Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01261. Pubblicato l'11 giugno 2024, nella seduta n. 196. Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:

con ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024 è stato disposto per il biennio 2024-2026 l'aggiornamento, trasferimento e nuovo inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze e nelle graduatorie di istituto su posto comune e di sostegno nonché l’attribuzione degli incarichi a tempo determinato del personale docente nelle istituzioni scolastiche statali, su posto comune e di sostegno, e del personale educativo;

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 2023 ha previsto più tipologie di corsi abilitanti in base al bisogno: da 30 crediti formativi universitari per chi è già abilitato o specializzato, 30 CFU per chi ha 3 anni di lavoro alle spalle, 36 CFU per chi ha i 24 crediti formativi, 60 CFU per chi inizia ex novo;

l’abilitazione all’insegnamento costituisce il “titolo di accesso” per le graduatorie provinciali per le supplenze di prima fascia della relativa classe di concorso;

l’inserimento nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze per posto comune può avvenire con riserva purché il titolo di abilitazione venga conseguito entro il 30 giugno. Di qui la corsa di molte università ad attivare velocemente i percorsi abilitanti da 30 crediti in modo da riuscire a concluderli entro il 30 giugno 2024;

la riserva è sciolta negativamente qualora il titolo non venga conseguito entro tale data, determinando l’inserimento dell’aspirante nella fascia spettante sulla base dei titoli effettivamente posseduti;

ciò premesso, a febbraio 2024, invece di far partire contemporaneamente tutti i percorsi abilitanti, sono stati autorizzati solo i corsi riservati a coloro che sono già abilitati su altra classe di concorso o sono specializzati sul sostegno;

non sono stati attivati i corsi abilitanti per i triennalisti, ovvero i docenti che possiedono almeno tre anni di servizio e che non avranno la possibilità di inserirsi nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, nemmeno con riserva;

infatti, solamente alla fine del mese di maggio sono stati pubblicati i bandi riservati a tali docenti ma ormai è tardi per l'aggiornamento delle graduatorie e la possibilità di inserimento in prima fascia;

questi insegnanti, nella migliore delle ipotesi, potranno inserirsi solamente negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze nel giugno 2025;

non si comprendono le ragioni per cui i percorsi abilitanti non siano stati fatti partire contemporaneamente, creando un’evidente disparità tra docenti;

ciò determina il grave rischio che molti insegnanti triennalisti non potranno lavorare nel prossimo anno scolastico per la mancata attivazione simultanea dei percorsi abilitanti,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda attivare per tutelare i docenti triennalisti che non hanno avuto l'opportunità di essere inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze a causa del ritardo con cui sono stati attivati i percorsi abilitanti loro destinati.

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01150 Pubblicato il 16 maggio 2024, nella seduta n. 190 Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro della difesa. -
Premesso che:
la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo di indagine sul suicidio di Beatrice Belcuore, l’allieva di 25 anni della scuola marescialli e brigadieri dei Carabinieri di Firenze, originaria di Castelnuovo di Farfa (Rieti);
Beatrice Belcuore si è tolta la vita sparandosi con la pistola di ordinanza il 22 aprile 2024 all'interno della stessa scuola. A dare l'allarme erano stati gli altri allievi e i soccorsi si sono rivelati subito inutili;
sul posto sono intervenuti il sostituto procuratore di turno e i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale dell'Arma per condurre i rilievi. Il fascicolo è stato aperto dal pubblico ministero nell'immediatezza del suicido, senza in quel momento indagati, né ipotesi di reato;
secondo fonti investigative vicine all'indagine e riportate da agenzie di stampa, la Procura avrebbe disposto degli accertamenti sulle motivazioni che hanno spinto la venticinquenne al suicidio, tra cui il vaglio del traffico telefonico e dei messaggi scambiati in chat;
da quanto emerso l'autopsia non sarebbe stata eseguita. “Unarma”, l'associazione sindacale dei carabinieri, ha preannunciato un esposto, che verrà depositato a breve in Procura a nome dei familiari della giovane, con il quale si rammenta la necessità di fare piena luce non solo sul drammatico evento, ma più in generale sul fenomeno dei suicidi in uniforme;
nell'ambito delle indagini in corso, saranno sottoposti all’attenzione dei magistrati anche i racconti e le testimonianze con le quali la giovane allieva avrebbe riportato quanto vissuto alla scuola, dai quali emergerebbero un clima e una modalità formativa lesivi dei diritti e della dignità delle persone, nonché del tutto estranei ai principi fondanti dell’Arma dei Carabinieri,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei drammatici fatti esposti e quali siano le sue valutazioni in merito al fenomeno dei suicidi, che con preoccupante allarme si verificano all’interno delle diverse scuole allievi;
se, alla luce dei rapporti ricevuti, ritenga che siano stati attivati gli opportuni strumenti ispettivi all’interno dell’Arma, e se non ritenga altresì necessario adoperarsi con proprie iniziative per fare veramente luce sulle dinamiche interne alla scuola marescialli e brigadieri dei Carabinieri di Firenze.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01215 Pubblicato il 16 maggio 2024, nella seduta n. 190. Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri dell'interno e delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:
dal mese di maggio 2024, l’aeroporto di Milano Linate ha reso disponibile il servizio di faceboarding, che permette ai passeggeri di imbarcarsi su un aereo superando i controlli di sicurezza e quelli al gate senza mostrare documenti e carta d’imbarco, ma solo il proprio volto a un sistema biometrico di riconoscimento facciale;
Linate è il primo aeroporto italiano ad offrire questo servizio, che in Europa è utilizzato con un numero limitato di compagnie aeree soltanto in cinque scali aeroportuali;
a Linate il sistema è stato attivato al termine di una sperimentazione iniziata nel 2020, ma subito sospesa per la pandemia; si tratta di una sperimentazione i cui esiti non sono noti in termini di garanzia e tutela della privacy dei passeggeri;
la SEA, società che gestisce l’aeroporto, specifica che le immagini del volto non vengono conservate, ma utilizzate solo per creare il modello biometrico, mentre i dati relativi ai documenti vengono crittografati e salvati, per 24 ore o per un anno in caso di registrazione a lungo termine;
in Italia vige fino al dicembre 2025 una moratoria per l’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, categoria entro la quale rientrano anche gli aeroporti;
relativamente ai sistemi di riconoscimento facciale sono sempre più diffusi dubbi e contrarietà in merito alla loro efficienza e ai cospicui rischi per la privacy dei cittadini,

