MOZIONE N. 17 DEL 07/03/2022 - Promuovere le comunità energetiche e contrastare il caro-bollette, per un'autonomia energetica della Calabria.

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
- i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l'Europa e per il mondo. Una risposta forte a tali sfide viene data dalla Commissione europea che già con le direttive 2012/27/UE, 2018/844/UE e 2018/2001/UE, aveva promosso l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili anche nelle attività produttive, assegnando precisi obiettivi agli Stati membri. Adesso, con il “Green Deal europeo”, ha individuato la strategia di crescita mirata a trasformare l'Unione Europea in una società giusta e prospera, dotata di un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse. La neutralità climatica nell'UE entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di riduzione netta di almeno il 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 hanno costituito il riferimento per l'elaborazione degli investimenti e delle riforme in materia di transizione verde contenuti nei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Nell’ambito del pacchetto “Clean Energy for all Europeans” (Energia pulita per tutti i cittadini europei), su proposta della Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno adottato la cd. RED II, la Direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili (UE 2018/2001), che riconosce e promuove le configurazioni di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche;
- coerentemente agli indirizzi europei, l'Italia ha adottato il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) nel quale vengono individuati gli obiettivi da raggiungere per il 2030: la copertura del 30% dei consumi energetici finali lordi da energia da fonti rinnovabili. Gli obiettivi individuati nel PNIEC devono essere ancora adeguati a quanto previsto dall’European Green Deal;
- il dibattito sulle modalità per ridurre gli impatti e affrontare i rischi del cambiamento climatico ha determinato la forte presa di posizione delle Istituzioni dell’Unione. Di fronte alla proposta della Commissione europea sull’innalzamento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 55% al 2030, il Parlamento Europeo ha rilanciato con un traguardo ancora più ambizioso, pari a una riduzione del 60%. I nuovi target, molto più sfidanti rispetto a quelli già individuati, richiedono un maggior impegno dell'Italia;
- le evoluzioni del contesto territoriale e dello scenario energetico nazionale e regionale, nonché le innovazioni introdotte a livello strategico e normativo dalla Commissione Europea e dal Governo richiedono una immediata trasformazione del PEAR (Piano Energetico della Regione Calabria), approvato con delibera del Consiglio regionale 14 febbraio 2005, n. 315, nel nuovo PREAC (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima), modellandolo sui continui progressi tecnici e tecnologici, redigendo le modalità di sviluppo energetiche della Calabria e puntando ad una concreta decarbonizzazione regionale attraverso una decisa transizione energetica finalizzata alla promozione dell'utilizzo delle energie rinnovabili e di interventi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, così da avere un fondamentale atto di pianificazione in materia energetica ed ambientale;
- nelle linee programmatiche per il governo regionale 2021-2026, approvate in Consiglio regionale il 14 dicembre 2021, vengono previsti “premi per comunità che vantano comportamenti virtuosi nel risparmio energetico piuttosto che nell’abbattimento di CO2”;
- il Consiglio regionale ha approvato la Legge Regionale 19 novembre 2020, n. 25 “Promozione dell’istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili” modificato con la L.R. 23 aprile 2021, n. 2;
- le comunità energetiche sono diventate realtà con le disposizioni contenute all'articolo 42-bis del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8. Sono associazioni di cittadini, commercianti, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, che uniscono le forze dotandosi di impianti per la produzione e l'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Tutti i soggetti coinvolti si possono trovare in un perimetro anche più ampio di un condominio, ma devono essere collegati alla stessa cabina di trasformazione dell'energia, affinché la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l'attività commerciale e industriale principale. Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 30 novembre 2021, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 di attuazione della direttiva UE RED II (2018/2001) del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, si è compiuto l’atteso passo avanti che consentirà alle comunità energetiche rinnovabili di dispiegare tutto il loro potenziale. La direttiva Red II stabilisce che entro il 2030, a livello europeo, le energie rinnovabili dovranno incidere per almeno il 32% sul consumo finale lordo di energia. Il decreto contiene due elementi principali che dovrebbero consentire lo sviluppo e la diffusione delle comunità energetiche: l’aumento del limite di potenza degli impianti ammessi ai meccanismi di incentivazione, che passa da 200 kW a 1 MW;
la rimozione del limite della cabina secondaria, che permette la costituzione di comunità energetiche con membri connessi alla cabina di trasformazione dell'energia primaria. Oltre ai benefici diretti, le configurazioni vengono sostenute anche da una tariffa incentivante e, in caso di riqualificazione complessa, che includa anche alcuni interventi sugli impianti o sull’involucro (identificati dalle norme come interventi trainanti), è possibile accedere alle detrazioni fiscali del 110% (c. d. Superbonus) anche per la realizzazione di impianti fotovoltaici (o di sistemi di accumulo) nel contesto di autoconsumo collettivo e di comunità energetiche, purché l’energia non autoconsumata o condivisa sia ceduta al GSE;
- è importante perseguire una pianificazione energetica regionale fondata sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili con la finalità di massimizzare le opportunità di produzione di energia offerte da un uso razionale e integrato delle fonti rinnovabili disponibili localmente diminuendo la dipendenza da combustibili fossili e migliorando le condizioni ambientali con la riduzione di emissioni climalteranti. Tutti i piani regionali, nazionali ed europei sull’energia prevedono azioni importanti per fare ripartire un'economia circolare e green durevole nel tempo e che permetta di annullare la povertà energetica, molto spesso sottovalutata anche nella nostra regione. Tra gli obiettivi di questi piani vi sono lo sviluppo delle fonti rinnovabili locali e la spinta all’autoconsumo, soprattutto con la promozione delle comunità energetiche rinnovabili, portata avanti anche dal PNRR e dalla programmazione europea 2021-2027, al fine di diffondere la nascita di queste comunità che permetteranno ai cittadini di passare dall’essere dei semplici consumatori di energia a dei veri e propri produttori (prosumer). Considerato che: nell’audizione innanzi alle Commissioni riunite VIII, X e XIII della Camera dei Deputati, il 15 febbraio 2022, in merito alla relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Ministro della transizione ecologica, prof. Roberto Cingolani, ha spiegato come il MiTE abbia titolarità della porzione più rilevante della Missione 2 ‘Rivoluzione Verde e transizione ecologica’ con 34,71 miliardi articolati su 26 investimenti e 12 riforme, suddivisi in 4 componenti: 1) Economia circolare e agricoltura sostenibile;
2) Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile;
3) Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
4) Tutela del territorio e della risorsa idrica. In particolare, è prevista l’emanazione di nuovi bandi (con il Sud destinatario del 40% delle risorse) per quasi 10 miliardi di euro: ‘Rafforzamento smart grid’ (per 3,61 miliardi di euro), ‘Sviluppo Agrovoltaico’ (per 1,1 miliardi), ‘Sviluppo del biometano’ (per 1,92 miliardi) , ‘Interventi su resilienza climatica reti’ (per 0,5 miliardi), ‘Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano’ (per 0,33 miliardi), ‘Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento’ (per 0,2 miliardi) ma soprattutto sulla ‘Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'autoconsumo’ per la cifra di 2,2 miliardi di euro;
- risulta essere fondamentale, nell’attuazione del PNNR, il coinvolgimento del livello territoriale, ovvero delle regioni, nella predisposizione dei progetti;
- il 15 febbraio 2022 il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la legge “Promozione e sviluppo di un sistema di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Lombardia. Verso l'autonomia energetica” (relatori Massimo De Rosa del Movimento 5 Stelle e Gabriele Barucco di Forza Italia). La normativa è sostenuta da un investimento regionale iniziale di ventidue milioni di euro che consentirà di creare una rete diffusa di impianti di produzione e accumulo energetico formata da 6mila comunità energetiche che nasceranno nei prossimi 5 anni nel territorio lombardo. La “rete” risponderà ai fabbisogni di abitazioni private, aziende, ospedali, scuole ed enti locali, riducendo i costi energetici a carico dei consumatori. A regime, infatti, le Comunità Energetiche della Lombardia saranno in grado di generare un incremento di potenza fotovoltaica di quasi 1.300 MW, cioè un terzo dell’obiettivo di sviluppo del fotovoltaico entro il 2030. Senza trascurare il fatto che la realizzazione dei nuovi impianti e la loro manutenzione potrebbe avere anche significative ricadute occupazionali generando nuove opportunità di lavoro. La funzione di coordinamento di tutte le comunità energetiche sarà svolta dalla Comunità Energetica Regionale Lombarda (CERL). La CERL dovrà promuovere la cultura delle fonti di energia rinnovabile con iniziative formative e informative dirette ai cittadini, alle imprese e agli enti e supportare la nascita delle singole comunità energetiche territoriali. Il Consiglio regionale della Lombardia, con questa legge, vuole utilizzare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a sostegno delle comunità energetiche, che prevedono un finanziamento di 2,2 miliardi di euro per i Comuni con meno di 5 mila abitanti e quelle del POR FESR a disposizione della Regione Lombardia per il sostegno alla diffusione delle CER che ammontano a 55,5 milioni di euro. Tenuto conto che: - secondo le elaborazioni del Ministero della transizione ecologica, DGISSEG - DIV. III, su dati SNAM Rete Gas, S.G.I s.p.a. ed altre, nel 2020 la Calabria è stata la quinta regione d'Italia, pur essendo la decima per popolazione residente, per consumo di gas destinato al termoelettrico tradizionale, con circa il 10% del fabbisogno nazionale;
