Si è svolta a Lamezia Terme, alla libreria Gioacchino Tavella, la presentazione del libro di Nicola Irto “Un Sud diverso e migliore”. All’evento, organizzato da Luigi Muraca, hanno preso parte, oltre all’autore del libro, anche il presidente del Tribunale di Lamezia Terme Giovanni Garofalo e il presidente della Comunità Progetto Sud Don Giacomo Panizza. A coordinare il dibattito, invece, è stato il giornalista Ugo Floro.
Il dibattito si è incentrato sulla necessità di avviare nuove politiche per il Meridione che sappiano concretamente intervenire sia sullo sviluppo economico che sulla crescita sociale e culturale.
«Il libro di Nicola Irto non è il sigillo sconfortante di una condizione inemendabile, ma è ricco di passione civile e di prospettive per il futuro del Sud» ha affermato l’avv. Muraca introducendo il lavori.
Il presidente del Tribunale lametino Giovanni Garofalo ha sottolineato l’importanza per la Calabria «di avere una classe dirigente all’altezza che possano affrontare la situazione attuale e le novità che potrebbero arrivare con il Pnrr».
Don Giacomo Panizza, soffermandosi sul libro, ha affermato: «apprezzo il lavoro perché è scritto da un politico non politicante, ma consapevole dei problemi esistenti e propone tante direzioni per emanciparsi».

«Il momento di grave crisi economica che stiamo vivendo – ha spiegato Nicola Irto – impone un nuovo modo di pensare il Sud e l’intero Paese. Due anni di pandemia e l’inizio della crisi internazionale in Ucraina hanno sconvolto il sistema economico mondiale e i fragili equilibri sociali esistenti, allargando ancora di più gli squilibri tra classi agiate e mono abbienti e facendo diventare ancora più marginali le aree fragili, come il Sud e la Calabria».
«Non si possono affrontare problemi e situazioni nuove con metodi già fallimentari e comunque obsoleti – ha detto ancora l’autore del libro - Il Mezzogiorno ha bisogno di politiche lungimiranti e innovative per risollevarsi e recuperare il gap con il resto del Paese ed è necessario porre una nuova questione Meridionale che sappia mettere il Sud al centro del Mediterraneo e proiettarlo verso la modernità dell’Europa. Per realizzare davvero un “Sud diverso e migliore” il momento è questo. Non ci saranno altre occasioni. Serve sfruttare al meglio le risorse messe in campo dall’Europa con interventi mirati che possano servire a creare infrastrutture, occupazione reale e riformare il rapporto tra istituzioni, università e mondo del lavoro. Serve fare in modo che al Sud possa diventare conveniente investire per le imprese, con una diversa politica fiscale, e sfruttare tutti gli strumenti normativi a nostra disposizione in tal senso, come ad esempio le Zes. Ma serve, soprattutto, che il governo nazionale faccia diventare priorità per il Paese il rilancio del meridione e la nostra classe dirigente deve essere in grado di guidare questo processo»

L’appuntamento è per domani venerdì 1 aprile, a Lamezia Terme, alla libreria Gioacchino Tavella, con inizio alle ore 18.00.
“Un Sud diverso e migliore”, il libro di Nicola Irto, sarà presentato nel corso dell’iniziativa organizzata da Luigi Muraca e alla quale, oltre all’autore del libro, interverranno anche il presidente del Tribunale di Lamezia Terme Giovanni Garofalo e il presidente della Comunità Progetto Sud Don Giacomo Panizza. A coordinare il dibattito sarà il giornalista Ugo Florio.
«Il Mezzogiorno ha bisogno di politiche lungimiranti e innovative per risollevarsi e recuperare il gap con il resto del Paese – dice Nicola Irto – ed è necessario porre una nuova questione Meridionale che sappia mettere il Sud al centro del Mediterraneo e proiettarlo verso la modernità dell’Europa»

A Piazza Parlamento, con Alessandro Russo, ho discusso del futuro del Partito Democratico, dei grandi temi della #Calabria, trasporti e sanità, della sfida del Pnrr e del nostro sostegno all'Ucraina.
Nicola Irto

Potete riascoltare l'intervista qui su LaC TV

La crisi del sistema universitario italiano preoccupa e servono interventi immediati. In Calabria dati positivi ma occorre fare di più.

