Con la morte di Adele Cambria la cultura e il giornalismo dell'Italia si scoprono più poveri, per la scomparsa di una voce autorevole e indipendente che ha contribuito alla vita democratica e al risveglio dello spirito critico in questo Paese.
Adele Cambria è stata testimone del tempo che ha vissuto e raccontato con coraggio, assumendo nel dibattito pubblico posizioni con cui ha provato a destare dal torpore la coscienza della società italiana e meridionale. Il suo percorso personale, la sua attività professionale e anche la sua vita artistica non sono state espressione di un anticonformismo di maniera, bensì frutto di battaglie intellettuali alle quali ha creduto e che ha condotto con coerenza.
La cultura calabrese perde una personalità che forse, in passato, non ha compreso fino in fondo ma che ha rivalutato nel tempo, cogliendo gli aspetti più profondi e autentici del femminismo del secondo Dopoguerra, di cui la giornalista reggina è stata tra le più attive protagoniste.
Il modo migliore per onorare, oggi, la figura di Adele Cambria è approvare in Consiglio regionale la legge sulla doppia preferenza di genere. Solo così riusciremo concretamente a dimostrare che le battaglie delle donne e degli uomini che hanno lottato per cambiare la società italiana sono servite davvero a consegnare alle nuove generazioni un Paese moderno, con alcuni diritti in più e molti pregiudizi in meno.

   

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