Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01024. Pubblicato il 14 marzo 2024, nella seduta n. 169.Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:

il consiglio di amministrazione di TIM S.p.A. ha approvato all’unanimità, in data 6 marzo 2024, il piano industriale 2024-2026 “Free to run”, attraverso il quale la società nel solco del percorso di trasformazione avviato nel biennio 2022-2024 individua le linee di sviluppo per TIM nel biennio di riferimento ponendosi l’obiettivo di raggiungere un significativo miglioramento di tutte le metriche economico-finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale;

il piano industriale “Free to run” tra l’altro ha previsto una riduzione dell’indebitamento di gruppo, con un rapporto tra debito e EBITDA after lease in calo a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,8 volte dei pro forma al 2023;

durante il consiglio di amministrazione di TIM del 10 marzo, convocato in via straordinaria, l’amministratore delegato Pietro Labriola ha fornito ulteriori informazioni in relazione al debito netto pro forma al netto del deleverage stimato per l’operazione Netco, pari a circa 6,1 miliardi di euro al 31 dicembre 2023, è atteso alla fine del 2024 pari a circa 7,5 miliardi di euro;

considerato che:

nella giornata di giovedì 8 marzo, giorno in cui veniva presentato il piano industriale, il titolo azionario è precipitato a 21,18 centesimi con una perdita del 23,8 per cento rispetto alla quotazione di apertura, a seguito delle preoccupazioni riguardanti l’indicazione di un maggior debito pari ad un miliardo di euro rispetto alle previsioni iniziali;

a 40 minuti dalla chiusura delle quotazioni azionarie il titolo presentava una quotazione superiore a 24 centesimi, con un ribasso comunque superiore al 13 per cento rispetto alla giornata del 6 marzo, successivamente sono avvenute ulteriori vendite del titolo che hanno spinto ad un ulteriore ribasso le quotazioni del titolo;

nel momento di maggior ribasso delle quotazioni con un valore del titolo pari a 21,18 centesimi, si sono intensificati gli scambi che hanno raggiunto il picco alle ore 17,35 con scambi pari a 2 miliardi di euro di valore azionario con il passaggio di titolarità di ben 134 milioni di azioni,

si chiede di sapere:

se, in conseguenza dei fatti esposti, la composizione del capitale sociale di TIM S.p.A. abbia subito modificazioni significative, soprattutto in relazione al fatto che la società è proprietaria degli asset della rete fissa che offrono connettività alle abitazioni e alle imprese del nostro Paese;

quali misure di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare, in caso di accertamento di cambiamenti rilevanti nella composizione del capitale azionario di TIM, per tutelare l’interesse pubblico legato alla titolarità degli asset legati alla rete fissa e i piccoli risparmiatori in possesso dei titoli azionari di TIM;

se non ritenga che i contenuti e le modalità delle comunicazioni sociali al mercato utilizzate da parte del management della società siano stati la causa di un’eccessiva ed inattesa caduta del valore dei titoli azionari, con conseguente grave pregiudizio per i piccoli azionisti;

se dalle informazioni a disposizione emergano evidenze circa “attacchi short contro il titolo” azionario e se intenda verificare il profilo dei soggetti che hanno dato vita ad eventuali operazioni di “sell off” su di esso; in tal caso se non ritenga opportuno attivare tempestivamente tutte le misure a tutela del valore di mercato di TIM, dei lavoratori e dei risparmiatori.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1411236)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01090. Pubblicato il 13 marzo 2024, nella seduta n. 168. Nicola Irto cofirmatario

Ministro dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:

i viaggi di istruzione e le gite scolastiche sono regolati da apposita circolare ministeriale;

organizzare una gita scolastica comporta per gli istituti molta programmazione e una tempistica adeguata;

in passato è accaduto che qualche gita, programmata per tempo, saltasse o venisse rinviata;

ora, però, organizzare gite scolastiche sta diventando una vera e propria corsa ad ostacoli per molti istituti, in particolare in quelli più numerosi del Friuli-Venezia Giulia, come il “Malignani” e il “Copernico” di Udine e il liceo “Leopardi-Majorana”, l’ITIS “Zanussi” e il liceo “Grigoletti” di Pordenone;

dal 1° gennaio 2024, infatti, una scuola strutturata e con molti studenti non può più organizzare la classica gita scolastica da sola;

la causa risiede nel nuovo codice degli appalti che, equiparando le scuole pubbliche a degli enti come i Comuni, ha di fatto reso un labirinto normativo l’organizzazione di una gita;

la procedura è diventata lunga e comparabile a quella di un appalto pubblico gestito da un Comune;

l’ostacolo principale è quello della stazione appaltante, poiché al di sopra dei 140.000 euro totali (quindi sommando tutte le gite organizzate da un singolo istituto) è necessario una stazione appaltante qualificata, quindi di un soggetto che per conto di terzi gestisca quella che è diventata una vera e propria gara d’appalto;

l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), con una circolare, ha provato a rimediare provvisoriamente alla situazione, istituendo una sorta di proroga fino a settembre, ma il danno per molte scuole era già stato prodotto;

in particolare, è balzata alle cronache locali la vibrante protesta di oltre 150 studenti del liceo “Leopardi-Majorana” di Pordenone, che avevano già programmato la propria gita scolastica in Grecia;

gli studenti, che hanno protestato in modo fermo nell’atrio della scuola, si sono sentiti dire dalle autorità scolastiche che “la scuola deve agire rimanendo nel perimetro della legalità”;

