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Si è appena conclusa la due giorni di “Energia popolare”, la convention del candidato segretario del Pd Stefano Bonaccini.
È stata una grande festa democratica, un’esperienza intensa, partecipata, ricca di idee e progetti per il nostro partito e per l’Italia.
Due giorni in cui la nostra grande comunità democratica ha espresso con forza la propria voglia di rigenerare il Pd e di riscoprire il valore della buona politica.
Quella politica che dice no ai progetti secessionisti della destra, no ai tagli alla sanità, no a un Sud emarginato e offeso, no all’emarginazione, alle ingiustizie, alla discriminazione.
Il Pd è, oggi più che mai, il baluardo della nostra democrazia, il motore del cambiamento. E, con Stefano Bonaccini, riusciremo a creare quell’energia popolare che serve all’Italia.
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“78 anni fa le truppe dell’Armata Rossa liberavano il campo di concentramento di Auschwitz. L’orrore dell’Olocausto si rivelava al mondo. ‘Se impossibile è comprendere, conoscere è necessario’, scrisse Primo Levi. Le sue parole siano da monito per non dimenticare e fare della Giornata della Memoria un momento di formazione delle coscienze contro ogni forma di odio e di discriminazione”. Lo afferma il senatore del PD Nicola Irto.
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“Ormai i ministri del Governo Meloni fanno a gara a chi la spara più grossa. Dopo il “Dante fondatore del pensiero di destra”, oggi siamo costretti a prendere atto della strampalata quanto inaccettabile proposta del ministro dell’Istruzione Valditara, convinto della necessità di introdurre stipendi differenziati su base regionale per i professori della scuola pubblica”.
È quanto dichiara il senatore del Pd Nicola Irto.
“Una simile proposta – aggiunge il parlamentare – è perfettamente in linea con il programma di una destra che, soprattutto per mezzo dell’autonomia differenziata, punta a spaccare in due il Paese, a tutto vantaggio del Nord. Le retribuzioni variabili in base al territorio produrrebbero discriminazioni inaccettabili, legittimando la presenza di scuole di serie A e scuole di serie B. Una tale, inqualificabile, proposta avrebbe l’effetto di introdurre le gabbie salariali, vecchio pallino della Lega, e di accentuare l’esodo degli insegnanti del Sud verso gli istituti del Nord, producendo un danno incalcolabile per il sistema scolastico del Mezzogiorno”.
“Quella di Valditara – conclude Irto – è una proposta dietro la quale è facile intravedere il disegno politico di una destra mai così determinata nel voler accentuare le differenze sociali, culturali ed economiche tra il Nord e il Sud del Paese. Il Pd non permetterà che il sistema scolastico italiano venga smantellato dalle politiche miopi e fortemente discriminatorie ispirate dalla Lega di Salvini”.
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“Il decreto su Ischia che il Senato si appresta a convertire in legge è l’emblema di un modo sbagliato di governare, lo Stato è colpevole nei confronti dei suoi cittadini quando aspetta il verificarsi di un evento estremo o di una vera e propria tragedia come quella che nella notte tra il 25 e il 26 novembre 2022 ha colpito Ischia. La logica dovrebbe essere quella della prevenzione, l’abusivismo edilizio e il consumo scellerato del suolo vanno combattuti, non si può rincorrere l’emergenza specie di fronte a un territorio fragile per il dissesto idrogeologico e ai cambiamenti climatici.
Dopo questa tragedia ci aspettiamo che si apra una riflessione generale sulle questioni legate alla prevenzione del dissesto idrogeologico, alla cura del territorio e alle modalità più congrue per affrontare i cambiamenti climatici in atto, cominciando dalla base e dai provvedimenti più semplici: contrastare ogni nuova possibilità di condono e fornire alle amministrazioni locali e ai prefetti gli strumenti idonei per abbattere gli immobili abusivi”. Lo ha detto in Aula il senatore del Pd Nicola Irto, componente della Commissione Ambiente e Lavori pubblici. “Ci preoccupa molto – ha proseguito Irto – che sia sparita la compatibilità geologica e idrogeologica delle opere dal nuovo Codice degli appalti, in esame nelle commissioni ambiente di Camera e Senato. È da anni che viene ribadito in Italia che la prevenzione costa allo Stato la decima parte di quello che costa la ricostruzione. Ma evidentemente la prevenzione non è redditizia, si lucra di più sulle macerie. In questo scenario lo Stato rischia di diventare complice”.
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Il senatore e segretario del Pd Calabria attacca: «La Regione non sta fornendo alcuna risposta». E sul tema sollevato da Floro: «Fermi 7 milioni»
«Erosione e dissesto idrogeologico, come sottolinea Floro, non attengono solo a profili di cura del territorio atti a prevenire nuove tragedie e a tutelare vite umane, ma sono anche un fortissimo deterrente per lo sviluppo economico della Regione, affossando le potenzialità di comparti strategici come sono il turismo e l’agricoltura». Così il senatore e segretario del Pd Calabria Nicola Irto commenta la riflessione di Ugo Floro pubblicata sul Corriere della Calabria.
«Il governo regionale – afferma ancora Irto – non sta fornendo le risposte attese sul tema, anzi non sta fornendo alcuna risposta, mentre i danni subiti dal dissesto idrogeologico si consumano alacremente e non ci sarebbe un istante da perdere. In particolare, nella zona del Tirreno catanzarese segnalata da Floro, ci sono alcuni milioni di euro pronti (circa 7) per sanare le ferite di quei territori plasticamente feriti, che incomprensibilmente non vengono spesi. E seppure gli interventi da mettere in atto per una prevenzione ed una manutenzione del territorio efficace sarebbero tantissimi, a partire dalla riforma dei Consorzi di bonifica, esistono strumenti di cui ci si potrebbe avvalere e che la Giunta Regionale lascia colpevolmente nel cassetto».
«Il riferimento – sottolinea Irto – è alla legge sui contratti di fiume (e di costa), approvata dal Consiglio Regionale su mia proposta alcuni anni fa, che non ha trovato attuazione. La norma riesce a mettere in campo due elementi fondamentali: una governance territoriale fluviale da un lato e uno strumento in più a disposizione delle pubbliche amministrazioni per poter prevenire il rischio del dissesto idrogeologico dall’altro. Il cosiddetto contratto di fiume rappresenta un modello di gestione integrata e partecipata delle risorse idriche, definito su base volontaria e finalizzato alla riqualificazione, non solo del sistema fluviale, ma anche del relativo bacino idrografico».
«Non possiamo più permetterci ritardi in questo delicato settore – sostiene il segretario regionale dem – che rappresenta, anzi, la base sulla quale intervenire per mettere in sicurezza il territorio calabrese e fornire alla Regione una concreta opportunità di sviluppo».
«Dopo un anno e mezzo dall’insediamento del governo regionale, tre da quando governa il centrodestra – conclude Irto – il tempo degli slogan e degli annunci è finito. Servono risposte concrete alle esigenze e alle necessità dei calabresi che non possono continuare a rimanere inevase».
Corriere della Calabria del 22 gennaio 2023