si chiede di sapere:
quali misure siano state assunte a tutela della privacy dei passeggeri e dei loro dati biometrici;
quanto si ritenga che possa considerarsi libera la scelta di un passeggero, che per imbarcarsi più velocemente e più comodamente si lascia scansionare il volto;
se l’introduzione del faceboarding rientri nelle fattispecie regolate e interdette dalla moratoria sull’utilizzo del riconoscimento facciale in Italia, laddove, peraltro, sulla decisione dell’aeroporto di Linate pende un'istruttoria del Garante per la protezione dei dati personali.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01145 Pubblicato il 15 maggio 2024, nella seduta n. 189 Nicola Irto cofirmatario

- Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
in Tunisia gli arresti nei confronti di attivisti, avvocati e giornalisti si succedono con sempre maggiore frequenza. Agli inizi del mese di maggio 2024 diversi arresti hanno colpito principalmente esponenti di associazioni e organizzazioni umanitarie che forniscono servizi di assistenza ai rifugiati subsahariani presenti nel Paese;
l’11 maggio nel corso di una diretta televisiva del canale “France 24”, si è verificata un’irruzione nell’edificio del consiglio dell’ordine degli avvocati da parte di uomini in borghese e incappucciati, appartenenti ai servizi di sicurezza tunisini, arrivati per arrestare l’avvocata Sonia Dahmani, a seguito delle sue dichiarazioni in merito alle affermazioni del presidente Saïed, che da tempo conduce una campagna gravemente xenofoba e senza precedenti contro i migranti subsahariani, accusati di programmare una “sostituzione etnica”;
oltre alla giornalista sono stati arrestati anche Borhen Bssais, conduttore televisivo e radiofonico, e Mourad Zeghidi, commentatore politico, per aver “diffuso false informazioni con l’obiettivo di diffamare altri o ledere la loro reputazione”; si tratta di reati introdotti con un provvedimento definito dal sindacato tunisino dei giornalisti “una spada di Damocle sulla testa dei giornalisti e un mezzo per punire qualsiasi voce libera dei media”;
il consiglio dell'ordine nazionale degli avvocati tunisini (ONAT), a seguito degli ultimi arresti ha deciso uno sciopero generale degli avvocati in tutti i tribunali del Paese. Il presidente dell'ordine, Hatem Meziou, ha anche annunciato che nascerà un osservatorio per monitorare tutte le violazioni contro avvocati, giornalisti e cittadini;
“Human rights watch” nel suo rapporto mondiale 2024 ha denunciato come la Tunisia abbia subito, nel corso del 2023, un’ulteriore regressione in termini di diritti umani e stato di diritto, in assenza di reali controlli ed equilibri contro il potere del presidente Kais Saïed. In particolare nel rapporto si legge che: “Nell’ultimo anno, il presidente Saïed ha imprigionato dozzine dei suoi oppositori e critici, alimentato il razzismo e la xenofobia contro i migranti e i rifugiati neri e minacciato le attività della società civile”. Secondo quanto si legge, inoltre, “l’incarcerazione dei dissidenti e l’assoggettamento della giustizia sono oggi più estesi di quanto lo siano mai stati dalla rivoluzione del 2011”;
il 16 luglio 2023 il presidente della Tunisia e l’Unione europea hanno firmato un memorandum di intesa, con l’obiettivo di frenare le partenze dei migranti dal Paese nordafricano, con la previsione di un finanziamento di 105 milioni di euro per la gestione delle frontiere e 150 milioni di euro per il sostegno al bilancio;
sul memorandum la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha espresso prontamente preoccupazione per la sicurezza dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Tunisia, che rimangono bloccati a seguito del loro allontanamento in aree remote e desolate vicino ai confini del Paese con Libia e Algeria. La commissaria, inoltre, lo scorso settembre ha avviato un’indagine su come la Commissione europea intenda garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti in Tunisia;
al riguardo, val la pena evidenziare come la prima tranche di fondi UE sia stata rifiutata dal presidente Saïed e definita “un’elemosina”;
infine, si evidenzia come, nonostante le palesi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte del Governo tunisino, il Paese nordafricano sia stato incluso dal Governo italiano tra i “Paesi sicuri” con il decreto ministeriale 17 marzo 2023, tuttavia numerose pronunce da parte della giurisprudenza di merito non hanno riconosciuto la Tunisia quale Paese sicuro accogliendo diversi ricorsi presentati in merito;
rilevato che l’Organismo congressuale forense ha chiesto che il Governo italiano si attivi immediatamente per il rilascio dell’avvocata Dahmani e “pretenda dai propri partner internazionali garanzie in ordine al rispetto dei diritti fondamentali sanciti nei trattati internazionali, esprimendo fortissima preoccupazione in ordine a tutti gli accordi bilaterali con Paesi i cui governi non rispettino i diritti umani e le fondamenta dello stato di diritto, quali l’indipendenza dell’avvocatura e la libertà di stampa”,
si chiede di sapere quali iniziative necessarie e urgenti il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per fare pressione sul presidente Saïed affinché cessi immediatamente la repressione nel Paese e siano rilasciati tutti i prigionieri politici, nonché al fine di garantire il pieno rispetto dei diritti umani dei migranti subsahariani rivedendo, a fronte delle numerose denunce da parte delle diverse organizzazioni internazionali, gli accordi bilaterali stipulati, anche alla luce della consolidata giurisprudenza di merito che non riconosce la Tunisia come “Paese sicuro”.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01132 Pubblicato il 14 maggio 2024, nella seduta n. 188 Nicola Irto cofirmatario

- Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
lo scorso 29 aprile 2024, durante lo svolgimento della puntata della trasmissione “FarWest”, programma di attualità, caratterizzato da inchieste giornalistiche di varia natura, in onda ogni lunedì in prima serata su RAI3, è stato mandato in onda un servizio dal titolo “Mozzarelle, a Caserta è crisi”, la cui seconda parte si intitola “Strage di bufale, qualcuno ci guadagna?”;
il programma televisivo ha approfondito la gravissima situazione che sta affliggendo la filiera produttiva della bufala campana, patrimonio nazionale e settore strategico dell’economia casertana; difatti, da lungo tempo gli allevatori a causa della diffusione della brucellosi bufalina e dell’inefficacia delle procedure stabilite per eradicarla, pagano caro il prezzo di questa crisi e del suo aggravarsi: aziende in crisi, abbattimenti indiscriminati, produzione in calo e circa 5.000 posti di lavoro persi nella provincia di Caserta;
nel servizio televisivo si ascoltano diverse testimonianze, fra cui i racconti di protesta degli allevatori che hanno praticato lo sciopero della fame per denunciare l’immobilismo del Governo nel contrasto dell’emergenza. Fra le testimonianze raccolte, circa a metà del servizio, viene trasmessa l’intervista di un giornalista, di cui non si mostra il volto e si deforma la voce. Il cronista locale si occupa di indagare le dinamiche della crisi degli allevamenti bufalini e afferma di sentirsi costretto ad utilizzare lo pseudonimo “Sergio Olmo” e di aver paura di mostrare il proprio volto a causa del clima “pesante” e intimidatorio che si è determinato fin dall’inizio delle sue inchieste nel territorio;
considerato che:
in una repubblica democratica, è sempre necessario riaffermare l’importanza di una stampa libera, del diritto di informare e ad essere informati, non dimenticando che la stessa CEDU ha definito la stampa come il “cane da guardia” delle democrazie;
è un dovere democratico tutelare tutti gli operatori del settore della comunicazione e garantire la liberà di informazione, garantendo quei giornalisti più esposti, i cronisti locali, e quelli di inchiesta, spesso oggetto di minacce e di atti intimidatori;
in data 3 maggio 2024 in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa, secondo i dati rilasciati nell’indice annuale sulla libertà di stampa mondiale prodotto da “Reporter senza frontiere” (RSF), l’Italia ha subito un crollo di ben 5 posizioni, dal 41° al 46° posto. Sempre secondo RSF il sistema mediatico italiano continua ad essere minacciato dalle organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud del Paese, nonché da vari piccoli gruppi estremisti violenti,
si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda attuare per garantire la sicurezza e l’indipendenza dei giornalisti casertani impegnati nell’inchiesta sulla brucellosi bufalina.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01181 Pubblicato il 7 maggio 2024, nella seduta n. 185 Nicola Irto cofirmatario


