Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Atto n. 3-01949. Pubblicato il 4 giugno 2025, nella seduta n. 312. Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
la rete autostradale italiana è in una situazione di forte peggioramento infrastrutturale a causa di un lungo periodo di mancati lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, in particolare su viadotti e gallerie, con la necessità attuale, secondo quanto sostenuto dagli stessi concessionari, di interventi extra rispetto a quanto previsto nei piani economico finanziari (PEF) vigenti, per un ammontare di circa 27 miliardi di euro, di cui 22,2 miliardi per l’aggiornamento dei PEF di ASPI, 3,9 miliardi di euro per l’aggiornamento dei PEF del gruppo Gavio e 1,5 miliardi di euro per gli altri concessionari;
secondo notizie di stampa, una commissione istituita presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per affrontare le richieste dei concessionari autostradali di riaggiornamento su 15 piani economico finanziari, dopo mesi di analisi e studio dei dati e delle richieste, avrebbe concluso i propri lavori rilevando che il calcolo dei suddetti extra costi non sarebbe fondato e non effettivamente dovuto;
le richieste di aggiornamento dei PEF sono state motivate dai concessionari autostradali tenendo conto di una serie di fattori, quali gli effetti dell’aumento dei costi delle materie prime, le conseguenze della pandemia e dei fattori geopolitici, nonché gli adeguamenti normativi e i nuovi standard tecnici richiesti e, infine, il recepimento delle prescrizioni che hanno innalzato gli standard dei controlli a seguito della strage del "ponte Morandi" di Genova;
secondo notizie di stampa, le argomentazioni sostenute dai concessionari autostradali, a parere degli esperti della commissione, non sarebbero sufficienti a motivare le richieste di aggiornamento dei PEF, in ragione del fatto che per anni i concessionari, a fronte degli ingenti incassi, non hanno provveduto alle manutenzioni ordinarie e straordinarie a cui erano tenuti per contratto. Le principali cause a cui attribuire i maggiori rilevanti costi sarebbero in realtà la sottostima dei valori economici posti alla base dei contratti di concessione e dei PEF approvati e la sottostima della quantità di manutenzioni straordinarie alla base dei contratti di concessione, anche a seguito della carenza di manutenzione ordinaria riscontrata negli ultimi anni. A questi due fattori, si aggiungerebbe la scelta dei concessionari di concentrarsi prevalentemente sulla realizzazione delle grandi opere a discapito di un’attenta pianificazione della manutenzione della rete autostradale. Sulla base di queste conclusioni, la commissione avrebbe invitato il Ministero a rivedere i rapporti di forza con i concessionari affermando che la ripartizione dei rischi tra concedente e concessionario deve essere maggiormente definita e inequivocabile. Tra gli obblighi del concessionario è previsto il mantenimento della funzionalità delle infrastrutture attraverso la loro manutenzione e la riparazione tempestiva e le linee guida emesse dal Ministero delle infrastrutture non possono aver incrementato la spesa se non nel caso in cui il concessionario abbia inizialmente, nel PEF vigente, sottostimato le esigenze di manutenzione straordinaria. Pertanto gli extra costi non possono essere imputati a modifiche normative;
considerato, altresì, che:
secondo notizie di stampa, il concessionario ASPI avrebbe mascherato per anni gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete autostradale sotto la voce investimenti, ossia con spese orientate a migliorare la rete autostradale scaricando i relativi costi sui pedaggi. Per gli esperti della commissione risulterebbe “una carenza estesa di manutenzione almeno di oltre un decennio precedente al periodo attuale, ne deriva che le somme imputate per manutenzione straordinaria non possono essere completamente riconosciute come investimenti” e, dopo aver risparmiato sulle manutenzioni per anni, ASPI non potrebbe pretendere un aggiornamento del PEF di tale portata e far ricadere i costi sullo Stato o sugli utenti;
l’attuale compagine azionaria di ASPI (CDP e i fondi Blackstone e Macquarie) ha definito una co-governance particolare secondo cui tutta la cassa prodotta al netto degli investimenti deve essere distribuita ogni anno sotto forma di dividendi o riserve. Come riportato da notizie di stampa, secondo CDP Equity la politica di dividendi perseguita andrebbe rivista a favore di maggiori investimenti di ASPI sulla rete autostradale. Per il 2024, su 1.027 milioni di euro di utile, 790 milioni sono stati distribuiti per soddisfare le esigenze di remunerazione dei fondi,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Governo sui fatti esposti;
se intenda tempestivamente pubblicare e trasmettere al Parlamento la relazione della commissione istituita presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per affrontare le richieste dei concessionari autostradali di riaggiornamento su 15 piani economico finanziari;
quali misure intenda adottare nei confronti dei concessionari che hanno omesso o mascherato gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete autostradale nel corso degli anni e affinché i mancati interventi siano tempestivamente realizzati, a partire dalle situazioni più gravi che riguardano viadotti e gallerie;
se intenda rivedere i rapporti con i concessionari autostradali riaffermando che tra gli obblighi prioritari a carico dei medesimi concessionari vi è quello del mantenimento della funzionalità delle infrastrutture attraverso la loro costante manutenzione e la riparazione tempestiva, evitando che tali interventi siano imputati sotto la voce investimenti e quindi riversati sui pedaggi o sul bilancio pubblico;
quali misure intenda adottare per evitare che in futuro i concessionari autostradali si concentrino prevalentemente sulla realizzazione delle grandi opere a discapito di un’attenta pianificazione della manutenzione della rete autostradale;
quali misure intenda, altresì, adottare affinché la politica di dividendi perseguita da ASPI non pregiudichi gli investimenti del gruppo sulla rete autostradale.

Allegati:
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