è del tutto evidente che qualsiasi istituto scolastico deve “muoversi nell’ambito della legalità”, ma deve anche avere la possibilità di organizzare le proprie gite secondo percorsi più snelli e veloci, e i criteri con i quali ora i singoli istituti dovrebbero individuare le “società appaltanti” risultano farraginosi e penalizzanti, a fronte di un'offerta sul mercato tutt’altro che sufficiente,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo condivida che i viaggi scolastici di istruzione abbiano un vero e proprio valore didattico all’interno di una programmazione più ampia, offrano agli studenti l’occasione di una vera e propria crescita personale e di gruppo, permettano di estendere l’ambito delle esperienze di conoscenza, e siano quindi da agevolare e incentivare;

se intenda agevolare gli istituti scolastici che vogliano promuovere viaggi d’istruzione e ritenga quindi di rivedere la norma in termini definitivi, come auspicato anche dall’ANAC, mettendo a disposizione dei presidi, quanto prima e comunque fin dall'inizio del prossimo anno scolastico, “strumenti che possano garantire modalità semplici e immediate per attivare tali affidamenti, che sono parte integrante della vita di tutte le scuole italiane e delle famiglie di alunni e studenti”.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1411118)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01074. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Al Ministro dell'università e della ricerca. -

Premesso che:

con la legge regionale della Calabria n. 9 del 2007 fu prevista la trasformazione del “Centro servizi avanzati ricerca, formazione e sviluppo agroalimentare della Calabria Spa” in “Fondazione mediterranea Terina Onlus”, configurata, come da specifico dossier del Consiglio regionale calabrese, come centro di ricerca industriale e alta formazione nei settori agricolo, agroalimentare, agro-industriale ed ambientale;

la suddetta Fondazione, con sede a Lamezia Terme (Catanzaro), è organismo in house della Regione Calabria, la cui Giunta ne approva il bilancio, esercita su di essa il controllo strategico, adotta gli atti d’indirizzo e delibera la revoca degli organi nei casi previsti dallo statuto;

la legge regionale della Calabria n. 24 del 2013 prevede, all’articolo 13, comma 1, la riorganizzazione della Fondazione, chiamata a «perseguire unicamente compiti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia»;

con lo scopo di guidare la Fondazione nella riorganizzazione prevista dalla legge citata, la Regione Calabria ha provveduto negli anni a incaricare diversi commissari straordinari, ultimo dei quali, in ordine di tempo, il dirigente generale in carica del dipartimento regionale per il Turismo;

nell’ambito di una conferenza stampa del 2011, il presidente pro tempore della Regione Calabria riferì di finanziamenti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per i centri di ricerca presenti in Calabria, tra cui 14.650.000 euro per la Fondazione Mediterranea Terina, in relazione al progetto denominato “Food@Life”;

a tale riguardo, nel 2014 il suo commissario pro tempore definì Terina «soggetto attuatore di un’iniziativa che rappresenta una hybrid institution in cui la rigida distinzione funzionale tra ricerca ed imprese tende a sfumare per lasciare il posto alla comune risorsa “innovazione tecnologica” quale strumento di conseguimento di vantaggio competitivo e duraturo nel tempo»;

lo stesso commissario precisò che i laboratori della Fondazione sarebbero stati «implementati e resi operativi grazie al progetto» “Food@Life”, per costituire «una struttura permanente d’innovazione, di riferimento per le imprese e per il mondo della ricerca, con spiccata capacità di autofinanziamento ed a respiro internazionale»;

il suddetto commissario aggiunse: «L’Infrastruttura prenderà corpo attraverso il potenziamento dell’esistente struttura di ricerca, nata dalla pluriennale collaborazione scientifica tra la Fondazione Mediterranea Terina (unico ente di ricerca regionale e braccio operativo di riferimento della regione Calabria) ed il dipartimento di agraria (ex-facoltà di agraria) dell’Università mediterranea di Reggio Calabria che, nel tempo, ha aderito, partecipando attivamente, al network tematico della ricerca nell’ambito strategico dell’agroalimentare»;

in un approfondimento giornalistico apparso sulla testata web “Lacnews24.it” in data 19 febbraio 2024, si afferma che l’attuale Ministero dell’università e della ricerca, stante un lungo inutilizzo dei macchinari acquistati nell’ambito del finanziamento collegato al succitato progetto “Food&Life”, «potrebbe chiedere conto degli investimenti mai valorizzati»,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali controlli abbia promosso o intenda promuovere e quali iniziative di competenza abbia assunto o intenda assumere riguardo all’utilizzo dei riferiti finanziamenti;

quali attività di ricerca risulti che la Fondazione Terina abbia svolto in relazione al progetto “Food&Life”.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410835)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01080. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della giustizia e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

nell’ambito territoriale del comprensorio della Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, operavano due uffici giudiziari, siti rispettivamente nelle località di Palmi e Cinquefrondi;

i predetti uffici hanno goduto di piena autonomia gestionale e l’attività amministrativa, contabile e fiscale dei presidi risultava di competenza esclusiva dei rispettivi dirigenti, sino alla data del 31 dicembre 2014;

il dirigente dell’ufficio di Cinquefrondi provvedeva inoltre alla liquidazione di tutte le spettanze stipendiali e dei compensi accessori fuori sistema dovuti al personale del suo ufficio;

tra le competenze del dirigente rientrava anche la compilazione e l’invio all’INPS della D.M.A. (denuncia mensile analitica) contenente l’indicazione delle percezioni di ciascun dipendente e il resoconto dei contributi trattenuti e pagati a loro carico;

a decorrere dal 1° gennaio 2015, la competenza della gestione contabile e fiscale è stata trasferita in seno al Ministero dell’economia e della finanza;

tramite un apposito provvedimento di riorganizzazione degli uffici giudiziari, risalente al 2013, è stato soppresso l’ufficio di Cinquefrondi. Solo successivamente si è scoperto che l’ufficio aveva maturato, nel corso della propria gestione amministrativa, un disavanzo contributivo nei confronti dell’INPS;