- Al Ministro dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
a distanza di mesi dai numerosi sit-in di protesta delle studentesse e degli studenti universitari, accampatisi di fronte agli atenei per manifestare contro il “caro affitti” e rivendicare il proprio diritto costituzionale allo studio, non si registra alcun passo avanti sul fronte dell’emergenza abitativa;
l’operato del Governo negli ultimi mesi, infatti, è stato caratterizzato da un approccio a giudizio degli interroganti miope al tema del welfare studentesco e da un’indifferenza pressoché totale nei confronti delle condizioni materiali e di vita degli studenti fuorisede;
dal 2021 il fenomeno dei rincari sugli affitti, spargendosi a macchia d’olio in tutta la penisola, ha fatto registrare in alcune città aumenti dal 20 al 40 per cento;
così facendo, il Governo ha di fatto abdicato a qualsiasi pretesa di miglioramento delle condizioni abitative degli studenti universitari, cristallizzando una situazione che, in assenza di un intervento deciso dello Stato, rischia di rendere inaccessibile ad una fascia sempre più ampia di giovani la frequenza universitaria, soprattutto nei grandi centri urbani;
considerato che:
emblematico in questo senso è il caso dell’”Officina delle arti Pier Paolo Pasolini”, un animato centro culturale, che, grazie a una ricca offerta di spettacoli, concerti, incontri letterari e proiezioni cinematografiche, è assurto negli ultimi anni a punto di riferimento culturale per numerosi studenti della capitale. Oltre ad ospitare eventi e un laboratorio creativo residente, si trova all’interno del complesso anche lo studentato ex Civis al Foro italico di Roma, una struttura che, se messa a norma, offre oltre 400 posti letto per studenti fuorisede a prezzi fissi e accessibili;
alla luce dei fatti esposti, appare quanto più inopportuno e controproducente l’accordo siglato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in sinergia con Regione Lazio, Agenzia del demanio e provveditorato per le opere pubbliche per la realizzazione, nell’area del complesso ex Civis dove sorge l’Officina Pasolini, di una sede definitiva da assegnare all’Agenzia per la cooperazione e gli uffici per la cooperazione e lo sviluppo;
il progetto, che ha suscitato forti proteste tra le associazioni studentesche, prevede lo smantellamento definitivo dello studentato, del polo culturale, del teatro intitolato a Eduardo De Filippo e la costruzione di un nuovo edificio in un’area attualmente verde per fare spazio a uffici, foresteria e depositi auto: una scelta molto dannosa non solo perché priverebbe la cittadinanza di uno spazio dal comprovato valore culturale, artistico e formativo, ma perché andrebbe a ridurre ulteriormente il già esiguo numero di posti letto attualmente disponibili nelle residenze universitarie;
il progetto di riconversione dell’Officina Pasolini altro non è che l’ennesima dimostrazione della scarsa considerazione dell’Esecutivo nei confronti della cultura e delle problematiche che affliggono le nuove generazioni, indispensabile linfa vitale del sistema Paese. Anziché essere relegato ai margini dell’agenda politica, il diritto allo studio e il tema del “caro affitti” dovrebbero rientrare tra le priorità assolute di un Governo che si professa vicino alle esigenze dei giovani,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire affinché venga rivisto il progetto di riconversione in essere degli spazi dell’Officina Pasolini e dello studentato ex Civis al Foro italico, in modo da tutelare l’offerta di residenzialità studentesca e di non mortificare le esigenze degli studenti che lo frequentano e lo abitano, nonché la comunità di chi fruisce dell’offerta culturale dell'Officina Pasolini.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01024. Pubblicato il 14 marzo 2024, nella seduta n. 169.Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:

il consiglio di amministrazione di TIM S.p.A. ha approvato all’unanimità, in data 6 marzo 2024, il piano industriale 2024-2026 “Free to run”, attraverso il quale la società nel solco del percorso di trasformazione avviato nel biennio 2022-2024 individua le linee di sviluppo per TIM nel biennio di riferimento ponendosi l’obiettivo di raggiungere un significativo miglioramento di tutte le metriche economico-finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale;

il piano industriale “Free to run” tra l’altro ha previsto una riduzione dell’indebitamento di gruppo, con un rapporto tra debito e EBITDA after lease in calo a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,8 volte dei pro forma al 2023;

durante il consiglio di amministrazione di TIM del 10 marzo, convocato in via straordinaria, l’amministratore delegato Pietro Labriola ha fornito ulteriori informazioni in relazione al debito netto pro forma al netto del deleverage stimato per l’operazione Netco, pari a circa 6,1 miliardi di euro al 31 dicembre 2023, è atteso alla fine del 2024 pari a circa 7,5 miliardi di euro;

considerato che:

nella giornata di giovedì 8 marzo, giorno in cui veniva presentato il piano industriale, il titolo azionario è precipitato a 21,18 centesimi con una perdita del 23,8 per cento rispetto alla quotazione di apertura, a seguito delle preoccupazioni riguardanti l’indicazione di un maggior debito pari ad un miliardo di euro rispetto alle previsioni iniziali;

a 40 minuti dalla chiusura delle quotazioni azionarie il titolo presentava una quotazione superiore a 24 centesimi, con un ribasso comunque superiore al 13 per cento rispetto alla giornata del 6 marzo, successivamente sono avvenute ulteriori vendite del titolo che hanno spinto ad un ulteriore ribasso le quotazioni del titolo;

