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Dettagli: | Pubblicato: 23 Maggio 2022

Il Pd prova a ripartire dopo la doppia batosta patita nell'arco di un anno e mezzo alle elezioni regionali. Tolto il successo di Cosenza, con reiezione di Franz Caruso a sindaco, i dem sono reduci da sconfitte sui territori e nelle città progressivamente chiamate alle urne. La tornata elettorale del 12 giugno può rappresentare l'occasione per un riscatto, a maggior ragione perché rappresentano il primo vero banco di prova per il gruppo dirigente rappresentato a livello nazionale da Enrico Letta e, su scala calabrese, da Nicola Irto.

Segretario Letta, lei oggi sarà a Catanzaro, in un capoluogo dove il centrodestra, tranne qualche breve eccezione, è maggioranza da sempre. Nutre speranze di rivincita?
Nutro la speranza che si possa fare un buon lavoro per Catanzaro. Che il Pd torni ad essere percepito al fianco dei cittadini. Del resto, se oggi Catanzaro è così in difficoltà, è perché il centrodestra in questi anni non ha lavorato come avrebbe dovuto. Rivincita è una parola troppo autoreferenziale. Mi piace di più rinascita perché investe tutti ed evoca ricostruzione e futuro».

Il campo progressista a queste latitudini si è realizzato solo in parte. Una parte dello schieramento sostiene la corsa di Valerio Donato, i movimenti della sinistra radicale Francesco Di Lieto. Il Pd deve rimproverarsi qualcosa?
Con M5S, Volt, Psi abbiamo fatto un percorso importante e comune. Le divisioni non aiutano mai e in generale per battere questa destra populista e sovranista serve aggregare tutte le forse democratiche, progressiste ed europeiste. Quello è il nostro orizzonte».

Nicola Fiorita ha le caratteristiche per essere un buon sindaco di Catanzaro?
Certo, può essere un ottimo sindaco. Ha doti che la stessa città gli riconosce per l'impegno negli anni su temi sociali e di prossimità. Ha dimostrato di poter rappresentare i cittadini e di poter essere il punto di riferimento autorevole per un dialogo serio con le istituzioni, a tutti i livelli. Soprattutto ha cultura e visione. Ciò che serve a una realtà che in questi anni ha smesso di aprirsi al futuro e al mondo».

Che giudizio riserva alle prime scelte compiute dal neo segretario regionale del suo partito, Nicola Irto?
Le prime azioni, dalla campagna congressuale alle Agorà diffuse sul territorio, mostrano la volontà di capire i veri problemi dei cittadini e sono state in grado di raccogliere nuove adesioni: numeri importanti, sinonimo di forte fiducia nel progetto delle Agorà democratiche e nel nuovo segretario. Anche la gestione della situazione preelettorale dimostra che c'è una forza nuova che si impegna affinché il partito possa prendere terreno e capace di tener dentro esperienza e innovazione e freschezza delle nuove generazioni».

Non ritiene che il metodo migliore per la selezione dei candidati a sindaco delle grandi città e, dunque, per evitare spaccature, sia quello delle primarie?
Nel partito sono uno strumento utile laddove non c'è una soluzione comune, ma questo metodo vale per tutti, non solo per Catanzaro».

Teme una saldatura tra Movimento 5 Stelle e Articolo 1? Non crede che il Pd possa essere "scavalcato" a sinistra?
Le saldature che temiamo di più nel senso di problema sono quelle a destra. A sinistra, come dicevo, ciò che da sempre dobbiamo temere sono le divisioni, la mancanza di coesione. Su questo sono molto orgoglioso del Pd e di come in questo ultimo anno e mezzo abbia recuperato compattezza e si sia applicato principalmente sulla sua proposta, la sua identità, i suoi valori».

Quali azioni dovrà perseguire il suo partito per tornare a essere il fulcro dell'alleanza progressista?
Il Pd deve continuare a fondarsi su tre pilastri: lavoro e giustizia, diritti civili, sostenibilità ambientali. Sono tasselli complementari, mai alternativi, della nostra identità».

Gazzetta del Sud del 23/05/2022

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