in risposta al debito contratto, il 24 gennaio 2024, l’INPS ha attivato la procedura di pignoramento, rivalendosi sugli stipendi degli ufficiali giudiziari di Palmi, i quali, però, sono estranei ai fatti accaduti;

in esito a tale provvedimento, risulta bloccato l’unico conto corrente dell’ufficio di Palmi funzionale all’espletamento di tutte le attività istituzionali degli ufficiali giudiziari. A pagarne le conseguenze, oltre alla cittadinanza privata di servizi essenziali, sono gli stessi lavoratori dell’ufficio, ai quali veniva erogato lo stipendio proprio attraverso il conto corrente bloccato;

nonostante si siano susseguiti numerosi incontri e riunioni volte all’annullamento dell’atto esecutivo, ad oggi non si è registrato alcun passo in avanti nella direzione di una risoluzione definitiva del contenzioso;

tale situazione comporta pesanti ricadute sull’attività dell’ufficio di Palmi, tra cui il blocco totale delle attività giudiziarie penali, civili ed amministrative;

inoltre, risulta che l’INPS non abbia intrapreso alcuna azione per rimediare al disservizio arrecato. Tale inerzia ha costretto i dipendenti dell’ufficio giudiziario di Palmi a ricorrere alle vie legali a proprie spese, al fine di tutelare la propria immagine e riaffermare la loro estraneità ai fatti,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intendano intraprendere affinché venga aperto un tavolo di confronto con tutte le amministrazioni interessate, allo scopo di individuare una soluzione che tuteli innanzitutto i lavoratori dell’ufficio giudiziario di Palmi e la funzionalità dell’ufficio rispetto ad una vicenda paradossale.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410902)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01006 Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. -

Premesso che:

l’articolo 9, comma 2, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162, ha previsto l’istituzione, a decorrere dal 1° gennaio 2024, della Zona economica speciale per il Mezzogiorno-ZES unica, che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna;

l’articolo 10, comma 1 del suddetto decreto-legge, ha previsto, in relazione alla suddetta ZES unica, l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri della Cabina di regia, con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio, presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, composta dai Ministri ivi elencati, nonché dai Presidenti delle regioni di cui al menzionato articolo 9, comma 2, dal Presidente dell’Unione delle province d’Italia o da un suo delegato e dal Presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani o da un suo delegato;

il comma 2 dello stesso articolo 10 prevede che, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, è istituita, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e alle dirette dipendenze del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, la «Struttura di missione ZES», di cui è descritta l’articolazione e sono precisati i compiti, tra cui la predisposizione del Piano strategico della ZES unica di cui al successivo articolo 11 e la cura dell’istruttoria e lo svolgimento delle funzioni di amministrazione procedente ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica di cui all’articolo 15, la quale, ex art. 14 del suddetto decreto-legge per come convertito, sostituisce tutti i titoli abilitativi e autorizzatori, comunque denominati, necessari alla localizzazione, all’insediamento, alla realizzazione, alla messa in esercizio, alla trasformazione, alla ristrutturazione, alla riconversione, all’ampliamento o al trasferimento nonché alla cessazione o alla riattivazione delle attività economiche, industriali, produttive e logistiche;

il suddetto decreto-legge, dispone all’articolo 12 sulla realizzazione ventura del portale web informativo della ZES-unica, l’articolo 13 in odine al suo Sportello unico digitale e alle relative competenze e l’articolo 16 disciplina il credito d’imposta per gli investimenti nella medesima ZES unica;

nel decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), sono state introdotte misure per il trasferimento delle funzioni dei commissari delle ZES precedenti alla Struttura di missione della ZES unica;

diversi organi di stampa, nel riportare la sospensione sino a fine marzo 2024 dei termini di chiusura dei procedimenti non ancora conclusi per l’autorizzazione unica avviati nei singoli uffici regionali delle ZES precedenti, cioè i procedimenti non ancora definiti alla data, del 1° marzo 2024, di cessazione dell’attività dei singoli commissari delle medesime, hanno evidenziato notevoli criticità nel corso della fase di transizione in atto e precisato che alle istanze di trattazione pendenti se ne sono aggiunte altre, nuove, con numerose richieste di chiarimento sull’iter da seguire, atteso pure che, come si legge in un articolo apparso su “Corriere della Calabria” il 28 febbraio 2024, nei due mesi di proroga e con funzioni in scadenza, le competenze dei commissari straordinari si allargavano dal perimetro iniziale della ZES in gestione a tutta l’area regionale;

al momento nessuna indicazione è pervenuta dalla nuova Cabina ministeriale, ancora sprovvista di organico e ferma sulle attività e nessuna certezza, per quanto ricostruito, vi sarebbe anche sul credito d’imposta «non definito alla fine dell’anno»,

si chiede di sapere:

quanti siano i procedimenti non definiti alla data del 1° marzo 2024 e quale sia il relativo importo complessivo in termini di investimenti e quali indicazioni siano state fornite ai richiedenti;

quali urgenti iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere per assicurare la conclusione dei procedimenti in corso e la predisposizione del Piano strategico della ZES unica;

quali notizie intenda fornire in relazione al previsto credito di imposta, ai tempi di definizione e alle modalità correlate di accesso ed erogazione.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410903)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01001. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

