«Sull’autonomia differenziata, il governo di centrodestra e la sua maggioranza ascoltino il monito dei vescovi calabresi, che sono al di sopra delle parti». Lo affermano, in una nota ufficiale, i dem della Calabria, che sottolineano: «I vescovi calabresi hanno avvertito che il disegno di legge in questione rischia di minare il principio di unità e solidarietà nazionale, di compromettere il diritto alla salute e quello all’istruzione, di inficiare l’accesso ai servizi essenziali che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini nella stessa misura».

«Nell’esprimere netta preoccupazione per l’autonomia differenziata, la Conferenza episcopale della Calabria – continuano i dem calabresi – ha osservato che, riguardo alla determinazione dei Livelli essenziali di prestazione, c’è un precedente: l’esperienza fallimentare dei Livelli essenziali di assistenza.

Nello specifico, la stessa Conferenza ha poi valutato che con questi strumenti si giustifica una formale uguaglianza di trattamento, coprendo, in realtà, un’inaccettabile disparità tra le persone».
«Nel dibattito parlamentare sul regionalismo differenziato, il governo e la sua maggioranza – sottolinea il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria – si sono mostrati ciechi e sordi davanti ai nostri ragionamenti. Difatti, hanno presentato il provvedimento in discussione come un’opportunità per il Sud, che invece verrà sganciato definitivamente dal resto della nazione.

Ancora una volta mi auguro che i parlamentari meridionali del centrodestra, a partire da quelli calabresi, interroghino la loro coscienza e difendano l’eguaglianza dei cittadini, principio democratico – conclude Irto – al centro delle riflessioni della Conferenza episcopale della Calabria».

“L’agricoltura italiana è in ginocchio, ma il Governo sembra accorgersi solo adesso della crisi in corso. Il ministro Lollobrigida è il titolare del dicastero da un anno e mezzo ma ancora non si sono avuti interventi concreti di sostegno del comparto. Noi abbiamo chiesto più tutele, esoneri contributivi, il blocco delle assicurazioni sulle calamità, la proroga del blocco del credito di imposta per l’acquisto del carburante agricolo. Invece non è avvenuto niente di tutto ciò. Ci aspettavamo l’avvio di un programma di sostegno dell’agricoltura e degli agricoltori e invece nulla.

Solo ieri il Parlamento ha approvato il Dl energia, il Pd ha presentato emendamenti per migliorare il decreto, perché fosse una occasione per dare un aiuto organico a imprese e agricoltori invece maggioranza e governo hanno preferito voltare la testa da un’altra parte. A questo punto vista l’assenza di una politica per il settore agricolo il Governo deve chiarire la sua posizione su due temi fondamentali. Il primo è quello dei cambiamenti climatici.

Cambiamenti che richiederebbero interventi precisi per gestire le trasformazioni in atto ma che vedono il Governo tagliare il fondo sul clima di ben 280 mln. E il secondo è la grave distrazione mostrata nei confronti del settore agricolo: il Governo sembra non essersi minimamente accorto di quanto sta accadendo.

Una negligenza gravissima. Per questo chiediamo che il Governo presenti un programma complessivo, si confronti con le categorie e poi venga in aula con un grande e vero piano di aiuti per questo settore strategico della nostra economia”.

Così nel corso del suo intervento nell’aula di Palazzo Madama il senatore Nicola Irto, capogruppo Pd in commissione Ambiente.

“Siamo difronte all’ennesimo, inutile provvedimento spot, che fa male all’Italia e al futuro dei cittadini. Il governo è allergico al confronto parlamentare, è privo di visione e prospettiva, è insensibile alla condizione delle imprese, delle famiglie, degli alluvionati e dei consumatori”, lo afferma il senatore del Pd Nicola Irto intervenendo in Aula a Palazzo Madama in dichiarazione di voto sul Dl Energia.

“Considerato il ruolo strategico della sicurezza energetica nazionale, l’importanza della lotta ai cambiamenti climatici e la necessita di una politica lungimirante in materia energetica”, ha sottolineato Irto – come Partito democratico abbiamo presentato molte proposte valide e fattibili, nonostante la fretta imposta dal governo, appoggiato da una maggioranza silente, supina e remissiva. Purtroppo, nel cosiddetto “decreto Energia” il governo ha voluto mettere insieme una materia delicata e strategica, cioè la sicurezza energetica del Paese, con il commissariamento del ciclo dei rifiuti in Sicilia; ha provveduto malissimo sugli aiuti alle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, colpite da violente alluvioni. Cera bisogno di un provvedimento a parte.

