla predisposizione di documenti in merito alla presenza del personale maschile e femminile e al rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità e, dall’altro, ha stabilito che nei bandi sia previsto l’obbligo di assicurare che almeno il 30 per cento delle assunzioni necessarie alla realizzazione del progetto del PNRR sia destinato alle donne e il 30 per cento ai giovani;

inoltre, prevede ulteriori misure premiali nei casi in cui ci si impegni ad assumere, oltre alla soglia minima percentuale prevista come requisito di partecipazione, persone disabili, giovani, con età inferiore a 36 anni, e donne oppure nei casi in cui, nell'ultimo triennio, siano stati rispettati i principi della parità di genere e adottate specifiche misure per promuovere le pari opportunità generazionali e di genere, anche tenendo conto del rapporto tra uomini e donne nelle assunzioni, nei livelli retributivi e nel conferimento di incarichi apicali;

considerato che:

a inizio aprile, grazie a un protocollo di collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione, la fondazione “Openpolis” ha pubblicato le informazioni relative ai bandi di gara aperti finora nell’ambito del PNRR, con il rispettivo codice identificativo di gara, i dati sulla presenza o meno per ciascun bando della clausola che prevede una quota occupazionale minima di donne e giovani, nonché le informazioni sulla presenza o meno per ciascun bando di misure premiali per la parità di genere;

l'associazione “Period think tank”, nata con l'obiettivo di promuovere l’equità di genere attraverso un approccio femminista ai dati, ha analizzato il dataset rilasciato da Openpolis e ANAC;

il Period think tank, inoltre, ha offerto uno strumento di facile consultazione per chiunque voglia conoscere i bandi di gara sul proprio territorio e sapere se in questi siano presenti quote occupazionali minime o misure premiali per la parità di genere, sviluppando una web app che permette di esplorare in modo immediato il dataset ANAC incrociando a piacimento il territorio (regione, provincia, comune), le missioni del PNRR, le quote occupazionali per donne e giovani e le misure premiali;

dai dati esaminati emerge che sul totale dei codici identificativi di gara il 96 per cento non ha misure premiali per la parità di genere; il 68 per cento non prevede obblighi rispetto a una quota di donne o giovani; solo il 29 per cento, invece, prevede una quota di donne e giovani maggiore del 30 per cento e il 3 per cento rimanente ha quote inferiori al 30 per cento;

inoltre, la mancanza di trasversalità delle misure premiali e delle quote è confermata da una loro concentrazione perlopiù in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, istruzione e ricerca mentre, invece, le quote sono più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche del PNRR, vale a dire per le missioni 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica);

come di tutta evidenza, un espresso obbligo di legge sarebbe un fattore decisivo nel determinare una maggiore applicazione delle misure premiali e delle quote occupazionali di donne superiori al 30 per cento,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno procedere ad un monitoraggio in materia di applicazione delle misure relative a pari opportunità e inclusione lavorativa nei contratti pubblici nel PNRR, nonché pubblicare l’andamento della raccolta di dati disaggregati per genere su tutti i 14 indicatori comuni europei individuati nel regolamento delegato 2021/2106 della Commissione e, infine, indicare se e come intendano monitorare la trasversalità dell’impatto di genere di tutte le misure del PNRR, dal momento che gli indicatori comuni europei risultano insufficienti per tale finalità;

se non ritengano altresì opportuno adoperarsi anche attraverso proprie iniziative affinché i principi in materia di parità di genere non siano sistematicamente derogati dalle stazioni appaltanti italiane.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00661 Pubblicato il 6 settembre 2023, nella seduta n. 98 - Nicola Irto primo firmatario

IRTO, Al Presidente del Consiglio dei ministri.