- secondo le ultime stime, nel 2021 il consumo lordo di gas in Italia è stato pari a 76,071 miliardi di metri cubi di gas con 3,343 miliardi di metri cubi di produzione nazionale e la restante parte (72,728 miliardi) importata dall’estero: ben il 95,7%. Preso atto che: - il 15 febbraio 2022, in audizione al Senato, il Presidente di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti ambiente) ha reso noto che, pur con gli interventi straordinari da parte del Governo, nel primo trimestre 2022 sul primo trimestre 2021 si è registrato un aumento del 131% per il cliente domestico tipo di energia elettrica (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse). Il caro-bollette derivante dalla crisi dei mercati dell'elettricità e del gas comporta rilevanti problematiche a causa di un ingente maggiore spesa energetica. I rincari colpiscono infatti pesantemente le famiglie, sia direttamente con gli aumenti in bolletta e sia per gli inevitabili aumenti dei prezzi dei beni di consumo per effetto degli aumenti dei costi di produzione. L’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, connessa con la forte dipendenza del nostro Paese da approvvigionamenti dall’estero, ha determinato un impatto significativo del “caro energia” sul sistema produttivo e sulle famiglie tale da indurre il Governo ad interventi volti a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo. Inoltre, le attività economiche, per le medesime ragioni, vedono ulteriormente indebolita la propria competitività sui mercati. È dunque necessario attuare interventi strutturali forti ed investimenti importanti sulle energie rinnovabili mirati ad affrancare l'Italia e la Calabria dalla dipendenza energetica. Le azioni di efficientamento energetico offrono numerosi vantaggi: rappresentano in primo luogo un valido aiuto per ridurre il peso della bolletta energetica, consentendo di abbattere i costi;
sono uno strumento fondamentale per favorire la riduzione delle emissioni di CO2, contribuendo ad un'effettiva transizione ecologica;
- nel comunicato dell’8 gennaio 2022, la CGIA di Mestre, sulla base dei calcoli effettuati dall’Ufficio studi, ha evidenziato che, rispetto al 2019, ammonta a quasi 36 miliardi di euro l’extra costo stimato che le imprese italiane sosterranno quest’anno a causa solo dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche. L’incremento del costo per le imprese ubicate in Calabria sarà pari a 424 milioni di euro. Secondo la Nota del 17 gennaio 2022 sui rincari delle commodities, realizzata dal Centro Studi di Confindustria, tale evoluzione dello scenario energetico comporta per la manifattura italiana un incremento di costi per la fornitura di energia che passano dagli 8 miliardi circa nel 2019, ad oltre 20 miliardi nel 2021 e oltre 37 miliardi nel 2022. Si tratta di un incremento del costo complessivo del 350% nel 2021 e del 650% rispetto ai costi del 2020. Tali aumenti di costi risultano insostenibili in termini di competitività per le imprese italiane. A subire gli effetti dei rincari è anche l’intera filiera agroalimentare, così importante nella nostra regione, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione. Agli aumenti di luce e gas si aggiunge il rincaro dei carburanti che si abbatte in particolare sul mondo dell’autotrasporto facendo chiudere le imprese e mettendo in difficoltà lavoratori e famiglie;
- in una nota del 3 marzo 2022 Confcommercio, in collaborazione con Nomisma Energia, ha stimato gli effetti del conflitto in Ucraina sulle imprese del terziario di mercato. Lo scoppio della guerra in Ucraina il 24 febbraio scorso ha innescato una forte instabilità al rialzo dei prezzi dell'energia, già in atto da mesi, con incrementi di circa il 50% delle quotazioni del gas e dell'elettricità sui mercati internazionali. Conseguentemente, l'impatto sulla bolletta energetica di famiglie e imprese diventa sempre più pesante e difficilmente sostenibile. In particolare, per le imprese del terziario di mercato dei settori del commercio, della ricettività e della ristorazione un aggravamento del conflitto, con l'eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, con un incremento di oltre il 160% rispetto al 2021;
sul fronte carburanti, il prezzo del petrolio macina nuovi record e spinge il gasolio oltre 1,8 € al litro e con il conflitto in corso per l'autotrasporto si rischia una maggiore spesa annua di 21 miliardi. Il prezzo del gas, quello più esposto alla crisi degli ultimi mesi, a inizio febbraio era intorno a 80 € per megawattora, per salire a 120 € il giorno dell'inizio del conflitto e toccare, in questi ultimi giorni, punte anche superiori a 170 €, livelli incomparabili con i 25 € di un anno fa;
- è necessario promuovere iniziative concrete per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese e una delle misure può essere quella di incentivare e diffondere in modo capillare le comunità energetiche, al fine di contribuire in maniera consistente alla produzione di energia rinnovabile a scala locale e apportare benefici ambientali ed economici anche al sistema energetico nazionale;
- sarebbe quanto mai necessaria la riqualificazione energetica degli immobili gestiti dall’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Calabria (ATERP) e il loro inserimento in comunità energetiche rinnovabili, non solo ai fini dell’accrescimento di valore del patrimonio immobiliare, ma anche in considerazione del fatto che gli inquilini occupanti sono notoriamente soggetti a basso reddito che beneficerebbero in modo rilevante dei risparmi in bolletta ottenuti grazie a tali interventi;
Impegna la Giunta regionale
1. Ad aggiornare il PEAR (Piano Energetico della Regione Calabria), trasformandolo in PREAC (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima) che persegua il più ampio ricorso a strumenti che migliorino insieme sicurezza energetica, tutela dell’ambiente e accessibilità dei costi dell’energia, rafforzando l’impegno per la transizione ecologica e la decarbonizzazione dell’economia, tenendo in debita considerazione aspetti di sostenibilità economica e sociale, nonché di compatibilità con altri obiettivi di tutela ambientale e possa indicare nuovi scenari evolutivi dello sviluppo energetico regionale, gli obiettivi e gli strumenti della politica energetica regionale, la formulazione di indirizzi generali, le proposte volte a incentivare il ricorso alle energie rinnovabili ed al risparmio e all’efficientamento energetico e la definizione di un programma dettagliato delle azioni da realizzare. 2. A promuovere le comunità energetiche e l’autoconsumo, assumendo un ruolo di protagonista nella fase del cambiamento e per intercettare i finanziamenti previsti dal PNRR, anche mediante la creazione di una Comunità Energetica Regionale Calabrese che funga da centro di coordinamento e impieghi anche aree o edifici di proprietà regionale, mettendo al centro il cittadino, le associazioni, le piccole e medie imprese e gli enti locali, in modo che siano protagonisti e beneficiari della transizione energetica e sostenendo prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica. 3. A porre in essere tutti gli atti necessari volti a garantire la possibilità di usufruire nei termini di legge, dei bonus di efficientamento energetico riguardanti gli immobili di edilizia residenziale pubblica gestiti dall’ATERP e a favorire la costituzione delle comunità energetiche per gli stessi edifici, così da riqualificare il patrimonio esistente, valorizzare gli immobili e migliorare le condizioni di vita degli inquilini, solitamente a basso reddito, con una diminuzione dei costi dell’energia consumata. 4. Ad individuare risorse per l’emanazione di bandi, in particolare per le piccole e medie imprese calabresi, che prevedano incentivi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti delle imprese e delle attività produttive, compensando l’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera dei trasporti e della logistica, anche estendendo la platea dei beneficiari e individuando eventuali possibili misure di sostegno per le imprese calabresi e le famiglie meno abbienti per far fronte all’aumento dei costi di energia e gas. 5. A interloquire con il Governo Nazionale per promuovere iniziative concrete per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese con la finalità di tutelare la competitività delle imprese e ridurre l'impatto negativo sui consumi delle famiglie. 6. A prevedere lo stanziamento di maggiori risorse per finanziare, attraverso la costituzione di un fondo rotativo per l'accesso al credito gestito da Fincalabra S.p.A. (con le seguenti caratteristiche: essere uno strumento finanziario a tasso zero, essere estendibile alla vita utile dell’impianto ed essere inoltre strutturato come un fondo garantito), l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici, di dispositivi di accumulo energetico nonché la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile, finalizzati al conseguimento degli obiettivi di transizione energetica e riduzione dei consumi delle imprese calabresi nonché alla diffusione capillare di comunità energetiche rinnovabili. 7. A promuovere anche avvalendosi dei principali canali di comunicazione sia tradizionali che digitali di Regione Calabria, iniziative di divulgazione, promozione e informazione finalizzate ad ampliare le conoscenze in merito alla transizione energetica, lo sviluppo di comunità energetiche, l’utilizzo di fonti rinnovabili nei confronti dei cittadini, delle associazioni, delle imprese e degli Enti locali. 8. A sostenere, in sede di Conferenza Stato Regioni e presso tutte le opportune sedi di confronto con il Governo nazionale, il coinvolgimento del livello territoriale, ovvero delle Regioni, nella predisposizione dei progetti attuativi del PNNR, finalizzati allo sviluppo dell’utilizzo delle energie e alla tutela delle risorse rinnovabili, affinché il PNNR diventi lo strumento principale per la diffusione sul territorio della produzione di energia da fonti rinnovabili. 9. A promuovere iniziative volte a rafforzare lo sviluppo della filiera in Regione Calabria per la promozione delle energie rinnovabili e per la loro integrazione nel contesto locale per abbassare ulteriormente i prezzi degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

A. BRUNI, N. IRTO, D. TAVERNISE

INTERROGAZIONE N. 40 DEL 18/03/2022 - Potenziamento connessione intermodale porto di Gioia Tauro.