nel momento di maggior ribasso delle quotazioni con un valore del titolo pari a 21,18 centesimi, si sono intensificati gli scambi che hanno raggiunto il picco alle ore 17,35 con scambi pari a 2 miliardi di euro di valore azionario con il passaggio di titolarità di ben 134 milioni di azioni,

si chiede di sapere:

se, in conseguenza dei fatti esposti, la composizione del capitale sociale di TIM S.p.A. abbia subito modificazioni significative, soprattutto in relazione al fatto che la società è proprietaria degli asset della rete fissa che offrono connettività alle abitazioni e alle imprese del nostro Paese;

quali misure di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare, in caso di accertamento di cambiamenti rilevanti nella composizione del capitale azionario di TIM, per tutelare l’interesse pubblico legato alla titolarità degli asset legati alla rete fissa e i piccoli risparmiatori in possesso dei titoli azionari di TIM;

se non ritenga che i contenuti e le modalità delle comunicazioni sociali al mercato utilizzate da parte del management della società siano stati la causa di un’eccessiva ed inattesa caduta del valore dei titoli azionari, con conseguente grave pregiudizio per i piccoli azionisti;

se dalle informazioni a disposizione emergano evidenze circa “attacchi short contro il titolo” azionario e se intenda verificare il profilo dei soggetti che hanno dato vita ad eventuali operazioni di “sell off” su di esso; in tal caso se non ritenga opportuno attivare tempestivamente tutte le misure a tutela del valore di mercato di TIM, dei lavoratori e dei risparmiatori.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01090. Pubblicato il 13 marzo 2024, nella seduta n. 168. Nicola Irto cofirmatario

Ministro dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:

i viaggi di istruzione e le gite scolastiche sono regolati da apposita circolare ministeriale;

organizzare una gita scolastica comporta per gli istituti molta programmazione e una tempistica adeguata;

in passato è accaduto che qualche gita, programmata per tempo, saltasse o venisse rinviata;

ora, però, organizzare gite scolastiche sta diventando una vera e propria corsa ad ostacoli per molti istituti, in particolare in quelli più numerosi del Friuli-Venezia Giulia, come il “Malignani” e il “Copernico” di Udine e il liceo “Leopardi-Majorana”, l’ITIS “Zanussi” e il liceo “Grigoletti” di Pordenone;

dal 1° gennaio 2024, infatti, una scuola strutturata e con molti studenti non può più organizzare la classica gita scolastica da sola;

la causa risiede nel nuovo codice degli appalti che, equiparando le scuole pubbliche a degli enti come i Comuni, ha di fatto reso un labirinto normativo l’organizzazione di una gita;

la procedura è diventata lunga e comparabile a quella di un appalto pubblico gestito da un Comune;

l’ostacolo principale è quello della stazione appaltante, poiché al di sopra dei 140.000 euro totali (quindi sommando tutte le gite organizzate da un singolo istituto) è necessario una stazione appaltante qualificata, quindi di un soggetto che per conto di terzi gestisca quella che è diventata una vera e propria gara d’appalto;

l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), con una circolare, ha provato a rimediare provvisoriamente alla situazione, istituendo una sorta di proroga fino a settembre, ma il danno per molte scuole era già stato prodotto;

in particolare, è balzata alle cronache locali la vibrante protesta di oltre 150 studenti del liceo “Leopardi-Majorana” di Pordenone, che avevano già programmato la propria gita scolastica in Grecia;

gli studenti, che hanno protestato in modo fermo nell’atrio della scuola, si sono sentiti dire dalle autorità scolastiche che “la scuola deve agire rimanendo nel perimetro della legalità”;

è del tutto evidente che qualsiasi istituto scolastico deve “muoversi nell’ambito della legalità”, ma deve anche avere la possibilità di organizzare le proprie gite secondo percorsi più snelli e veloci, e i criteri con i quali ora i singoli istituti dovrebbero individuare le “società appaltanti” risultano farraginosi e penalizzanti, a fronte di un'offerta sul mercato tutt’altro che sufficiente,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo condivida che i viaggi scolastici di istruzione abbiano un vero e proprio valore didattico all’interno di una programmazione più ampia, offrano agli studenti l’occasione di una vera e propria crescita personale e di gruppo, permettano di estendere l’ambito delle esperienze di conoscenza, e siano quindi da agevolare e incentivare;

se intenda agevolare gli istituti scolastici che vogliano promuovere viaggi d’istruzione e ritenga quindi di rivedere la norma in termini definitivi, come auspicato anche dall’ANAC, mettendo a disposizione dei presidi, quanto prima e comunque fin dall'inizio del prossimo anno scolastico, “strumenti che possano garantire modalità semplici e immediate per attivare tali affidamenti, che sono parte integrante della vita di tutte le scuole italiane e delle famiglie di alunni e studenti”.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01074. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Al Ministro dell'università e della ricerca. -