Premesso che:

nel mese di maggio 2023, si è conclusa la consultazione indetta dalla Commissione UE in merito alla possibilità di introdurre una contribuzione obbligatoria a carico delle imprese cosiddette OTT (Over The Top), finalizzata al rafforzamento degli investimenti nelle reti di connessione internet;

ad oggi non risultano posizioni adottate dal Parlamento italiano o dal Governo su questo tema, attraverso l’approvazione di formali atti di indirizzo politico;

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 novembre 2022, recante il conferimento delle deleghe al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessio Butti, all’articolo 2, comma 1, dispone che la rappresentanza del Governo italiano presso i consessi internazionali ed europei competenti in materia di innovazione tecnologica deve essere esercitata “in raccordo con le amministrazioni competenti”;

da notizie pubblicate da organi di stampa si apprende di una missiva del suddetto Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, indirizzata al Commissario UE, Thierry Breton, contenente la posizione italiana sul tema della cosiddetta “Fair Share”. Nella citata lettera, il Sottosegretario di Stato, avrebbe esposto una posizione dell’Italia che non sarebbe stata oggetto di alcun confronto o raccordo con le amministrazioni competenti o il Parlamento;

allo stato attuale, tale lettera non risulta pubblicata né integralmente né a mezzo di comunicato stampa sul sito web del Dipartimento per la Trasformazione digitale, né su quello della Presidenza del Consiglio dei ministri;

negli stessi giorni in cui tale lettera sarebbe stata spedita, l’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza, con decreto del Direttore generale del 28 luglio 2023, recante “Modifiche ai livelli minimi delle infrastrutture e dei servizi cloud per le pubbliche amministrazioni”, ha abolito l’obbligo di autorizzazione da parte dell’amministrazione e di comunicazione all’ACN per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati conservati in cloud dalle pubbliche amministrazioni qualificati come “ordinari” e “critici”,

si chiede di sapere:

se le notizie di stampa di cui in premessa corrispondano al vero e se il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessio Butti, abbia inviato una missiva al Commissario Breton, dichiarando una posizione dell’Italia ad una eventuale iniziativa UE sulla “Fair Share”;

se, in tal caso, tale missiva sia da intendersi o meno come atto formale, contenente la posizione ufficiale del Governo italiano;

se e quali iniziative di raccordo con le altre amministrazioni competenti siano state svolte, ai sensi del richiamato art. 2, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 novembre 2022 ed in particolare se sia stata informata o coinvolta la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea;

se, nel merito, l’iniziativa sia parte di una più complessiva strategia del Governo italiano di sostegno all’industria digitale extra europea, data la coincidenza temporale dei fatti in premessa esposti con la decisione adottata dall’Autorità per la Cybersicurezza nazionale di abolire la procedura di autorizzazione per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati ordinari e strategici della pubblica amministrazione, liberalizzando così de facto la pratica di trasferimento del 95 per cento dei dati che la PA detiene in cloud in tutti i Paesi del mondo e rendendo compatibile la qualificazione in Italia come Cloud Service Provider di entità giuridiche extra UE, anche se sottoposte a vincoli normativi che impongono il trasferimento dei dati da Paesi UE verso i Paesi non UE a prescindere dall’autorizzazione delle autorità locali o dei proprietari dei dati stessi (ad esempio “Cloud Act”).

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00663 Pubblicato il 6 settembre 2023, nella seduta n. 98 - Nicola Irto cofirmatario

Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

il Presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, già Presidente del Consiglio dei ministri, ha rilasciato, in data 2 settembre 2023, un’intervista al quotidiano “la Repubblica”, dove ha reso dichiarazioni molto significative sulla strage di Ustica;

in particolare, ha confermato quanto emerso in diverse inchieste giornalistiche ed anche in sede giudiziaria e cioè che il DC-9 Itavia sia stato colpito, nel corso di una battaglia aerea nei cieli del nostro Paese, da un missile lanciato da un caccia francese nel corso di una esercitazione della NATO, che sarebbe servita ad abbattere un jet a bordo del quale si presumeva ci fosse il leader libico Mu’ammar Gheddafi;

come drammaticamente noto, il 27 giugno 1980 il DC-9 Itavia è precipitato in mare, al largo dell’isola di Ustica. A seguito dell’incidente sono deceduti tutti i passeggeri e il personale di volo presente a bordo, 81 persone e i resti del velivolo recuperati solo otto anni dopo;