“pagoPA”, società interamente partecipata dallo Stato attraverso il Ministero dell’economia e delle finanze e sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri, tramite il Ministro delegato, è la piattaforma digitale deputata ai pagamenti in favore della Pubblica Amministrazione, realizzata con lo scopo di semplificare e aumentare la qualità e la quantità dei servizi di pagamento offerti dagli enti della Pubblica Amministrazione ed effettuarli nella massima sicurezza;

dal 2016 ad oggi, pagoPA ha registrato una crescita esponenziale e costante, sia in termini di transazioni che di controvalore dei pagamenti. Nel 2021 ha gestito oltre 182,5 milioni di operazioni per un controvalore di circa 34 miliardi; nel 2022, invece, le transazioni gestite hanno superato i 331 milioni per un controvalore di circa 61 miliardi. Solo nel 2023, si osserva una media di oltre 12 milioni di utenti che hanno effettuato oltre 30 milioni di pagamenti al mese tramite la piattaforma;

tra il totale degli enti creditori che fanno parte del perimetro di pagoPA, alla fine del primo semestre 2023 erano 21.700 gli enti pubblici aderenti, di cui 7.884 Comuni;

considerato che:

la digitalizzazione occupa una posizione di rilievo tra gli interventi di riforma annoverati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNNR);

la Missione n.1 si prefigge come obiettivo generale quello di dare un "impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Paese", attraverso una serie di investimenti volti a garantire un deciso salto di qualità nel percorso di digitalizzazione del Paese;

dei 49,86 miliardi di euro stanziati al fine di dare attuazione agli obiettivi della Missione n.1, una quota pari al 23 per cento è destinata interamente al settore di intervento relativo alla digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione;

rilevato che:

l’articolo 20, comma 3, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, prevede che, ai fini del rafforzamento dell’interoperabilità tra le banche dati pubbliche e di valorizzazione della piattaforma digitale nazionale dati, nonché di razionalizzazione e di riassetto industriale nell’ambito delle partecipazioni detenute dallo Stato, sono attribuiti rispettivamente all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in misura non inferiore al 51 per cento, e, per la restante quota di partecipazione, a Poste Italiane S.p.A., i diritti di opzione per l’acquisto dell’intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato nella società pagoPA;

il corrispettivo della suddetta cessione è determinato sulla base di una relazione giurata di stima prodotta da uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale nominati dal Ministero dell’economia e delle finanze, di intesa con le parti acquirenti e con oneri a carico delle stesse;

le somme oggetto del corrispettivo della cessione di pagoPA sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, nel medesimo anno, nell’ambito dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato;

tale operazione si inserisce nel solco delle privatizzazioni previste dal Governo per recuperare 20 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, chiamando Poste Italiane S.p.A. a contribuire, con le proprie risorse finanziarie, al raggiungimento del predetto obiettivo attraverso l’imposizione dell’acquisto di quote azionarie di pagoPA. Un contributo che va ad aggiungersi a quello della prospettata cessione sul mercato di quote azionarie dell’azienda da parte del Ministero dell’economia e delle finanze. Il combinato disposto delle due operazioni evidenzia di fatto l’utilizzo di Poste Italiane S.p.A. come fonte di finanziamento delle iniziative dell’Esecutivo in carica;

le organizzazioni sindacali, sulla spinta dei forti malumori emergenti all’interno dell’azienda, hanno manifestato le preoccupazioni sul futuro di Poste Italiane e dei lavoratori occupati, anche alla luce dei paventati e preoccupanti riassetti interni orientati a favorire le operazioni in atto;

la cessione di pagoPA desta preoccupazioni anche al di fuori di Poste Italiane, in particolare per gli aspetti e i riflessi concorrenziali, nonché per gli aspetti riguardanti la tutela dei dati dei cittadini che si avvalgono di pagoPA, a partire dai metodi di pagamento utilizzati;

l’operazione appare altresì in evidente contraddizione con gli obbiettivi profilati dalla Missione n.1 del PNNR, riducendo altresì le possibilità di Poste Italiane S.p.A. di investire nel processo di digitalizzazione,

si chiede di sapere:

quali siano le motivazioni che hanno portato al coinvolgimento di Poste Italiane S.p.A. nell’operazione di cessione di quote di capitale di “pagoPA”;

se i Ministri in indirizzo intendano chiarire quale sia il corrispettivo minimo atteso dalla suddetta cessione e quali siano i criteri che saranno adottati dai soggetti nominati dal Ministero dell’economia e delle finanze per la definizione della cessione delle quote di pagoPA alle parti acquirenti;

se non ritengano che la cessione di quote di capitale di pagoPA a Poste Italiane S.p.A. comporti problematiche di natura concorrenziale e se intendano escludere qualsiasi problematica con riguardo alla tutela dei dati sensibili dei cittadini che si avvalgono di pago PA, a partire dai metodi pagamento con bancomat e carte di credito;

se non ritengano che la cessione di quote di pagoPA sia del tutto in contrasto con gli obiettivi del PNRR e gli interessi della pubblica amministrazione in tema di digitalizzazione e se intendano escludere che da tale cessione non derivi un disimpegno pubblico sul fronte dello sviluppo, della semplificazione, della qualità e della sicurezza dei servizi di pagamento in via digitale, con conseguente pregiudizio per la pubblica amministrazione e gli enti creditori che hanno finora utilizzato la piattaforma di pagoPA.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410824)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01007. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno.
Premesso che:

il 7 marzo 2024 la nave “Sea Watch 5” ha soccorso in mare circa cinquanta persone che si trovavano su un’imbarcazione di legno nel Mediterraneo centrale. Secondo quanto riferito dagli stessi migranti, il gruppo era partito da Zuwara in Libia;

quattro migranti, con intossicazione da idrocarburi, ustioni, ipotermia e scabbia, sono stati trasbordati dalla nave Sea Watch 5 alla motovedetta Cp319 della Guardia costiera, che li ha sbarcati a Lampedusa. L’evacuazione medica è stata effettuata durante la notte;

i migranti, provenienti dal Pakistan e dall’Eritrea, sono stati portati al poliambulatorio dell’isola siciliana da dove, all’alba, due sono stati dimessi e condotti all’hotspot di contrada Imbriacola;

l’equipaggio della nave umanitaria ha reso nota la notizia del decesso di un giovane minorenne a seguito delle ustioni riportate, dovute a un misto di acqua di mare e carburante stagnanti nel fondo della barca di legno in cui i migranti sono stati costretti per ore;