«I dati sulle immatricolazioni universitarie elaborati dall’Osservatorio Talents Venture sulle statistiche ministeriali e pubblicate da Il Sole 24 ORE segnano una perdita del 5,2% di iscrizioni rispetto all’anno precedente su scala nazionale. Dentro il quadro nazionale, la Calabria si mantiene stabile con l’Unical tra gli atenei fino a 10.000 immatricolati e cresce con la Magna Graecia (+10%) e la Mediterranea (+9%) tra gli atenei fino a 2.500 studenti.
Come poteva facilmente essere previsto, il lieve aumento delle immatricolazioni nelle Università italiane era stato solo frutto della pandemia e dei lockdown che avevano provocato la brusca interruzione di molti rapporti di lavoro e reso possibile anche la frequenza on-line. Adesso che si avvicina la fine dello stato di emergenza, i dati sulla crescita degli Atenei italiani tornano in linea con la fase pre-pandemica e, anzi, riprendono a diminuire, interrogando in maniera forte il Paese e la sua classe dirigente.

I dati nazionali preoccupano e confermano lo stato di crisi dell’Università italiana sulla quale non si è intervenuti con l’indispensabile attività di riforma che dovrebbe svecchiare i piani di studio e rendere finalmente efficace il canale di contatto tra il mondo universitario e quello del lavoro. In una fase come questa, in cui tra mille difficoltà si sta provando ad uscire dalla crisi economica scatenata dalla pandemia e rafforzata dalla crisi internazionale in Ucraina, servirebbe come non mai un tessuto universitario forte, appetibile, in grado di fornire competenze adeguate ai tempi e figure professionali da spendere immediatamente sul mercato del lavoro.
Servirebbero Atenei moderni e strutturati che la politica dovrebbe coinvolgere nei processi decisionali generali attraverso un confronto continuo che negli ultimi decenni è venuto sempre di più a mancare, indebolendo anche l’efficacia stessa dell’attività del legislatore.

In Calabria la situazione richiede attenzione sebbene vadano sottolineati gli sforzi delle Università regionali che riescono a mantenere un trend di tenuta e sviluppo, in un clima generale di forte perdita. Questo testimonia la bontà delle offerte formative e della capacità dei nostri Atenei di riuscire ad intercettare anche studenti da fuori Regione. I numeri complessivi, però, non sono soddisfacenti e soprattutto non lo sono i dati occupazionali relativi al dopo laurea. I nostri giovani, seppure formati in Calabria, sono spesso costretti ad emigrare per trovare occupazione. Ed allora pare evidente che, partendo dalla tenuta delle nostre Università, si debba fare ogni sforzo possibile per rafforzare il sistema complessivo e renderlo in grado di formare i giovani ancora meglio, con un’attenzione crescente alle nuove tecnologie, all’informatica, alla medicina, e soprattutto attraverso la creazione di sbocchi occupazionali in loco.

Non è più rinviabile, dunque, una discussione, ampia e aperta a tutti gli attori del comparto per avviare una riforma del sistema universitario che coinvolga anche i rappresentanti degli stessi Atenei per creare collegamenti stabili tra Istituzioni, Università e mondo del lavoro. L’obiettivo deve essere quello di rendere l’offerta accademica coerente con l’idea di sviluppo di questa terra».

Nicola Irto, segretario regionale del Partito Democratico

Quotidiano del Sud del 29 marzo 2022

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E’ importante e doveroso ricordare le vittime innocenti della mafia.

Le piazze che ogni 21 marzo si riempiono in tutta Italia grazie alle iniziative di Libera sono un segnale fondamentale di coscienza civica e di impegno per la legalità.

Il no ad ogni forma di criminalità deve radicarsi nella società ad ogni livello.

   

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