Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00324 - Pubblicato il 4 aprile 2023, nella seduta n. 53 - Nicola Irto cofirmatario

Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica.

Premesso che:
tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea hanno assunto l'impegno di fare della UE il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo si sono impegnati a ridurre le emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990;
il piano per la transizione energetica, approvato l’8 marzo 2022 dal comitato interministeriale per la transizione ecologica, stima che l’Italia, per raggiungere gli obiettivi previsti nel 2030, debba installare 70-75 gigawatt di nuova capacità di energie rinnovabili;
il 15 marzo 2023, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del piano di sviluppo della rete di trasmissione nazionale 2023 di Terna, il Ministro in indirizzo ha indicato che il target di 70 gigawatt di rinnovabili al 2030 “va confermato”. Nella stessa occasione ha aggiunto che: “la programmazione nazionale sarà rivista con il Piano Nazionale Integrato Clima-Energia, per arrivare più avanti ad autorizzare dai 12 fino a 14 gigawatt l’anno di capacità rinnovabile, dall’attuale impegno di circa sette. Gli indicatori ci dicono che è un obiettivo raggiungibile”;
secondo i dati elaborati da Legambiente nel rapporto “Comunità rinnovabili 2022”, seguendo la media di installazione di nuove capacità di energie rinnovabili nel triennio 2019-2021 servirebbe oltre un secolo per raggiungere il target;
i costi delle rinnovabili, dopo un decennio di calo progressivo, a partire dal 2020 hanno registrato dei notevoli rialzi. Il risultato del fenomeno è un incremento significativo del levelised cost of energy, ossia il costo complessivo di produzione di impianti eolici, solari e di accumulo elettrochimico, proprio in un momento storico in cui questo tipo di tecnologie ha acquisito un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione e di indipendenza energetica;
uno dei principali provvedimenti in vigore per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili è il decreto ministeriale 4 luglio 2019, il quale, in continuità con i decreti ministeriali 6 luglio 2012 e 23 giugno 2016, ha il fine di promuovere attraverso un sostegno economico la diffusione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di piccola, media e grande taglia. Esso prevede due tipologie di incentivi, entrambi erogati dal GSE: una tariffa incentivante omnicomprensiva o un incentivo, calcolato come differenza tra un valore fissato e il prezzo zonale orario dell’energia. Per ottenere questi incentivi sono previste due diverse modalità di accesso a seconda della potenza dell'impianto e del gruppo di appartenenza: l’iscrizione ai registri per le offerte inferiori a un megawatt e la partecipazione a procedure d'asta per le offerte con potenza pari o superiore a un megawatt;
l’incentivo può assumere valore negativo in caso di tariffa spettante inferiore ai valori di mercato all’ingrosso dell’energia elettrica, obbligando nel qual caso l’azienda aggiudicatrice del bando a restituire l’importo al GSE tramite conguaglio e contribuendo a ridurre gli oneri del sistema elettrico e di conseguenza delle bollette;
gli strumenti di supporto previsti dal decreto ministeriale 4 luglio 2019 si stanno rivelando inefficaci nel sostenere l’installazione di nuove capacità di energie rinnovabili, in quanto i livelli tariffari offerti sono disallineati rispetto ai costi delle tecnologie e pertanto incapaci di attirare l’interesse di aziende e investitori. Nonostante il recente incremento del numero di progetti autorizzati, il decimo bando pubblico (l’ultimo per il quale sono disponibili le graduatorie) ha registrato una scarsissima partecipazione, riuscendo ad assegnare meno del 7 per cento del contingente di potenza disponibile. Inoltre, diversi progetti partecipanti al bando hanno rinunciato alla procedura prima della finalizzazione della graduatoria, mentre impianti già aggiudicatari con bandi precedenti stanno presentando difficoltà economiche nell’essere avviati ed entrare in esercizio, tanto da rinunciare al diritto alla tariffa conseguita;
la scarsa partecipazione ai bandi pubblici per l’accesso ai meccanismi di supporto previsti dal decreto ministeriale 4 luglio 2019 e la rinuncia agli esiti della procedura d’asta o ancora alla tariffa aggiudicata da parte di progetti assegnatari sono imputabili all’inadeguatezza dei valori attualmente previsti per la tariffa incentivante omnicomprensiva e per le tariffe a base d’asta per il riconoscimento dell’incentivo, non allineate ai fenomeni inflattivi e all’aumento registrato negli ultimi anni del costo complessivo di produzione di impianti eolici, solari e di accumulo elettrochimico;
in assenza di una revisione al rialzo di tali valori, sul modello di quanto già avvenuto in Francia e Germania, rischia dunque di risultare inefficace anche la misura secondo cui i contingenti inutilizzati previsti dal decreto ministeriale 4 luglio 2019 saranno rimessi in asta ogni tre mesi;
l’articolo 6 del decreto legislativo n. 199 del 2021 aveva previsto un termine di 180 giorni per l’emanazione dei decreti ministeriali necessari alla definizione dei contingenti resi disponibili ad asta, degli incentivi e dei livelli di potenza incentivabile all’interno del programma di aste FER per il prossimo quinquennio (2023-2027). Tale termine è scaduto a giugno 2022, ma i decreti ministeriali non sono ancora stati emanati,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda rivedere al rialzo le tariffe a base d’asta per l’assegnazione del contingente di potenza ancora disponibile sulla base del decreto ministeriale 4 luglio 2019 e le tariffe dei progetti aggiudicatari non ancora realizzati, così da garantire che il provvedimento possa raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di promozione della diffusione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
se intenda riproporre le stesse modalità di incentivi previste dal decreto o se invece intenda rivedere gli strumenti di promozione della diffusione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sulla base dei nuovi scenari di mercato;
se intenda attivarsi affinché il Ministero proceda con rapidità all’emanazione dei decreti ministeriali previsti dall’articolo 6 del decreto legislativo n. 199 del 2021, necessari a definire il programma di aste FER per il prossimo quinquennio (2023-2027).

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