"Il ministro della Salute assicuri a tutti i neonati la somministrazione del vaccino contro la bronchiolite, che è un’infezione virale molto insidiosa, specie nei primi mesi di vita del bambino".

È diretta la richiesta del senatore dem Nicola Irto, il quale denuncia che «il Dipartimento ministeriale del farmaco ha fermato la campagna vaccinale anti-bronchiolite, rivolta ai neonati, nelle regioni obbligate a rientrare dal disavanzo sanitario».

«Qui siamo davanti – osserva Irto – a un atto gravissimo, a una discriminazione intollerabile. Da un lato, infatti, si blocca la campagna vaccinale in argomento nei territori, come la Calabria, più sguarniti e svantaggiati a livello sanitario. Dall’altro lato, invece, si consente l’utilizzo del vaccino in questione nelle regioni più ricche, a carico dei rispettivi bilanci. Ciò significa differenziare i diritti dei bambini appena nati, la cui salute deve essere una priorità di ogni governo, a prescindere dalle sigle politiche. Oltretutto, la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza impone, per ogni decisione delle istituzioni pubbliche, di considerare sempre il superiore interesse del fanciullo».

«Mi auguro – conclude il senatore del Partito democratico – che il ministro della Salute si attivi subito, perché lo Stato ha sempre l’obbligo di tutelare la salute dei cittadini, soprattutto quando sono tanto piccoli di età, dunque più fragili».

“Rispetto agli sconquassi della situazione sanitaria calabrese, un bagno di umiltà e di autocritica da parte del governatore, che è anche commissario al ramo, sarebbe opportuno”. Così il segretario regionale del Partito Democratico, Nicola Irto, questa mattina, ai microfoni di Radio Crt nel corso di un’intervista rilasciata a Ugo Floro. “La risposta a certe piaghe – ha anche detto il senatore del Pd – non può essere sempre quella della mancanza dei medici. E’ vero, la penuria del personale sanitario è un dramma che peraltro non interessa solo la nostra regione, ma questo non può essere usato ipocritamente per nascondere le lacune organizzative del sistema sanitario calabrese. Lacune che vi erano anche quando c’era abbondanza di medici; la verità è che non c’è mai stata una vera riorganizzazione sanitaria da tre anni a questa parte, perché manca il coraggio di andare in fondo, di toccare interessi, anche privati. Servono scelte politiche serie”.

«A nome mio e del Partito democratico calabrese, manifesto la massima solidarietà e vicinanza ai gestori e a tutto il personale del Parco Ecolandia di Reggio Calabria, struttura ludica, tecnologica e ambientale di nuovo oggetto di una preoccupante intimidazione che ha prodotto danni molto gravi». Lo dichiara il senatore Nicola Irto, segretario del Pd della Calabria. «Questo episodio – prosegue il parlamentare dem – è l’ultimo di una serie che, comprendente fatti analoghi rivolti ad altre imprese della città, fra cui alcune condotte da giovani, ci porta a chiedere una risposta risoluta dello Stato in termini di potenziamento della vigilanza e sicurezza nell’area urbana di Reggio Calabria». «A questo riguardo, continueremo – assicura Irto – a impegnarci in Parlamento e sempre accanto ai cittadini, per la tutela delle aziende del territorio, dei lavoratori e dell’economia che ne deriva. Davanti ad accadimenti del genere, è indispensabile unire le forze, condannare questi episodi, ribadire che la Calabria non si piega alla criminalità organizzata e sollecitare misure concrete ed efficaci – conclude l’esponente del Pd – da parte del governo».


«Nonostante abbia portato la spesa del Pnrr soltanto a 51,4 miliardi di euro rispetto agli oltre 194 previsti per l’Italia, il ministro Raffale Fitto sarebbe in partenza per fare il commissario europeo a Bruxelles». Lo dichiara il senatore Nicola Irto, che è anche segretario del Pd della Calabria.

«La spesa in questione – insiste il parlamentare – è ferma a quasi un quarto del totale, con tutto ciò che ne consegue, soprattutto in territori come la Calabria, fortemente bisognosi delle risorse del Pnrr». Ancora, per come lo stesso Piano è stato rimodulato, il 65 per cento degli investimenti dovrà essere finalizzato nei primi otto mesi del 2026, entro cui l’Italia dovrà aver raggiunto il 28 per cento degli obiettivi per incassare il 19 per cento dei fondi».

«Davanti a questo quadro impietoso, sorprende – sottolinea il senatore del Pd – il silenzio assoluto e assordante della Regione Calabria, che, con l’impiego delle risorse del Pnrr, dovrebbe guadagnare terreno in diversi ambiti fondamentali: dalla sanità all’efficienza energetica, dalla digitalizzazione all’inclusione, dalla mobilità sostenibile al turismo». «Forse non sarà possibile – conclude Irto – rimediare per tempo agli errori e alle lungaggini del centrodestra nell’attuazione del Pnrr. Temiamo, inoltre, che i ritardi cumulati dal governo colpiscano ancora una volta le regioni meridionali, secondo lo schema, divisivo del Paese, che l’esecutivo Meloni sta applicando con l’autonomia differenziata e con il recente taglio di 750 milioni del Fondo complementare del Pnrr».

«L’allarme sull’autonomia differenziata lanciato da monsignor Savino non è nuovo. Da tempo il vicepresidente della Cei parla dei pericoli della riforma Calderoli, che in una recente intervista ha bollato come “far west”. È un errore clamoroso della Lega e del governo Meloni entrare a gamba tesa nelle posizioni autonome della Cei». È quanto, in una nota, afferma il senatore del Pd Nicola Irto, che sottolinea: «Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, altera la realtà e non dice parole di verità. Zaia sa benissimo, infatti, al netto della propaganda cui è abituato, che l’autonomia differenziata va ad aumentare i divari territoriali, a creare diseguaglianze estreme tra le aree del Paese, difficilmente sanabili. Sul tema dell’eguaglianza tra i cittadini, che sono anzitutto persone, non si può giocare né scherzare». «Le ragioni di eguaglianza e solidarietà esposte ancora una volta da monsignor Savino devono essere raccolte per fermare l’autonomia differenziata, per invertire la rotta: per annullare, con onestà intellettuale, coscienza e responsabilità politica, i gravi squilibri territoriali; per garantire parità di diritti e servizi – conclude Irto – al Mezzogiorno d’Italia».

   

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