Premesso che:

con la legge regionale della Calabria n. 9 del 2007 fu prevista la trasformazione del “Centro servizi avanzati ricerca, formazione e sviluppo agroalimentare della Calabria Spa” in “Fondazione mediterranea Terina Onlus”, configurata, come da specifico dossier del Consiglio regionale calabrese, come centro di ricerca industriale e alta formazione nei settori agricolo, agroalimentare, agro-industriale ed ambientale;

la suddetta Fondazione, con sede a Lamezia Terme (Catanzaro), è organismo in house della Regione Calabria, la cui Giunta ne approva il bilancio, esercita su di essa il controllo strategico, adotta gli atti d’indirizzo e delibera la revoca degli organi nei casi previsti dallo statuto;

la legge regionale della Calabria n. 24 del 2013 prevede, all’articolo 13, comma 1, la riorganizzazione della Fondazione, chiamata a «perseguire unicamente compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia»;

con lo scopo di guidare la Fondazione nella riorganizzazione prevista dalla legge citata, la Regione Calabria ha provveduto negli anni a incaricare diversi commissari straordinari, ultimo dei quali, in ordine di tempo, il dirigente generale in carica del dipartimento regionale per il Turismo;

nell’ambito di una conferenza stampa del 2011, il presidente pro tempore della Regione Calabria riferì di finanziamenti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per i centri di ricerca presenti in Calabria, tra cui 14.650.000 euro per la Fondazione Mediterranea Terina, in relazione al progetto denominato “Food@Life”;

a tale riguardo, nel 2014 il suo commissario pro tempore definì Terina «soggetto attuatore di un’iniziativa che rappresenta una hybrid institution in cui la rigida distinzione funzionale tra ricerca ed imprese tende a sfumare per lasciare il posto alla comune risorsa “innovazione tecnologica” quale strumento di conseguimento di vantaggio competitivo e duraturo nel tempo»;

lo stesso commissario precisò che i laboratori della Fondazione sarebbero stati «implementati e resi operativi grazie al progetto» “Food@Life”, per costituire «una struttura permanente d’innovazione, di riferimento per le imprese e per il mondo della ricerca, con spiccata capacità di autofinanziamento ed a respiro internazionale»;

il suddetto commissario aggiunse: «L’Infrastruttura prenderà corpo attraverso il potenziamento dell’esistente struttura di ricerca, nata dalla pluriennale collaborazione scientifica tra la Fondazione Mediterranea Terina (unico ente di ricerca regionale e braccio operativo di riferimento della regione Calabria) ed il dipartimento di agraria (ex-facoltà di agraria) dell’Università mediterranea di Reggio Calabria che, nel tempo, ha aderito, partecipando attivamente, al network tematico della ricerca nell’ambito strategico dell’agroalimentare»;

in un approfondimento giornalistico apparso sulla testata web “Lacnews24.it” in data 19 febbraio 2024, si afferma che l’attuale Ministero dell’università e della ricerca, stante un lungo inutilizzo dei macchinari acquistati nell’ambito del finanziamento collegato al succitato progetto “Food&Life”, «potrebbe chiedere conto degli investimenti mai valorizzati»,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali controlli abbia promosso o intenda promuovere e quali iniziative di competenza abbia assunto o intenda assumere riguardo all’utilizzo dei riferiti finanziamenti;

quali attività di ricerca risulti che la Fondazione Terina abbia svolto in relazione al progetto “Food&Life”.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01080. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della giustizia e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

nell’ambito territoriale del comprensorio della Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, operavano due uffici giudiziari, siti rispettivamente nelle località di Palmi e Cinquefrondi;

i predetti uffici hanno goduto di piena autonomia gestionale e l’attività amministrativa, contabile e fiscale dei presidi risultava di competenza esclusiva dei rispettivi dirigenti, sino alla data del 31 dicembre 2014;

il dirigente dell’ufficio di Cinquefrondi provvedeva inoltre alla liquidazione di tutte le spettanze stipendiali e dei compensi accessori fuori sistema dovuti al personale del suo ufficio;

tra le competenze del dirigente rientrava anche la compilazione e l’invio all’INPS della D.M.A. (denuncia mensile analitica) contenente l’indicazione delle percezioni di ciascun dipendente e il resoconto dei contributi trattenuti e pagati a loro carico;

a decorrere dal 1° gennaio 2015, la competenza della gestione contabile e fiscale è stata trasferita in seno al Ministero dell’economia e della finanza;

tramite un apposito provvedimento di riorganizzazione degli uffici giudiziari, risalente al 2013, è stato soppresso l’ufficio di Cinquefrondi. Solo successivamente si è scoperto che l’ufficio aveva maturato, nel corso della propria gestione amministrativa, un disavanzo contributivo nei confronti dell’INPS;

in risposta al debito contratto, il 24 gennaio 2024, l’INPS ha attivato la procedura di pignoramento, rivalendosi sugli stipendi degli ufficiali giudiziari di Palmi, i quali, però, sono estranei ai fatti accaduti;

in esito a tale provvedimento, risulta bloccato l’unico conto corrente dell’ufficio di Palmi funzionale all’espletamento di tutte le attività istituzionali degli ufficiali giudiziari. A pagarne le conseguenze, oltre alla cittadinanza privata di servizi essenziali, sono gli stessi lavoratori dell’ufficio, ai quali veniva erogato lo stipendio proprio attraverso il conto corrente bloccato;

