Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00685 - Pubblicato il 20 settembre 2023, nella seduta n. 103 - Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Premesso che:

il regolamento di esecuzione (UE) 2021/1228, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2016/799 per quanto riguarda le prescrizioni per la costruzione, il collaudo, il montaggio, il funzionamento e la riparazione dei tachigrafi intelligenti e delle loro componenti, ha introdotto l’obbligo di installare, a decorrere dal 21 agosto 2023, la nuova versione del tachigrafo intelligente sui veicoli di nuova immatricolazione, adibiti a trasporto merci o persone, di massa superiore a 3,5 tonnellate;

l’obbligo sarà poi esteso a tutti i veicoli di massa superiore alle 3,5 tonnellate già provvisti di tachigrafo analogico o digitale di prima generazione dal 31 dicembre 2024; a tutti i veicoli con massa superiore alle 3,5 tonnellate provvisti di tachigrafo digitale di seconda generazione, prima versione, a decorrere dal 19 agosto 2025; e infine, dal 1° luglio 2026 a tutti i veicoli con massa superiore alle 2,5 tonnellate;

la nuova versione del tachigrafo digitale di seconda generazione possiede nuove funzionalità, tese a facilitare le attività di registrazione dei conducenti e nuovi meccanismi per impedire le manomissioni, nonché i controlli degli organi di polizia stradale; la sua installazione sui veicoli rappresenta dunque un elemento importante di sicurezza sulle strade e di garanzia per gli stessi lavoratori del settore;

considerato che:

la normativa sui tachigrafi si è in questi anni notevolmente stratificata, creando non poche difficoltà di interpretazione delle norme e degli obblighi a conducenti, aziende e case costruttrici: solo a titolo esemplificativo, oltre al regolamento di esecuzione già citato, il regolamento (UE) 2020/1054, che modifica il regolamento (CE) n. 561/2006 per quanto riguarda gli obblighi minimi in materia di periodi di guida massimi giornalieri e settimanali, di interruzioni minime e di periodi di riposo giornalieri e settimanali e il regolamento (UE) n. 165/2014 per quanto riguarda il posizionamento per mezzo dei tachigrafi; o il nuovo regolamento di esecuzione (UE) 2023/980, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2016/799 per quanto riguarda un tachigrafo intelligente di transizione e il suo uso del servizio aperto di autenticazione dei messaggi di navigazione di “Galileo” e che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2021/1228;

le difficoltà che sta attraversando il settore dell’autotrasporto a causa di questa normativa in costante evoluzione, che a quanto riportano gli operatori del settore sta addirittura spingendo alcune case costruttrici a non consegnare più nuovi mezzi, sono a conoscenza dello stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ha già evidenziato come, a causa di ritardi nella fornitura dei nuovi dispositivi non attribuibili alle aziende del settore, un consistente numero di veicoli di nuova immatricolazione sul territorio UE non sarà dotato di tachigrafi di nuova generazione entro la data del 21 agosto;

in Italia, il numero di tali autoveicoli sarà probabilmente compreso tra i 7.000 e i 9.000, ma la medesima problematica si è presentata in altri Stati membri, tale da generare conseguenze negative e non volute sul settore dell’autotrasporto, sulla concorrenza tra vettori a livello comunitario e probabili differenze di trattamento tra gli stessi nei diversi Paesi dell’Unione; conseguentemente, a quanto risulta, la Direzione generale mobilità e trasporti della Commissione europea (DG-MOVE) ha garantito, almeno sino al 30 settembre 2023, un regime di tolleranza sul mancato adeguamento;

considerato altresì che:

le problematiche evidenziate sono, ad oggi, rimaste inalterate, tanto da generare un’ampia e generalizzata preoccupazione tra le aziende e i lavoratori del settore, impossibilitati, anche volendolo, a mettersi in regola con gli obblighi europei e ad evitare di essere sanzionati per responsabilità non proprie;

