Sapere se il governo italiano ha avviato una “strategia di sostegno all’industria digitale extraeuropea”, dopo che dalla fine dello scorso luglio l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha abolito “la procedura di autorizzazione per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati ordinari e strategici della pubblica amministrazione” e conoscere la verità dei fatti sull’ipotesi di introdurre la Fair Share, cioè la contribuzione obbligatoria a carico dei grandi generatori di contenuti ad alto impiego di banda.

E’ quanto chiede alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni il senatore del Pd Nicola Irto, che ha presentato un’interrogazione parlamentare insieme con alcuni parlamentari del Partito Democratico. L’interrogazione nasce dalle recenti notizie di stampa relative ad una lettera che il sottosegretario all’Innovazione tecnologica Alessio Butti avrebbe inviato al commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, in merito all’ipotesi di una Fair Share, esponendo “una posizione dell’Italia che non è stata oggetto di alcun confronto o raccordo con le amministrazioni competenti o il Parlamento”.

“Nel maggio scorso – ricorda Irto nell’interrogazione – si era conclusa la consultazione indetta dalla Commissione europea in merito alla possibilità di introdurre tale contribuzione obbligatoria. Per questo chiediamo alla presidente del Consiglio di conoscere la verità dei fatti, quali iniziative di raccordo con le altre amministrazioni competenti ci siano state da parte del governo Meloni e se in proposito sia stata informata e/o coinvolta la Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea”.

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