dopo il recupero dei resti del DC-9, poi trasportati a Bologna nel museo dedicato alla strage di Ustica, i periti hanno stabilito che ad abbatterlo sia stata l’onda d’urto dell’esplosione di un missile vicino alla fusoliera, smentendo anni di depistaggi, che hanno accompagnato il lavoro degli inquirenti, cercando di deviare le indagini verso altre piste, tra tutte, l’esistenza di una bomba all’interno dell’aereo o ancora una pista palestinese dell’attentato;

in particolare, la tesi della bomba è stata lungamente accreditata, in tal senso basti pensare alla relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta del Ministero dei trasporti del 16 marzo 1982, nella quale si afferma l’impossibilità di stabilire se l’incidente sia stato causato da un missile o da una bomba. Nel 1994, inoltre, un collegio internazionale di esperti incaricato dal giudice istruttore Rosario Priore ha sostenuto ancora una volta proprio la tesi della bomba. Gli sviluppi dell’inchiesta romana hanno ricostruito tuttavia uno scenario completamente diverso, evidenziando, nel 1997, la presenza quella sera di aerei militari nei cieli sopra Ustica;

nel 2008, l’ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, intervistato dagli autori del film inchiesta “Sopra e sotto il tavolo”, ha parlato esplicitamente di “un aereo francese” che “si era messo sotto il DC-9, per non essere intercettato dal radar” e di un “aereo libico che stava trasportando Gheddafi”; l’aereo francese avrebbe dunque lanciato un missile volendo colpire l’aereo del Presidente libico e avrebbe, invece, colpito erroneamente ed abbattuto il DC-9 Itavia;

il 12 settembre 2011 si è chiuso il processo civile con una sentenza di condanna, confermata successivamente in Cassazione, per i Ministeri della difesa e dei trasporti e che ha riconosciuto un risarcimento di oltre 100 milioni in favore dei parenti delle vittime. Nelle motivazioni i giudici accreditano con fermezza la ricostruzione per cui quella sera sopra il Tirreno ci fosse un’azione di guerra, che ha coinvolto diversi veicoli militari: ''Tutti gli elementi considerati - si legge nella sentenza - consentono di ritenere provato che l'incidente si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia di un velivolo militare, precedentemente nascostosi nella scia del Dc9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell'esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l'aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l'aereo nascosto ed il Dc9'';

in data 20 dicembre 2017 il quotidiano “Corriere della Sera” e la trasmissione di La7 “Atlantide”, condotta dal giornalista recentemente scomparso Andrea Purgatori, da sempre tenacemente impegnato nella ricostruzione dei fatti accaduti, hanno riportato la testimonianza di Brian Sandlin, all’epoca dei fatti marinaio sulla portaerei americana “Saratoga”, il quale ha affermato come quella sera abbia assistito dalla plancia della nave ancorata vicino al Golfo di Napoli, al rientro di due caccia “Phantom” disarmati, scarichi che sarebbero stati impegnati per abbattere altrettanti MiG libici in volo proprio lungo la traiettoria aerea del DC-9;

appare agli interroganti oramai di tutta evidenza come il 27 giugno 1980 nei cieli italiani vi sia stata un’azione di guerra che, oltre a procurare la morte di 81 vittime, ha rappresentato una grave violazione della sovranità territoriale del nostro Paese;

un episodio di cui i governi di Paesi amici dell'Italia, quali Francia e Stati Uniti, potrebbero essere a conoscenza o rispetto al quale potrebbero comunque essere in possesso di notizie utili per il raggiungimento della verità, che i familiari delle vittime ancora attendono dopo più di quaranta anni,

si chiede di sapere quali iniziative necessarie e urgenti il Governo italiano intenda assumere a livello internazionale, anche attraverso richieste formali, per garantire finalmente il pieno accertamento della verità dei fatti accaduti al DC-9 Itavia sui cieli di Ustica il 27 giugno 1980.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00657 Pubblicato il 5 settembre 2023, nella seduta n. 97 - Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro della cultura.

