Nicola Irto - Interrogazioni
Al Ministro dell'interno.
Premesso che:
la Giunta del Comune di Grosseto, in data 30 gennaio 2023, ha avviato il procedimento finalizzato a una revisione della toponomastica cittadina, consistente nel cambio di denominazione di due strade trasverse di via della Pacificazione nazionale, da intitolare rispettivamente a Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante;
tale decisione ha suscitato un acceso dibattito in seno alla comunità cittadina; innanzitutto, perché la decisione della Giunta, al riparo di un intento asseritamente pacificatorio, accomuna due figure profondamente diverse tra loro e che un assai diverso ruolo hanno svolto nelle vicende che hanno condotto alla fondazione della Repubblica e all’approvazione della Costituzione;
da un lato Enrico Berlinguer, che lottò per il ritorno alla democrazia e, nel corso di tutta la sua attività politica e fino alla morte, non ha mai risparmiato le sue energie per contribuire alla difesa della Costituzione, alla sua piena attuazione e al consolidamento della democrazia nel nostro Paese;
dall’altro, Giorgio Almirante che, da tutt’altra posizione, è stato dapprima coinvolto negli ultimi tragici anni di azione del regime fascista, ricoprendo addirittura il ruolo di segretario di redazione della rivista “La difesa della razza” dal 1938 al 1942 e firmando articoli dal tenore inequivocabilmente razzista tra cui quello, tristemente noto, del 5 maggio 1942 nel quale, tra l’altro, scrisse che: “Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza”;
successivamente, ha svolto un ruolo di primo piano nella Repubblica sociale italiana, sia nella Guardia nazionale repubblicana sia come capo di gabinetto del Ministro della cultura popolare Fernando Mezzasoma; in tale qualità, tra l’altro, firmò un manifesto, affisso nella primavera 1944 in molti comuni toscani, nel quale si minacciava l’applicazione della pena di morte per tutti coloro che, tra i soldati ritenuti renitenti e disertori dopo l’8 settembre 1943 e tra i partigiani, rifiutassero di consegnarsi alle truppe nazifasciste entro il 25 maggio 1944; proprio nel clima generale prodotto anche da tale manifesto, avvennero anche nel grossetano, tra la primavera e l’estate 1944, sanguinose stragi di civili, tra cui quella della Niccioleta;
dopo l’avvento della Repubblica, sia prima che durante la propria attività quale segretario del Movimento sociale italiano, Giorgio Almirante ha sempre ribadito la linea politica del partito cui apparteneva, racchiusa nel motto “Non rinnegare, non restaurare”, dunque rifiutando di assumere qualsivoglia posizione critica nei confronti del regime fascista;
proprio per questo, la comunità grossetana ha reagito con sdegno e in modo trasversale alla decisione della Giunta comunale in un dibattito che, nelle ultime settimane, ha visto coinvolti associazioni, esponenti della società civile, ex amministratori e semplici cittadine e cittadini;
in particolare, il comitato provinciale “Norma Parenti” dell’ANPI e le sezioni dell’ANPI di Grosseto “Carla Nespolo” ed “Elvio Palazzoli” hanno sottolineato che “Giorgio Almirante è stato un fascista al servizio dei nazisti che occuparono l’Italia, un ferale connubio che ha causato tanti lutti anche nella nostra provincia”, invocando il ricordo e il rispetto delle vittime delle stragi nazifasciste avvenute anche nel grossetano;
come riportato da “Il Tirreno” in data 17 marzo 2023, anche l’ex sindaco di Grosseto, Alessandro Antichi, che fu a capo di una Giunta di centrodestra, ha dichiarato la propria contrarietà all’intitolazione;
considerato che l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante non ha nulla a che vedere con un intento di pacificazione ma anzi, soprattutto a Grosseto e nel grossetano, implica la riapertura, innecessaria e grave, di ferite che affondano nella memoria dei tragici fatti della primavera 1944, cui Almirante non fu estraneo; d’altra parte, la pacificazione nazionale è avvenuta il 25 aprile 1945 con la liberazione dell’Italia dal nazifascismo e, successivamente, con l’approvazione della Costituzione repubblicana che nuovamente riunito la comunità nazionale attorno ai valori della libertà, dell’eguaglianza e della democrazia;
considerato altresì che:
ai sensi dell’articolo 1 della legge 23 giugno 1927, n. 1188, “Nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade e piazze pubbliche senza l’autorizzazione del prefetto”;
secondo quanto riportato in data 16 marzo 2023 dai locali organi di stampa, tale autorizzazione non sarebbe ancora pervenuta in quanto, più in generale, la Giunta comunale non avrebbe nemmeno inoltrato l’apposita istanza, allegando alla medesima la relativa delibera di Giunta e la planimetria dell’area interessata;
esiste ancora un margine per fare in modo che, grazie a un'assunzione di responsabilità da parte del prefetto, sia risparmiata a Grosseto l’onta di una così grave offesa alla memoria,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda porre in atto, anche attraverso le opportune interlocuzioni con la locale Prefettura, per evitare che si dia seguito alla decisione della Giunta comunale di Grosseto.