sembra dunque quantomai necessario procedere a nuove interlocuzioni con la Commissione europea al fine di garantire un ulteriore periodo di tolleranza, ed in ogni caso adottare ogni iniziativa tesa a favorire l’adeguamento dei veicoli, a partire dalla pronta consegna da parte delle case costruttrici di nuovi mezzi adeguati alle norme europee,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia conoscenza della posizione della Commissione europea, in particolare nell’ambito della DG-MOVE, in merito all’implementazione degli obblighi previsti dal regolamento di esecuzione (UE) 2021/1228, e se nell’ambito delle prossime interlocuzioni intenda rappresentare le preoccupazioni dei lavoratori e delle imprese del settore al fine di una soluzione delle problematiche;

se intenda chiarire se il regime di tolleranza garantito sino al 30 settembre, di cui anche alla circolare del Ministero dell’interno del 9 agosto 2023 prot. 300/STRAD/2/0000025398.U/2023, sia relativa al solo controllo da parte delle forze dell’ordine per i veicoli circolanti in Italia e che svolgano attività transfrontaliera, ovvero se la deroga consenta l’immatricolazione entro il 30 settembre 2023 di veicoli con tachigrafo versione 4.0 e relativa attivazione presso officine autorizzate;

quali siano gli obblighi per i veicoli nuovi immatricolati tra il 21 agosto e il 30 settembre 2023 con tachigrafi 4.0;

quali iniziative di propria competenza intenda porre in essere per favorire in tempi rapidi l’adeguamento all’obbligo di installazione della nuova versione del tachigrafo intelligente sul parco mezzi circolanti adibiti al trasporto merci e persone, anche attraverso le opportune incentivazioni al fine della messa sul mercato e dell’acquisto dei veicoli di nuova immatricolazione conformi alla normativa europea.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00681 - Pubblicato il 19 settembre 2023, nella seduta n. 102 - Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro delle imprese e del made in Italy.
Premesso che:

COMAU (Consorzio Macchine Utensili) è una società italiana, parte del gruppo Stellantis, con sede a Grugliasco (Torino), specializzata nell'automazione industriale e nella robotica, con oltre 45 anni di esperienza nel settore;

attualmente occupa 3.500 dipendenti nel mondo e 700 circa in Italia, nello stabilimento di Grugliasco;

considerato che:

COMAU nel 2021 ha acquisito ordini pari a circa 900 milioni, con un incremento nel 2022 del 15 per cento pari a circa 1,2 miliardi, di cui l’86 per cento provenienti da aziende diverse da CNHI, Iveco e Stellantis, a dimostrare un ruolo di primo piano nei mercati internazionali;

nonostante l’aumento degli ordini, nel sito torinese si è passati da circa 1.500 lavoratori nel 2018 a circa 700 a fine 2022 e sono diversi anni che non vengono fatte assunzioni di rilievo;

sono circa tre anni che le organizzazioni sindacali chiedono alla Direzione aziendale la condivisione di un piano industriale di dettaglio con numeri precisi sul prossimo futuro, ma ancora prevale una situazione non positiva di attesa e rinvio;

le organizzazioni sindacali chiedono in particolare garanzie occupazionali sul futuro di COMAU, soprattutto dopo la possibile uscita dal gruppo Stellantis ed in particolare per tutti e 700 i lavoratori dello stabilimento di Grugliasco;

fin dalla fusione tra FCA e PSA e la conseguente nascita di Stellantis si paventa la possibilità di uscire fuori dal gruppo. Il gruppo continua a confermare che lo spin-off si concretizzerà, ma non si ha la percezione di cosa succederà immediatamente dopo;

considerato inoltre che nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali hanno espresso il timore che l’operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull’occupazione, annunciando tramite i delegati della FIM-CISL di voler agire su Stellantis e sul Governo per avere tutte le garanzie possibili sui progetti aziendali,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda attivare al fine di scongiurare una modifica degli assetti aziendali che rischia ricadute sull’occupazione nel sito torinese COMAU di Grugliasco;