Premesso che:

la dimora familiare di Joyce Salvadori Lussu, dove la stessa ha vissuto molti anni della sua vita, in località San Tommaso nel territorio del Comune di Fermo, è in vendita;

i numerosi tentativi della famiglia di trovare un interlocutore istituzionale, che possa fare della casa un centro aperto e vivo che consenta di preservare e perpetuare la sua memoria e la sua opera non hanno finora trovato ascolto;

Joyce Lussu Salvadori è stata una protagonista della storia del ‘900: partigiana antifascista, capitana delle brigate Giustizia e Libertà, femminista, poetessa, scrittrice, traduttrice, ecologista, divulgatrice, attivista a sostegno dei movimenti di liberazione in molte parti del mondo, nel 1961 ricevette la medaglia d’argento al valor militare;

ella trascorse nella casa di Fermo gli anni successivi alla morte del marito, Emilio Lussu, scrittore, partigiano e politico, fondatore del Partito Sardo d’Azione e di Giustizia e Libertà;

la casa di Joyce Lussu è stata a lungo cenacolo culturale e politico, simbolo del suo grande impegno e della capacità di aggregare persone ed idee, luogo di incontro e dibattito, e anche oggi, a distanza di 25 anni dalla sua scomparsa, ha un grande valore che andrebbe preservato;

il “Centro Studi Joyce Lussu”, nato dopo la sua morte per volontà degli amici più cari, ed eminenti esponenti del mondo culturale italiano hanno rivolto un appello al Ministro in indirizzo, affinché adotti le iniziative necessarie per preservare la memoria della scrittrice e consentire che il patrimonio culturale che ha lasciato possa continuare a essere fonte di testimonianza soprattutto per le nuove generazioni;

sempre nel Fermano, c’é Casa Licini, nel Comune di Monte Vidon Corrado, abitazione del grande pittore Osvaldo Licini, che è stata trasformata in una casa museo e ospita numerosi appuntamenti culturali fra cui mostre d’arte e dibattiti, punto di riferimento non solo del paese, ma di tutte le Marche. Un esempio di successo che potrebbe essere replicato con Casa Lussu,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se intenda adottare le iniziate necessarie, insieme alla Regione Marche e al Comune di Fermo, al fine di acquistare Casa Lussu, per darle una finalità pubblica, custodendo e valorizzando la memoria di Joyce Lussu.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00643 - Pubblicato il 2 agosto 2023, nella seduta n. 95 - Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

Premesso che:
secondo recenti notizie di stampa, si attende fra alcune settimane la chiusura della strada statale n. 682 “Jonio-Tirreno”, di collegamento tra le due relative coste del territorio provinciale di Reggio Calabria, comprendente 42 comuni;
di recente il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha confermato che per alcuni lavori la strada in questione sarà chiusa per 20 mesi a partire dal gennaio 2024. Detta chiusura, secondo quanto diffusamente riportato sulla stampa calabrese, appare necessaria in ragione di imprecisati interventi da realizzare;
lungo la stessa strada statale dovranno essere effettuati lavori di manutenzione nella galleria denominata “Torbido”, tra gli svincoli di Limina e Mammola in provincia di Reggio Calabria, argomento su cui era stato presentato altro e più circoscritto atto di sindacato ispettivo (3-00427), pubblicato il 16 maggio scorso;
per l’esecuzione dei citati lavori, con inizio previsto il prossimo settembre, stando a un comunicato dell’ANAS, verrà chiusa la citata galleria e la stessa strada di transito per una tempistica non inferiore a 70 giorni;
in merito a tali fatti emerge una forte preoccupazione tra i sindaci della Locride e della piana di Gioia Tauro, oltre che di tutta la cittadinanza;
i sindaci dell’associazione dei Comuni della Locride si stanno continuamente riunendo, con la volontà di richiedere, se necessario, delle soluzioni straordinarie, unitamente all’auspicio di trovare una soluzione condivisa rispettosa delle esigenze del territorio e, stante la perdurante incertezza circa i dettagli dei lavori da effettuare, che emergano dati certi da cui partire, anche a beneficio dell’informazione ai cittadini;
la chiusura della strada statale n. 682 peserà anche sul collegamento tra l’ospedale di Locri e quello di Polistena, specie nel caso di trasferimento di degenti da un presidio all’altro;
nella citata interrogazione 3-00427, veniva sottolineato che chiudere la strada, l’unica che porta la Locride fuori dall’isolamento, avrebbe ripercussioni drammatiche in vari settori fondamentali, economico, turistico e sociale, con conseguenze pesantissime per gli abitanti dell’area indicata e per i potenziali turisti;
lungo la statale, ANAS ha confermato altri interventi manutentivi e puntualizzato che, per garantire la sicurezza della circolazione, si è previsto di realizzare opere provvisionali;
da diversi anni si aspettano interventi strutturali che rendano più sicuro il transito dei veicoli lungo l’arteria stradale,

