«Il decreto Carceri è una scatola vuota e il ddl Sicurezza un attacco molto pericoloso alla libertà di dissenso e protesta». L’ha detto il senatore Nicola Irto nel suo intervento, in rappresentanza del Partito democratico nazionale, al congresso straordinario dell’Unione delle Camere penali italiane. Il parlamentare – che ha espresso la vicinanza e il sostegno del Pd alle Camere penali calabresi in stato di agitazione – ha ricordato che «in Italia ci sono 61.547 detenuti in 189 istituti, con 51mila posti teorici ma soltanto 47mila effettivi e peraltro con un sovraffollamento superiore al 130 per cento». «Rispetto a questo grave problema, la maggioranza di governo – ha aggiunto il senatore dem – ha votato contro una recente proposta di legge sullo svuotamento delle carceri. Nei mesi scorsi, come Partito democratico, avevamo verificato le preoccupanti condizioni dei detenuti con l’iniziativa “Bisogna aver visto”, ispirata alla lezione di diritto e umanità di Pietro Calamandrei. Al riguardo il governo e la sua maggioranza sono molto indietro e cercano effetti speciali ma non la sostanza». A proposito del ddl Sicurezza, poi, Irto ha accusato: «L’articolato va a criminalizzare le proteste pacifiche, specie di chi si oppone alla costruzione di grandi opere pubbliche. Il testo prevede addirittura pene sino a 20 anni per chi protesta nei Centri di permanenza per il rimpatrio oppure nelle carceri. Oltre a contrastare con gli articoli 3, 13 e 27 della Costituzione, questo disegno di legge determinerebbe un’imperdonabile marginalizzazione di mendicanti, senzatetto, rom, detenuti e attivisti dei diritti. Le riforme – ha concluso – devono servire al singolo e alle comunità, non a limitarne o a comprimerne i diritti».

L'intervento del capogruppo del Pd in commissione Trasporti

«Salvini, chi l’ha visto? È gravissimo che un guasto nel nodo ferroviario di Roma abbia bloccato la circolazione dei treni, al momento sospesa a tempo indeterminato e ancora senza informazioni sulle alternative per chi deve spostarsi». Lo dichiara il senatore Nicola Irto, capogruppo del Pd in commissione Trasporti.

«Per l’ennesima volta, dopo i gravi problemi dell’estate scorsa, il servizio ferroviario – incalza il parlamentare dem – è paralizzato di colpo e non sono quantificabili i ritardi, i disagi e i danni sulle spalle dei viaggiatori. Il ministro dei Trasporti ha dato l’ennesima prova di inadeguatezza rispetto al ruolo che ricopre, è il peggiore in Europa e non ne risponde affatto. Mai l’Italia – conclude Irto – era caduta così in basso, eppure siamo alle porte del 2025».

«Non possono passare nel silenzio le recenti istanze dell’Ance sull’attuazione del Pnrr. Il governo deve rimediare ai propri gravi ritardi, specie per quanto riguarda la progettazione delle grandi infrastrutture, a partire dalle ferrovie». È il monito del senatore Nicola Irto, segretario del Pd della Calabria, che sottolinea: «L’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe essere una priorità del governo, che invece perde molto tempo, spesso su questioni personali di singoli ministri.

L’esecutivo di centrodestra è tutto impegnato a spaccare il Paese con l’autonomia differenziata, a definire i Lep in base al costo della vita nei singoli territori, a mantenere gli equilibri interni e a svendere all’estero beni e servizi nazionali strategici». «Il governo – prosegue Irto – non ci vede né ci sente. Perciò gira lo sguardo davanti alle continue lungaggini nei pagamenti dei costruttori e alla necessità di rivedere alla svelta i prezzi dei materiali edili. Eppure, le imprese del settore, che resistono con enormi sforzi, stanno dando un contributo importante alla realizzazione delle opere previste dal Pnrr, all’occupazione e alla crescita dell’economia.

Il governo continua a ignorarne le ragioni e i bisogni e, ad oggi, non ha un vero piano rispetto al finanziamento e all’avvio di nuove opere infrastrutturali al termine del Pnrr». «So bene – prosegue il parlamentare dem – che parlo di argomenti che non piacciono affatto al centrodestra, incapace di ascolto e di programmazione. Ora, però, è in gioco buona parte del futuro dell’Italia. Se a Palazzo Chigi continuerà a mancare una visione della realtà e la coscienza delle urgenze, il Paese continuerà a sprofondare nell’incertezza e nella crisi».

Irto: "Il Pd continuerà a combattere questa battaglia con ferma convinzione, affinché sia garantita stabilità ai precari lì assunti"
 
«Gli Uffici per il processo hanno bisogno di molto personale a tempo indeterminato. Il Partito democratico continuerà a combattere questa battaglia con ferma convinzione, affinché sia garantita stabilità ai precari lì assunti e assicurata la ragionevole durata del processo». L’ha detto il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria, intervenendo a Reggio Calabria a un dibattito sulla situazione e sul futuro dell’Ufficio del Processo, organizzato dalla Fp Cgil.  «Da principio – ha ricordato Irto – avevamo intercettato i bisogni espressi dalla magistratura, dai sindacati e dai lavoratori precari assunti in questi Uffici. Oltretutto, come Pd avevamo presentato un apposito emendamento per chiedere, indicando le coperture, che il personale già reclutato nelle strutture in questione, da inquadrare all’interno del Ministero della giustizia tramite concorso pubblico, potesse accedere a un contratto a tempo indeterminato presso l’amministrazione assegnataria». Il dibattito organizzato dalla Fp Cgil ha avuto un riscontro molto positivo, secondo Irto, che ha definito Reggio Calabria «città simbolo del Mezzogiorno e dell’impegno della magistratura, insieme alle Forze dell’ordine, nelle attività di contrasto della criminalità organizzata». «Gli Uffici per il processo potranno funzionare bene – ha poi sottolineato il parlamentare dem – se saranno organizzati a partire dalle necessità di personale, anche appartenente alla magistratura. Sul punto la politica deve avere piena cognizione e contezza delle esigenze esistenti, in modo da definire un piano straordinario di svuotamento dei bacini di precariato. È questo un obiettivo generale che deve andare oltre la giustizia e coprire tutti i comparti dello Stato».

La Festa dell’Unità della regione Calabria, a Taverna. Tre giorni intensi di incontro e confronto. In un clima di amicizia e passione politica, abbiamo discusso su comunità energetiche, welfare, aree interne e ruolo degli amministratori, autonomia differenziata, lavoro e salari, salute e diritti, università e giovani, presente e futuro.
Grazie ai volontari, ai militanti del Partito democratico, a tutti coloro che hanno lavorato per la riuscita di questo atteso appuntamento e a quanti l'hanno seguito. Grazie all'amministrazione comunale e ai cittadini di Taverna per la memorabile ospitalità.
Sono contento per il riscontro positivo dell’iniziativa, per l’ampia partecipazione, per la presenza di tanti, di molti partiti, associazioni, sindacati e rappresentanze delle forze produttive.
Ma non ci fermiamo qui. Abbiamo lanciato gli Stati generali della montagna, che si terranno nel Pollino, nella metà del prossimo ottobre, con la presenza di Elly Schlein.
Continuiamo a lavorare per ascoltare le comunità, specie quelle più isolate, e per costruire dal basso – e nei territori – l’alternativa progressista e democratica alle destre di governo.
 

   

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