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
- il porto di Gioia Tauro è il più grande presente in Italia e grazie alla sua posizione geografica riveste un ruolo di infrastruttura di importanza strategica per l’intero Mediterraneo e rappresenta uno snodo nevralgico per la logistica nazionale e internazionale;
- la funzione di Gateway del porto di Gioia Tauro non è pienamente operativa mancando di una rete ferroviaria moderna che assicuri una connessione intermodale efficiente con l'entroterra, in grado di garantire un trasferimento veloce delle merci dallo scalo portuale verso il resto del Paese, dell’Europa e viceversa;
- l’offerta di trasporti intermodali da e per Gioia Tauro risulterebbe potenziata attraverso un’opera di adeguamento della struttura di collegamento ferroviario tra il terminal portuale e la rete ferroviaria di RFI;
- con un ritardo di quasi un anno, nel mese di maggio 2021, con delibera n. 221, la Giunta regionale esprime formale intesa su quanto indicato all’ articolo 208 del decreto-legge 34/2020, grazie al quale si perfezionava il trasferimento a titolo gratuito del collegamento ferroviario Rosarno-San Ferdinando e il relativo impianto a RFI;
- sempre l’ articolo 208 del decreto legge 34/2020, con il trasferimento del raccordo a RFI ha intenso qualificare questo tratto ferroviario in infrastruttura nazionale e affidare pertanto a RFI, quale gestore dell’infrastruttura nazionale, il processo di ammodernamento e di adeguamento di questa linea ferroviaria agli standard della rete nazionale ed europea, dal punto di vista infrastrutturale, tecnologico e di sicurezza;
- l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha approvato il regolamento del comprensorio ferroviario del porto di Gioia Tauro, adottato dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, autorizzando altresì la gestione unica del raccordo ferroviario ad opera di RFI. Considerato che: - ancora oggi non è stato completato il trasferimento del raccordo ferroviario Rosarno-San Ferdinando e del relativo impianto a RFI;
- in fase di ricognizione dei beni oggetto del trasferimento è risultato che le particelle catastali interessate dal tratto ferroviario in questione sono di proprietà del CORAP e addirittura alcune di esse di proprietà di privati;
- il mancato perfezionamento del trasferimento ha determinando la sospensione delle operazioni di intervento di ammodernamento del raccordo da parte di RFI;
- il PNRR ha previsto risorse pari a 60 milioni di euro per la realizzazione di interventi di potenziamento del collegamento ferroviario del porto di Gioia Tauro e che in particolare questi interventi consistono nel raddoppio della bretella di collegamento tra San Ferdinando e Rosarno, nella sistemazione dell’impianto di Rosarno per la realizzazione di almeno un binario con modulo pari a 750 metri, nella revisione della stazione di San Ferdinando per la realizzazione di binari modulo pari a 750 metri e nell’ammodernamento dei sistemi di sicurezza e segnalamento;
- i lavori dovranno essere realizzati in coerenza con i tempi fissati dal PNRR che impongono la rendicontazione al 2026 e pertanto il ritardo dovuto al mancato trasferimento del raccordo rischia ancora una volta di vanificare ogni tentativo di rendere definitivo il rilancio dell’infrastruttura portuale considerato da sempre e da tutti sicuro volano dell’economia dell’intera regione;
- persino le ultime dichiarazioni del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in visita al porto di Gioia Tauro nei giorni scorsi, hanno evidenziato le potenzialità dell’infrastruttura definendola strategica per il sistema logistico del Paese anche grazie al collegamento con l’Alta Velocità ferroviaria;
- il perfezionamento del passaggio della proprietà del collegamento ferroviario Rosarno San Ferdinando dalla Regione a RFI non può più attendere oltre, con l’augurio che le ultime vicende che hanno interessato il CORAP, dimissioni inattese del commissario liquidatore e conseguente nomina del suo sostituto, non siano utilizzate come pretesto per ulteriori ritardi. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
- quali azioni intende intraprendere e quali interventi intende attuare affinché si completi il trasferimento della proprietà del collegamento ferroviario Rosarno-San Ferdinando dal CORAP alla Regione e alla società RFI e si permetta di portare a termine i lavori secondo programmazione e nei tempi previsti.

E. ALECCI, D. BEVACQUA, F. IACUCCI, N. IRTO, R. MAMMOLITI

RISOLUZIONE N. 1 - Per la pace in Ucraina

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA

Esprime la più ferma condanna per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e i bombardamenti delle città, avvenuti in spregio ad ogni regola del diritto internazionale per sottomettere uno stato sovrano, rifiutando ogni tentativo d’intesa negoziale e minando la pace e la stabilità dell’Europa;

CHIEDE

al Governo italiano, agli Stati membri e alle istituzioni dell’Unione Europea di impegnarsi in un’iniziativa di contrasto dell’aggressione assumendo le misure necessarie, entro la reazione della comunità internazionale che l’Onu deve garantire e con un ruolo attivo nelle alleanze difensive a partire dalla NATO, perché l’invasione sia fermata, l’Ucraina sia liberata e si possa tornare all’applicazione degli accordi di Minsk e al rispetto degli accordi di Helsinki, ribadendo il principio fondamentale dell’inviolabilità delle frontiere.

S’IMPEGNA

- a far sentire al popolo ucraino la reazione e la solidarietà dei cittadini italiani e la più forte condanna morale e politica di Putin e delle sue azioni di guerra;
- a creare ogni possibile mobilitazione contro l'aggressione russa, per la pace e la garanzia del diritto internazionale in concorso con le altre istituzioni locali e con la
società civile che si oppone al sopruso e alla sfida portata alla democrazia e alla convivenza dei popoli.

F.to: Irto, Alecci, Bevacqua, Iacucci, Mammoliti

Hanno votato a favore i gruppi: FORZA ITALIA, FORZA AZZURRI, CORAGGIO ITALIA, FRATELLI D’ITALIA, LEGA SALVINI, UNIONE DI CENTRO, PARTITO DEMOCRATICO, MOVIMENTO 5 STELLE, DE MAGISTRIS PRESIDENTE, MISTO.

Testo approvato dal Consiglio regionale nella 6 ^ seduta del 28 febbraio 2022.