si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se ritenga opportuno dettagliare, anche in ragione delle preoccupazioni espresse dai sindaci della Locride, quali lavori saranno esattamente effettuati, quando inizieranno, quanto dureranno e quali, nello specifico, saranno le modifiche relative al transito dei veicoli lungo la strada statale 682;
quali iniziative di competenza intenda adottare, di concerto con l’ANAS, affinché le ricadute degli interventi previsti siano il più possibile limitate nel tempo e nell’entità.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00634 Pubblicato il 1° agosto 2023, nella seduta n. 94 Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro della cultura.

Premesso che:

numerosi quotidiani riportano casi di denunce relative a frodi che si stanno verificando nella provincia di Siena e in molte altre province del territorio nazionale ai danni di decine di ragazzi diciottenni ai quali sono stati sottratti, in modo fraudolento tramite truffe informatiche, i 500 euro loro spettanti grazie al bonus cultura, introdotto con la legge di bilancio per il 2016, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale, mediante l’acquisto di biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali, musei, monumenti e parchi archeologici; di musica, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, anche in formato digitale, prodotti dell'editoria audiovisiva; di corsi di teatro, musica e lingue straniere;

questi furti informatici, che sono in fortissimo aumento su tutto il territorio nazionale, utilizzano “buchi” nel sistema della “18App” per appropriarsi delle credenziali SPID degli utenti e, di conseguenza, dei soldi contenuti nella carta elettronica;

le truffe informatiche non colpiscono solo i diciottenni, che si vedono privati del loro diritto di acquistare “beni culturali”, ma anche gli esercenti di tutte le attività possibili destinatarie degli acquisti delle ragazze e dei ragazzi, nonché lo Stato;

in questi anni, il bonus cultura ha aiutato le famiglie italiane dimostrandosi un investimento utile che ha contribuito alla crescita culturale del Paese;

questa misura ha avuto molto successo presso i giovani, al di là delle più rosee aspettative, segno dell'interesse dei ragazzi nei confronti della cultura, qualora sono incentivati a usufruirne,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine accrescere il livello di protezione della piattaforma digitale finalizzata all’accesso e alla fruizione del contributo previsto dal bonus cultura e, a decorrere dal 2024, della piattaforma informatica dedicata alla gestione della “carta della cultura giovani” e della “carta del merito”, che, con la legge di bilancio per il 2023, hanno sostituito la carta elettronica legata al bonus cultura;

se e quali provvedimenti di propria competenza intenda adottare al fine di provvedere a risarcire dei ragazzi beneficiari del contributo, vittime di frodi, al fine di restituire loro la possibilità di usufruire una misura che, in quanto funzionante e valida nel garantire l'accesso al patrimonio e alla produzione culturale, è stata presa come modello anche da altri Paesi europei, nella consapevolezza che investire in cultura significa investire nel futuro.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00638 Pubblicato il 1° agosto 2023, nella seduta n. 94 Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro dell'interno.

