Il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, ha ricevuto questa mattina a palazzo Tommaso Campanella il prefetto della provincia di Reggio Calabria, Michele Di Bari. L’incontro si è tenuto nell’ambito delle visite di cortesia istituzionale che il nuovo capo dell’Ufficio territoriale del governo sta svolgendo dopo il suo insediamento.
Un breve e cordiale colloquio, durante il quale sia il presidente Irto, sia il prefetto Di Bari hanno sottolineato l’importanza della collaborazione istituzionale che da sempre contraddistingue il rapporto tra il Consiglio regionale e l’Ufficio territoriale del governo: una sinergia di particolare valore per una comunità come quella di Reggio Calabria, caratterizzata da molteplici problematiche di ordine sociale ed economico.
Il rappresentante di palazzo Campanella ha ribadito la piena disponibilità del Consiglio regionale a sostenere, per la parte di propria competenza, il lavoro della Prefettura nella quotidiana e concreta azione svolta a favore della comunità locale. Poi ha ringraziato il Prefetto per l’accorata lettera che quest’ultimo ha rivolto alla comunità reggina, come primo atto dopo il proprio insediamento. Un’apertura al territorio che è stata apprezzata dai cittadini, anche perché la missiva ha toccato i temi più delicati e avvertiti dall’opinione pubblica: dalla lotta all’illegalità alla salvaguardia dei diritti e delle libertà individuali.
Al termine del colloquio, Irto ha fatto omaggio a Di Bari dello Stemmario civico della Regione Calabria.

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, ha ricevuto questa mattina a palazzo Tommaso Campanella il rettore dell’Università di Macerata, Francesco Adornato, originario di Cittanova (Reggio Calabria). Un lungo colloquio, quello tra Irto e Adornato, nel corso del quale si è andati oltre il puro cerimoniale, con l’avvio di un confronto costruttivo, destinato a tradursi in un progetto di natura istituzionale e culturale di ampio respiro.

La visita del magnifico rettore fa seguito alla recente elezione di Adornato, avvenuta nei mesi scorsi, alla guida dell’antico e prestigioso ateneo marchigiano. Il rappresentante dell’Assemblea legislativa ha chiesto espressamente al suo ospite di mettere a disposizione della Calabria il proprio bagaglio intellettuale e la propria visione del futuro, fondata su un osservatorio scientifico e culturale di dimensioni internazionali.

Il professor Adornato, compatibilmente con gli inderogabili impegni accademici, ha manifestato la propria disponibilità a contribuire, per amore della propria terra di origine e in maniera del tutto disinteressata, al progetto di prospettiva e sviluppo culturale di cui il Consiglio regionale, sotto la presidenza Irto, intende farsi promotore fin dai prossimi mesi.

Il presidente Irto e il rettore Adornato hanno convenuto sulla “necessità di potenziare le infrastrutture culturali in Italia, nel Mezzogiorno e in Calabria”, al fine di rinsaldare “il valore centrale dell’università e della ricerca nelle politiche di sviluppo territoriale”. Le istituzioni culturali e soprattutto gli atenei, hanno rimarcato, “sono attori fondamentali dei processi di cambiamento della società, dell’offerta culturale e dello sviluppo urbanistico delle città”. Il terreno comune su cui dovranno essere demarcate queste azioni sarà quello dell’identità culturale da coniugare a una ricerca sostenibile del progresso: “Partendo dalla nostra storia dobbiamo percorrere la strada verso il futuro costruendo un ponte di parole e di idee”.

Con questo intento, il polo culturale “Mattia Preti” di palazzo Campanella (visitato dal presidente Irto e dal rettore questa mattina) diventerà il cuore pulsante delle iniziative che saranno sviluppate in tale direzione fin dai prossimi mesi.

"Un’occasione di confronto che consente di avvicinare le istituzioni europee ai parlamenti regionali, rafforzando il rapporto di cooperazione, indispensabile per il pieno successo delle politiche di coesione". Così il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha salutato la visita a palazzo Campanella della delegazione del Parlamento europeo, in missione di controllo in Calabria e Sicilia sui progetti per l’autoimprenditorialità del Fondo sociale europeo e su 'Garanzia giovani'.
Secondo Irto, "le azioni relative al mercato del lavoro sono certamente le più importanti in una regione come la Calabria, che registra ancora oggi un alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, e in cui è significativo il dato della sfiducia che fa crescere il numero dei giovani che non studiano né cercano lavoro”. Il rappresentante dell’Assemblea regionale ha comunque citato alcuni fattori incoraggianti: “Dall’inizio della legislatura, abbiamo preso atto delle valutazioni positive compiute dalla Commissione sull’impegno della Regione per accelerare la spesa su tutti i Programmi 2007/2013”. Irto ha sottolineato “il prezioso impegno profuso dall’Autorità di gestione del Fse” anche se, ha aggiunto, “la strada è ancora lunga per chi è rimasto indietro così a lungo come la Calabria. Non ci adagiamo sugli allori ma sappiamo che si sta lavorando bene".
La programmazione 2014/2020, per Nicola Irto, rappresenta “una parte consistente delle opportunità di sviluppo del nostro tessuto sociale e produttivo. Nella fase negoziale del nuovo programma – ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale – vi è stato un buon gioco di squadra tra il Consiglio e la Giunta, anche grazie al lavoro del dipartimento Programmazione, che oggi presenta in Europa un’immagine finalmente positiva della Calabria, assurta a ‘best practice’ tra tutte le autorità di gestione". Tuttavia “ancora molto va fatto, sia sul piano della competitività del sistema delle imprese, che paga tutt’oggi un pesante prezzo per i ritardi delle dotazioni infrastrutturali, materiali e immateriali; sia sul versante del rafforzamento delle competenze, per mettere a valore il vasto capitale umano di cui dispone la nostra regione". Il presidente Irto ha auspicato infine una ripartenza del Mezzogiorno perché “solo con lo sviluppo del Sud, l’Italia potrà definitivamente uscire dalla crisi, crescendo al ritmo di Stati come l’Irlanda e la Spagna. Sono certo - ha concluso - che la ripartenza dell’Italia, anche mediante il completamento del processo di riforme istituzionali, sia destinata a segnare un momento di svolta per il futuro di tutto il Continente".