Reggio Calabria, 3 marzo 2022

INTERROGAZIONE N. 27 DEL 15/02/2022 - Elettrificazione linea ferrovia jonica

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
la ferrovia jonica calabrese è una delle poche tratte ferroviarie italiane, con posizione strategica per lo sviluppo dell'intera regione, a non essere elettrificata. E mentre altrove si progetta l'alta velocità, sulla costa jonica calabrese ancora si fatica a completare l'elettrificazione. L’importanza di tale collegamento per il nostro territorio risulta fondamentale, oltre che per assicurare il diritto alla mobilità dei residenti, per le positive ricadute che potrà avere nel settore socio economico e produttivo oltre che nel settore turistico;
nel maggio 2017 è stato siglato il Protocollo d'intesa tra Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana e Regione Calabria per "Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica", consistente nella realizzazione di interventi per 477 milioni di euro, derivanti per 307 milioni di euro da delibera CIPE n. 54 del 1 dicembre 2016, per 40 milioni di euro, relativamente alla soppressione dei passaggi a livello, con risorse dalla Regione Calabria con garanzia di rimborsi da RFI, per 40 milioni di euro da risorse dello Stato già attribuite a RFI, nonché ulteriori 90 milioni di euro derivanti dalle risorse per la velocizzazione della linea tirrenica, riallocate dal MIT, su proposta della Regione Calabria e d’intesa con RFI, sulla tratta ferroviaria jonica. Tra i principali interventi previsti: (a) velocizzazione ed elevazione a rango C di tutta la linea jonica;
(b) eliminazione di passaggi a livello e realizzazione di opere viarie alternative;
(c) rinnovo degli scambi e dei binari, nei punti della rete in cui è necessario;
(d) prolungamento di alcuni sottopassi e la costruzione di nuovi;
(e) riqualificazione di stazioni, con particolare attenzione a quelle con maggiore traffico di viaggiatori. Nel 2017 sono stati: eseguiti lavori di rinnovo armamento di linea per 63 km di infrastruttura;
avviata l'attività di rimozione di 77 PL pubblici e 12 PL privati con 6 PL per i quali i lavori sono stati consegnati;
lavori di rinnovo armamento, installazione deviatoi e rinnovo binari in alcune stazioni (Corigliano, Calopezzati, Mandatoriccio, Simeri, Crucoli, Cropani);
lavori di rinnovo binari nei pressi di 14 PL nella tratta Sibari-CZ Lido;
adeguamento e manutenzione galleria di Cutro. Nel 2018 lavori di adeguamento infrastrutturale nella tratta Metaponto-Sibari;
lavori nelle stazioni di tale tratta (tra cui Trebisacce, Montegiordano, Mirto Crosia, Botricello, Gioiosa J., Bovalino, Palizzi);
lavori di rinnovo binari con risanamento massicciata in alcune tratte della infrastruttura tra Rossano — Mirto Crosia e a scendere fino a Crotone. A tale azione si dovevano affiancare i lavori di elettrificazione della linea jonica. Intervento che ricade in un contesto complessivo di velocizzazione tramite elettrificazione che comprende la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme e la linea Sibari-Catanzaro Lido per un budget complessivo che uno studio di fattibilità di RFI aveva stimato in circa 275 milioni con risorse provenienti da Contratto di Programma RFI, Fondi FSC (Delibera CIPE del 28 Febbraio 2018) e altre fonti di competenza regionale e RFI;
i lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Catanzaro Lido hanno avuto inizio il 30 agosto 2018 con la posa dei primi pali tipo LS, la realizzazione dei plinti e la posa in opera dei tralicci per la trazione elettrica, nella stazione di località Corigliano a Corigliano-Rossano (Cosenza) e dovrebbero concludersi, sempre relativamente al tratto Sibari-Catanzaro Lido, entro il 2023;
il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ha commissariato la Ferrovia Jonica tra Catanzaro Lido e Sibari, dove i lavori hanno subito un rallentamento, e la trasversale Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, dove i lavori di rinnovo, rettifica, velocizzazione ed elettrificazione non sono in realtà mai iniziati, pur essendo finanziati;
il commissariamento prevede l’accelerazione del processo di potenziamento infrastrutturale ed elettrificazione della Lamezia Terme Centrale – Catanzaro Lido, nelle seguenti fasi: – Fase funzionale 1: Potenziamento Lamezia Terme – Catanzaro Lido – Fase funzionale 2: Elettrificazione Lamezia Terme – Catanzaro Lido Relativamente all’Elettrificazione della Ferrovia Jonica, questo è il cronoprogramma: – Fase funzionale 1: Elettrificazione Catanzaro Lido – Crotone – Fase funzionale 2: Elettrificazione Crotone – Sibari. Il commissario straordinario per l’opera, nominato con DPCM del 6 agosto 2021, è l’Ingegnere ... , dirigente di Rete Ferroviaria Italiana. L’obiettivo è di portare a termine l’elettrificazione della tratta Sibari – Catanzaro Lido entro il 2023. Considerato che: l’intervento del costo stimato di 315 milioni nei tratti Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme è stato definitivamente finanziato con la somma aggiuntiva di 94 milioni di euro del PNRR;
risulta essere già stato avviato lo studio di fattibilità per definire l’intervento da realizzare con le risorse stanziate a valere sul fondo PNRR, per quanto riguarda l’elettrificazione del tratto Catanzaro Lido - Melito Porto Salvo. Tenuto conto che: durante la realizzazione della sola palificazione (avviata, come detto, nel 2018) sulla tratta Sibari - Catanzaro Lido, sono sorte problematiche strutturali all’interno della Galleria di Cutro e lungaggini burocratiche nella progettazione delle sottostazioni elettriche. Preso atto che: nella tratta Sibari – Catanzaro Lido i lavori risultano fermi da circa due anni, nonostante il commissariamento, e a tre anni e mezzo dalla posa del primo palo dell'elettrificazione in corso, il cronoprogramma non sembra soddisfare le iniziali tempistiche previste, nonostante gli interventi di rinnovo e velocizzazione di questa tratta siano già finanziati;
le risorse previste nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nello specifico quelle del piano di infrastrutture per la mobilità, territorializzato dal Ministero, risultano essere, per la Calabria, un miliardo e 419,37 milioni di euro complessivi, che rappresentano il 5,5% del totale delle risorse gestite dal dicastero alle Infrastrutture. In particolare 785,82 milioni di euro provenienti dal Pnrr e 633,55 milioni dal Piano nazionale complementare. Per quanto riguarda le opere ferroviarie finanziate in Calabria, risultano esserci le tratte Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria e la Trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido a cui il ministero ha dedicato ulteriori 300 milioni di euro;
la Calabria attende queste importanti opere, alta velocità compresa, da decenni e il commissariamento dell’opera Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme avrebbe dovuto impedire proprio le lungaggini e il blocco sine die dei lavori. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGANO il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
1. che iniziative stia assumendo la Regione Calabria per velocizzare il completamento dell’elettrificazione sull’intera linea ferroviaria jonica;
2. se intende attivarsi per conoscere il cronoprogramma dell’opera e ottenere precise indicazioni sui tempi e sulle modalità degli interventi previsti e sulla effettiva funzionalità della infrastruttura e per intervenire in merito alla generale situazione di stallo dei lavori di elettrificazione, in particolar modo sulla tratta Sibari - Catanzaro Lido - Lamezia Terme.

D. TAVERNISE, N. IRTO, A. BRUNI

INTERROGAZIONE N. 23 DEL 07/02/2022 - Gestione Sistema idrico Calabria

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:

 - il Dlgs 152/2006 nazionale norma il “Sistema Idrico”;
- la Legge Regionale 18 maggio 2017, n. 18, istituisce l’“AUTORITÀ IDRICA DELLA CALABRIA”;
- L’assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica della Calabria - con deliberazione n. 5/2020 del 30 novembre 2020 – ha ritenuto opportuno procedere nella scelta della forma di gestione in “house” (Società interamente Pubblica);
- L’Assemblea dei Sindaci ha approvato il 28 dicembre 2020 il PIANO D’AMBITO;
- Il direttore Generale dell’Autorità Idrica ha prospettato due scenari, definiti attraverso una relazione tecnica di dettaglio redatta in partenariato con l’Agenzia Governativa Invitalia: - il primo scenario prevedeva la trasformazione di So.Ri.Cal. S.p.A. in società totalmente pubblica, e successiva incorporazione delle gestioni comunali e delle società/soggetti che gestiscono il Servizio Idrico Integrato;
- il secondo scenario prevedeva la costituzione di un nuovo soggetto – partecipato dai Comuni calabresi - per la gestione integrata dei segmenti “distribuzione idrica interna ai centri abitati, fognatura e depurazione”;
- con la deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica n. 39/2021 si individuava la Società Cosenza Acque S.p.A. (affidataria del servizio idrico integrato nel 2010, per la sola provincia di Cosenza) quale centro aggregatore dei Comuni calabresi, nelle more della ripubblicizzazione di So.Ri.Cal. S.p.A.;
contestualmente, è stato, quindi, revocato lo stato di liquidazione (con atto notarile del 22/12/2021), in cui versava la società Cosenza Acque, e disposta la trasformazione della stessa in Azienda Speciale Consortile;
la nuova Azienda è stata resa disponibile alla partecipazione di tutti i Comuni calabresi;
- all’Azienda Speciale Consortile è stata dato il nome di “ACQUE PUBBLICHE DELLA CALABRIA” (A.P.C.);
- l’Autorità Idrica ha provveduto ad affidare provvisoriamente (decreto DG AIC n. 82 del 23/12/2021) ad Acque Pubbliche della Calabria il servizio idrico integrato per i segmenti “distribuzione idrica interna ai centri abitati, fognatura e depurazione”. Tenuto conto che: - in data 08/11/2021 è stato pubblicato l’“Avviso pubblico di manifestazione di interesse per la formulazione di proposte progettuali nell’ambito dell’Asse IV” del PON Infrastrutture e Reti 2014-2020, avente ad oggetto “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”;
- in data 23/12/2021 le strutture tecniche dell’Autorità Idrica hanno predisposto una proposta progettuale, avanzata al Ministero delle Infrastrutture il 23/12/2021 a valere sui fondi messi a disposizione dal programma React-Eu;
- il 20 dicembre 2021 la Conferenza Stato - Regioni ha approvato lo schema di Decreto contenente l’Avviso per accedere alle risorse destinate dal PNNR al miglioramento delle reti idriche, “Investimento 4.2 – M2C4”, nella consistenza complessiva di 900 Mln di euro. Di queste risorse il 40% sono destinate alle Regioni del Sud, tra cui la Calabria;
- sulla base di quanto sopra detto, le proposte per accedere alle risorse non potranno essere presentate dai singoli Comuni, bensì dai soggetti affidatari del servizio a norma del D.Lgs. 152/2006;
- alle risorse potranno avere accesso solo gli operatori in regola con le disposizioni legislative e con i Deliberati emanati dal Regolatore Nazionale ARERA, nonché gli operatori che non versino in stato di liquidazione societario. Preso atto che: - con deliberazione n. 210 della seduta del 24 maggio 2021, la Regione Calabria ha approvato una Delibera di Giunta avente ad oggetto: “Organizzazione del Servizio Idrico Integrato nell’ambito territoriale ottimale coincidente con l’intero territorio regionale”. Nella delibera vi è un chiaro indirizzo politico demandato agli uffici competenti per pervenire all’uscita del socio privato di So.Ri.Cal. e rendere la società interamente pubblica;
- la So.Ri.Cal è una società in liquidazione e non può accedere alle risorse del PNRR;
- la volontà del Presidente della Giunta Regionale, espressa nelle linee guida di governo, di costituire una Multiutility che inglobi anche la gestione del sistema idrico. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:
1) in relazione al segmento di captazione, la cui gestione è in capo alla So.Ri.Cal. S.p.A., lo stato attuale delle iniziative volte a ripubblicizzare il soggetto in argomento per come manifestato nella citata DGR 210/2021, in che misura le note criticità finanziarie del gestore stesso impattano sul bilancio regionale e come si intendono risolvere;
2) la strategia, gli obiettivi perseguiti e il piano di investimenti in relazione alla volontà manifestata dal Presidente della Giunta Regionale per la costituzione di una multiutility per i servizi a rete;
3) il piano di azioni che si intende avviare in relazione al percorso organizzativo attivato dall’Azienda Speciale Consortile “Acque Pubbliche della Calabria”;
4) se sia in atto un’adeguata informativa e interlocuzione con l’Ente di Governo d’Ambito (AIC) e se sia stata definita la tempistica relativa al percorso di costituzione dell’istituendo ‘gestore unico integrato’ in ossequio a quanto definito dai dispositivi di legge in vigore;
5) il piano di interventi, gli obiettivi e le risorse che si intendono predisporre e destinare in relazione all’accesso ai fondi resi disponibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stante l’urgenza formulata dal cronoprogramma operativo dello stesso Piano.