Premesso che:

l’articolo 5-bis del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 maggio 2023, n. 50, prevede diverse misure relative alla gestione dei punti di crisi (cosiddetti hotspot) e dei centri governativi di prima accoglienza. In particolare, con riferimento all’hotspot di Lampedusa, il comma 2, prevede che il Ministero dell’interno, al fine di assicurare adeguati livelli di accoglienza nel punto di crisi di Lampedusa a fronte di situazioni di particolare affollamento, possa, fino al 31 dicembre 2025, affidare alla Croce Rossa Italiana la gestione della struttura, estendendo anche a tali casi le facoltà di deroga previste dalla normativa vigente;

l’hotspot di Lampedusa, nonostante i diversi provvedimenti adottati dal Governo, versa in condizioni di grave sovraffollamento, inaccettabili e non rispettose dei principi sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, di tutela dei diritti fondamentali e della dignità della persona;

il numero delle persone che la struttura di Lampedusa può contenere è pari a circa 400 persone, invece, da alcune stime, riportate anche dai principali quotidiani nazionali, il numero dei migranti presenti è di oltre 2.000 persone;

a seguito di una visita nella struttura, il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha potuto verificare di persona lo sconvolgente degrado igienico-sanitario presente nella struttura, che non garantisce condizioni dignitose di salubrità ambientale;

sono assenti padiglioni di alloggio divisori tra uomini e donne e le condizioni logistiche della struttura impongono una promiscuità tra persone adulte e minori, così come tra uomini e donne, indecoroso e indecente per un Paese civile come l’Italia, in palese violazione dei diritti fondamentali di ogni persona, tra cui il basilare diritto alla privacy;

le donne mangiano e dormono con gli uomini, mentre i bambini e i ragazzi sono costretti a condividere gli stessi angusti spazi;

in queste condizioni non è possibile garantire anche ai lavoratori e agli operatori sanitari condizioni dignitose nello svolgimento delle rispettive attività di assistenza e cura nei confronti delle persone trattenute;

la fornitura e la consegna del vestiario e di beni di prima necessità avvengono dopo diverse ore, o addirittura giorni, e non nel momento in cui esso viene recapitato alla struttura di accoglienza, lasciando così che i migranti all’interno dell’hotspot continuino ad indossare i medesimi abiti utilizzati per giorni;

all'interno dell’hotspot la gestione dei rifiuti è estremamente deficitaria, determinando condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza molto pericolose per la salute dei migranti, molti dei quali, tra cui madri con bambini e minori sotto i quattordici anni, sono costrette a dormire all’aperto su materassi sporchi e logori, senza lenzuola o coperte, in mezzo a rifiuti di vario genere;

all'interno dell’hotspot ci sono sacchi della spazzatura ovunque, cestini traboccanti accanto ai materassi gettati per terra su cui molti migranti sono costretti a dormire, vestiti appesi ad asciugare perché i cambi sono insufficienti,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di migliorare e rendere dignitose le condizioni di vita nel centro di accoglienza di Lampedusa, con particolare riguardo all'adeguatezza dei livelli di assistenza e cura nei confronti dei migranti e dei servizi a loro erogati, nonché delle condizioni ambientali e igienico-sanitarie;

quali iniziative intenda assumere per affrontare e superare l'attuale condizione di sovraffollamento dell'hotspot di Lampedusa, assicurando un immediato ritorno a condizioni di normalità nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali di tutela dei diritti fondamentali della persona;

quali interventi intenda, altresì, adottare per potenziare la struttura di Lampedusa in termini di incremento di personale, al fine di consentire ai lavoratori e alle lavoratrici condizioni di lavoro dignitose e accettabili.

Allegati:
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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00631 Pubblicato il 27 luglio 2023, nella seduta n. 93 Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro per lo sport e i giovani. 