non appena espletate le procedure di soccorso a fronte delle gravissime condizioni in cui versava il ragazzo ed altri quattro migranti, la Sea Watch 5 ha chiesto con urgenza alle autorità italiane di evacuare le persone in gravi condizioni mediche, diramando la prima richiesta di medical evacuation (Medevac), intorno alle ore 13;

come dichiarato dal team dell’ONG: "Dopo circa due ore, e senza che nessuna autorità avviasse un'operazione di evacuazione, un ragazzo di 17 anni è morto a bordo della nostra nave”;

il personale della Sea Watch 5 ha, inoltre, dichiarato che solo nove ore dopo la richiesta di evacuazione urgente, la Guardia costiera avrebbe prelevato 4 persone dalla nave, non avendo avuto l’autorizzazione a prendere a bordo il corpo del 17enne deceduto. L’ONG si è vista così costretta a trasportarlo fino al porto assegnato di Ravenna a ben 1.500 chilometri di distanza;

pertanto, il corpo del ragazzo deceduto resterà a bordo della Sea Watch 5 ancora per 4 giorni, il tempo necessario a raggiungere il porto assegnato, peraltro in condizioni disumane, visto che la nave non è dotata di cella frigorifera e spazi separati;

secondo quanto risulta agli interroganti al momento delle operazioni di soccorso l’hotspot di Lampedusa non si trovava in condizioni di sovraccarico numerico,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritengano necessario e urgente intraprendere le dovute iniziative al fine di chiarire per quali motivi la Guardia costiera abbia risposto alla richiesta di medical evacuation con nove ore di ritardo;

se siano state effettuate le dovute procedure al fine di indentificare le persone vulnerabili ai sensi dell’articolo 17, del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, che si trovavano a bordo della Sea Watch 5;

per quale motivo sia stato assegnato il porto di Ravenna quale porto sicuro e per quali motivi non sia stata autorizza la Guardia costiera a prelevare il corpo del ragazzo deceduto, anche alla luce della mancanza delle necessarie strutture a bordo della Sea Watch 5 per trasportarlo.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410911)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01003. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della giustizia. -
Premesso che:

il 28 febbraio 2024, a seguito di un colloquio svoltosi a Roma tra il ministro degli Esteri italiano, il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, come si legge sull'account “Twitter” del portavoce, ha dichiarato, riferendosi ad Ilaria Salis, che: "Questa signora, presentata come una martire in Italia, è venuta in Ungheria con un piano chiaro per attaccare persone innocenti per le strade come parte di un'organizzazione di sinistra radicale. Spero sinceramente che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria", il ministro ungherese, sempre secondo quanto riporta il tweet del portavoce del governo ungherese, ha criticato i media italiani per la versione fornita della vicenda e ha trovato "assolutamente sorprendente che l'Italia abbia tentato di intervenire in un processo giudiziario ungherese, sottolineando l'indipendenza della magistratura ungherese e la non interferenza del governo";

le dichiarazioni del ministro ungherese, oltre a confermare gli elementi di preoccupazione in relazione alla drammatica vicenda di Ilaria Salis che da oltre un anno si trova nelle carceri ungheresi, aggravano ulteriormente il quadro. Come noto la procura ungherese ha chiesto 11 anni di carcere per l’insegnante italiana detenuta, accusata di aver provocato alcune lesioni durante gli scontri con un gruppo di neonazisti europei in data 11 febbraio 2023;

Ilaria Salis si è sempre proclamata innocente ed ha rifiutato di patteggiare la pena scegliendo, invece, di sottoporsi al processo. La richiesta di una pena altissima desta preoccupazione, anche alla luce di una mancata denuncia da parte delle persone rimaste aggredite negli scontri;

in occasione dell’udienza dello scorso 29 gennaio, Ilaria Salis è stata condotta innanzi il tribunale di Budapest con mani e piedi legati da catene e, in aggiunta, una catena legata in vita; un trattamento inumano e degradante che ha, come già evidenziato, profondamente scosso l’opinione pubblica italiana ed europea;

in numerose missive inviate ai suoi legali ed alla sua famiglia la nostra connazionale ha denunciato le condizioni detentive in cui si è trovata a vivere: celle con spazi angusti, mancanza di igiene, areazione insufficiente, mancanza di indumenti. Celle infestate da cimici e scarafaggi, oltre alla presenza di numerosi topi nella struttura. Incompatibilità di orario tra doccia, ora d’aria e cambio lenzuola, una situazione insostenibile e del tutto incompatibile con gli standard europei di rispetto dei diritti umani dei detenuti;

il padre, gli avvocati e altri attivisti che seguono il caso hanno da subito denunciato le condizioni «degradanti» della detenzione, in certi periodi «assimilabili alla tortura». Successivamente alle immagini del tribunale l’ambasciatore ungherese è stato convocato dal ministro degli Esteri alla Farnesina per ricevere la protesta formale del Governo italiano e la richiesta formale di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie;

considerato che:

l’articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, sottoscritta anche dall’Ungheria, prevede il divieto di tortura, pene o trattamenti inumani e degradanti. Tale divieto rappresenta un elemento costante in tutti gli strumenti internazionali di tutela dei diritti dell'uomo e in gran parte delle Costituzioni moderne; come tale la Corte EDU ha più volte ribadito l'importanza del divieto definendolo "un principio fondamentale delle società democratiche";

inoltre, la predetta norma è l'unica della Convenzione che non prevede eccezioni o deroghe, il divieto, infatti, non trova impedimenti d'azione neppure in circostanze gravi quali la lotta al terrorismo o alla criminalità organizzata. La Corte EDU, infatti, nella sentenza “Chahal c. Regno Unito” del 7 luglio 1996, ha affermato il principio, più volte ribadito negli anni successivi, secondo cui nessuna circostanza, comprese la minaccia di terrorismo o le preoccupazioni per la sicurezza nazionale, può giustificare l'esposizione di un individuo al rischio concreto di tali violazioni di diritti umani;

