Nicola Irto - Mozioni
MOZIONE N. 18 DEL 25/05/2020
Sulle politiche per la casa e social housing
Il Consiglio Regionale,
Premesso che:
Le nuove strategie di Politiche per la Casa passano attraverso un approccio innovativo denominato Social Housing cioè un programma integrato di interventi, che comprende l'offerta di alloggi, servizi, azioni e strumenti rivolto a fornire alloggi adeguati, attraverso regale certe di assegnazione, a famiglie che hanno difficoltà nel trovare un alloggio alle condizioni di mercato perché incapaci di ottenere credito o perché colpite da problematiche particolari. Negli ultimi anni a causa della perdurante crisi economica, ora acuita dall'emergenza Covid 19, ha ampliato notevolmente la fascia di popolazione beneficiaria dell'edilizia sociale, includendo anche parte del ceto medio che in precedenza non era coinvolto dal rischio abitativo. Si va dai nuclei familiari che riducono il reddito per la perdita dei posti di lavoro alle giovani coppie che non riescono a trovare un alloggio se non dovendo impegnare gran parte del loro reddito, dagli studenti fuori sede ai lavoratori atipici, dalle partite IVA alle persone sole (separati) senza rete familiare con obblighi di mantenimento dei figli, dalle ragazze madri agli anziani, dagli immigrati al "dopo di noi". Il concetto di povertà tradizionalmente inteso è quindi superato annoverando situazioni di vulnerabilità sociale a incertezze economiche anche temporanee. Il Social Housing va quindi a coprire un'area nuova della politica abitativa che non era ricompresa nella tradizionale edilizia residenziale pubblica e che da questa si differenzia per la flessibilità, per il target (non i più poveri, ma una fascia più ampia di persone in difficoltà) e per i soggetti coinvolti (non solo gli attori pubblici ma anche il privato e il non profit). Per queste categorie esistono, rispetto al problema casa, una serie di difficoltà: -Impossibilità di acquistare una casa;
-Costo elevato degli affitti;
-Ostacoli di tipo culturale e pregiudizi sociali. Il territorio di riferimento purtroppo somma alle criticità di ordine economico criticità di tipo sociale e culturale (mancata accettazione, esistenza di barriere psicologiche e culturali nei confronti di tutte le persone che vivono problematiche di disagio). Al dualismo fra l'abitazione in proprietà o in affitto, a causa di costi improponibili per i soggetti in esame, si contrappone l'idea di un centro residenziale integrato con la presenza anche di case in locazione a canone sostenibile nel quale concentrare e rendere fruibili i servizi per il benessere e la qualità dei propri ospiti. La finalità delle politiche della casa devono avere il miglioramento delle condizioni abitative di queste persone in programmi di mix sociali che evitino (come spesso avvenuto in passato) forme di ghettizzazione, attraverso la formazione di un contesto residenziale di qualità all'interno del quale sia possibile non solo accedere ad un alloggio dal costo o dal canone calmierato, ma anche partecipare attivamente alla sperimentazione di nuove, o rinnovate forme dell'abitare, nelle quali gli inquilini sono chiamati alla costruzione di una "comunità sostenibile". Le principali componenti di una Comunità sostenibile sono: -Gestione: comunità ben gestita da una leadership rappresentativa e partecipativa -Servizi: dotazione di servizi accessibili a tutti -Equilibrio ambientale: tra spazi, ambienti costruiti ed ecosistemi, risparmio energetico;
-Aspetti sociali e culturali: spazi vivi, vivibili e inclusivi, relazionali, aggreganti, con forte inclusione sociale. Si sta formando il quadro di una nuova cultura dell'abitare sia per gli spazi privati sia per quelli pubblici. Esperienze che tecnicamente chiamiamo di benessere attivo e collaborativo,nelle quali le persone si organizzano per migliorare un aspetto della propria condizione di vita, e per farlo mettono in atto soluzioni collaborative e sostenibili. Il risultato di questa interazione non solo rende più sostenibile un'attività o un progetto ma genera anche valore. Il progetto gestionale prevede come obiettivo strategico la possibilità di ottimizzare una serie di servizi comuni (cohousing). I servizi in comune hanno la finalità di recuperare condizioni di vita dignitose, benessere psichico dovuto alla condivisione di funzioni essenziali nella gestione della vita quotidiana, opportunità dimensionate ad esigenze e bisogni diversificati ma con tratti comuni (la solitudine, lo sradicamento familiare, l'insicurezza lavorativa, la necessità di supporto operativo ed il sostegno non solo di tipo organizzativo o logistico). L'idea è quella di supportare (dal punto di vista gestionale, organizzativo, strutturale ed infrastrutturale) soggetti portatori di disagio sociale destinatari delle unità abitative nelle attività quotidiane e nel miglioramento complessivo del benessere e della qualità della vita, anche attraverso il coinvolgimento degli inquilini (cohousers). Il social housing è quindi un importante strumento perché attraverso la sua attuazione e diffusione si ottengono benefici per l'intera collettività: dalla promozione della coesione sociale sul territorio alla partecipazione tra il pubblico e il privato sul tema dell'abitare equo. E se da un lato si interviene su un'area di disagio sociale non estremo (quella porzione che è esclusa dai