Premesso che:
l’articolo 1, comma 253, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità per il 2014), istituisce, in via sperimentale relativamente al triennio 2014-2016, un contingente di corpi civili di pace destinato alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale;
l’istituzione dei corpi civili di pace rappresenta una novità quasi assoluta nel panorama europeo e mondiale e prevede la formazione, rafforzata e specialistica, dei giovani volontari ammessi alla sperimentazione dei corpi civili di pace effettuata dall’ente o dall’organizzazione proponente il progetto in collaborazione o in partenariato con centri studi o di ricerca, istituti universitari o altri organismi, con competenze nelle materie relative ai progetti. Infine, prima dell’impiego sono svolte attività di sensibilizzazione organizzate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, cui i giovani sono tenuti a partecipare;
il 30 dicembre 2016 è stato pubblicato il primo bando per la selezione di 106 volontari da impiegare in progetti in Italia e all'estero. In data 8 marzo 2019 è stato pubblicato il secondo bando per la selezione di 130 volontari da impiegare in progetti in Italia e all'estero;
da ultimo, il 25 maggio 2023, è stato pubblicato il terzo bando per la selezione di 153 operatori volontari da impiegare nei progetti per i corpi civili di pace, da realizzare in Italia e all’estero. In particolare, il bando riguarda due progetti da realizzare in Italia per 14 operatori volontari e 26 progetti da realizzare all’estero per 139 operatori volontari. I progetti avranno una durata di 12 mesi, con un orario di servizio non inferiore a 30 ore settimanali o a 1.400 ore annue;
il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale ha reso noto come in pochissimi giorni siano arrivate più di 800 candidature;
come evidenziato dalla presidente della Conferenza nazionale enti servizio civile, Laura Milani: “È un bel segnale che arriva dai giovani, un riconoscimento dell’interesse nei confronti di questo Istituto sperimentale di costruzione di una pace positiva e di diffusione della cultura della nonviolenza e della solidarietà. La guerra in Ucraina e i tanti conflitti nel mondo ci spingono a investire maggiormente nella trasformazione non violenta dei conflitti e in forme di prevenzione che permettano di intervenire prima che si accendano focolai di guerra”;
val la pena evidenziare come i CCP agiscano in qualità di difensori dei diritti umani e operino per prevenire e trasformare il conflitto attraverso attività di mediazione, dialogo, informazione e promozione dei principi democratici: interventi che si configurano come azione civile di operatori professionali e volontari che, come parti terze, sostengono gli attori locali nella prevenzione e trasformazione dei conflitti;
a fronte di una richiesta di partecipazione così elevata da parte di giovani donne e uomini, appare certamente opportuno un investimento di adeguate risorse da parte del Governo volto alla stabile organizzazione dei corpi civili di pace,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno adoperarsi affinché, già in occasione del prossimo provvedimento di spesa o comunque in sede di approvazione del disegno di legge di bilancio, il Governo stanzi maggiori risorse in favore dei corpi civili di pace, anche alla luce della grande richiesta di partecipazione registrata in questi anni.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00617 - Pubblicato il 26 luglio 2023, nella seduta n. 92 – Nicola Irto primo firmatario

Ai Ministri per la protezione civile e le politiche del mare e dell'ambiente e della sicurezza energetica.

Premesso che:
la regione Calabria, e in particolare il territorio della provincia di Reggio Calabria, negli ultimi giorni è stata devastata da una serie di incendi che hanno distrutto ettari di bosco e vegetazione a ridosso della città e di centri abitati con la morte di un cittadino nel comune di Cardeto e ingenti danni al patrimonio ambientale del comprensorio;
questi ultimi fenomeni hanno aggravato una situazione già compromessa dagli incendi che si sono verificati negli ultimi anni;
gli incendi hanno provocato, altresì, danneggiamenti ad aziende, a partire da quelle operanti in ambito agricolo e forestale, e a persone fisiche, a fronte dei quali appare necessario attivare immediatamente tutte le procedure idonee per dare un congruo ristoro;
le elevate temperature e i forti venti di scirocco hanno alimentato le fiamme e messo a dura prova il lavoro di Vigili del fuoco, protezione civile, Carabinieri forestali e volontari;
si pone ora la necessità di messa in sicurezza, bonifica e ripristino del patrimonio ambientale distrutto dalle fiamme;
come è noto, la normativa nazionale che regolamenta tale azione fa riferimento alla legge 21 novembre 2000, n. 353, che prevede una serie di divieti, di cui all’articolo 10;
la rilevanza dei danni registrati e la necessità di porre in essere interventi di rimboschimento richiedono una flessibilità in grado di tutelare l’interesse ambientale del comprensorio,