nonostante si siano susseguiti numerosi incontri e riunioni volte all’annullamento dell’atto esecutivo, ad oggi non si è registrato alcun passo in avanti nella direzione di una risoluzione definitiva del contenzioso;

tale situazione comporta pesanti ricadute sull’attività dell’ufficio di Palmi, tra cui il blocco totale delle attività giudiziarie penali, civili ed amministrative;

inoltre, risulta che l’INPS non abbia intrapreso alcuna azione per rimediare al disservizio arrecato. Tale inerzia ha costretto i dipendenti dell’ufficio giudiziario di Palmi a ricorrere alle vie legali a proprie spese, al fine di tutelare la propria immagine e riaffermare la loro estraneità ai fatti,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intendano intraprendere affinché venga aperto un tavolo di confronto con tutte le amministrazioni interessate, allo scopo di individuare una soluzione che tuteli innanzitutto i lavoratori dell’ufficio giudiziario di Palmi e la funzionalità dell’ufficio rispetto ad una vicenda paradossale.

Allegati:
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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01006 Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. -

Premesso che:

l’articolo 9, comma 2, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162, ha previsto l’istituzione, a decorrere dal 1° gennaio 2024, della Zona economica speciale per il Mezzogiorno-ZES unica, che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna;

l’articolo 10, comma 1 del suddetto decreto-legge, ha previsto, in relazione alla suddetta ZES unica, l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri della Cabina di regia, con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio, presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, composta dai Ministri ivi elencati, nonché dai Presidenti delle regioni di cui al menzionato articolo 9, comma 2, dal Presidente dell’Unione delle province d’Italia o da un suo delegato e dal Presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani o da un suo delegato;

il comma 2 dello stesso articolo 10 prevede che, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, è istituita, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e alle dirette dipendenze del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, la «Struttura di missione ZES», di cui è descritta l’articolazione e sono precisati i compiti, tra cui la predisposizione del Piano strategico della ZES unica di cui al successivo articolo 11 e la cura dell’istruttoria e lo svolgimento delle funzioni di amministrazione procedente ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica di cui all’articolo 15, la quale, ex art. 14 del suddetto decreto-legge per come convertito, sostituisce tutti i titoli abilitativi e autorizzatori, comunque denominati, necessari alla localizzazione, all’insediamento, alla realizzazione, alla messa in esercizio, alla trasformazione, alla ristrutturazione, alla riconversione, all’ampliamento o al trasferimento nonché alla cessazione o alla riattivazione delle attività economiche, industriali, produttive e logistiche;

il suddetto decreto-legge, dispone all’articolo 12 sulla realizzazione ventura del portale web informativo della ZES-unica, l’articolo 13 in odine al suo Sportello unico digitale e alle relative competenze e l’articolo 16 disciplina il credito d’imposta per gli investimenti nella medesima ZES unica;

nel decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), sono state introdotte misure per il trasferimento delle funzioni dei commissari delle ZES precedenti alla Struttura di missione della ZES unica;

diversi organi di stampa, nel riportare la sospensione sino a fine marzo 2024 dei termini di chiusura dei procedimenti non ancora conclusi per l’autorizzazione unica avviati nei singoli uffici regionali delle ZES precedenti, cioè i procedimenti non ancora definiti alla data, del 1° marzo 2024, di cessazione dell’attività dei singoli commissari delle medesime, hanno evidenziato notevoli criticità nel corso della fase di transizione in atto e precisato che alle istanze di trattazione pendenti se ne sono aggiunte altre, nuove, con numerose richieste di chiarimento sull’iter da seguire, atteso pure che, come si legge in un articolo apparso su “Corriere della Calabria” il 28 febbraio 2024, nei due mesi di proroga e con funzioni in scadenza, le competenze dei commissari straordinari si allargavano dal perimetro iniziale della ZES in gestione a tutta l’area regionale;

al momento nessuna indicazione è pervenuta dalla nuova Cabina ministeriale, ancora sprovvista di organico e ferma sulle attività e nessuna certezza, per quanto ricostruito, vi sarebbe anche sul credito d’imposta «non definito alla fine dell’anno»,

si chiede di sapere:

quanti siano i procedimenti non definiti alla data del 1° marzo 2024 e quale sia il relativo importo complessivo in termini di investimenti e quali indicazioni siano state fornite ai richiedenti;

quali urgenti iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere per assicurare la conclusione dei procedimenti in corso e la predisposizione del Piano strategico della ZES unica;

quali notizie intenda fornire in relazione al previsto credito di imposta, ai tempi di definizione e alle modalità correlate di accesso ed erogazione.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01001. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