benefici pubblici ma che allo stesso tempo è incapace di accedere al libero mercato) dall'altro si investe l'attività edilizia di una nuova valenza "sociale". Quello che emerge è come il social housing, questo nuovo strumento di politica abitativa, generato da una compartecipazione pubblico-privata, sia in grado di trasformare gli investimenti finanziari in importanti ritorni economici e, soprattutto, sociali. Occorre pertanto una forte iniziativa politica per una revisione profonda della normativa sulle politiche della casa che punti al recupero delle aree degradate ed alla rigenerazione urbana intesa come quell'insieme di pratiche, metodi, strumenti e azioni che intervengono nel tessuto vissuto della città, cercando di rivitalizzarne la trama urbana consolidata attraverso un approccio integrato che tenga insieme gli interventi fisici, materiali, strutturali con quelli sociali, economici, culturali e partecipativi, può essere volano di ripresa occupazionale e di lavoro nel settore dell'edilizia. L'incremento lavorativo in questo comparto è sempre stato fondamentale per la ripresa economica nei momenti storici post bellici o dopo le grandi crisi. La nostra regione ha una grande opportunità. Per ogni milione di euro pubblici investiti nel settore della casa e del Social Housing si generano investimenti privati pari a due milioni e mezzo, riuscendo ad avere una ricaduta complessiva sull'economia (effetti diretti, indiretti e indotti) e creando migliaia di posti di lavoro. Per questi motivi ci si augura che la Regione Calabria inverta decisamente il percorso e le politiche della casa sinora perseguite inserendo il Social Housing come priorità, trasformando l'azione dal diritto alla casa alle politiche per l'abitare. Pertanto, il governo delle politiche dell'abitare non può essere di pertinenza esclusiva dell' Assessorato ai Lavori Pubblici, che ha sempre considerato gli aspetti immobiliari nell'Housing Sociale come fattore primario, non come uno degli elementi da valorizzare all'interno di un approccio integrato che dedica particolare enfasi a tematiche di carattere sociale. Le politiche dell'abitare devono essere politiche del Welfare, così come avviene in tutte le altre Regioni in Italia.
Impegna la Giunta regionale
Ad attivarsi, per quanta sopra considerato, per realizzare una mozione sulle politiche della casa che metta ordine alla miriade di norme e programmi prodotte nel settore adeguandole agli indirizzi nazionali e di altre Regioni virtuose e definisca in maniera chiara le nuove linee di intervento privilegiando ii recupero, la rigenerazione urbana, il ridisegno di quartieri degradati nonché i soggetti abilitati alla realizzazione e alla gestione sociale e le forme di integrazione ai servizi comuni e di quartiere, ai servizi sociali, sanitari e dell'istruzione fino ad un programma serio di trasformazione dell'ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) ad ERS (Edilizia Residenziale Sociale). Diventano elementi essenziali: -La ricognizione attenta e minuziosa delle risorse disponibili sui programmi in essere da mettere in campo: oFondi ex Gescal,fondi edilizia sovvenzionata Cdp oBando di concorso per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà LR 36/2008, oL.R. 19/09 - "Programma regionale per il recupero di alloggi di proprietà privata ubicati nei centri storici dei comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera CIPE 13 novembre 2003 n. 87" oArt. 4 art. 8 e art. 12 del DPCM 16 luglio 2009 "Piano nazionale di edilizia abitativa". oDecreto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 2295 del 26 marzo 2008 - Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile. oArt. 18 della legge 203/91 - (programma straordinario di edilizia residenziale per i dipendenti delle amministrazioni dello Stato) oContratti di Quartiere oEx Buoni Casa inutilizzati, legge regionale 22/5/02, n. 23, art. 6 comma 10 oLegge431/98 "fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione" oProgrammazione Comunitaria POR FESR ed FSE;
oResidui dall'assegnazione passata di finanziamenti, -Un confronto serio con la CdP per promuovere l'investimento dei Fondi FIA in Calabria (unica regione d'Italia dove non sono stati realizzati interventi);
-La costituzione di un Fondo di Garanzia che supporti i soggetti gestori e le famiglie meno abbienti per l'accesso al credito e l'individuazione di forme di finanziamento etico, non essendo le Banche tradizionali disponibili ed attrezzate a finanziare forme sociali dell'abitare;
-La programmazione con modelli di intervento che puntino alla Rigenerazione edilizia e sociale di interi quartieri degradati nelle aree urbane della Calabria ad alta tensione abitativa;
-L'individuazione di nuovi modelli abitativi, già sperimentati in altre aree del paese, che portino al superamento di sistemi ormai superati (vedi Case di Riposo per anziani), che nell'emergenza Covid 19 sono esplosi in tutta la loro inidoneità. -La individuazione di strumenti e misure sociali che attraverso un approccio integrato tenga insieme gli interventi fisici, materiali, strutturali con quelli sociali, economici, culturali e partecipativi, delle politiche per l'abitare. -La individuazione di misure speciali complementari che si integrino anche con le misure straordinarie messe in campo dal Governo Nazionale come il DL Rilancio, SismaBonus, EcoBonus.