si chiede di sapere:
quali iniziative intendano adottare i Ministri in indirizzo, anche in deroga alla normativa vigente, al fine di porre in essere un piano straordinario di rimboschimento delle aree colpite dagli incendi di questi giorni e quali procedure immediate intendano predisporre, al fine di risarcire cittadini ed imprese dai danni subiti dagli incendi;
quali iniziative abbiano attivato, o siano in via di predisposizione, per prevenire e affrontare nei prossimi giorni l’emergenza incendi sui territori, e in particolare nella regione Calabria, e per ridurre al minimo i danni provocati dagli incendi boschivi;
se non ritengano cruciale destinare adeguati stanziamenti di risorse principalmente alle esigenze delle Regioni, quali enti maggiormente competenti in materia, concentrandoli su quelle i cui territori presentano maggiori fattori di rischio di incendi boschivi.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00609 Pubblicato il 25 luglio 2023, nella seduta n. 93 Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro della cultura

Premesso che:
con decreto ministeriale 14 luglio 2023, n. 37, è stata stabilita la chiusura, a decorrere dal 17 luglio, della sede distaccata dell’archivio di Stato di Roma, in via Galla Placidia;
secondo il comunicato ufficiale dell’archivio, “Il mancato rinnovo del contratto di locazione tra la Direzione generale e la proprietà - la quale non ha accolto l’adeguamento previsto dalla legge che la Direzione stessa era obbligata a richiedere ed era condizione di legittimità del rinnovo - ha automaticamente determinato la sospensione sine die del progetto di adeguamento del sistema antincendio della sede da parte della Direzione generale archivi, che a sua volta ha condotto a questo doveroso decreto, finalizzato a tutelare la sicurezza delle persone secondo le norme cogenti del d.lgs. 81/2008”;
da quanto si apprende, sembrerebbe in atto da parte della Direzione generale archivi l’impegno a organizzare un servizio in outsourcing per la conservazione e la consultazione della documentazione e un progetto di adeguamento di un edificio demaniale di via dei Papareschi per una sede succursale dell'archivio di Stato di Roma dedicata alla documentazione novecentesca;
trovare spazi e edifici idonei è un tema strutturale da decenni: molti degli archivi di Stato italiani sono in affitto negli stessi luoghi da tempo;
decretare la chiusura dell’archivio prima di avere un sistema di consultazione in outsourcing perfettamente funzionante rende di tutta evidenza il grave e annoso problema della carenza di personale negli archivi di Stato;
l’archivio di Stato di Roma, istituito con il decreto 30 dicembre 1871, n. 605, ha il compito di conservare le carte degli organi centrali dello Stato pontificio, alle quali si aggiungono anche gli atti degli archivi giudiziari e notarili;
garantisce ampia fruizione al pubblico e rappresenta una grande testimonianza del patrimonio storico dello Stato pontificio, custodendo le carte dell’amministrazione centrale dello Stato pontificio oltre a quelle degli uffici statali con sede nella provincia di Roma;
il nucleo principale del suo patrimonio è rappresentato dagli archivi delle amministrazioni centrali e periferiche degli Stati preunitari e dagli archivi delle amministrazioni periferiche dello Stato unitario, che vi sono confluiti trascorsi 30 anni dalla conclusione delle pratiche;
tutelare e garantire l’accesso a tali documenti storici ha consentito negli anni di preservare la memoria amministrativa, giuridica e storico-culturale degli Stati preunitari e dello Stato unitario;
la chiusura della sede distaccata in via Galla Placidia comporta il grave rischio che la preziosa documentazione ivi custodita e depositata possa essere dispersa o restare inaccessibile per anni,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo, nell’ambito delle sue competenze, intenda adottare al fine di scongiurare la chiusura sine die della sede succursale dell’archivio di Stato di Roma di via Galla Placidia e, comunque, di continuare a garantire la fruizione di un inestimabile patrimonio documentale.

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