A. BRUNI, N. IRTO, D. TAVERNISE

INTERROGAZIONE N. 22 DEL 02/02/2022 - Tamponi gratuiti per gli alunni delle scuole dell’infanzia

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
-il Consiglio dei Ministri il 7 gennaio 2022 ha approvato il DECRETO-LEGGE N.1 avente ad oggetto: “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID- 19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore;
-l’articolo 5 al comma 1 del DECRETO-LEGGE “ assicura, sino al 28 febbraio 2022, l’attività di tracciamento dei contagi da COVID-19 nell’ambito della popolazione scolastica delle scuole secondarie di primo e secondo grado … mediante l’esecuzione GRATUITA di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-Cov-2 … sulla base di idonea prescrizione medica rilasciata dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, presso le farmacie …;
-giorno 15 gennaio 2022 con apposita comunicazione della Vice Presidente della Giunta Regionale, la Regione Calabria ha adottato il DECRETO-LEGGE n.1 del 7 gennaio 2022 rendendo disponibile la funzionalità per la richiesta di tamponi gratuiti nelle scuole per tutti gli studenti;
Preso atto che: -il DECRETO-LEGGE N.1 del 22 gennaio 2022 non contempla la possibilità di tamponi gratuiti anche per gli alunni delle scuole dell’infanzia e della primaria, escludendoli e ponendo di fatto una ingiustificata discriminazione tra studenti, in quanto per ogni bambino vengono effettuati almeno due o anche più tamponi in presenza di sintomi o di malattia accertata;
-con il successivo DECRETO-LEGGE n. 4 del 27 gennaio 2022 il Governo ha disposto l’esecuzione gratuita di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-CoV-2 anche alla popolazione scolastica delle scuole primarie (art. 30 comma 2);
-Il Commissario Straordinario, Generale ... , ha emanato una circolare per l’esecuzione del DECRETO-LEGGE 27 gennaio n. 4 con cui si precisa che l’articolo 30 comma 2 si applica fino al 28 febbraio 2022 secondo la procedura disciplinata dall’articolo 5 del DECRETO-LEGGE 7 Gennaio 2022, n.1;
-il DECRETO- LEGGE N.1 del 7 Gennaio 2022 e il DECRETO-LEGGE N.4 del 28 gennaio 2022, tuttavia, non prevedono la possibilità di tamponi gratuiti per gli alunni delle scuole dell’infanzia dove, peraltro, il rischio di contagio è maggiore perché la vaccinazione o non è prevista oppure è poco diffusa. TUTTO CIO’ PREMESSO SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
Per sapere:
Quali provvedimenti intende assumere per superare questa discriminazione al fine di garantire, nell’ottica del potenziamento delle attività di contact tracing e di testing, lo stesso trattamento anche agli alunni della scuola dell’infanzia.

A. BRUNI, N. IRTO, D. TAVERNISE

INTERROGAZIONE N. 21 DEL 01/02/2022 - Trasparenza e pubblicità - rispetto dei termini per la pubblicazione degli atti

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
-in data 28 dicembre veniva approvata da parte della giunta regionale la delibera n. 610 avente ad oggetto: “Legge 23 luglio 2009, n. 99 – Decreti del Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico del 25 febbraio 2016 e del 14 settembre 2016: Programma Royalties Calabria ” – Approvazione "indicazioni Operative per gli ambiti" e riparto tra gli ambiti territoriali sociali della regione”, nell’ambito della quale veniva stabilita l’erogazione di finanziamenti pari ad euro 1.528.168,20 per la realizzazione del ‘Progetto per centri diurni semiresidenziali per l’accoglimento di affetti da ALZHEIMER’ finalizzato non solo per l’attivazione o il potenziamento della rete dei servizi territoriali, dei Centri Diurni già esistenti, ma anche per la realizzazione dei “Cafè Alzheimer”;
- l’art. 11 (“Termini per la pubblicazione”) della l.r. n.11 del 2011 (“Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”) stabilisce che: “1. Le Leggi ed i Regolamenti della Regione sono pubblicati entro 10 giorni decorrenti rispettivamente dalla data di promulgazione e di emanazione. 2. Gli altri atti sono pubblicati entro 15 giorni dalla data della loro ricezione da parte dell'Ufficio del BURC. 3. L'invio degli atti per la pubblicazione all'Ufficio del Bollettino Ufficiale deve essere effettuato nel termine perentorio di cinque giorni dall’emanazione.” -la delibera della giunta regionale n. 610 del 28 dicembre 2021 veniva pubblicata sul Burc con notevole ritardo e precisamente, SOLO in data 28 gennaio c.m.;
-secondo quanto previsto dalla legge regionale citata, infatti, la delibera doveva essere trasmessa dal Dipartimento Lavoro e Welfare, entro 5 giorni all’ufficio Burc (3 gennaio), per esser pubblicata entro (lasso di tempo “lungo”) i 15 giorni successivi, ossia entro il 18 gennaio (ex art 11 comma 2);
- tuttavia, in data 24.01.2022 veniva pubblicato sul Burc prima della pubblicazione della citata delibera, il decreto dirigenziale del Dipartimento Lavoro e Welfare n. 14107 del 31.12.2021 (atto di natura provvedimentale) e successivo all’adozione della delibera nr. 610 (atto prodromico adottato dell’organo di indirizzo politico);
-con la conseguenza che la pubblicazione non tempestiva della delibera suesposta, che prevedeva, altresì, a carico dei soggetti attuatori (i comuni capofila individuati nei rispettivi ambiti territoriali) una serie di adempimenti procedurali con relative scadenze già temporalmente stabilite a priori, ossia: “1.entro il 30 gennaio 2022 pubblicare avviso pubblico per l’individuazione del soggetto a cui verrà affidata la realizzazione dell’intervento;
2.entro il 28 febbraio 2022 approvare la graduatoria;
3.entro il 10 marzo 2022 inviare alla regione graduatoria definitiva;
4.entro il 1° aprile 2022 avviare le attività;
non ha garantito agli enti locali individuati la possibilità di poter, in tempi ragionevoli, prendere conoscenza e presentare i progetti per poter usufruire dei finanziamenti previsti nella delibera stessa;
- tale modus operandi non è in linea con quanto previsto dalla normativa sulla trasparenza, intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la “partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle ricorse pubbliche";
-sono evidenti le conseguenze pregiudizievoli a carico soprattutto dei cittadini affetti da Alzheimer per la mancata possibilità di poter usufruire di servizi destinati a supporto della loro malattia;
Considerato che: -è paradossale che un decreto dirigenziale (il 14107 del 31.12.2021, pubblicato il 24 gennaio 2022) richiami genericamente una delibera la n. 610 del 28 dicembre 2021 e i suoi allegati senza essere mai stata pubblicata;
-così come è paradossale osservare, altresì, dall’esame del bollettino ufficiale del 28 gennaio 2022 che alcune delibere di giunta regionale approvate in data 20 gennaio c.m. sono state pubblicate tempestivamente in data 28 gennaio, solo dopo appena 8 giorni, mentre lo stesso non è avvenuto per la delibera n.610 nonostante prevedesse dei termini ben precisi per la presentazione di progetti e l’erogazione dei relativi finanziamenti;
Preso atto che: -l’art. 11 della legge regionale n.11 del 2011 stabilisce i termini di pubblicazione, in particolare: “1. Le Leggi ed i Regolamenti della Regione sono pubblicati entro 10 giorni decorrenti rispettivamente dalla data di promulgazione e di emanazione. 2. Gli altri atti sono pubblicati entro 15 giorni dalla data della loro ricezione da parte dell'Ufficio del BURC. 3. L'invio degli atti per la pubblicazione all'Ufficio del Bollettino Ufficiale deve essere effettuato nel termine perentorio di cinque giorni dall’emanazione”;
-si tratta di una norma fondamentale per garantire la trasparenza dell’azione amministrativa e rendere conoscibili all’esterno gli atti approvati dalla Giunta, soprattutto quando è necessario attivarsi per poter fruire di benefici od opportunità comunque previste dall’atto o per ottemperare a eventuali ordini o disposizioni nello stesso contenute;
-tutti gli obblighi di trasparenza sono disciplinati in unico testo normativo, il d.lgs. 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicazione e diffusione di informazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni” e succ. modd., decreto che costituisce un punto di svolta dei concetti stessi di trasparenza e pubblicità;
Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
-la motivazione della violazione dei termini di pubblicazione previsti dall’art 11 della legge regionale n.11/2011 con riferimento alla delibera nr. 610 del 28.12.2021;
-quali sono le azioni che saranno intraprese e/o gli strumenti che saranno adottati per garantire il rispetto degli obblighi di pubblicazione e trasparenza.