in particolare se il Governo intenda esercitare, come nelle sue possibilità, la golden power per la tutela del made in Italy, così da escludere la preoccupazione che l’operazione di spin-off possa indebolire COMAU con conseguenti impatti negativi sull’occupazione.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00669 Pubblicato il 12 settembre 2023, nella seduta n. 99 - Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri della salute e dell'istruzione e del merito. -
Premesso che:

l’esperienza vissuta negli ultimi anni con il diffondersi di infezioni di carattere respiratorio (dal COVID-19 alle ricorrenti influenze di stagione) richiede che nei luoghi più affollati, a partire dalle scuole, siano garantiti sistemi di ventilazione, aerazione e ricambio dell’aria in grado di tutelare la sicurezza di studenti e personale scolastico;

ancora di più oggi, con l'inizio delle lezioni e l'incertezza legata al nuovo aumento dei contagi, la comunità educativa e le autorità sanitarie devono lavorare insieme per garantire un ambiente di apprendimento sicuro e per proteggere coloro che sono più vulnerabili alle malattie di carattere respiratorio;

per controllare e ridurre la diffusione delle infezioni respiratorie negli ambienti affollati, ma in particolare nelle aule scolastiche, sono di grande utilità i dispositivi mobili di purificazione e gli impianti fissi di aerazione;

con un emendamento al decreto-legge n. 198 del 2022 è stato previsto che: “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della salute, di concerto con il ministro dell’istruzione, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici”;

lo stesso emendamento ha stabilito che una parte delle risorse del fondo per l’emergenza epidemiologica di cui all’articolo 58 del decreto-legge n. 73 del 2022 sia destinato all’acquisto di sistemi di aerazione e santificazione nelle scuole;

il 3 agosto 2022 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui vengono adottate le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all'adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell'aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici;

secondo uno studio, realizzato della Regione Marche in collaborazione con la fondazione “Hume”, un sistema di VMC (ventilazione meccanica controllata), che assicura il ricambio dell’aria nelle aule scolastiche, può ridurre la trasmissione del COVID-19 dal 40 fino all’82,5 per cento, a seconda del numero di ricambi per ora;

l'allora leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dichiarò di aver inviato al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, una lettera per caldeggiare l’approvazione di un decreto che estenda la sperimentazione realizzata nelle Marche all’intero territorio nazionale;

nella lettera si legge: "è necessario investire negli impianti di ventilazione meccanica controllata nelle scuole, per arginare il contagio e garantire la didattica in presenza (...) Presidente Draghi, fin dall’inizio del 2021 Fratelli d’Italia ha proposto di investire nella ventilazione meccanica controllata e non ha mai smesso di chiedere che anche il Governo lo facesse. Non eravamo i soli a farlo, come dimostrano gli appelli lanciati dall’Oms a livello internazionale e dall’Istituto Spallanzani e da altre realtà scientifiche in Italia. Non so per quale ragione non si sia inteso prendere seriamente in considerazione questa soluzione, nonostante Fratelli d’Italia, pur dall’opposizione, abbia fornito al Governo tutti gli strumenti utili a farlo. Quello che so, è che se il suo governo - e ancor prima quello precedente - avessero scelto questa strada invece che quella di sprecare milioni di euro in inutili banchi a rotelle, molto probabilmente avremmo potuto evitare ai nostri figli di vivere l’incubo della didattica a distanza. E dico di più. Se si fosse investito in un piano strutturale per sperimentare la Vmc anche nei luoghi di lavoro pubblici e privati o in alcuni luoghi della socialità, dalle palestre ai cinema, avremmo molto probabilmente impedito la paralisi di interi settori produttivi e diminuito l’impatto della pandemia sul nostro tessuto economico e sociale (...) Tanto tempo è stato perso, ma non è mai troppo tardi per recuperare e per prepararci ad affrontare con più serenità la più che plausibile risalita del contagio da Covid nel prossimo autunno, in coincidenza con la stagione fredda. Ricorderà che a giugno dello scorso anno, durante uno dei nostri incontri, la pregai di non fare lo stesso errore fatto dal suo predecessore di non utilizzare i mesi estivi per mettere in sicurezza la Nazione in previsione di quelli invernali. Le rinnovo, un anno dopo, la stessa richiesta e la stessa proposta, forte di dati che sembrano dare ragione alla lungimiranza di Fratelli d’Italia”,

