Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02412 Pubblicato il 23 settembre 2025, nella seduta n. 344 Nicola Irto cofirmatario


Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

in Italia, nel primo semestre 2025, da quanto emerge da statistiche diffuse a mezzo stampa, i canoni di affitto sono aumentati di più del doppio rispetto ai prezzi delle case in vendita. Tra inizio gennaio e fine giugno 2025 l’aumento dei costi di affitto di abitazioni è stato del 5,5 per cento, con le locazioni che hanno così raggiunto il costo in media di 14,3 euro al metro quadro;

l’aumento si pone in continuità con il trend dell’ultimo decennio dei mercati immobiliari delle principali città capoluogo italiane nelle quali, secondo quanto più volte evidenziato dal CENSIS, si sono verificati picchi di aumenti superiori al 40 per cento, in modo direttamente proporzionale all’aumento generalizzato dei prezzi al metro quadro dei beni immobili delle maggiori città europee;

considerato che:

tra il 2015 e il 2023, i prezzi delle abitazioni in Unione europea hanno registrato un aumento medio del 48 per cento, mentre gli affitti sono saliti del 18 per centro;

a fare le spese di questo aumento generalizzato dei costi degli affitti sono purtroppo le fasce più deboli della popolazione, come gli studenti, i giovani lavoratori, le famiglie monoreddito e gli anziani che rappresentano il 24,3 per cento della popolazione italiana;

recenti dati diffusi dall’ISTAT sottolineano che il 5,6 per cento della popolazione italiana (circa 3,3 milioni di persone) vive in condizioni di grave deprivazione abitativa, non soltanto a causa dell’aumento dei prezzi ma anche per la cronica mancanza di strutture abitative idonee;

alla problematica dell’emergenza abitativa non solo non è stata data alcuna risposta efficace in termini di riordino della normativa in materia urbanistica e di programmazione di nuove soluzioni abitative, ma si è addirittura scelto di azzerare il finanziamento del fondo nazionale per il contributo affitto e morosità incolpevole, istituito nel 2016 e che negli anni è servito ad arginare gli sfratti;

particolare allarme desta la condizione degli anziani i quali, a quanto risulta da notizie apprese a mezzo stampa, sono i più colpiti dal “caro affitti”, non solo a causa dell’aumento dei prezzi connesso all’inflazione, ma anche perché in alcune città del Sud Italia si è diffusa la prassi, in uso a numerose agenzie di locazione degli immobili, di non stipulare contratti di affitto con anziani e pensionati titolari di pensioni sociali;

tale prassi viola il principio di non discriminazione per ragioni legate all’età sancito dall’articolo 3 della Costituzione e si pone anche in contrasto con il bilanciamento tra il principio di libera iniziativa economica di cui all’articolo 41 della Costituzione e l’obbligo che il medesimo principio non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla dignità umana, nello specifico discriminando una fascia debole della popolazione come gli anziani,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

quali misure necessarie ed urgenti intendano assumere al fine di garantire ai titolari di pensioni sociali il libero accesso all’affitto di immobili.

Allegati:
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