“pagoPA”, società interamente partecipata dallo Stato attraverso il Ministero dell’economia e delle finanze e sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri, tramite il Ministro delegato, è la piattaforma digitale deputata ai pagamenti in favore della Pubblica Amministrazione, realizzata con lo scopo di semplificare e aumentare la qualità e la quantità dei servizi di pagamento offerti dagli enti della Pubblica Amministrazione ed effettuarli nella massima sicurezza;

dal 2016 ad oggi, pagoPA ha registrato una crescita esponenziale e costante, sia in termini di transazioni che di controvalore dei pagamenti. Nel 2021 ha gestito oltre 182,5 milioni di operazioni per un controvalore di circa 34 miliardi; nel 2022, invece, le transazioni gestite hanno superato i 331 milioni per un controvalore di circa 61 miliardi. Solo nel 2023, si osserva una media di oltre 12 milioni di utenti che hanno effettuato oltre 30 milioni di pagamenti al mese tramite la piattaforma;

tra il totale degli enti creditori che fanno parte del perimetro di pagoPA, alla fine del primo semestre 2023 erano 21.700 gli enti pubblici aderenti, di cui 7.884 Comuni;

considerato che:

la digitalizzazione occupa una posizione di rilievo tra gli interventi di riforma annoverati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNNR);

la Missione n.1 si prefigge come obiettivo generale quello di dare un "impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Paese", attraverso una serie di investimenti volti a garantire un deciso salto di qualità nel percorso di digitalizzazione del Paese;

dei 49,86 miliardi di euro stanziati al fine di dare attuazione agli obiettivi della Missione n.1, una quota pari al 23 per cento è destinata interamente al settore di intervento relativo alla digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione;

rilevato che:

l’articolo 20, comma 3, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, prevede che, ai fini del rafforzamento dell’interoperabilità tra le banche dati pubbliche e di valorizzazione della piattaforma digitale nazionale dati, nonché di razionalizzazione e di riassetto industriale nell’ambito delle partecipazioni detenute dallo Stato, sono attribuiti rispettivamente all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in misura non inferiore al 51 per cento, e, per la restante quota di partecipazione, a Poste Italiane S.p.A., i diritti di opzione per l’acquisto dell’intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato nella società pagoPA;

il corrispettivo della suddetta cessione è determinato sulla base di una relazione giurata di stima prodotta da uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale nominati dal Ministero dell’economia e delle finanze, di intesa con le parti acquirenti e con oneri a carico delle stesse;

le somme oggetto del corrispettivo della cessione di pagoPA sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, nel medesimo anno, nell’ambito dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato;

tale operazione si inserisce nel solco delle privatizzazioni previste dal Governo per recuperare 20 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, chiamando Poste Italiane S.p.A. a contribuire, con le proprie risorse finanziarie, al raggiungimento del predetto obiettivo attraverso l’imposizione dell’acquisto di quote azionarie di pagoPA. Un contributo che va ad aggiungersi a quello della prospettata cessione sul mercato di quote azionarie dell’azienda da parte del Ministero dell’economia e delle finanze. Il combinato disposto delle due operazioni evidenzia di fatto l’utilizzo di Poste Italiane S.p.A. come fonte di finanziamento delle iniziative dell’Esecutivo in carica;

le organizzazioni sindacali, sulla spinta dei forti malumori emergenti all’interno dell’azienda, hanno manifestato le preoccupazioni sul futuro di Poste Italiane e dei lavoratori occupati, anche alla luce dei paventati e preoccupanti riassetti interni orientati a favorire le operazioni in atto;

la cessione di pagoPA desta preoccupazioni anche al di fuori di Poste Italiane, in particolare per gli aspetti e i riflessi concorrenziali, nonché per gli aspetti riguardanti la tutela dei dati dei cittadini che si avvalgono di pagoPA, a partire dai metodi di pagamento utilizzati;

l’operazione appare altresì in evidente contraddizione con gli obbiettivi profilati dalla Missione n.1 del PNNR, riducendo altresì le possibilità di Poste Italiane S.p.A. di investire nel processo di digitalizzazione,

si chiede di sapere:

quali siano le motivazioni che hanno portato al coinvolgimento di Poste Italiane S.p.A. nell’operazione di cessione di quote di capitale di “pagoPA”;

se i Ministri in indirizzo intendano chiarire quale sia il corrispettivo minimo atteso dalla suddetta cessione e quali siano i criteri che saranno adottati dai soggetti nominati dal Ministero dell’economia e delle finanze per la definizione della cessione delle quote di pagoPA alle parti acquirenti;

se non ritengano che la cessione di quote di capitale di pagoPA a Poste Italiane S.p.A. comporti problematiche di natura concorrenziale e se intendano escludere qualsiasi problematica con riguardo alla tutela dei dati sensibili dei cittadini che si avvalgono di pago PA, a partire dai metodi pagamento con bancomat e carte di credito;

se non ritengano che la cessione di quote di pagoPA sia del tutto in contrasto con gli obiettivi del PNRR e gli interessi della pubblica amministrazione in tema di digitalizzazione e se intendano escludere che da tale cessione non derivi un disimpegno pubblico sul fronte dello sviluppo, della semplificazione, della qualità e della sicurezza dei servizi di pagamento in via digitale, con conseguente pregiudizio per la pubblica amministrazione e gli enti creditori che hanno finora utilizzato la piattaforma di pagoPA.

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