A. BRUNI, N. IRTO, D. TAVERNISE

INTERPELLANZA N. 3 DEL 31/01/2022 - Svolgimento attività lavorativa in modalità agile presso gli uffici regionali e controllo applicazione regole anti contagio

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
-nonostante il DPCM del 23 settembre 2021 abbia ripristinato come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle amministrazioni pubbliche quella svolta in presenza, sia stato mantenuto l’obbligo di assicurare il rispetto delle misure sanitarie di contenimento del rischio di contagio da Covid-19;
-con il decreto dell’8 ottobre 2021, il Ministro per la Pubblica Amministrazione ha disciplinato lo svolgimento della prestazione lavorativa in presenza del personale delle pubbliche amministrazioni ma ha anche individuato le condizioni e i requisiti necessari per utilizzare il lavoro agile;
-il dilagare dei contagi da Covid 19 e la continua preoccupante ascesa della pandemia ha riproposto la necessità di utilizzare ogni strumento utile a diminuire le possibilità del diffondersi del virus e pertanto, con la circolare ministeriale congiunta tra il ministro per la Pubblica amministrazione e del Lavoro del 5 gennaio 2022, si è inteso sensibilizzare anche le amministrazioni pubbliche a usare pienamente tutti gli schemi di lavoro agile già presenti all’interno delle regolazioni contrattuali e normative, precisando che ciascuna amministrazione è libera di organizzare la propria attività con ampia flessibilità modulandola, come necessario in questo particolare momento, sulla base dell’andamento dei contagi, mantenendo però invariati i servizi resi all’utenza;
Considerato che: -la Funzione Pubblica CGIL Calabria, alla luce dei casi annunciati di contagio presso alcune sedi dei Centri per l’Impiego (CPI), hanno ripetutamente chiesto l’attivazione dello smartworking per i dipendenti, secondo le nuove norme, al fine di tutelare la loro salute e quella dei loro familiari;
-la stessa Organizzazione ha evidenziato un trattamento disomogeneo nei confronti dei dipendenti dei CPI regionali in quanto, negli stessi uffici, ove necessario, vista la chiusura per inagibilità, è stato disposto lo smartworking e, pertanto, risulta non chiaro come l’esigenza di un’essenziale erogazione giornaliera dei servizi da parte di tutto il personale in presenza sia sentita esclusivamente solo per alcuni CPI, quando invece dovrebbe tradursi nel ripristino sull’intero territorio regionale dei tanti CPI chiusi ormai da tempo;
-sempre la FP CGIL Calabria ha affermato che il lavoro da remoto opportunamente combinato con il lavoro in presenza, garantirebbe l’espletamento di tutte le pratiche e l’erogazione di tutti quei servizi che i Centri per l’Impiego devono assicurare;
-la suddetta Organizzazione ha, altresì, richiesto il controllo dell’applicazione nei CPI delle misure cautelative per evitare il diffondersi del contagio, quali la verifica del distanziamento tra le postazioni dei dipendenti, il numero di postazioni per stanza, il contingentamento dell’affluenza del pubblico/utenza, in seguito a svariate segnalazioni di mancato rispetto di tali misure. Tenuto conto che: -il lavoro agile rappresenta la forza della Pubblica Amministrazione in quanto, nell’ottica dell’ottimizzazione dei tempi e degli spazi, è finalizzato a conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e al contempo garantire l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro;
-le disposizioni normative sono proiettate verso una rivoluzione digitale della Pubblica Amministrazione intesa anche come rinnovamento organizzativo e funzionale attraverso l’utilizzo di un modello di lavoro più flessibile e più moderno, quale il lavoro agile;
-gli eventi degli ultimi anni hanno incentivato il Governo a predisporre delle disposizioni rivolte a tutte le Amministrazioni Pubbliche affinché queste valutino una programmazione delle attività in modalità agile che, con massima flessibilità, preveda una rotazione equilibrata del personale tra lavoro in presenza e lavoro agile, secondo le modalità organizzative più opportune, tenuto conto dell’andamento epidemiologico nel breve e nel medio periodo e delle contingenze, che possono riguardare i propri dipendenti;
-diversi Dipartimenti e Settori regionali si stanno determinando in tal senso, nel rispetto della salute dei propri dipendenti e pertanto, al fine di evitare un approccio non omogeneo alla problematica, sarebbe auspicabile la predisposizione di un regolamento sul lavoro agile che, in maniera uniforme, indichi i principi generali di adeguamento alle indicazioni ministeriali, consentendo a tutti i dipendenti pubblici regionali, che svolgono attività lavorative smartizzabili, di poter rendere parte del proprio lavoro nella modalità più consona all’attuale grave situazione pandemica;
-secondo i recenti dati ufficiali lo scenario pandemico rimane allarmante e in particolare nella nostra Regione gli ospedali sono nuovamente sotto pressione. Tutto ciò premesso e considerato interpellano il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
1. se quanto sopra esposto è coerente con l’indirizzo e il programma di Governo;
2. se è a conoscenza dei fatti su esposti relativamente alla mancata attivazione dello smart working, anche solo parziale, e all’assenza di controllo dell’applicazione delle misure di contenimento del contagio in alcuni Centri per l’Impiego in particolare e in generale negli uffici pubblici regionali e quali interventi intenda effettuare al più presto a tutela dei dipendenti stessi;
3. quali azioni intenda intraprendere per sensibilizzare l’adozione di un indirizzo comune di programmazione delle attività lavorative in modalità agile per tutti gli uffici pubblici regionali, nel rispetto delle regole vigenti e sulla base delle effettive necessità, coniugando la piena operatività e l’adeguata qualità dei servizi pubblici con la tutela del diritto alla massima sicurezza dei lavoratori e degli utenti.

N. IRTO, R. MAMMOLITI

INTERROGAZIONE N. 16 DEL 18/01/2022 - Realizzazione nuovi ospedali

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
-Il 6 dicembre del 2007 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Ministero della Salute e la Regione Calabria per la realizzazione di nuovi ospedali: Sibaritide, Vibo Valentia, Piana di Gioia Tauro e Catanzaro -Il 13 dicembre 2007 di concerto con il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Calabria viene sottoscritto l’accordo di programma integrativo 2007 per il settore degli investimenti sanitari per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali (Catanzaro, Piana di Gioia Tauro, Sibaritide e Vibo Valentia) per un importo complessivo di Euro 285.589.141,17 tra risorse statali e regionali. Nuovo Ospedale della Sibaritide Euro 77.000.000,00 Complesso ospedaliero di Catanzaro Euro 99.000.000,00 Nuovo Ospedale di Vibo Valentia Euro 43.589.141,77 Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro Euro 66.000.000,00 -Il 21 dicembre 2007 il Presidente del Consiglio dei Ministri, con ordinanza n. 3635, nomina il dott. Vincenzo Spaziante quale Commissario delegato per la gestione della situazione emergenziale in Calabria inclusa la realizzazione dei quattro nuovi ospedali. -In data 3 aprile 2008, il Commissario delegato approvava il programma per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali -In data 30 dicembre 2009 con ordinanza n. 3836 (art.13) il Presidente del Consiglio dei Ministri nomina Commissario Delegato il Presidente pro tempore della Giunta Regionale della Calabria disponendo altresì il rispetto dei costi standard nella predisposizione dei progetti dei quattro ospedali e la previa sottoposizione degli stessi al parere del Ministero della Salute. -Il 25 marzo 2010 con ordinanza n. 10 il Commissario delegato Presidente Agazio Loiero approvava con prescrizioni i progetti preliminari di tre dei quattro ospedali, precisamente quelli di Vibo Valentia, Piana di Gioia Tauro, e Sibaritide -Il 30 luglio 2010 il Consiglio dei Ministri nomina il Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore Sanitario. -Nello stesso anno Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti e il Presidente della Giunta Regionale della Lombardia, Roberto Formigoni sottoscrivono un protocollo d’Intesa per la realizzazione degli Ospedali di Vibo Valentia, Sibaritide e Piana di Gioia Tauro. -In forza del suddetto protocollo la Regione Lombardia, tramite Infrastrutture Lombarde S.p.a. si è impegnata a prestare in favore del Commissario delegato per l’emergenza socio- economica-sanitaria della Regione Calabria, attività di supporto alla Stazione Unica appaltante ed al Responsabile unico del procedimento -Nel 2014 dopo una lunga e travagliata procedura concorsuale la Regione Calabria affida alla Tecnis S.p.a. di Catania due appalti: quello del nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro che prevede 314 posti letto (DO, DH, DS) e 38 posti letto tecnici per un totale di 352 posti letto con un impegno finanziario di spesa pari a Euro 150.133.542,61;
e quello del nuovo ospedale della Sibaritide che prevede una dotazione di 330 posti letto (DO,DH,DS) e 46 posti letto tecnici per un totale di 376 posti letto, con un impegno economico di Euro 143.921.997,42. -Alla Impresa Guerrato di Ravenna viene affidata la costruzione del Nuovo Ospedale di Vibo Valentia con una dotazione di 287 posti letto (DO,DH,DS) e 52 posti letto tecnici per un totale di 339 posti letto per un impegno finanziario di spesa pari a Euro 143.965.197,29. -Nell'accordo di programma quadro (Apq) il nuovo ospedale di Catanzaro era subordinato all'integrazione tra A.O. Pugliese Ciaccio e l'Azienda Universitaria Mater Domini e poiché ciò non avvenne, nel 2012 il ministero della salute ha disdetto quella parte di APQ;
-Nel mese di Novembre 2015 la Tecnis S.p.a. subisce una interdittiva antimafia provocando di fatto il blocco della procedura per la realizzazione degli ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro. CONSIDERATO CHE: -A seguito dell’interdittiva, che provocò una necessità di ricapitalizzazione non intervenuta, Tecnis s.p.a. fu commissariata con provvedimento Mise successivamente messa a gara per la cessione dell’intera azienda che, sempre con procedure Mise venne acquisita da D’agostino costruzioni. -Nel frattempo anche i lavori per la realizzazione dell’Ospedale di Vibo Valentia hanno subito uno stop a causa di un problema legato ad un rischio idrogeologico del terreno Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Giunta Regionale e Commissario per il piano di rientro del debito della Calabria, di conoscere quanto segue:

Per sapere:
- il dettagliato programma dei lavori per singola concessione;
- se si è determinato nuovo fabbisogno finanziario alla luce delle tante interferenze verificatesi;
- se hanno verificato esserci le condizioni per concordare con le imprese concessionarie piani di attività, anche con più turni di lavorazioni, al fine di poter recuperare, sia pure in parte, i tempi di consegna delle opere e, in caso affermativo, se sono intenzionati a riferirne al consiglio regionale e alla commissione competente in termini di ricadute sulla qualità e l’appropriatezza degli interventi.

A. BRUNI, N. IRTO, D. TAVERNISE

INTERROGAZIONE N. 14 DEL 17/01/2022 - Infestazione da processionaria nei boschi della Sila

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
-la processionaria è un lepidottero che sta causando danni enormi ai boschi dellaSila. Si alimenta del fogliame e delle linfe degli alberi, arrivando a defogliare interi rami e a distruggerli, provocando disseccamenti e l’estinzione della loro vitalità con un grave danno ambientale;
-la presenza diffusa dell'insetto non solo minaccia seriamente la produzione, o la sopravvivenza, del popolamento arboreo della Sila, ma i bruchi di processionaria possono provocare negli animali e nell'uomo gravi reazioni allergiche ed infiammatorie (irritazioni cutanee e oculari, eritemi alle mucose ed alle vie respiratorie), anche senza il contatto diretto con il corpo dei bruchi (i peli urticanti possono infatti staccarsi ed essere trasportati dal vento). Le larve sono addirittura mortali per animali come i cani.-Considerato che: la lotta alla processionaria è regolata dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 30 ottobre 2007, pubblicato in G.U. il 16 febbraio 2008, n. 40, recante “Disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino Traumatocampa (Thaumetopoea) pityocampa”;
-la norma attribuisce la competenza fitosanitaria al Servizio Fitosanitario Regionale che, in Calabria, è una struttura del Settore n. 4, Servizi di Sviluppo agricolo, Fitosanitario e Valorizzazione patrimonio ittico e faunistico, del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari. Il decreto stabilisce che la lotta è obbligatoria nelle aree dove la presenza dell'insetto minaccia seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo.-Tenuto conto che: nel 2021, a fronte del pericolo processionaria, l’Ente Parco della Sila ha incaricato Vincenzo Palmeri, docente di Entomologia Forestale al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, di predisporre una relazione sulla problematica in questione. Il 6 Marzo 2021 venivano pubblicate le “Linee guida per la gestione della Processionaria dei pini” con le metodologie di controllo e integrabili di lotta;
-la Sesta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 14 aprile 2021, ha approvato il Piano Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali per gli anni 2021-2022 ed i relativi allegati, formulando, tra le altre, la seguente raccomandazione: dare priorità nel Piano annuale di forestazione alla lotta alla processionaria dei pini, in sinergia con il Servizio Fitosanitario;
-ad aprile 2021 si è insediato il Comitato tecnico-scientifico, voluto dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, con la partecipazione del Dipartimento di Agraria e del Dipartimento Patrimonio Architettura Urbanistica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dell’Ente strumentale “Azienda Calabria Verde”, del Parco nazionale della Sila, dell’Uoa Forestazione e dello stesso Dipartimento Agricoltura – SFR per operare, da un lato, una maggior sensibilizzazione della popolazione su rischi e accorgimenti da mettere in atto, dall’altro, l’adozione di tutte le soluzioni tecniche idonee a contenere la diffusione del lepidottero, previo censimento delle aree interessate, privilegiando negli interventi quelle maggiormente antropizzate. Il gruppo di lavoro, che aveva già fornito la propria opera per la redazione del Piano attuativo di forestazione 2021, aveva discusso delle iniziative da porre in essere a supporto delle azioni messe in campo, già da febbraio 2021, dal Servizio fitosanitario della Regione e da Azienda Calabria Verde;
-nella Deliberazione di Giunta della Regione Calabria n. 412 della seduta del 25 agosto 2021, rimodulando le Schede Intervento del Piano di Azione e Coesione (PAC) 2007/2013, nella scheda Nuove Operazioni n. 11 – “Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale di previsione e prevenzione dei rischi Settore Protezione Civile” vengono indicati gli obiettivi e le azioni per l’eliminazione della processionaria del pino e la messa in sicurezza della salute di persone e animali e del patrimonio boschivo regionale, individuando proprio i boschi della Sila come luoghi più colpiti dall’infestazione e indicando l’inverno come uno dei momenti adatti per agire, il “periodo in cui ci si accorge della presenza dell’insetto, quando sono ben visibili sulla chioma, soprattutto nelle porzioni esterne, i nidi formati dalle larve”. Uno dei metodi di lotta, infatti, prevede la rimozione manuale dei nidi di processionaria, tagliando le estremità della pianta infestate. Questo procedimento viene abitualmente svolto tra dicembre e febbraio, prima che le larve escano dal nido.-Preso atto che: in alcune Regioni, come ad esempio la Puglia e la Valle d'Aosta, è la Regione stessa a farsi carico delle disinfestazioni all'interno delle foreste demaniali regionali;
-in Calabria, nella precedente legislazione, erano stati stanziati 4 milioni di euro per la lotta alla processionaria, risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione da riprogrammare.Tutto ciò premesso e considerato INTERROGANO il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
1. che iniziative stia assumendo la Regione Calabria nei confronti di questa vera e propria emergenza per la definizione e messa a punto di un’azione puntuale sul problema della processionaria in Sila e per la predisposizione di interventi nel brevissimo e breve termine e nel medio e lungo periodo;
2. se intende avvalersi del personale qualificato dell’Ente Parco della Sila e dell’Ente strumentale della Regione Calabria “Azienda Calabria Verde”, in sinergia con il servizio fitosanitario del dipartimento Agricoltura, al fine di adottare tutte le misure più urgenti a contrastare il fenomeno in corso, nonché predisporre una adeguata programmazione a regime per il monitoraggio e la gestione del fenomeno in tutti i contesti regionali demaniali ove si presenti una infestazione da questo insetto, così da ridurre ad un livello accettabile i danni al popolamento arboreo.