si chiede di sapere:

se sia stato effettuato il monitoraggio degli impianti esistenti e di quelli realizzati grazie alle risorse stanziate, e in caso positivo quali siano gli esiti;

quali iniziative di competenza si intenda adottare per promuovere la diffusione della ventilazione meccanica controllata nelle scuole.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00670 Pubblicato il 12 settembre 2023, nella seduta n. 99 - Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, del lavoro e delle politiche sociali e per le pari opportunità e la famiglia. -

Premesso che:

l’articolo 47 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, dispone in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa nei contratti pubblici, nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e nel piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC);

in particolare, l’articolo 47 ha introdotto norme per favorire l’inclusione lavorativa delle donne, gender procurement, dei giovani di età inferiore a 36 anni e delle persone con disabilità nell’ambito dei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR. La disposizione, da un lato, prevede specifici criteri per l’ammissione alle gare pubbliche, connessi alla predisposizione di documenti in merito alla presenza del personale maschile e femminile e al rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità e, dall’altro, ha stabilito che nei bandi sia previsto l’obbligo di assicurare che almeno il 30 per cento delle assunzioni necessarie alla realizzazione del progetto del PNRR sia destinato alle donne e il 30 per cento ai giovani;

inoltre, prevede ulteriori misure premiali nei casi in cui ci si impegni ad assumere, oltre alla soglia minima percentuale prevista come requisito di partecipazione, persone disabili, giovani, con età inferiore a 36 anni, e donne oppure nei casi in cui, nell'ultimo triennio, siano stati rispettati i principi della parità di genere e adottate specifiche misure per promuovere le pari opportunità generazionali e di genere, anche tenendo conto del rapporto tra uomini e donne nelle assunzioni, nei livelli retributivi e nel conferimento di incarichi apicali;

considerato che:

a inizio aprile, grazie a un protocollo di collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione, la fondazione “Openpolis” ha pubblicato le informazioni relative ai bandi di gara aperti finora nell’ambito del PNRR, con il rispettivo codice identificativo di gara, i dati sulla presenza o meno per ciascun bando della clausola che prevede una quota occupazionale minima di donne e giovani, nonché le informazioni sulla presenza o meno per ciascun bando di misure premiali per la parità di genere;

l'associazione “Period think tank”, nata con l'obiettivo di promuovere l’equità di genere attraverso un approccio femminista ai dati, ha analizzato il dataset rilasciato da Openpolis e ANAC;

il Period think tank, inoltre, ha offerto uno strumento di facile consultazione per chiunque voglia conoscere i bandi di gara sul proprio territorio e sapere se in questi siano presenti quote occupazionali minime o misure premiali per la parità di genere, sviluppando una web app che permette di esplorare in modo immediato il dataset ANAC incrociando a piacimento il territorio (regione, provincia, comune), le missioni del PNRR, le quote occupazionali per donne e giovani e le misure premiali;

dai dati esaminati emerge che sul totale dei codici identificativi di gara il 96 per cento non ha misure premiali per la parità di genere; il 68 per cento non prevede obblighi rispetto a una quota di donne o giovani; solo il 29 per cento, invece, prevede una quota di donne e giovani maggiore del 30 per cento e il 3 per cento rimanente ha quote inferiori al 30 per cento;

inoltre, la mancanza di trasversalità delle misure premiali e delle quote è confermata da una loro concentrazione perlopiù in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, istruzione e ricerca mentre, invece, le quote sono più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche del PNRR, vale a dire per le missioni 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica);

come di tutta evidenza, un espresso obbligo di legge sarebbe un fattore decisivo nel determinare una maggiore applicazione delle misure premiali e delle quote occupazionali di donne superiori al 30 per cento,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno procedere ad un monitoraggio in materia di applicazione delle misure relative a pari opportunità e inclusione lavorativa nei contratti pubblici nel PNRR, nonché pubblicare l’andamento della raccolta di dati disaggregati per genere su tutti i 14 indicatori comuni europei individuati nel regolamento delegato 2021/2106 della Commissione e, infine, indicare se e come intendano monitorare la trasversalità dell’impatto di genere di tutte le misure del PNRR, dal momento che gli indicatori comuni europei risultano insufficienti per tale finalità;

se non ritengano altresì opportuno adoperarsi anche attraverso proprie iniziative affinché i principi in materia di parità di genere non siano sistematicamente derogati dalle stazioni appaltanti italiane.

