Il segretario regionale del Pd a Cosenza. «La sanità è un argomento di dignità non di campagna elettorale. Da Occhiuto finora solo slogan»

Nelle fasce più deboli della popolazione, soprattutto calabrese, aumentano le spese per la sanità e per le cure primarie. E’ un dato cristallizzato, consolidato. In un momento storico segnato dall’inflazione record e dall’aumento consistente e considerevole dei prezzi per l’acquisto di materie prime, la situazione rischia di precipitare. La sanità resta il vero nodo da sciogliere in una Regione, la Calabria, che sta tentando di venir fuori dalle secche di un commissariamento ultradecennale. «Questa problematica della sanità che si risolve ci dice solo una cosa: è lo strumento del commissariamento ad essere assolutamente sbagliato, andrebbe rivisitato», dice ai nostri microfoni Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale e tra i relatori di un evento organizzato dal Pd Calabria al “Ridotto del Rendano” a Cosenza.

«Le regioni soggette a commissariamento della sanità sono condannate a morte»
Bruni suggerisce una «riorganizzazione e rimodulazione di un assetto legislativo che possa essere realmente di aiuto», perché le regioni «che hanno un commissariamento sono mandate a morte, così come è accaduto per la nostra». La consigliera è dura: «Non bastano i passaggi di carte, ci vorrebbe un’assistenza molto più seria e molto più forte. Le scelte fatte dal governatore, mi riferisco in particolare ovviamente alla vicenda dei cubani, non le condividiamo. Servivano concorsi a tempo indeterminato, potevano essere banditi e in maniera cospicua. Sono stati assolutamente pochi e comunque con tempi non agibili. Questo significa ovviamente un ampliamento della rete formativa da parte delle Università». La chiosa, Bruni la rivolge alle borse di studio «alle quali la Regione non mostra attenzione. L’anno scorso ha introdotto quattro borse di studio, la Sardegna ne ha messe 260 e la Sicilia 150 con fondi regionali. Queste sono evidenti scelte politiche. Su queste scelte noi abbiamo dissentito spesso e volentieri».

«Sacche di resistenza e di interessi nella sanità calabrese»
Al convegno ha preso parte anche il segretario del Pd Calabria, Nicola Irto. Che riferendosi al commissariamento della sanità ricorda come sia stato «il Pd a caricarsi la responsabilità non solo di denunciare tutto quello che non va, ma anche di fare delle proposte». Irto condanna «gli slogan» del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e ritiene non vi sia stato «nessun passo in avanti, mentre i nostri reparti chiudono, mentre continua la migrazione sanitaria, e non c’è una risposta in termini veri di efficienza da parte della sanità calabrese. Ogni giorno ci viene raccontata una tragedia, qualcosa non funziona». Quali sono le proposte del Pd? «Discutiamo della riorganizzazione sanitaria perché è sotto gli occhi di tutti che il territorio è al collasso, il territorio non fa assistenza domiciliare, non c’è un filtro verso gli ospedali, è tutto collegato sugli hub e sugli spoke di questa regione. Abbiamo chiesto di destinare delle risorse ed aumentare le borse degli specializzandi dell’Università di medicina, abbiamo anche chiesto – nelle ultime due finanziarie – un aumento dei posti di specializzazione medica. Abbiamo un problema di personale medico? E allora aumentiamo i posti». Come Bruni, anche il segretario regionale dei dem boccia, ancora una volta, il coinvolgimento di medici cubani.
«Giochiamo ancora con il bluff dei medici cubani, che non rappresentano una soluzione strutturale». La sanità è, nelle parole di Irto, materia importante e di dialogo nel partito ma non un tema su cui costruire la campagna elettorale in vista delle elezioni Europee. «La sanità è un argomento di dignità. La campagna elettorale la lasciamo su altri argomenti», taglia corto il segretario che poi lancia un chiaro messaggio sulla sanità privata. «I calabresi non possono più accettare di dover partire per curarsi o di doversi rivolgere ai privati. Ai privati si rivolgono se hanno la carta di credito per farlo, altrimenti muoiono. Ecco, noi chiediamo e vogliamo che sulla sanità non si faccia una battaglia politica o elettorale, ma si faccia una battaglia di dignità e di resistenza e di possibilità di avere pari diritti come gli altri cittadini italiani. Ci sono delle sacche di resistenza e di interessi nella sanità calabrese, questo lo dice la storia di questa regione, se ci sono delle iniziative per scardinare queste sacche si venga in Consiglio regionale, il Partito Democratico farà la sua parte».

Corriere della Calabria del 7 settembre 2023

   

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