l’articolo 33 della medesima Convenzione disciplina i ricorsi interstatali e prevede che: “Ogni Alta Parte Contraente può deferire alla Corte ogni inosservanza delle disposizioni della Convenzione e dei suoi protocolli che essa ritenga possa essere imputata ad un’altra Parte Contraente”;

come di tutta evidenza, le condizioni di detenzione cui è sottoposto la cittadina italiana Ilaria Salis sono in palese violazione della giurisprudenza consolidata della Corte EDU e l’uso delle manette durante il procedimento penale, emerso dalle immagini mostrate da tutti i media, sembra non necessario e sproporzionato all’esigenze di sicurezza e, quindi, in contrasto con la giurisprudenza della Corte EDU (in tal senso si vedano le sentenze Svinarenko and Slyadnev v. Russia [GC], 2014, § 117; Korneykova and Korneykov v. Ukraine, 2016, § 111),

si chiede di sapere per quali motivi il Governo italiano non si sia ancora attivato nelle competenti sedi al fine di far deferire il Governo ungherese alla Corte EDU per le palesi e continue violazioni della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ai danni della connazionale Ilaria Salis.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410840)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01081. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:

l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, meglio conosciuta con l’acronimo AIRE, è stata istituita con legge 27 ottobre 1988, n. 470, contiene i dati dei cittadini italiani che risiedono all’estero per un periodo superiore ai 12 mesi ed è gestita dai Comuni sulla base dei dati e delle informazioni provenienti dalle rappresentanze consolari all’estero;

l’iscrizione all’AIRE costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi forniti dalle rappresentanze consolari all’estero, nonché per l’esercizio di importanti diritti, quali ad esempio la possibilità di votare per le elezioni politiche, i referendum e per l’elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo per corrispondenza nel Paese di residenza;

secondo le statistiche fornite dall'AIRE, al 1° gennaio 2022 gli italiani residenti all'estero erano 5.806.068, circa 517.000 in più rispetto al 2019, anno delle ultime elezioni europee e così ripartiti nelle quattro circoscrizioni elettorali estere: in Europa 3.189.905, America meridionale 1.804.291, America settentrionale e centrale 505.567 e Africa, Asia, Oceania e Antartide 306.305;

come noto un cittadino iscritto all’AIRE è un cittadino italiano a tutti gli effetti e, consequenzialmente, un cittadino dell’Unione europea;

considerato che:

si registrano diverse segnalazioni di cittadini iscritti all’AIRE, residenti in Canada e negli Stati Uniti d’America, che sono impossibilitati a esprimere il loro diritto di voto nelle elezioni europee;

l’articolo 1 del decreto-legge 29 gennaio 2024 n.7 recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale, permette agli elettori fuori sede di esercitare il loro diritto di voto;

una fitta rete di consolati e ambasciate lavora e fornisce i servizi necessari ai tanti cittadini residenti all’estero;

il 4 febbraio 2024 si sono tenute le elezioni presidenziali di El Salvador e i cittadini salvadoregni residenti in Italia hanno esercitato il loro diritto di voto attraverso la possibilità di voto da remoto ovunque tramite internet o di voto elettronico attraverso i seggi allestiti all’interno delle ambasciate in diverse città italiane,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell’incresciosa impossibilità di molti cittadini iscritti all’AIRE di esercitare il loro diritto di voto;

se siano allo studio possibili modalità di voto alternative per garantire il diritto di voto agli italiani residenti all’estero e impossibilitati a rientrare nel proprio comune di iscrizione all’AIRE in Italia;

più in generale, quali siano le iniziative che il Ministro intenda intraprendere al fine di garantire l’esercizio di tale diritto.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410915)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01064 Pubblicato il 29 febbraio 2024, nella seduta n. 165 Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Ai Ministri della cultura e dell'interno.