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Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00661 Pubblicato il 6 settembre 2023, nella seduta n. 98 - Nicola Irto primo firmatario

IRTO, Al Presidente del Consiglio dei ministri.

Premesso che:

nel mese di maggio 2023, si è conclusa la consultazione indetta dalla Commissione UE in merito alla possibilità di introdurre una contribuzione obbligatoria a carico delle imprese cosiddette OTT (Over The Top), finalizzata al rafforzamento degli investimenti nelle reti di connessione internet;

ad oggi non risultano posizioni adottate dal Parlamento italiano o dal Governo su questo tema, attraverso l’approvazione di formali atti di indirizzo politico;

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 novembre 2022, recante il conferimento delle deleghe al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessio Butti, all’articolo 2, comma 1, dispone che la rappresentanza del Governo italiano presso i consessi internazionali ed europei competenti in materia di innovazione tecnologica deve essere esercitata “in raccordo con le amministrazioni competenti”;

da notizie pubblicate da organi di stampa si apprende di una missiva del suddetto Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, indirizzata al Commissario UE, Thierry Breton, contenente la posizione italiana sul tema della cosiddetta “Fair Share”. Nella citata lettera, il Sottosegretario di Stato, avrebbe esposto una posizione dell’Italia che non sarebbe stata oggetto di alcun confronto o raccordo con le amministrazioni competenti o il Parlamento;

allo stato attuale, tale lettera non risulta pubblicata né integralmente né a mezzo di comunicato stampa sul sito web del Dipartimento per la Trasformazione digitale, né su quello della Presidenza del Consiglio dei ministri;

negli stessi giorni in cui tale lettera sarebbe stata spedita, l’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza, con decreto del Direttore generale del 28 luglio 2023, recante “Modifiche ai livelli minimi delle infrastrutture e dei servizi cloud per le pubbliche amministrazioni”, ha abolito l’obbligo di autorizzazione da parte dell’amministrazione e di comunicazione all’ACN per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati conservati in cloud dalle pubbliche amministrazioni qualificati come “ordinari” e “critici”,

si chiede di sapere:

se le notizie di stampa di cui in premessa corrispondano al vero e se il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessio Butti, abbia inviato una missiva al Commissario Breton, dichiarando una posizione dell’Italia ad una eventuale iniziativa UE sulla “Fair Share”;

se, in tal caso, tale missiva sia da intendersi o meno come atto formale, contenente la posizione ufficiale del Governo italiano;

se e quali iniziative di raccordo con le altre amministrazioni competenti siano state svolte, ai sensi del richiamato art. 2, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 novembre 2022 ed in particolare se sia stata informata o coinvolta la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea;

se, nel merito, l’iniziativa sia parte di una più complessiva strategia del Governo italiano di sostegno all’industria digitale extra europea, data la coincidenza temporale dei fatti in premessa esposti con la decisione adottata dall’Autorità per la Cybersicurezza nazionale di abolire la procedura di autorizzazione per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati ordinari e strategici della pubblica amministrazione, liberalizzando così de facto la pratica di trasferimento del 95 per cento dei dati che la PA detiene in cloud in tutti i Paesi del mondo e rendendo compatibile la qualificazione in Italia come Cloud Service Provider di entità giuridiche extra UE, anche se sottoposte a vincoli normativi che impongono il trasferimento dei dati da Paesi UE verso i Paesi non UE a prescindere dall’autorizzazione delle autorità locali o dei proprietari dei dati stessi (ad esempio “Cloud Act”).

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