Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01064 Pubblicato il 29 febbraio 2024, nella seduta n. 165 Nicola Irto primo firmatario

IRTO - Ai Ministri della cultura e dell'interno.

Premesso che:
- nel comune di Nicotera (Vibo Valentia) sorge sulla costa il villaggio turistico ex Valtur “Gioia del Tirreno”, realizzato tra il 1968 e il 1972 come Club Mediterranée;
- ad oggi sono già 10 anni dalla chiusura dell’ex villaggio Valtur, sito di grande interesse architettonico e paesaggistico che ha tutte le potenzialità per diventare un polo di ecoturismo e sviluppo sostenibile per la Calabria e per la nostra nazione;
- di fatto, al tempo, i progettisti (l'architetto Cidonio e il paesaggista Porcinai), attraverso l'utilizzo di avanzate tecniche europee del recupero ambientale, realizzarono un complesso innovativo dal punto di vista architettonico e della compatibilità ambientale: il villaggio è dotato di un impianto geometrico organizzato con un lungo asse verso l'entroterra, con cellule attorno ad ampi cortili collegati da percorsi pedonali verso la pineta e il mare, un sistema di dune con funzione di schermatura dai venti salsi per il controllo del microclima, con l'obiettivo di creare un vero e proprio paesaggio-parco fruibile e godibile da parte dei villeggianti;
inizialmente Club Méditerranée, in seguito villaggio Valtur, per 40 anni ha assicurato agli ospiti un soggiorno di qualità e l’immersione nelle bellezze naturali e nel patrimonio culturale di una terra in gran parte incontaminata che grazie a questa intensa attività turistica ha esteso effetti positivi anche sul tessuto economico: a metà anni ‘70 il complesso ha dato lavoro a 550 persone (300 della comunità locale) e si contavano fino a 1.200 posti letto, sfiorando le 100.000 presenze annue;
- nel 2006 la proprietà del villaggio è passata alla Prelios, società di gestione e servizi immobiliari ex Pirelli real estate, ma la preziosa pineta è rimasta demaniale;
- nel 2011 a seguito della procedura di amministrazione straordinaria, il complesso malauguratamente ha chiuso: manutenzioni interrotte, deterioramento degli edifici e delle attrezzature, incendi, danni alla vegetazione non più mantenuta, maestranze licenziate;
- è un vulnus arrecato non solo al territorio di Nicotera che in quel villaggio si identificava, ma all’intero patrimonio culturale italiano;
- nel 2016 il lavoro di studio e ricerca dell'associazione ha individuato nel villaggio un bene culturale e ambientale da tutelare urgentemente;
- l'assenza di manutenzione ha causato danni importanti agli edifici, perdita di esemplari botanici, nonché di parte del disegno paesaggistico originario e nel 2018 è stato demolito il ristorante al mare in quanto pericolante;
nel 2019 è stata denunciata l’incuria del villaggio ed è stato chiesto con sollecitudine al Ministero della cultura di riconoscerne il particolare interesse paesaggistico e architettonico, cosa che è stata fatta con il decreto ministeriale n. 186/2019 che vi ha posto il vincolo;
- oggi il complesso è di proprietà del fondo immobiliare “Hospitality and Leisure” in gestione alla Prelios SGR;
- dal processo “Rinascita Scott” e da molte inchieste giornalistiche è stato evidenziato come ci sono stati forti interessi delle economie criminali su quell’area costiera;
- a parere dell’interrogante, in linea con il piano strategico del turismo nazionale e con il green deal europeo, il recupero dell’area costituirebbe per la comunità locale e per il turismo calabrese un volano significativo per creare occupazione in diversi comparti e sarebbe un argine ai pervasivi circuiti della criminalità organizzata; questo aspetto è assai delicato in un territorio che in passato ha visto per tre volte in un decennio lo scioglimento del Consiglio comunale di Nicotera;
- vieppiù che, in assenza di una tempestiva e specifica vigilanza istituzionale, si rischia seriamente che il bene possa entrare a far parte dell'economia criminale, con conseguente perdita del suo riconosciuto valore architettonico e paesaggistico-ambientale, rischio di demolizioni, nuove intensive costruzioni e uno stravolgimento del progetto che porterebbe a una cementificazione incontrollata dell'area;
- allarmante è la notizia riportata su un’importante testata giornalistica di un annuncio di “svendita” del villaggio “Gioia del Tirreno” ad una cifra base di appena 1.282.500 euro: 15 ettari a poco più di un milione, a giudizio dell’interrogante un paradosso. Non è quindi il momento di indugiare e assistere inerti al degrado e alle manovre dell’economia criminale;
- a supporto della richiesta di salvare l’ex villaggio Valtur, sono intervenute diverse associazioni nazionali e regionali, circa 71, che hanno sottoscritto una missiva di appello “Salviamo una perla della costa tirrenica calabrese” alle istituzioni e alle forze politiche, economiche e sociali;
- le istituzioni devono agire tempestivamente con la piena consapevolezza dei pericoli che la vicenda dell’ex villaggio Valtur segnala per la tutela di diritti costituzionali fondamentali: la difesa del patrimonio naturale e culturale e la piena libertà di goderne grazie a un sistema economico sano e sostenibile,

si chiede di sapere:
- se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di competenza intendano adottare, contro ogni speculazione, al fine di rendere l’ex villaggio Valtur polo di ecoturismo e di sviluppo sostenibile;
- quali provvedimenti intendano adottare al fine di rendere effettivo il vincolo posto dal Ministero della cultura, per garantire una tutela architettonica e paesaggistico-ambientale del villaggio turistico e rilancio della struttura che produce benefici per la collettività;
- quali iniziative di competenza, infine, intendano adottare per scongiurare che il bene possa entrare a far parte del patrimonio della criminalità organizzata.

Allegati:
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