Stampa
Dettagli: | Pubblicato: 12 Marzo 2024

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01007. Pubblicato il 12 marzo 2024, nella seduta n. 167. Nicola Irto cofirmatario

Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno.
Premesso che:

il 7 marzo 2024 la nave “Sea Watch 5” ha soccorso in mare circa cinquanta persone che si trovavano su un’imbarcazione di legno nel Mediterraneo centrale. Secondo quanto riferito dagli stessi migranti, il gruppo era partito da Zuwara in Libia;

quattro migranti, con intossicazione da idrocarburi, ustioni, ipotermia e scabbia, sono stati trasbordati dalla nave Sea Watch 5 alla motovedetta Cp319 della Guardia costiera, che li ha sbarcati a Lampedusa. L’evacuazione medica è stata effettuata durante la notte;

i migranti, provenienti dal Pakistan e dall’Eritrea, sono stati portati al poliambulatorio dell’isola siciliana da dove, all’alba, due sono stati dimessi e condotti all’hotspot di contrada Imbriacola;

l’equipaggio della nave umanitaria ha reso nota la notizia del decesso di un giovane minorenne a seguito delle ustioni riportate, dovute a un misto di acqua di mare e carburante stagnanti nel fondo della barca di legno in cui i migranti sono stati costretti per ore;

non appena espletate le procedure di soccorso a fronte delle gravissime condizioni in cui versava il ragazzo ed altri quattro migranti, la Sea Watch 5 ha chiesto con urgenza alle autorità italiane di evacuare le persone in gravi condizioni mediche, diramando la prima richiesta di medical evacuation (Medevac), intorno alle ore 13;

come dichiarato dal team dell’ONG: "Dopo circa due ore, e senza che nessuna autorità avviasse un'operazione di evacuazione, un ragazzo di 17 anni è morto a bordo della nostra nave”;

il personale della Sea Watch 5 ha, inoltre, dichiarato che solo nove ore dopo la richiesta di evacuazione urgente, la Guardia costiera avrebbe prelevato 4 persone dalla nave, non avendo avuto l’autorizzazione a prendere a bordo il corpo del 17enne deceduto. L’ONG si è vista così costretta a trasportarlo fino al porto assegnato di Ravenna a ben 1.500 chilometri di distanza;

pertanto, il corpo del ragazzo deceduto resterà a bordo della Sea Watch 5 ancora per 4 giorni, il tempo necessario a raggiungere il porto assegnato, peraltro in condizioni disumane, visto che la nave non è dotata di cella frigorifera e spazi separati;

secondo quanto risulta agli interroganti al momento delle operazioni di soccorso l’hotspot di Lampedusa non si trovava in condizioni di sovraccarico numerico,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritengano necessario e urgente intraprendere le dovute iniziative al fine di chiarire per quali motivi la Guardia costiera abbia risposto alla richiesta di medical evacuation con nove ore di ritardo;

se siano state effettuate le dovute procedure al fine di indentificare le persone vulnerabili ai sensi dell’articolo 17, del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, che si trovavano a bordo della Sea Watch 5;

per quale motivo sia stato assegnato il porto di Ravenna quale porto sicuro e per quali motivi non sia stata autorizza la Guardia costiera a prelevare il corpo del ragazzo deceduto, anche alla luce della mancanza delle necessarie strutture a bordo della Sea Watch 5 per trasportarlo.

Allegati:
Accedi a questo URL (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1410911)Testo[Testo]0.1 kB