D. TAVERNISE, N. IRTO, A. BRUNI

INTERROGAZIONE N. 13 DEL 13/01/2022 - Centro Regionale di Farmacovigilanza

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
-Il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV) è una struttura operante all’interno del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria che si occupa di farmacovigilanza a livello territoriale e partecipa in modo stabile e continuativo alle attività del Sistema Nazionale di Farmacovigilanza facente capo all’Agenzia Italiana del Farmaco. -Sin dalla sua attivazione, risalente a Dicembre 2015, il CRFV, si è proposto quale supporto per gli operatori sanitari ed i cittadini allo scopo di approfondire e diffondere le conoscenze sul profilo di sicurezza di farmaci, vaccini e dispositivi medici, nonché il loro impatto in termini di salute pubblica, argomento attualmente di grande interesse scientifico, alla luce dell’immissione in commercio di farmaci sempre più innovativi. Inoltre, svolge attività di monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, spesa farmaceutica convenzionata, strumento necessario a garantire sicurezza ed efficacia terapeutica, nonché la razionalizzazione della spesa farmaceutica. -Il D.lgs. n. 44/1997 – successivamente integrato e modificato dal D.Lgs. n. 95/2003 e dal D.Lgs. n. 219/2006 – prevede che, nell’ambito del sistema nazionale di farmacovigilanza, facente capo all’Agenzia Italiana del Farmaco (di seguito AIFA), le Regioni, singolarmente o di intesa tra loro, collaborino con la stessa AIFA all’attività di farmacovigilanza, attraverso iniziative atte a promuovere le segnalazioni spontanee da parte degli operatori sanitari, nonché alla diffusione delle informazioni al personale sanitario ed alla formazione degli operatori nel campo della farmacovigilanza. -L’art. 129 del D.Lgs. n. 219 del 24 aprile 2006 stabilisce che le Regioni, al fine di coadiuvare l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nelle iniziative atte a promuovere le segnalazioni spontanee da parte degli operatori sanitari, si avvalgano di appositi Centri di Farmacovigilanza (CRFV). -L’art. 36, comma 14 della Legge n. 449/1997, dispone uno stanziamento annuale a favore delle Regioni da destinare ad iniziative di farmacovigilanza. -L’allegato 1 all’Accordo Stato – Regioni del 28 ottobre 2010, avente ad oggetto “Requisiti minimi di un Centro Regionale di Farmacovigilanza”, definisce i Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV): “strutture riconosciute dalla Regione di appartenenza con atto formale, che partecipano, quale parte integrante, in modo stabile e continuativo, alle attività del sistema nazionale di farmacovigilanza facente capo all’AIFA”. -L’Accordo Stato Regione del 28 ottobre 2010 (a valere sulle annualità 2008-2009) ed i successivi del 26 settembre 2013 (annualità 2010-2011) e del 30 marzo 2017 (annualità 2012-2013-2014) e del giugno 2019 (annualità 2015-2016-2017) prevedono l’erogazione alle Regioni di fondi vincolati alla costituzione ed al successivo mantenimento dei Centri Regionali di Farmacovigilanza (CRFV). -La Regione Calabria, in ottemperanza all'Accordo Stato-Regioni del 28 ottobre 2010, con DPGR-CA n. 37/2012 ha recepito ed approvato lo schema di convenzione da stipularsi tra l’AIFA e la stessa Regione, nonché il progetto di costituzione del Centro Regionale di Farmacovigilanza. -Con DCA n.61/2018 il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV), è collocato ed opera all’interno dell’attuale Settore n. 3 “Assistenza Farmaceutica, Assistenza Integrativa e Protesica, Farmaci e Convenzionate, Educazione all’Uso consapevole del farmaco” del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio Sanitari della Regione Calabria. -Il personale del CRFV si compone di n. 5 unità, (n. 1 biotecnologo; n. 1 ingegnere clinico; n.1 statistico; n. 1 ingegnere informatico; n. 1 amministrativo in possesso di laurea in giurisprudenza;) selezionate con procedura ad evidenza pubblica, che hanno sottoscritto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa di durata triennale - a decorrere da giorno 1 dicembre 2015, successivamente prorogata per ulteriori 24 mesi fini al 30 novembre 2020. In considerazione della scadenza alla data del 30 novembre 2020 dei contratti di CO.CO.CO. è stata effettuata una proroga fino al 25 novembre 2021, ai sensi della legge Madia a favore dell’unica unità già risultante dei fabbisogni storici dei diversi anni. -Le figure professionali in servizio presso il CRFV, che operano in totale sinergia ed integrazione, sono dotate di specifiche competenze attinenti le aree: farmaceutica, tecnica, statistica, giuridica, informatica, biogestionale e biotecnologica, forniscono collaborazione e supporto tecnico-amministrativo all’attività istruttoria di tutti i procedimenti di competenza del Settore 3, come individuati nella declaratoria allegata DDG. n.106/2016-con decreto n.12097 del 21 novembre 2021 “approvazione micro organizzazione del dipartimento tutela della salute, servizi socio-sanitari in attuazione al Dpgr n.180 del 7.11.2021, il Centro Regionale di Farmacovigilanza veniva inserito come unità operativa 3.2 (Farmacovigilanza e dispositivo vigilanza) “Assistenza Farmaceutica, Assistenza Integrativa e Protesica, Farmaci e Convenzionate, Educazione all’Uso consapevole del farmaco”. -I contratti dei collaboratori sono scaduti, uno il 25.11.2021 (statistico operante dal 2004 già risultante nei Fabbisogni del personale), n. 4 contratti, il 15.12.2021 (operanti dal 2015). -Con Nota 64436 del 25.05.2021, il Direttore Generale di AIFA, considerate le dimissioni del Responsabile Scientifico e la mancanza di personale, specificava “…qualora l’inadempimento si protragga … AIFA avrà la facoltà di revocare il finanziamento relativo alle attività per cui è stata rilevata l’inadempienza e di richiedere la restituzione delle somme erogate…”, oltre che di non poter procedere alla stipula della convenzione per i fondi 2015-2016-2017 a seguito dell’esito negativo del monitoraggio condotto da AIFA durante l’AUDIT tenutosi in data 13 e 14 aprile 2021. -Con DDG 6532 del 23.06.2021 a seguito del recepimento delle dimissioni della precedente responsabile veniva individuata quale Responsabile Scientifico la dott.ssa Brunella Piro, Responsabile Farmacovigilanza dell’ASP di Cosenza. -Con nota prot n. 442011 del 14.10.2021 si riscontrava alle richieste successivamente trasmesse da AIFA esplicitando le attività intraprese al fine di procedere al recupero delle criticità evidenziate, in gran parte derivanti dalla mancata continuativa presenza di personale dedicato, oltre che all’assenza del personale farmacista specializzato per le attività specifiche del ruolo (Requisiti Minimi–allegato 1 all’Accordo Stato Regioni del 28 ottobre 2010). -Altre Regioni hanno già provveduto alla istituzione dei CRFV con proprio atto formale, localizzandoli presso i rispettivi Settori/Servizi di Politica del Farmaco (ABRUZZO – DGR n. 87 del 10 febbraio 2015;
EMILIA ROMAGNA – DGR n. 1066 del 16 luglio 2008;
MOLISE – DGR n. 578 del 4 agosto 2011;
PUGLIA – DGR n. 1478 del 17 luglio 2012;
VALLE D’AOSTA – DGR n. 1877 del 30 dicembre 2014. TUTTO CIO’ PREMESSO
Per sapere DAL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CALABRIA:

quali iniziative intende assumere per ripristinare con urgenza il servizio del Centro Regionale di Farmacovigilanza.

A. BRUNI, N. IRTO, D. TAVERNISE

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Chi legifera non può pensare a sé o alla sua opinione ma deve pensare alla libertà che la sua legge realizza per gli altri. E ciò vale molto di più nelle materie in grado di interpellare morale e coscienza, come il fine vita, e per tenersi lontani dalle tentazioni statolatriche o da stato etico. Detto ciò, quale premessa culturale per riaffermare il metodo della laicità negli stati liberaldemocratici, la presente proposta di legge ha come fondamento giuridico, anche con riferimento a tutte le questioni d’attribuzione della competenza a legiferare in sede regionale, la sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019. Il tutto, ovviamente, nell’attesa di una norma statale in grado d’introdurre una normativa eventualmente innovativa. La sottrazione dall’alveo della penale responsabilità, infatti, della condotta di assistenza alla morte in presenza di determinate condizioni e fatto salvo il diritto di obiezione di coscienza, fa scaturire – anche in termini di rispetto della dignità della persona umana – il dovere delle strutture sanitarie e del personale sanitario di prestare tutta la più adeguata assistenza per conseguire uno scopo, la morte, fonte di minore afflizione e sofferenza rispetto ad ogni cura e senza aver rinunciato prematuramente alle cure palliative. Così posta la questione e riaffermando la competenza concorrente delle regioni in materia di tutela della salute, emerge l’obbligo per le strutture sanitarie italiane, la cui gestione avviene com’è noto a livello regionale, di fornire il livello di assistenza rinveniente dall’applicazione di norme statali, così come derivate da un giudizio di costituzionalità con cui è stata ampliata la sfera di non punibilità di una condotta (art. 580 Codice penale) e perciò aggiungendo una “nuova prestazione” assistenziale a carico del servizio sanitario nazionale. La sopraccitata “sentenza additiva di prestazione” risulta peraltro bilanciata anche con riferimento all’articolo 81 della Costituzione, poiché la “nuova prestazione” è abbondantemente coperta dai Livelli essenziali di assistenza: sia nella prospettiva delle cure comunque necessarie previste per i malati terminali e cronici, sia per la sua assimilabilità sotto il profilo meramente finanziario alle cure palliative. Assodata, dunque, la competenza regionale a legiferare, resta conclusivamente da osservare che l’introduzione della presente disciplina serve a dettagliare i tempi e i modi del procedimento e a eliminare eventuali residui d’incertezza e problematicità, al cospetto di un tema altamente sensibile e perciò fonte di notevoli dubbi applicativi. E su questo vale chiarire la considerazione che in fondo lo scopo della legge è assicurare alle persone con malattie terminali e croniche un congedo dalla vita che non sia gravato da un processo lento e doloroso per sé e per le persone che sono loro care.

Allegati:
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