Premesso che:
- nel comune di Nicotera (Vibo Valentia) sorge sulla costa il villaggio turistico ex Valtur “Gioia del Tirreno”, realizzato tra il 1968 e il 1972 come Club Mediterranée;
- ad oggi sono già 10 anni dalla chiusura dell’ex villaggio Valtur, sito di grande interesse architettonico e paesaggistico che ha tutte le potenzialità per diventare un polo di ecoturismo e sviluppo sostenibile per la Calabria e per la nostra nazione;
- di fatto, al tempo, i progettisti (l'architetto Cidonio e il paesaggista Porcinai), attraverso l'utilizzo di avanzate tecniche europee del recupero ambientale, realizzarono un complesso innovativo dal punto di vista architettonico e della compatibilità ambientale: il villaggio è dotato di un impianto geometrico organizzato con un lungo asse verso l'entroterra, con cellule attorno ad ampi cortili collegati da percorsi pedonali verso la pineta e il mare, un sistema di dune con funzione di schermatura dai venti salsi per il controllo del microclima, con l'obiettivo di creare un vero e proprio paesaggio-parco fruibile e godibile da parte dei villeggianti;
inizialmente Club Méditerranée, in seguito villaggio Valtur, per 40 anni ha assicurato agli ospiti un soggiorno di qualità e l’immersione nelle bellezze naturali e nel patrimonio culturale di una terra in gran parte incontaminata che grazie a questa intensa attività turistica ha esteso effetti positivi anche sul tessuto economico: a metà anni ‘70 il complesso ha dato lavoro a 550 persone (300 della comunità locale) e si contavano fino a 1.200 posti letto, sfiorando le 100.000 presenze annue;
- nel 2006 la proprietà del villaggio è passata alla Prelios, società di gestione e servizi immobiliari ex Pirelli real estate, ma la preziosa pineta è rimasta demaniale;
- nel 2011 a seguito della procedura di amministrazione straordinaria, il complesso malauguratamente ha chiuso: manutenzioni interrotte, deterioramento degli edifici e delle attrezzature, incendi, danni alla vegetazione non più mantenuta, maestranze licenziate;
- è un vulnus arrecato non solo al territorio di Nicotera che in quel villaggio si identificava, ma all’intero patrimonio culturale italiano;
- nel 2016 il lavoro di studio e ricerca dell'associazione ha individuato nel villaggio un bene culturale e ambientale da tutelare urgentemente;
- l'assenza di manutenzione ha causato danni importanti agli edifici, perdita di esemplari botanici, nonché di parte del disegno paesaggistico originario e nel 2018 è stato demolito il ristorante al mare in quanto pericolante;
nel 2019 è stata denunciata l’incuria del villaggio ed è stato chiesto con sollecitudine al Ministero della cultura di riconoscerne il particolare interesse paesaggistico e architettonico, cosa che è stata fatta con il decreto ministeriale n. 186/2019 che vi ha posto il vincolo;
- oggi il complesso è di proprietà del fondo immobiliare “Hospitality and Leisure” in gestione alla Prelios SGR;
- dal processo “Rinascita Scott” e da molte inchieste giornalistiche è stato evidenziato come ci sono stati forti interessi delle economie criminali su quell’area costiera;
- a parere dell’interrogante, in linea con il piano strategico del turismo nazionale e con il green deal europeo, il recupero dell’area costituirebbe per la comunità locale e per il turismo calabrese un volano significativo per creare occupazione in diversi comparti e sarebbe un argine ai pervasivi circuiti della criminalità organizzata; questo aspetto è assai delicato in un territorio che in passato ha visto per tre volte in un decennio lo scioglimento del Consiglio comunale di Nicotera;
- vieppiù che, in assenza di una tempestiva e specifica vigilanza istituzionale, si rischia seriamente che il bene possa entrare a far parte dell'economia criminale, con conseguente perdita del suo riconosciuto valore architettonico e paesaggistico-ambientale, rischio di demolizioni, nuove intensive costruzioni e uno stravolgimento del progetto che porterebbe a una cementificazione incontrollata dell'area;
- allarmante è la notizia riportata su un’importante testata giornalistica di un annuncio di “svendita” del villaggio “Gioia del Tirreno” ad una cifra base di appena 1.282.500 euro: 15 ettari a poco più di un milione, a giudizio dell’interrogante un paradosso. Non è quindi il momento di indugiare e assistere inerti al degrado e alle manovre dell’economia criminale;
- a supporto della richiesta di salvare l’ex villaggio Valtur, sono intervenute diverse associazioni nazionali e regionali, circa 71, che hanno sottoscritto una missiva di appello “Salviamo una perla della costa tirrenica calabrese” alle istituzioni e alle forze politiche, economiche e sociali;
- le istituzioni devono agire tempestivamente con la piena consapevolezza dei pericoli che la vicenda dell’ex villaggio Valtur segnala per la tutela di diritti costituzionali fondamentali: la difesa del patrimonio naturale e culturale e la piena libertà di goderne grazie a un sistema economico sano e sostenibile,

si chiede di sapere:
- se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di competenza intendano adottare, contro ogni speculazione, al fine di rendere l’ex villaggio Valtur polo di ecoturismo e di sviluppo sostenibile;
- quali provvedimenti intendano adottare al fine di rendere effettivo il vincolo posto dal Ministero della cultura, per garantire una tutela architettonica e paesaggistico-ambientale del villaggio turistico e rilancio della struttura che produce benefici per la collettività;
- quali iniziative di competenza, infine, intendano adottare per scongiurare che il bene possa entrare a far parte del patrimonio della criminalità organizzata.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410648)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00985 Pubblicato il 27 febbraio 2024, nella seduta n. 163 Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:
la tragedia avvenuta all’interno del cantiere Esselunga di Firenze ha reso non più procrastinabile la necessità di rafforzare il personale e gli strumenti per la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori sui luoghi di lavoro;
l’Ispettorato nazionale del lavoro opera con un grave sottorganico in tutti i profili e risultano insufficienti le risorse, le dotazioni e gli strumenti a disposizione del personale;
in questi mesi, a più riprese, le forze sindacali hanno evidenziato le criticità dell’Ispettorato: la carenza di personale, ispettivo e non solo, la rinuncia di molti vincitori di concorso a prendere servizio per la scarsa attrattività dell’ente e la carenza di infrastrutture informatiche adeguate;
la questione relativa alla proroga e allo scorrimento delle graduatorie è stata oggetto di un emendamento della prima firmataria della presente interrogazione alla legge di conversione del decreto del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215 (milleproroghe), che però non ha trovato sostegno tra le forze politiche di maggioranza;
i rappresentanti sindacali di FP CGIL, CISL FP, UILPA, FLP, Confintesa FP, CONFSAL-UNSA e USB PI in data 23 febbraio 2024 sono tornati a chiedere che siano “previste nuove assunzioni e che l’INL sia autorizzato, per via normativa, a usare una quota del proprio importante avanzo di bilancio per investire adeguate risorse in favore del personale”, al fine di assumere “una volta per tutte la responsabilità anche di investire su chi quotidianamente si batte in prima persona per tutelare il lavoro, la salute e la vita dei lavoratori, beni primari ed essenziali”,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di intervenire sulla situazione dell’organico dell’Ispettorato nazionale del lavoro, risolvendo il problema della carenza di personale prevedendo anche lo scorrimento integrale delle graduatorie e nuove risorse per l’assunzione di personale.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410390)Testo[Testo]0.1 kB

