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Dettagli: | Pubblicato: 04 Maggio 2023

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00415 - Pubblicato il 4 maggio 2023, nella seduta n. 65 - Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Premesso che:

lunedì 1° maggio 2023, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha convocato una riunione a Doha sul futuro dell’Afghanistan, al fine di raggiungere un’intesa comune all’interno della comunità internazionale su quali relazioni stabilire con il regime talebano;

alla riunione erano invitati numerosi Paesi interessati alla crisi. Al tavolo sedevano, infatti, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Iran, Giappone, Kazakhstan, Kirghizistan, Norvegia, Pakistan, Qatar, Russia, Arabia saudita, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Emirati arabi uniti, Regno Unito, Usa, Uzbekistan, UE e Organizzazione della cooperazione islamica. Al tavolo tuttavia non sedeva, poiché non invitata, l’Italia;

considerato che:

dopo il ritiro USA dall’Afghanistan nel 2021 e la riconquista del Paese da parte dei talebani, le condizioni di vita della popolazione afghana, in particolar modo delle donne, sono drammaticamente peggiorate;

secondo quanto dichiarato lo scorso 4 marzo da Ramiz Alakbarov, vice rappresentante speciale delle Nazioni Unite e coordinatore umanitario per l’Afghanistan, circa 700.000 persone hanno perso il lavoro negli ultimi 18 mesi. Nello stesso periodo il prodotto interno lordo è diminuito del 35 per cento, mentre i costi dei beni alimentari sono aumentati del 30 per cento;

sono almeno 28 milioni, tra cui oltre 15 milioni di bambini, le persone che dipendono dagli aiuti umanitari e come chiarito da Alakbarov “l’Afghanistan rimane la più grande crisi umanitaria del mondo nel 2023, nonostante, ovviamente, i recenti devastanti terremoti in Turchia e Siria”;

le agenzie ONU hanno dichiarato di avere bisogno di almeno 4,6 miliardi di dollari per far fronte alla situazione umanitaria. Si aggiunga che secondo diverse stime serviranno almeno 18,3 milioni di dollari per lo sminamento e lo smaltimento degli ordigni esplosivi nel Paese;

rilevato inoltre che:

secondo quanto riportato dal quotidiano “la Repubblica”, alla domanda espressa sul motivo dell’esclusione dell’Italia dalla riunione svolta a Doha, il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Stephan Dujarric, avrebbe risposto che: “Nell’inviare gli inviti, dovevamo garantire un equilibrio regionale, compresi i donatori e le organizzazioni regionali, mantenendo la riunione a un numero gestibile. C’è stato anche un fattore di coinvolgimento politico recente in termini di facilitazione dei colloqui”;

occorre ricordare come l'Italia, con le missioni che si sono svolte in Afghanistan: la “Enduring freedom”, la "International security assistance force”, Isaf, terminata il 31 dicembre 2014 e la missione “Resolute support”, subentrata il 1° gennaio 2015, abbia sempre garantito una delle presenze più numerose tra quelle dei Paesi NATO;

il contingente italiano ha comandato il Provincial reconstruction team (PRT) di Herat, territorio che ha registrato progressi sostanziali per le donne e le ragazze afghane con percentuali decisamente più alte rispetto alle altre province del Paese, in termini di istruzione, partecipazione politica e ruolo nell’economia;

l’esclusione dal tavolo di Doha certifica un’evidente situazione di marginalità del nostro Governo nella comunità internazionale e rischia di vanificare il prezioso lavoro svolto negli ultimi 20 anni in Afghanistan dal nostro Paese oltre a indebolirne il ruolo e il protagonismo in uno dei contesti internazionali più critici,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo rispetto all’esclusione del nostro Paese dal tavolo convocato a Doha dal Segretario generale delle Nazioni Unite;

quali iniziative necessarie e urgenti intenda intraprendere al fine di garantire la presenza di una delegazione italiana alle prossime conferenze che si terranno sul futuro dell’Afghanistan.

Allegati:
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