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«È gravissimo che la Calabria sia ancora indietro nella prevenzione dei tumori, specie nell’esecuzione degli screening per le neoplasie della mammella e del colon retto». Lo dice il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria. «Ecco perché, in Calabria, nel periodo dal 2001 al 2021, c’è stato un incremento – spiega il parlamentare dem – di circa il 10 per cento della mortalità per queste malattie, come certificato nel primo rapporto del Gruppo di lavoro su equità e salute nelle Regioni, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità. Nelle regioni del Nord, invece, si è registrata una significativa riduzione della mortalità per il tumore alla mammella e al colon, al contrario del resto del Sud, in cui è stato rilevato un decremento molto più basso». «Dunque – commenta Irto – la Calabria fa sempre storia a sé, purtroppo in negativo. I dati indicano che le vecchie criticità nella prevenzione sanitaria non sono state risolte, come del resto confermato dagli ammalati e dai loro familiari. Il governo Meloni risponda sulla pesante carenza di risorse e di personale, intervenga sulla disorganizzazione negli screening e sulla necessità di prendere in carico il paziente oncologico, che in Calabria resta troppo spesso abbandonato al proprio destino. Questi ulteriori elementi depongono contro l’autonomia differenziata, che – conclude il senatore Irto – peggiorerà la situazione senza alcuna possibilità di rimedio».
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«Con un credito d’imposta tra il 7 e il 10 per cento sull’investimento agevolabile in Calabria, la Zes unica si rivela un fallimento gigante, una brutta operazione di potere del governo Meloni, ancora una volta a danno del Sud». Lo dice senza mezzi termini il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, che rincara la dose: «Che cosa farà il presidente Roberto Occhiuto, che sapeva ma si è prestato al solito gioco del silenzio? Avevamo sconfessato il governo già da tempo, anche con un’interrogazione dello scorso 12 marzo, in cui chiedevamo conto del credito d’imposta nella Zes unica. Ora che l’Agenzia delle Entrate ne ha fissato la percentuale, più di qualcuno dovrebbe nascondersi per la vergogna, per aver gettato fumo negli occhi ai potenziali investitori e ai cittadini del Sud, che avevano riposto fiducia nell’accorpamento delle Zone economiche speciali a causa delle prospettive e delle promesse sbandierate dal governo». «Questi fatti rendono vane anche le parole pronunciate dal ministro Antonio Tajani, in occasione del recente G7 del Commercio, sul ruolo strategico del porto di Gioia Tauro. Bisognava salvaguardare le Zes esistenti, rinunciare alla tentazione dell’accentramento tipica delle destre e – conclude il senatore Irto – costruire con gli attori locali, a partire dai sindaci, lo sviluppo dei territori ricadenti nelle Zone economiche speciali già esistenti».
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«Lo Stato faccia vera giustizia sulla strage di Cutro, avvenuta in un clima generale di disumanità e avversione per i migranti, frutto della paura e dell'egoismo da tempo alimentate dalle destre». È quanto afferma il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, rispetto alla conclusione delle indagini sulla tragedia di Steccato di Cutro, per cui la Procura di Crotone ha ipotizzato, a carico di sei indagati, i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, mettendo in evidenza gli obblighi che non sarebbero stati allora rispettati e le presunte omissioni commesse nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. «Niente – sottolinea Irto – potrà restituirci quelle vite umane che il mare Ionio ha portato via. Proprio per questo, è indispensabile che la politica rifletta sulle proprie responsabilità e che, innanzi alle questioni migratorie, finiscano una volta per tutte quegli approcci di indifferenza, sospetto e repulsione che la destra sospinge a oltranza, a volte anche in maniera meccanica». «Mai come adesso – conclude il senatore Irto – abbiamo bisogno di unità, verità e solidarietà».
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Il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, ha interrogato i ministri dei Trasporti e dell’Economia, cui ha chiesto soluzioni alternative e garanzie precise, a proposito delle cancellazioni, delle limitazioni e dei ritardi delle corse dei treni tra Campania e Calabria, annunciati da Trenitalia a causa dello stop della circolazione ferroviaria sulla linea Battipaglia-Sapri dal 22 al 26 luglio prossimi. «È un guaio serio – ha detto il senatore dem – per le persone dirette in treno dal Sud al Nord e viceversa. L’impatto è molto pesante e ne paga il conto buona parte del Mezzogiorno, peraltro in un periodo di grandi spostamenti per motivi turistici, rientri a casa e viaggi della salute. Come Partito democratico, abbiamo già chiesto che il ministro Salvini venga in Parlamento a dare spiegazioni. Lui e il ministro Giorgetti, che tiene i cordoni della borsa, non possono ignorare ancora il problema e le sue gravi conseguenze. Ci aspettiamo risposte immediate e concrete, senza scuse, tentennamenti e – conclude Irto – altre perdite di tempo».
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«Come indica l’ultimo report della Fondazione Gimbe, la Calabria è l’ultima regione d’Italia per i punteggi Lea e nel 2022 è andata peggio che nel 2021. Ciò conferma, se ce ne fosse bisogno, che l’autonomia differenziata è lo strumento della Lega per spaccare il Paese nei diritti e nei servizi, a partire da quelli essenziali, con la sorda, cieca e irresponsabile complicità di Fratelli d’Italia e Forza Italia».
Così, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, che sottolinea: «Tenuto conto del nuovo sistema di misurazione dei Lea, nel complesso la Calabria ha fatto registrare un arretramento di 24,74 punti, nel 2022 rispetto al 2021. Quanto potrà tacere, adesso, il governo regionale calabrese?». «Sulla scorta dei dati elaborati da Gimbe, risulta, peraltro, che sono molto gravi – prosegue Irto – le criticità della Calabria e del Sud in generale riguardo agli screening oncologici e al livello di vaccinazione dei bambini. Il report, inoltre, fotografa una classifica degli adempimenti Lea che ha sei regioni del Nord in cima, mentre le regioni del Sud occupano le posizioni peggiori». «Questi numeri ci dicono in maniera impietosa che l’autonomia differenziata è la più grave ingiustizia che sia mai stata concepita nella storia Repubblicana e che – conclude il senatore Irto – è imperdonabile giustificarla, sul piano politico, con la menzogna oppure con il silenzio permanenti».