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00983 Pubblicato il 27 febbraio 2024, nella seduta n. 163 Nicola Irto cofirmatario

- Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
il 23 febbraio 2024, a Pisa e Firenze, studenti delle scuole superiori manifestavano pacificamente a sostegno della Palestina;
nonostante il carattere di assoluta non violenza delle manifestazioni, il numero esiguo dei partecipanti, quasi tutti minorenni, molti ragazzi, tutti disarmati, sono stati caricati e manganellati dalle forze dell’ordine anche mentre erano a terra, inermi e nonostante le mani alzate, senza poter scappare perché chiusi dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, con un’evidente sproporzione nell’uso della forza da parte degli agenti;
secondo quanto riportato dal quotidiano “la Repubblica” del 24 febbraio, i testimoni della manifestazione di Pisa hanno riferito: “Un agente rideva davanti al volto insanguinato di una minore. Anche i soccorsi sono stati intralciati, non hanno fatto passare l’ambulanza, ma solo alcuni medici”;
il risultato delle cariche delle forze dell’ordine a Pisa è stato di 13 feriti: nove minorenni con traumi cranici e ferite lacero-contuse sulla testa e sulle braccia e fratture alle mani per difendersi dai colpi di manganello, e quattro maggiorenni, di cui un venticinquenne con trauma cranico ed escoriazione del capo, e tre diciannovenni, uno con braccio steccato, colpito con manganello mentre si riparava il capo, e altri due per trauma cranico e ferite lacero-contuse;
il 24 febbraio, in una nota diffusa dal Quirinale si legge: “Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”;
in un’intervista al quotidiano “Corriere della Sera” del 25 febbraio, il Ministro in indirizzo ha detto: “Vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti. Ho chiesto di avere una dettagliata relazione sullo svolgimento degli eventi e su quale possibile attività di mediazione sia stata sviluppata per prevenire quegli incidenti (...) Il Governo non ha cambiato le regole della gestione dell’ordine pubblico”;
secondo quanto riportato dal quotidiano “la Repubblica” del 25 febbraio, a seguito di un’interlocuzione tra il Ministro e il capo della Polizia è stato concordato “un documento in cui il Dipartimento di sicurezza parla della necessità di ‘un momento di riflessione sugli aspetti organizzativi e operativi’”;
secondo quanto riportato dal “Corriere della Sera” del 25 febbraio, “Il Capo della polizia, Vittorio Pisani, intervistato dal Tg1, intanto promette provvedimenti. ‘Le iniziative assunte dagli operatori a Firenze e Pisa devono essere verificate con severità e trasparenza. Momenti critici capitano in caso di cortei non preavvisati, ma non sono una giustificazione’”;
secondo quanto riportato dal “Corriere della Sera” del 26 febbraio, ci sono stati due ordini di caricare gli studenti e ora insieme ai video postati on line e in onda sui telegiornali nazionali e locali, le testimonianze dei ragazzi picchiati sono al centro delle indagini della Procura e già oggi “i pm pisani, guidati dal procuratore Giovanni Porpora potrebbero iscrivere i primi indagati sul fascicolo (...) A Pisa non si esclude che l’indagine si possa allargare all’intera catena di comando della Questura che ha gestito l’ordine pubblico per il corteo non autorizzato dei liceali. (...) il responsabile della Questura, raccontano i sindacati, ha ammesso che c’è stato ‘un problema di gestione della piazza, dal punto di vista organizzativo e operativo, a suo avviso causato dal fatto che non erano chiari gli obiettivi del corteo’”;
in un articolo dell’esecutivo di “Magistratura democratica” del 24 febbraio, “Libertà costituzionali e ordine pubblico”, si sottolinea come “L’articolo 18 della legge in materia di sicurezza pubblica prevede, è vero, l’obbligo per i promotori di una di riunione in luogo pubblico di darne avviso almeno tre giorni prima al questore, ma l’omesso avviso non rappresenta una condizione di illegittimità della riunione né un’automatica presunzione di pericolo per l’ordine pubblico. All’omissione dell’avviso, infatti, consegue solo la facoltà (non l’obbligo), per il questore, di ordinare lo scioglimento della riunione. Tale facoltà, incidendo su un diritto costituzionalmente garantito, deve essere di stretta interpretazione, il che significa, in primo luogo, che il motivo dello scioglimento deve rigorosamente inerire a ragioni di sicurezza e non al merito o al tema della manifestazione. In secondo luogo, sono previste delle modalità per lo scioglimento della riunione agli articoli 24 e 25 del regolamento di attuazione della stessa legge, le quali non autorizzano in alcun modo un uso indiscriminato o sproporzionato della forza. L’uso della forza è legittimo solo quando sia inevitabile per effettive ragioni di sicurezza degli agenti e della collettività”,
si chiede di sapere:
se e quali direttive siano state impartite dal Ministero dell’interno nella gestione dell’ordine pubblico e se, come il Ministro ha affermato più volte in questi giorni, si possa confermare che non sono cambiate le regole della suddetta gestione;
quali provvedimenti urgenti il Ministro in indirizzo abbia finora adottato e intenda adottare, nell’ambito delle sue competenze, al fine di fare al più presto chiarezza sugli inquietanti fatti esposti e, in particolare, su che cosa non abbia funzionato nella catena di comando, stigmatizzando con fermezza tali comportamenti e punendo i responsabili degli episodi di violenza, incompatibili con i principi di uno Stato democratico, a tutela e difesa della Costituzione, della libertà di manifestare pubblicamente opinioni, come ricordato dal Capo dello Stato, e della democrazia.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410327)Testo[Testo]0.1 kB
f t g

Nicola Irto - Sito ufficiale

 

e-mail: segreteria.nicolairto@gmail.com

Privacy Policy

   

 

 

Restiamo in contatto

Iscriviti alla newsletter per ricevere news e bandi