Nessuna proposta delle opposizioni è stata accolta per indennizzare le famiglie rispetto ai danni ai loro beni mobili e neppure è stato possibile discutere e approvare le proposte finalizzate al credito d’imposta per le imprese e per la proroga del pagamento dei mutui con Cassa Depositi e Prestiti per investimenti pubblici da parte dei Comuni alluvionati. Respinte tutte le proposte per favorire l’impiego delle risorse del Pnrr da parte dei Comuni interessati.

In concreto, sul tema dell’energia non c’è, in questo decreto-legge, alcuna strategia. Nemmeno un centesimo sul Fondo per il clima, già decurtato di 280 milioni. Nessuna compensazione locale per le trivellazioni, alla faccia dell’autonomia territoriale.

Il governo ancora una volta ha perso una occasione per migliorare la vita del Paese.”, ha concluso Irto.

“Faremo un’assemblea regionale e una direzione regionale congiunta il prossimo 5 febbraio a Catanzaro per dire no all’autonomia differenziata, per chiamare alla mobilitazione i territori. È inaccettabile che il Parlamento, in questo caso il Senato, abbia già approvato l’autonomia differenziata e adesso passa alla Camera. Ma soprattutto con il silenzio e la compiacenza dei parlamentari calabresi del centrodestra che l’hanno votata”.

A dirlo il senatore e segretario del PD regionale Nicola Irto, a margine di una conferenza stampa.
“E appare curioso – prosegue – che il presidente Occhiuto faccia ancora conferenze stampa o risponda alle domande dei giornalisti, dicendo che se non mettono i soldi non sono d’accordo. Qualcuno comunichi ad Occhiuto, magari fatelo voi giornalisti, che il provvedimento è stato approvato, ed è stato approvato con risorse ‘zero’.

Quindi, quello che lui ha chiesto è stato disatteso. Però continuano a sostenerlo e i parlamentari di Forza Italia hanno votato l’autonomia differenziata. C’è un qualcosa che manca al di là della differenza politica. Si chiama coerenza”.
“Occhiuto – ha concluso Irto – si sta dimostrando ampiamente incoerente. Dice no all’autonomia differenziata e poi i suoi parlamentari di Forza Italia hanno votato per l’autonomia differenziata. A tutto questo diciamo no con chiarezza, lo abbiamo detto nelle Aule parlamentari, lo diremo nelle piazze.

Noi continuiamo ad essere coerenti e a dire ai calabresi che ci stanno ulteriormente scippando, vogliono dividere l’Italia e noi su questo diremo no in maniera convinta”.

Il senatore Nicola Irto, segretario regionale del Pd, ha incontrato, per un approfondimento sulle problematiche del settore abitativo regionale il segretario generale del Sunia-Cgil Calabria Francesco Alì.

“L’incontro ha avuto al centro – è detto in una nota – i contenuti della petizione popolare per il diritto all’abitare proposta dal Sunia a livello nazionale con il sostegno della Cgil, e la richiesta, da parte del sindacato, della necessità che il Governo attivi politiche abitative strutturali con risorse certe e soluzioni concrete che devono essere garantite a tutto il Paese. La petizione che in Calabria sta registrando il sostegno di cittadini e rappresentanti delle Istituzioni, in risposta all’urgenza di difendere il diritto fondamentale di ogni individuo ad una abitazione dignitosa, ha registrato l’adesione del senatore Irto, che ha sottoscritto il documento.

“Il Governo si svegli – ha detto Irto – e affronti il disagio abitativo come priorità, perché la crisi economica e sociale è ormai insostenibile, i poveri aumentano e l’emergenza casa ha raggiunto livelli allarmanti. Da parte nostra, è doveroso collaborare con le forze sindacali, come il Sunia, che da tempo hanno sollevato questo grave problema, anzitutto di civiltà e umanità. Restare indifferenti sarebbe un errore imperdonabile”.

“Con la Legge di Bilancio e con la soppressione dei fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole – ha sostenuto Alì – si conferma la volontà della maggioranza e del Governo di sopprimere ogni concreto intervento sulle politiche abitative. In questa situazione di gravissima e persistente sottovalutazione della crescente crisi abitativa, la legge di bilancio prevede un risibile stanziamento di 50 milioni, rispettivamente per gli anni 2027 e 2028, che dovrebbero secondo le incredibili affermazioni del Ministro delle infrastrutture Salvini porre le basi di un Piano Casa”.

   

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