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, ha scritto al sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Giampiero Bocci, e al capo dei Vigili del Fuoco, Gioacchino Giomi, sul possibile trasferimento ad altre sedi degli automezzi speciali che la Regione ha consegnato nei mesi scorsi al Comando calabrese del Corpo. Si tratta di un parco mezzi, spiega nella sua missiva Nicola Irto, acquistato «con fondi regionali per un ammontare di circa 13 milioni di euro».

«La nostra Regione ha deciso questo importante investimento – ricorda il presidente – per dotare il Corpo di nuove risorse qualificate, potenziando il servizio di primaria importanza quotidianamente espletato dai Vigili del fuoco sul territorio. Anche con la nuova programmazione si sta pensando di impiegare ulteriori disponibilità finanziarie in questa direzione».

Rivolgendosi al rappresentante del governo e al capo dei Vigili del fuoco, il rappresentante di Palazzo Campanella evidenzia come la Calabria sia «caratterizzata da un territorio orograficamente impervio e da un gap infrastrutturale che comporta maggiori difficoltà e ostacoli rispetto ad altre zone italiane». Perciò vi è particolare bisogno «di incrementare, con nuovi e moderni equipaggiamenti, le strutture deputate alla protezione civile».

Irto, rivolgendosi a Bocci e Giomi, prosegue: «La notizia di un imminente trasferimento di mezzi dalle sedi calabresi verso quelle di altre Regioni sta alimentando un considerevole allarme, specialmente tra gli appartenenti al Corpo. Se tale scelta fosse confermata si arriverebbe ad annullare di fatto il potenziamento strutturale appena realizzato». Il presidente del Consiglio regionale chiede pertanto al sottosegretario e al capo dei Vigili del fuoco di «voler rivalutare siffatte decisioni scongiurando un esito decisamente sfavorevole per la nostra Regione».​

“Riveste un alto valore politico la mozione approvata dal Consiglio regionale, su proposta del collega Arturo Bova, per ribadire ancora una volta il ‘no’ alla centrale a carbone di Saline Joniche. Un progetto che non può essere realizzato senza ‘l’intesa forte’ con la Regione, cioè con l’organo democratico che esprime la volontà della comunità calabrese”. Lo ha affermato, al termine dei lavori dell’assemblea di Palazzo Campanella, il presidente Nicola Irto.

“Il documento che ha ottenuto il parere favorevole dell’Aula, quest’oggi, era quanto mai opportuno alla luce degli ultimi sviluppi di una vicenda giudiziaria e amministrativa che dura ormai da oltre otto anni e che rendeva necessaria un’altra ferma presa di posizione della Regione – ha proseguito Irto -. Con la mozione si impegna la Giunta, sensibile ai temi della salvaguardia dell’ambiente, ad assumere provvedimenti formali, a cominciare da una propria delibera, in coerenza con il percorso che ha visto finora l’Ente ribadire la propria contrarietà all’opera”.

Secondo il presidente del Consiglio regionale, “la centrale a carbone rappresenta un modello superato e altamente inquinante per la produzione di energia: non opporsi al progetto significa guardare al passato e mantenere una visione anacronistica delle politiche energetiche, tema oggi fondamentale per lo sviluppo del territorio. E ciò è paradossale in una regione come la Calabria, che produce un surplus di energia da fonti rinnovabili, oltretutto in uno scenario complessivo trasformato dalla recente apertura dell’elettrodotto Sorgente – Rizziconi. Tale opera, inaugurata poche settimane fa alla presenza del presidente Renzi, ha collegato la nostra regione alla Sicilia, abbattendo una ‘frontiera’ esistente fino a pochissimo tempo fa. Il futuro dell’area di Saline Joniche – ha concluso Nicola Irto - passa da un modello di sviluppo sostenibile e pulito. E’ quanto vogliono i calabresi, la cui volontà va rispettata”.

   

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